Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Zest    29/02/2012    10 recensioni
Partendo dal fatto che non mi sono per niente piaciute molte cose nell'ultimo libro della carissima J.K. ho deciso di riscriverlo! Con tutti gli annessi e connessi, scremando molti dei suoi cuoricini, aggiungendo tinte fosche, realismo, per quanto possibile e dando una bella svegliata al caro zio Voldy, che ultimamente mi ha fatto un po' pensare! Insomma non mi è mai sembrato un così grande e malefico signore oscuro, così sono intervenuta io, benvenuti nel mondo contorto di Zest!
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'The Other Ending'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

THE END: LA FINE DELL’INIZIO

 

Si smaterializzò davanti alle mura della prigione.

Lo sguardo volò alto ad osservare le guglie ed i gargolla che ornavano quella fortezza.

Sospirando entrò.

I  muri vecchi e consunti dal tempo mostravano la vera natura della prigione, se quella di Azkaban la pena era la morte dell’essere, a Nurmengard era il lento marcire del corpo a devastarne i prigionieri, la fortezza si nutriva dei corpi dei carcerati, consumandoli e corrompendoli, ma allo stesso tempo sostentandoli.

Un circolo vizioso senza fine, dove la permanenza era eterna. Ad Azkaban potevi ricevere il dolce nettare della morte che misericordiosa giungeva a farti evadere da quella realtà devastante, ma a Nurmengard no. Nel momento che da carcerato ne varcavi la soglia, smettevi di essere uomo e diventavi sasso, pietra, prigione, non era contemplata la gioia della morte.

Silente avanzava impassibile lungo il corridoio, mentre voci risuonavano cariche di insulti, di gemiti, di bestemmie e di preghiere.

Fermatosi davanti ad una porta la spinse e quella docile si aprì. Nurmangard non necessitava di chiavistelli.

Un tintinnio di catene e un puzzo rancido di muffa.

-“Ciao Albus… quanto tempo, finalmente sei venuto… pronto a gioire sulla testa del sconfitto?”-

-“Zitto Grindewald”-

Il vecchio incatenato sorrise, mostrando i denti gialli.

***

Ryghen alzò lo sguardo al cielo.

Presto… molto presto.

Lo sguardo gli cadde sull’erba, che nella radura dove si trovavano, cresceva rigogliosa.

Le margherite cominciavano ad essere parecchie, ne colse una e cominciò ad apprezzarne la forma, la regolarità geometrica che la dominava. Tutto quello splendore e gli umani nemmeno se ne accorgevano…

Disgustato arricciò il labbro, ringhiando basso.

Un rumore di smaterializzazioni lo riscosse, una schiera di Mangiamorte si era appena formata dietro di lui.

-“I nostri compagni stanno per attaccare il Ministero, noi dobbiamo fare lo stesso con la scuola”-

Il demone annuì.

***

Nello stesso istante Cassandra alzò la testa. La magia… qualcosa era cambiato.

Veloce corse da Abel che correggeva i compiti dei M.A.G.O.

-“Qualcosa è cambiato”-

L’uomo contrasse la mascella

-“A quando?”-

Cassandra lo guardò dura

-“Ora”-

***

-“Ora”- annunciò un Mangiamorte tenendosi dolorante un braccio

-“Attacchiamo, il ministero è già sotto attacco, ora tocca a noi”-

Ryghen ringhiò cominciando a correre verso le difese di Hogwarts.

***

-“Perché sei venuto allora?”-

-“Io faccio domande e tu rispondi, niente altro, mi sono spiegato?”-

-“Ma certo, Al”-

-“E non chiamarmi Al”-

Albus osservava quell’ombra di vita che una volta era stata tutto per lui.

-“Ascolto”- ripose annuendo il vecchio

-“La bacchetta”- a quel nome le pupille di Gellert si allargarono dal piacere

-“Anche tu qui per domandarmi di Lei…”-

Silente corrugò la fronte a quella risposta

-“Come anche io?”-

-“Il tuo allievo…”- spiegò Gellert alzando una mano tra un  tintinnio di catene ed indicandolo

-“Quel Riddle… ragazzo presuntuoso e potente, certo, non quanto lo siamo stati noi, vero Al?”-

-“Ti ho detto di non chiamarmi Al”- mormorò secco Silente, poi riprese

-“Tom è stato qui? E che cosa ti ha chiesto?”-

Gellert sorrise con i suoi denti marci

-“La stessa cosa che, se il mio cervello  non sbaglia e di rado sbaglia, tu mi vuoi chiedere”-

-“Cosa?”- Silente assottigliò gli occhi quasi ringhiando

-“Perché la bacchetta a voi non ha mai parlato?”- sibilò Gellert apparendo potente, pazzo e malato in un solo istante. Silente arretrò per la verità di quelle parole. L’uomo incatenato ridacchiò

-“Tu, lui ed io siamo così dannatamente simili… è tremendo come tu, potente mago, sia riuscito a non cadere completamente nella trappola del… avresti potuto a vere tutti, tutti, in tuo potere. A tuo uso e consumo personale. Avremmo banchettato con la morte e la paura trattandole da nostre pari, sotto lo sguardo benevolo del potere”-

-“ZITTO!!!”- urlò l’ex rettore di Hogwarts irato come nessuno mai l’aveva visto. Il suo vecchio corpo tremava per l’ira mal repressa, ma Gellert non si scompose troppo

-“Sei sempre stato troppo emotivo Al, decisamente troppo emotivo. Mio caro, la bacchetta non ti ha mai parlato perché non si è mai accorta di te. Molto semplicemente.”-

-“Molto divertente Gellert”-

-“No, io non sto scherzando… sappiamo entrambi che la bacchetta di sambuco è fuori dalla norma. Sappiamo entrambi che cosa ci alberga dentro e entrambi abbiamo voluto quel potere per noi, solo per noi. Io sono stato solo disgraziatamente fortunato, sono entrato in contatto con la bacchetta grazie ad una persona…”-

-“Chi?”-

Gellert lo guardò con occhi spiritati

-“Alice, la bella Alice, la candida e pura Alice. Alice la pazza, Alice la maganò, Alice la più grande fonte di potere vivente in terra. Tua sorella”-

Albus Silente si appoggiò al muro dietro di lui incurante della sporcizia, svuotato.

-“Oh Al, tua sorella era molto più speciale di quanto tu potevi immaginare. Perché le mancava la ragione, perché in lei scorreva senza impedimenti la magia, non c’era nulla ad imbrigliarla. Tutto quel potere l’aveva distrutta da dentro, rendendola perfetta per Lei, per Lilith. Alice chiacchierava allegramente con il demone nella bacchetta ed io sono riuscito ad infilarmi in quei discorsi, ad infilarmi nella coscienza del demone. Finché un giorno non mi parlò”-

Piantò negli occhi di Albus uno sguardo disperato, poi Gellert continuò, la voce che si spezzava

-“Ed io ho incominciato a morire.”-

***

-“CORRETE!!!”-

Hogwarts non era più una scuola ma un campo di battaglia, i massi che una volta facevano da scudo ai suoi studenti ora volavano in aria come carte o sassolini.

I ragazzi furono tempestivamente evacuati, mentre rimasero a combattere poche persone.

L’Ordine di Salomone combatteva a fianco di quello della Fenice.

Scese in campo anche l’E.S.

Quella che una volta era stata la sala grande, ora non era altro che un teatro per delle zuffe scomposte, e per degli incantesimi volanti.

Hermione correva all’impazzata, doveva trovare Draco.

Di fianco a lei esplose un masso a causa di un incantesimo diretto verso la sua persona, il Mangiamorte rimase ad osservare soddisfatto la sua opera, salvo poi inorridire alla vista di un viso mezzo distrutto che con furia omicida si volgeva verso di lui, snudando le zanne.

Non avrebbe avuto pietà per nessuno.

***

-“Hai cominciato a morire?!?”- tuonò Silente riprendendosi paonazzo d’ira

-“Sei disgustoso!!! Come osi fare la vittima? Dopo tutto quello che hai fatto, dopo le morti che hai causato?”-

Gellert agitò in aria faticosamente una mano, come per scacciare con poca voglia un insetto molesto

-“Furono solo piccoli intoppi, potevano accadere, come no… non è quello il punto”-

-“E dimmi quale è Gellert, perché io proprio non capisco… cosa vuole Voldemort?”-

-“Sei sempre stato leggermente ritardato dalle tue manie di grandezza Al… Riddle vuole quello che tutti noi vogliamo… l’immortalità ed il potere. Esattamente le cose che più di cinquant’anni fa cercammo insieme. Solo che ha ottenuto qualcosa che gli potrebbe dare quello che cerca, ma è troppo potente per lui. Finirà per sovrastarlo ed annientarlo”-

-“Questo lo so Gellert, non sono stupido come tu pensi, Ryghen…”-

-“Ooooh, Ryghen è il male minore…”- ridacchiò Grindewald

-“Come?”-

-“Se Riddle uscirà vivo dall’altro luogo, come tu temi, sarà troppo ingestibile per un tipo indebolito come Ryghen… lui non gli può dare quello che Tommy boy vuole… è un dato di fatto.”- Silente lo guardava confuso e perplesso

Gellert sorrise e gli fece cenno di avvicinarsi

-“Facciamo che io sia l’uccellino che ti riferisce una notiziola, eh? Che ne dici?”-

Silente si chinò all’altezza di Grindewald

E quello gli sussurrò poche parole all’orecchio.

Per la prima volta Albus Silente pregò che ci fosse un Dio, in cielo, ad ascoltare le sue preghiere.

***

La McGrannit era furiosa e spaventata allo stesso tempo.

-“FLITT! COME OSI ATTACCARE QUELLA CHE UN TEMPO FU LA TUA SCUOLA? QUI C’È ANCHE TUO FIGLIO ED  IO SO CHE COSA VI HO INSEGNATO!”- ruggì la donna agitando la bacchetta, ed in un istante la pietra che immobile sorreggeva la volta dietro all’uomo si liquefece.

I viticci intagliati nella roccia presero vita e strangolarono il Mangiamorte.

-“E inoltre non hai mai studiato bene la mia materia”- sentenziò lapidaria la donna osservando gelida l’uomo spegnersi gorgogliando.

Velocemente le passò davanti sfrecciando Luna Lovegood, in forma di lupo, diversi tagli e lacerazioni segnavano il suo pelo, macchiandolo di rosso, ma la furia e la volontà di difendere la sua scuola non erano scomparse nei suoi occhi.

Erano in troppi, si rese conto poco più in là Abel.

Si portò velocemente a fianco di Cassandra

-“Non possiamo farcela, o la fuga o la morte”-

-“Non possiamo lasciare la scuola…”- ansimò di rimando la donna

-“Dislocazione di massa, tanto le difese della scuola sono partite…”-

La donna troncò di netto la testa al suo nemico ed annuì frenetica all’uomo

-“Mi serve però Gil, io non ho così tanto potere…”-

Abel la guardò triste

-“Secondo te perché qui noi siamo ancora tutti vivi? È Gil che si sta occupando di Ryghen… non possiamo distrarla”-

Cassandra schivò un fendente ed una maledizione

-“Ma allora… ok, chiama gli altri ed Hermione… proviamo qualcosa di alternativo”-

***

Albus corse fuori dalla prigione, il sudore freddo che gli correva lungo la schiena e nelle orecchie la risata del suo nemico.

Doveva… impedire che accadesse…

-“E la sai un’altra cosa? Proprio in questo momento Tom sta attaccando in contemporanea il tuo Ministero e la tua amata scuola, Al”-

Silente sgranò gli occhi mentre una morsa gli serrava il cuore

-“Tu lo sapevi… perché?”-

-“Non te l’ho detto? Che sciocco che sei Albus… “- lo derise Grindewald, ritornando per un secondo quello di un tempo, un guerriero freddo e calcolatore, spietato come un’arma

-“Perché è per colpa tua che io sono rinchiuso qui, è per colpa tua che ho perso lei… ed è per colpa tua che io ora non sono nient’altro che un vecchio che marcisce in una cella… non ti ricordi più Al? Vendetta, sempre. Sarò anche incatenato qui, ma io sono esattamente quella persona che un tempo tu sfidasti. Ed ora io leggerò con somma gioia il dolore, dentro di te. Perché Hogwarts sta cadendo, perché il tuo ragazzo forse oggi morirà, perché tutte le tue speranze forse oggi si spegneranno.”-

Gellert lo guardò con occhi spiritati

-“Perché io ho vinto… solo che questa volta non ci sarà tempo per la tua rivincita”-

Correva Albus e si smaterializzò, in tempo per vedere la torre dei Corvonero collassare su se stessa.

***

-“Ci rincontriamo…”-

-“Vorrei dire che è un piacere, ma risulterei falsa”-

A quella risposta Ryghen rise, di fronte a lui Gil lo fissava decisa

-“Vogliamo ripetere lo spettacolo dell’ultima volta?”- la prese in giro

-“Non ci contare, ho intenzione di farti fuori”- sputò di rimando la donna, togliendosi la benda

Ryghen sorrise

-“Ho sempre amato il tuo occhio, sai? È l’unica parte di te che salverei”-

-“Allora guardalo fisso se ti piace così tanto”-

-“Oh, no, no… so bene cosa mi succederebbe… non voglio tornare ad essere ficcato a forza dentro ad un qualsiasi oggetto cavo”-

Gil ghignò

-“Vedo che hai imparato la lezione”-

-“Oh, si… ma tu evidentemente no… dato che mi affronti di nuovo”-

Gil ringhiò.

Poi fu battaglia.

Ryghen si trasformò velocemente in un mostro informe, ma venne atterrato dall’ombra della donna, che come una piovra fatta di fumo cominciò al strangolarlo.

Un masso si levò in aria e colpì al fianco la donna che con un gemito perse il controllo del fumo nero. In quel brevissimo lasso di tempo, Ryghen l’afferrò per la  vita e la sbatté alla base della torre dei Corvonero, Gil lo afferrò per la gola e urlata una parola provocò il collasso della torre.

Riemersero dalle macerie ringhianti due draghi ugualmente neri ed entrambi sanguinanti.

Si scagliarono uno contro l’altro in una lotta che ben presto si trasformò in uno scontro aereo.

Hermione corse dalla sua maestra, che ansimante giaceva contro un masso, silenziosamente cominciò a passarle energia e la sua bestia, in cielo, prese vigore

Gil la guardò per un istante

-“Dopo”- ribatté la ragazza concentrata in quello che stava facendo

Lottava per sé stessa, per i suoi amici e per Draco.

-“Granger!”-

-“Malfoy…”-

-“Noto con dispiacere che non sei ferita…”-

-“Sono addolorata che la cosa ti dispiaccia, ma sai com’è quando una è una brava strega…”-

-“LURIDA SANGUESPORCO! COME OSI!”-

Le uniche parole che si erano rivolti, dovevano salvare le apparenze… ma almeno lui stava bene…

E lei aveva potuto vedere la preoccupazione svanire nei suoi occhi e lasciare il posto alla determinazione “Non morire” parole sussurrate a fior di labbra, un cenno da parte sua  e poi si erano separati.

Ora poteva concentrarsi ad aiutare l’Ordine.

Ryghen ruggì al cielo ed afferrato per il collo il drago lo scagliò a terra.

In risposta Hermione si trasformò abbandonando la sua forma umana ed un paio di ali si spalancarono sulle sue spalle. Veloce volò contro al demone

-“HERMIONE! NO!!!”- urlò Gil osservando la sua allieva gettarsi in difesa della sua ombra.

Veloce il drago della donna si riebbe e si lanciò in aiuto della ragazza

-“lo sconfiggeremo, quesssta volta”-

-“Lo spero… ora combatti”-

-“Ssssi, mia sssignora”-

***

Albus rimase shockato alla vista di Hogwarts. Distrutta così violentemente da una furia senza mente, da un pazzo assassino.

***

Cassandra si era isolata, ora era in ginocchio nello studio del preside che lentamente recitava parole confuse ed antiche. Nello stesso momento anche tutto l’Ordine le stava recitando.

Nomi di persona, comandi, segni di riconoscimento, tutto venne integrato in quella formula.

Andrea combatteva con il cuore in gola, sua sorella rischiava la vita e la sua essenza, ma non aveva potuto opporsi, non in quel disperato momento.

Poi la formula finì.

Quello che i libri non dicono, delle formule, è l’esatta quantità di energia necessaria per attuarle. Per il termine di energia, si intende quella più elementare, quella che permette ai muscoli di contrarsi e ai neuroni di trasmettere impulsi elettrici.

È semplicemente vita…

Esistenza.

In pochi secondi tutti quelli dell’ordine della Fenice, l’E.S. e quelli dell’Ordine di Salomone, vennero avvolti da una luce biancastra.

I Mangiamorte si ritrovarono da soli nella Sala Grande.

Ci fu perplessità, poi vittoria.

Tuttavia, gli incantesimi di grande portata è raro che non generino problemi.

Specialmente nel caso in cui l’energia che richiedono venga improvvisamente a mancare.

***

In una radura poco lontano dalla sede dell’Ordine di Salomone, Cassandra cadeva a terra.

E Gil impallidiva.

-“Cosa cavolo è successo?”- poi si guardò intorno, mentre la paura si faceva largo nel suo animo

-“E dov’è Hermione?”-

***

Silente riconobbe perfettamente l’incantesimo lanciato.

Pochi secondi dopo il suo termine, lanciò il suo.

***

Draco corse fuori dal castello attirato dai ruggiti, gli altri Mangiamorte festeggiavano ancora all’interno.

Gli morì in bocca un singulto.

Hermione… perché non era sparita insieme agli altri?

E combatteva da sola contro… quel mostro!

Non fece in tempo ad elaborare nient’altro, che dal castello provennero urla agonizzanti. Luce nera si spandeva dalle finestre lottando per uscire, ma venendo ricacciata prepotentemente dentro.

Hogwarts si era trasformata in una Vergine di Ferro.

Trattenne un conato di vomito alla vista d un rivolo di sangue che filtrò attraverso i portoni divelti della scuola.

Hogwarts aveva straziato chiunque fosse al suo interno.

Si udì un grido ed un Mangiamorte si precipitò all’interno della scuola, non fece in tempo a fare nessun altro passo, che implose e le sue membra vennero dilaniate.

Era un incantesimo terribile, di magia oscura, di una magia nera e corrotta.

Nessuno avrebbe più potuto entrare ad Hogwarts.

***

L’aveva fatto, di nuovo. Aveva usato nuovamente il suo potere per fare del male…

Albus barcollò sotto il peso di quello che aveva fatto.

Un grido richiamò la sua attenzione.

La signorina Granger. Doveva occuparsi di lei, avrebbe avuto tempo dopo per piangere per quello che aveva fatto.

Si smaterializzò poco lontano dallo scontro.

-“Ryghen!!!”-

-“RYGHEN!!!”-

Il mostro si bloccò e lo guardò fisso, scaraventando Hermione  violentmente contro a delle macerie.

-“Cosa vuoi vecchio?”-

-“Rimandarti nel posto dove sei venuto”-

Ryghen assottigliò lo sguardo ed in un fruscio comparve di fronte a Silente.

-“Credi?”-

-“No, so”-

Il demone arricciò le labbra in un sorriso malato

-“Non sono io il tuo avversario, ma lui”- rispose indicando qualcuno dietro di lui.

Voldemort troneggiava nero sul prato di Hogwarts.

***

Era finita.

Non riusciva più a muovere un muscolo, tutto quello che era riuscita a fare, quello che era divantata…

Si rivelava insufficiente.

Era troppo forte, non poteva batterlo…

Hermione chiuse gli occhi. Precludendosi la vista del cielo che terso splendeva sopra di lei.

Lei non poteva sconfiggerlo, se solo un altro demone o Gil fosse stata lì…

Pochi istanti dopo sgranò gli occhi, la speranza dentro di loro.

Poteva anche avere il corpo corrotto dal sangue del demone, ma era ancora una strega, la mente era tutta sua, e le aveva appena fornito un’idea tanto disperata quanto geniale.

***

Guardò adirato il castello.

E poi guardò lui… ancora vivo…

Un’ondata di timore mista a rabbia lo investirono.

Cosa aveva fatto quel vecchio pazzo…

-“Tu!!! Come hai osato?!?”- urlò

-“Te l’avevo detto, Tom e te lo ripeto, tu non insegnerai mai in quella scuola…”- replicò pacato Silente.

Voldemort fremette

-“E non permetterò che Hogwarts crei dei tuoi burattini… è meglio che nessuno più ci metta piede”-

-“Hai ucciso degli uomini e sei ancora vivo”- sibilò il Signore Oscuro

-“Sì, me ne rendo conto, ma è per questo che mi hai sempre temuto, vero? Per quello che avrei potuto fare, ma che non ho mai fatto… ora hai avuto un assaggio di quel potere che hai sempre anelato”-

-“Sempre anelato?!? Io ho quel potere, ora. Io sono il Signore Oscuro! Ho sconfitto la morte!”-

-“Sei sempre stato molto bravo ad illuderti, Tom. Ma è per questo motivo che cadrai”-

-“Io ho questa!”- urlò di rimando mostrando la bacchetta.

-“E ti ha mai parlato?”- sibilò in risposta Silente

Le pupille serpentine di Riddle si spalancarono.

-“Lo immaginavo”- sussurrò Albus

-“Sai Tom, hai sempre desiderato troppo. E dire che ti avevo avvertito, avevo tentato di costringerti alla riflessione, ma tu niente. Hai sempre voluto fare di testa tua. Stupidamente, aggiungerei.”- continuò pacato Silente

-“Potevi fermarti, avresti potuto fare cose meravigliose, ma hai sempre voluto di più”-

-“E l’ho ottenuto”- lo interruppe secco Voldemort.

-“No, lo stai per perdere…”-

-“BASTA!!!”- urlò Riddle scagliandoli contro una frusta d’acqua, che Silente prontamente fece evaporare.

Cominciò uno scontro che i Mangiamorte presenti ricordarono per molto tempo, uno scontro che nessuno aveva potuto mai immaginare. Nello spazio tra i due combattenti non si muoveva nemmeno un filo d’erba, ma la magia sprigionata cominciò ad alterare la fisica del luogo.

Una folata di vento disintegrò un albero lì vicino scindendolo in molecole, un masso si spaccò rivelando al suo interno una radice di diamante.

La gravità nello spazio circostante cominciò a fluttuare, passando da quasi nulla al triplo di quella naturale, più di un Mangiamorte si accasciò vomitando, per il flusso di magia distorta che proveniva dal luogo dello scontro.

Le magie dei due contendenti erano di così alto livello che non erano nemmeno visibili ad occhio nudo, incantesimi più veloci di qualsiasi cosa sfrecciavano tra i due, mancandoli per un soffio o infrangendosi su potenti incantesimi di protezione.

Uno sfiorò la guancia di Riddle e quando colpì il suolo dietro di lui devastò la materia, rendendola un qualcosa di informe ed indistinto. L’erba e la terra dietro a Voldemort avevano cessato di essere qualcosa di esistente sulla terra, per trasformarsi in altro.

Il Signore Oscuro fissò Silente

-“Credevi che mi sarei limitato di nuovo? Mi sono stancato, a causa tua ciò che nella mia giovinezza stavo rischiando di fare io sta per accadere e te lo impedirò!”-

-“Tu non sai niente!”- strillò Voldemort ricominciando a combattere.

***

Non sapeva se avrebbe funzionato, ma doveva provarci.

Lentamente si alzò da dove si trovava e si accostò ad una roccia per osservare la situazione.

Silente combatteva contro… lui. Ma dov’èra Ryghen?

Non ebbe nemmeno il tempo di guardarsi attorno che venne scaraventata a diversi metri di distanza, finendo per atterrare poco lontano da un gruppetto di Mangiamorte.

Quelli tentarono di attaccarla, ma lei si rimise velocemente in piedi ruggendo, loro arretrarono.

Ryghen atterrò poco lontano. Costringendola ad accucciarsi per l’onda di fuoco che le scatenò contro.

Hermione sollevò lo sguardo e rischiò di perdere la concentrazione nel vedere poco lontano Draco guardarla.

Sotto al palmo si era ritrovata un sassolino, un ciottolo. Bastò un incantesimo stupido, un’idiozia anche per un mago. Si risollevò assicurandosi di fargli vedere che lasciava cadere per terra quel sasso.

Un’ombra di dubbio passò sul viso del ragazzo, ma lei dovette riportare la sua attenzione verso il demone.

-“Cosa pensi di fare? Nemmeno la tua maestra è stata capace di sconfiggermi”- la schernì Ryghen

-“Ma io non voglio sconfiggerti, né voglio battermi”- rispose Hermione tornando a celare la sua forma demoniaca, spiazzandolo.

Ora di fronte al demone stava una ragazza di diciotto anni scarsi, che lo guardava decisa con i suoi occhi marroni.

Non ebbe il tempo di capire.

Bastarono due smaterializzazioni, una cosa da mago, o da strega.

Alla prima Hermione infranse la sua linea di guardia, permettendole di afferrargli un braccio, alla seconda, smaterializzò entrambi nell’unico posto che Ryghen aveva scrupolosamente evitato.

Poco lontano un boato scuoteva l’aria.

Il demone atterrò rotolando in preda alla confusione, velocemente si rialzò ed osservò il luogo dove l’aveva portato.

Della ragazza nessuna traccia.

Ninegard ora si ergeva davanti a lui e con la città anche un folto manipolo di demoni accorsi all’intrusione.

Ryghen si lasciò sfuggire un ghigno. Scaltra la ragazza, l’allieva aveva superato la maestra.

***

Andrea si lasciò andare ad un urlo di dolore mentre cominciava a correre.

Cassandra…

No, non poteva essere!

***

Voldemort e Silente continuavano a combattere, ma l’equilibrio era ormai spostato verso uno dei due.

Lo sapeva Riddle.

Lo sapeva Albus.

L’ex preside di Hogwarts sapeva che il vantaggio non era più suo.

Era vecchio, e questo comportava una minor resistenza che non veniva più sufficientemente compensata dall’esperienza.

Non sarebbe durato ancora per molto, non a quel livello.

Così decise di fare un ultimo regalo… ad Harry, all’Ordine della Fenice, a suo fratello.

Si trattava di un ultimo incantesimo oscuro. L’ultimo della sua vita.

Sigillò Voldemort. Sigillò quella parte di anima che gli era rimasta.

In questo modo, se mai fosse riuscito ad accedere all’Altro Luogo, l’essenza demoniaca non avrebbe avuto nulla a cui appigliarsi, smorzando il risultato del rituale.

Per l’incantesimo utilizzò l’energia contenuta nel braccio destro di Riddle, che avvizzì.

Ma Voldemort aveva già lanciato il suo anatema.

Un raggio verde colpì Silente, che cadde a terra.

Nello stesso istante Hermione faceva la sua seconda smaterializzazione, i due potenti incantesimi interferirono il suo e lo accelerarono, lo modificarono.

***

Andrea era sconvolta. Non poteva essere…

Sua sorella, la sua sorellona per pochi secondi…

Samuel si accostò a Cassandra ed Andrea non riuscì a trattenere un ringhio.

Il rosso, incurante, accostò le mani alla testa della donna chiudendo gli occhi e concentrandosi.

-“È viva… ma non è qui in questo momento, sembra una specie di coma... non lo so, dobbiamo portarla a Ninegard, solo lì possono aiutarla”- comunicò lapidario Samuel

-“Ok, Andrea tu vai con Samuel, noi ripieghiamo al quartiere, è già allertato…”- ordinò Abel.

-“Hermione! È ancora là!”- fece notare Gil

Abel la guardò duro, nei suoi occhi la pietà

-“Siamo in guerra ora, dovrà  arrangiarsi, se le avrai insegnato bene sopravviverà, se no… sarà un’altra vittima”- sentenziò duro

L’E.S. sussultò a quella frase, Gil serrò la mascella rimanendo in un gelido silenzio, mentre il volto tradiva tutta la sua angoscia.

Harry e Ron strinsero i pugni con le lacrime agli occhi.

Gil abbassò la testa.

***

Voldemort esultò, ancor prima di accorgersi del braccio, ma il suo urlo di gioia si tramutò in uno di rabbia quando vide il corpo del suo ex professore cominciare a corrompersi velocemente.

Sotto lo sguardo impotente di Riddle il corpo di Silente si sfasciò, imputridì e si trasformò in polvere, non vennero risparmiate neppure le ossa.

Quando non rimase più nulla Voldemort ringhiò a mezza voce

-“Grindewald”-

***

A Nurmengard, Gellert scoppiò in una risata folle, facendo gemere i suoi vicini di cella.

Una fiamma nerastra si era appena accesa e spenta davanti a lui.

Il suo incantesimo, lanciato più di cinquant’anni prima, si era finalmente concluso.

L’Ordine non avrebbe avuto niente su cui piangere… nessuna lapide o tomba avrebbe segnato il posto per lui. Silente avrebbe seguito il suo stesso destino. Rimanere insepolto per l’eternità.

Ma Silente era morto e nonostante tutto aveva vinto lui, perché la pace… era solo sua.

La risata di Gellert si spense al suono di una lacrima che prima cristallina e poi torbida, gli segnò la guancia sudicia.

***

All’interno del quartier generale , Abel si rese conto della gravità della situazione. Ora erano soli.

Il ministero era caduto, Hogwarts era caduta. In Inghilterra non rimaneva più niente.

Con passo veloce raggiunse il resto delle persone che ora si affollavano nell’atrio in attesa di ordini.

-“Chiamate le vostre famiglie… attuate i piani di emergenza che avevate preposto.”- annunciò lapidario, poi facendosi coraggio concluse

-“L’Inghilterra… la Gran Bretagna è caduta. Dobbiamo andarcene, o moriremo”-

***

A Malfoy Manor, Draco stringeva qualcosa nelle mani fino a farsele sanguinare.

Un sasso, un ciottolo.

Glielo aveva lasciato Hermione prima di scomparire, prima che Silente morisse. Prima che…

Scosse la testa trattenendo le lacrime.

Abbassò nuovamente gli occhi verso quel pezzo di roccia che aveva in mano.

“Continua a lottare” era scritto da un lato, ma quello che faceva più male troneggiava sull’altro.

“Ti amo”

***

Voldemort distolse gli occhi da Hogwarts.

Poi  li rivolse al cielo.

Ora toccava a loro.

All’Ordine della Fenice.

E a Harry Potter.

 

 

Angolo dell’autrice

Ok, so che mi odierete, ma questa long finisce qui.

E ne comincerà un’altra a breve, perché come avete avuto modo di leggere, no, la storia non finisce qui…

Devo ammettere che l’idea di partenza era completamente diversa da punto in cui sono arrivata, ma… oddio spuntare quel dannato quadratino… brrr! Brividi!!!

Devo dire grazie…

Grazie infinite a chi ha commentato, a chi ha letto, alle fantastiche 60 persone che hanno messo la storia tra i preferiti, alle 24 che vogliono ricordarla e alle 117 che la seguono.

Perché nonostante le recensioni negli ultimi capitoli siano andate scemando, non mi hanno mai fatto sentire sola!!!

Dedico un saluto speciale a Chanel483 che è sempre stata presente!

Potete contattarmi alla mia pagina face qui!

Ci vediamo tra due settimane!!! J

Zest


   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Zest