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Autore: LilyLunaLove    29/02/2012    1 recensioni
E' la storia della nuova generazione di Harry Potter, di Teddy Lupin. Tutto è cambiato. Dopo le centinaia di vittime il mondo è diverso. Più sicuro. Ma.....
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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-Chissà se ne avrà mai, dei poteri.-
-Nonna, perché non ne dovrei avere?-
La nonna era seduta sulla sua poltrona rossa e stava chiacchierando preoccupata con lo zio Harry. Non era veramente suo zio. Era solo il suo padrino, ma preferiva chiamarlo zio, perché era stato più di un padrino per lui.
-Ma tu non eri sopra a giocare con Albus e con James? – Gli chiese.
–Certo, ma Albus aveva fame e poi si sono messi a litigare e non ho voglia di sentirli. Sono delle piccole pesti!-.
Sua nonna Andromeda era una persona stupenda. Dolce e bella. Aveva sofferto moltissimo per la morte della sua sorella maggiore, Bellatrix, persa durante la Battaglia di Hogwarts nella quale persero la vita anche i suoi genitori, Remus e Nimphadora (che preferiva essere chiamata per cognome, quindi Tonks, o anche semplicemente Dora). Il nome di sua madre l’avrebbe dato alla sua prima figlia.
Era marzo, e le giornate iniziavano ad allungarsi anche se erano ancora troppo fredde per uscire a giocare in giardino. Teddy non vedeva l’ora che arrivasse settembre perché il primo giorno del mese avrebbe iniziato gli studi ad Hogwarts. Era veramente felice, ma erano tutti preoccupati per lui perché ancora non aveva mostrato nessun segno di poter essere un mago.
-Tesoro, era giusto così per dire. Non ti preoccupare e vai a giocare con i tuoi cuginetti.-
Gli disse, e lo accompagnò fino al primo scalino della rampa per salire di sopra.
-Prima o poi dovrò dirglielo, Harry. Ma come posso fare? Sai anche tu come Remus soffriva per questo suo problema, non posso prenderlo alla leggera. Non posso dirglielo così come fosse niente al povero Teddy.- Disse con le lacrime agli occhi.
– Andromeda, Remus era un eroe. Nessuno lo giudicherà per quello che era. Ha aiutato a far diventare il mondo un posto migliore. Ma se hai paura posso dirlo io a Teddy.- La rassicurò Harry.
-No, caro. Ho il compito di farlo io, mi sono presa la responsabilità di crescerlo e credo sia giusto così.-

Erano passati due giorni da quando Teddy l’aveva sentita discutere con suo zio, ma ancora non aveva avuto il coraggio di chiederle perché aveva detto quelle parole. Che significava che poteva non avere dei poteri? Lui si era sempre aspettato di diventare un eroe come suo padre. Perché ora doveva scoprire che forse non poteva avere dei poteri? Non voleva crederci, era così ansioso di andare ad Hogwarts. E poi, il suo essere Metamorfomagus era sicuramente sintomo di qualcosa.
–Teddy, che ti preoccupa tesoro?-
La nonna lo fece tornare alla realtà, così prese coraggio e tutto d’un fiato le chiese:
-Perché quando c’era lo zio gli hai detto “chissà se ne avrà mai, di poteri”? – Andromeda si mise subito a sedere meglio.
–Teddy, piccolo mio. Devo raccontarti alcune cose riguardanti i tuoi genitori. –
Subito l’umore del ragazzo diventò cupo. Infatti i suoi capelli diventarono neri come la pece.
–Non fare così, non è una cosa brutta. Ho solo paura della tua reazione. Mi prometti che non ti arrabbierai con me per non avertelo detto prima?- Gli chiese la nonna preoccupata.
–Si, certo nonna. Dimmi pure. – Le rispose, cercando di essere il più convincente possibile.
–Vedi, tuo padre era… una persona splendida, certo – disse vedendo che Teddy stava socchiudendo gli occhi.
– Ma, quando era solamente un bambino, un lupo mannaro di nome Fenrir Greyback lo morse. Così anche tuo padre diventò un Lupo Mannaro. Anche se era pericoloso, tua madre Dora lo sposò. Lo amava così com’era e non le importava niente se era un Lupo Mannaro. Poi nascesti tu. Lui era preoccupato perché pensava potessi essere come lui, quindi se ne andò. Ma dopo una discussione con Harry capì che non importava com’eri, importava solo che eri nato e che tutti e due i tuoi genitori ti amavano quindi tornò.–
Ce l’aveva fatta. Era riuscita a dirle la verità, aveva le lacrime agli occhi, ma Teddy sembrava averla presa bene.
–Nonna. Perché non me l’hai detto prima? Non avrei mai potuto immaginare quello che era mio padre. Tu ora me lo hai detto. Ma non cambia niente, proverò sempre quello che provavo anche prima. Mio padre è morto da eroe. Ed è anche vissuto da eroe. E’ così che sarà ricordato e così che lo ricorderò io. 
Lui era un eroe.
  
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