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Autore: Kumiko_Walker    29/02/2012    4 recensioni
Tyki ed Allen, a causa di una Innocence, si ritrovano nel mondo Reale.
Ad ospitarli sarà una quindicenne italo-giapponese, amante di D.Gray-Man e della coppia Poker.
Riusciranno i due a tornare nel loro mondo ancora sani di mente?
[Ci saranno molti nuovi personaggi] [Probabili Spoiler!]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Tyki Mikk
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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In The Real World
Capitolo 7: La Peggior Nemica

Passarono ancora molti giorni, e poi arrivò il giorno più temuto di tutti: il 12 Settembre.
Era mattina e la sveglia suonò alle sei in punto.
Tyki mise la testa sotto al cuscino ed Allen neanche la sentì.
Hanabi si alzò, con i capelli neri tutti spettinati e spense quella sveglia maledetta, poi batté le mani, ma visto che nessuno dei due non si svegliava, cominciò a tirare dei calci a Tyki, che inizialmente li evitò, facendo passare attraverso il suo corpo i piedi della mora, ma poi si stufò.
- Va bene, va bene, mi alzo! - sbuffò, tirandosi su e facendo cadere il lenzuolo bianco di dosso, mostrando il suo petto coperto di cicatrici. Ormai Hanabi non lo riprendeva più con frasi del tipo “Mettiti una camicia!” o “Non ti voglio vedere nudo!”, perché tanto il Noah non la ascoltava, quindi aveva deciso di abituarsi a quella vista, seppur non sgradita del tutto.
Tyki era in mutande, si alzò ed andò verso al piccolo, che ancora dormiva beato.
Lo scosse leggermente, ma niente, provò di nuovo, ma l’albino non si smuoveva, anzi, ronfava come un ghiro!
Al Noah cominciò a pulsare una vena sulla fronte e fece apparire una Tease.
- Allora piccolo, ti faccio mordere da lei se non ti svegli… - disse, mostrando un sorriso distorto e malato - no? Bene, tre, due, uno… zero - allo scoccare del numero nullo, la farfalla viola si avvicinò al braccio non contaminato dall’Innocence e lì lo morse.
Allen guaì, ed aprì di botto gli occhi argentati.
La Tease ritornò nel corpo del padrone, che aveva un sorriso soddisfatto in viso.
- MA SEI SCEMO?! - urlò l‘Esorcista, non notando l’ora.
Hanabi li fissò ridendo, cercando di non farsi sentire. Adorava quando i due litigavano, le facevano venir voglia di buttarsi a terra e rotolare per far finire le risate che uscivano dalla sua bocca.
Però, per evitare di scatenare una rissa da parte dei vicini incavolati per le urla alle sei di mattina, la mora li divise e li prese per un orecchio.
- AHI! - sibilò Tyki. Ormai aveva preso l’abitudine di farsi toccare da Hanabi, senza usare il suo potere. Gli veniva naturale come respirare, visto che doveva recitare quando la ragazza lo mostrava al pubblico, si era abituato a lasciarsi sfiorare dalle dita pallide di lei, anche se preferiva il tocco del piccolo. Ok, forse le Doujinshi e le Fan Fiction che si sparava dalla mattina fino alla sera cominciavano a fare un brutto effetto su di lui.
Hanabi preparò la colazione, che Allen divorò in meno di tre secondi. Tyki notò che la mora mangiava molto lentamente e lui aveva capito che, quando quella pazza scatenata masticava molto lentamente, significava che qualcosa non andava. Poi volse lo sguardo dorato verso l’orologio e quasi non cadde dalla sedia: le sei e dieci. Mai si era alzato così presto durante la sua permanenza in quel mondo!
- Cosa c’è, Tyki? - chiese lei, con aria disinteressata. Non le importava molto dei pensieri del Noah, perché quel giorno era il peggiore della sua vita.
- Questo te lo dovrei chiedere io! - le ringhiò contro questo, che finì la sua colazione con una sigaretta tirata fuori dal pacchetto che teneva sempre sul tavolo. Non poteva non finire un pasto con una buona dose di nicotina e di fumo nocivo.
- Va bene, non volevo dirvelo ma… - Hanabi prese un bel respiro ed anche Allen tese un orecchio, sperando che la ragazza continuasse il suo discorso.
- Ma? - Tyki si stava preoccupando seriamente: che il mondo stesse per  finire?!
- Oggi incomincio il mio secondo anno di scuola superiore - concluse la ragazza, appoggiandosi stancamente sul tavolo di legno, forse la sera precedente non era stata una buona idea andare a dormire a mezzanotte, ma c’era la luna piena, e Hanabi adorava guardarla. Restava lì, a fissarla per ore, perdendosi in quel cerchio perfetto che era quel satellite. Sospirava sempre mentre la osservava, perché più la guardava e più si sentiva bene, quindi ogni tanto le scappava un piccolo sorriso.
Tyki ed Allen caddero dalle loro sedie appena sentirono le parole della ragazza. Ma mai una volta era seria quella?! La scuola… le bastava così poco per essere demoralizzata?!
- E verrete anche voi - sussurrò, la ragazza, guardando fuori dalla finestra.

Un momento.
Cosa?! Quando?! Come?! Perché?!
- Scusa, potresti ripetere? Forse sono ancora un po’ assonnato e forse ho capito male… - disse Tyki, ridendo leggermente e, con il mignolo, cercando di pulirsi l’orecchio, credendo di aver sentito male.
- Hai capito bene: verrete con me, non vi lascio mica qui a casa, voi me la distruggerete in meno di due minuti! - sbuffò lei, facendo alzare un po’ di frangia.
- Ma non ci faranno entrare! - intervenne Allen, che poco prima era stato in silenzio durante tutta la conversazione, ed aveva ascoltato ogni singola sillaba detta.
- Non vi preoccupate, con un bel sorriso direte che siete venuti per il posto di bidelli! - disse Hanabi seria, ma sorridendo mentre pronunciava le ultime parole. Oh, come si sarebbe divertita a stuzzicare tutte le ragazze che frequentavano la sua scuola! Non era mica da tutte avere due bei figlioli a stare nella propria casa e nel proprio istituto. L’unica cosa di cui si sarebbe preoccupare sarebbe stata quella persona.
- Ugh - i due diventarono rigidi e si guardarono negli occhi. Guai e solo guai sarebbero arrivati, se lo sentivano e da quando erano lì, le loro sensazioni non sbagliavano mai.
Tyki cominciò a sudare: non aveva mai pulito in vita sua! Allen invece era abituato a spazzare ed a lavare. Tutta colpa del maestro!
Dopo una interminabile ora dove Hanabi era indecisa su cosa mettere, nonostante avesse un intero armadio a sua disposizione, alla fine optò per dei comodi pantaloni larghi neri ed una maglietta a mezze maniche dello stesso colore. Per sistemare i suoi indomabili capelli ci mise dieci minuti, lottando contro i nodi e sibilando ad ogni volta che si imbatteva in un ammasso di ciocche scure formato nella notte.
Allen indossò dei jeans chiari, con una maglietta blu a maniche corte con sopra un teschio realistico che metteva i brividi. Effettivamente la cicatrice ed il braccio nero lo facevano sembrare un delinquente, quindi quasi sicuramente sarebbe stato sfidato da qualche bullo della scuola.
Tyki si mise una camicia bianca, con una cravatta nera, poi dei pantaloni scuri.
Erano pronti per affrontare la scuola, Hanabi aveva preparato lo zaino la sera prima, ed erano le sette, ma la scuola sarebbe cominciata alle otto. Di solito la mora prendeva l’autobus, ma…
- Ho dimenticato di comprare i biglietti! - disse, frugando in tutti i cassetti della sua camera. Cercò dappertutto, ma non trovò nulla. Dopo aver appreso questo fatto catastrofico, la ragazza si buttò sul letto cominciando a lagnarsi, sotto gli occhi di Allen e Tyki, che un po’ si dispiacquero per lei.
- Ed ora come faccio? Santa Sofia è ad almeno trenta chilometri da qui, non arriverò mai in tempo se ci vado a piedi! - disse, prendendosi la testa fra le mani. Non sarebbe stata una bella figura entrare in ritardo il primo giorno di scuola, avrebbe fatto una cattivissima impressione alla preside, che sicuramente l’avrebbe sgridata e le avrebbe fatto una ramanzina lunga tre ore.
- Non è vero, Hanabi-chan - una voce maschile piuttosto bassa, fece capolino tra i tre, che saltarono per aria a causa dello spavento.
Un uomo minuto, magrissimo, con i segni dell’età sul viso stanco, i capelli neri molto corti, la bocca piccola, il naso appena visibile, la carnagione olivastra, gli occhi appena socchiusi, ma da cui si poteva vedere la loro forma a mandorla e lo scuro colore dell’iride che metteva in soggezione perfino Tyki. Indossava la divisa da carabiniere, che non aveva neanche una piccola piega o imperfezione. Il suo nome era Shinichi Tsukishima.
I due “coinquilini” lo avevano potuto conoscere negli scorsi giorni ed avevano notato che, nonostante l’apparente aura buona che alleggiava intorno a lui, Tyki ed Allen avevano capito che in realtà era un uomo che si faceva rispettare e molto ingannatore. Infatti lui era in grado di dire una bugia e tutti gli credevano, ma in qualche modo, Hanabi e Marta capivano quando il giapponese mentiva e lo smascheravano facilmente. Shinichi, però, non era una persona che si approfittava degli altri, era un uomo tranquillo, senza troppe pretese, ma se qualcuno osava toccare la sua famiglia, lui faceva di tutto per fargliela pagare. Era un tipo molto vendicativo, ma era per questo che lui e Hanabi andavano d’accordo.
- Papà! - disse la mora, quasi piangendo. Adorava suo padre ed appariva sempre quando ne aveva bisogno. Anche se molte volte non c’era a causa del suo lavoro massacrante, lei gli voleva tanto bene.
- Vi porto io - sorrise Shinichi, cominciando a camminare.
Tyki ed Allen lo seguirono in silenzio, senza neanche accorgersi che Hanabi li aveva presi sotto braccio ed aveva cominciato a cantare una canzone in giapponese. La ragazza aveva una bella voce, ogni tanto stonava quando le note si facevano troppo alte, ma nonostante questo cantava bene.
Entrarono nella macchina della polizia ed il padre cominciò a guidare. Andavano piano, ma erano ancora in tempo, così la mora cominciò a raccontare ai due la sua scuola e come comportarsi una volta entrati. Però i suoi occhi si spostarono sul bus al suo fianco ed impallidì.
Tyki se ne accorse e la guardò bene: era diventata bianca come un spettro, le mani aggrappate al suo zaino nero tremavano leggermente ed i suoi occhi del colore della pece erano fissi su un punto in particolare. Le pozze dorate del Noah seguirono lo sguardo di quella pazza e notarono che erano fermi su un posto (che non riuscì ad individuare) sul bus.
Siccome gli faceva un po’ pena, porto le mani davanti al viso di Hanabi e schioccò due dita, facendo trasalire la ragazza, che in seguito si riprese subito.
Essa si voltò verso Tyki e gli sorrise, ringraziandolo mentalmente. Era vero, c’era anche quella persona nella sua scuola, ma non per questo doveva rovinarsi la vita. Si guardò la mano destra e, con il dito, tracciò il percorso di quella cicatrice, che le era stata incisa sulla pelle due anni prima. Strinse il pugno, non avrebbe perso contro lei, la sua ex migliore amica che poi era diventata la sua peggior nemica. Prima l’adorava, ora la odiava, ma senza di lei non avrebbe potuto conoscere Alessandro, quindi un po’ la ringraziava.
Sorrise nostalgica: le mancavano i giorni in cui si divertiva con quella persona, ma ormai erano diventate nemiche, anche se Hanabi sperava sempre che un giorno potessero di nuovo diventare amiche e ricominciare da capo, ma era impossibile.
- Hanabi, c’è qualcosa che non va? - chiese Allen, guardandola negli occhi.
Lei aspettò qualche secondo prima di rispondere e poi scosse la testa energicamente.
- Non preoccuparti, stavo solo ricordando un cosa - disse vaga, sorridendo ai due. Prima o poi glielo avrebbe detto, ma quello non era il momento. Un giorno avrebbe detto ai due ogni cosa sul passato di Alessandro, che aveva incontrato per caso in quel vicolo maledetto.
Tyki scrollò le spalle, non gli importava, se non glielo voleva dire, pazienza, sarebbe sopravissuto.
Arrivarono alla scuola di Hanabi dopo un po’, ed il viaggio era stato racchiuso nel silenzio.
Appena scesero, tutti gli occhi degli adolescenti furono posati sui due “nuovi”. L’altezza di Tyki ed il viso di Allen misero in soggezione i ragazzi del primo anno.
- Mi raccomando, testa alta ed evitate di far casino - sussurrò la mora, prendendo i due sottobraccio e fece un respiro, per poi contrarre il viso in un’espressione seria.
Tutti li facevano spazio, si spostavano per farli passare, un po’ impauriti. Hanabi non riuscì a contenere un piccolo sorriso, che rassicurò i presenti, e, ripresi dallo choc iniziale, ricominciarono a parlare tra di loro, dimenticandosi in fretta dei due “nuovi”
- State andando bene - sussurrò Hanabi mantenendo il suo sorriso, che si spense nel vedere la persona che le stava venendo in contro.
- Cosa c’è? - chiese Allen, volgendo gli occhi sul viso improvvisamente serio della ragazza. Lei diede una piccola risata sarcastica e rispose.
- Avrò degli scatti assassini, trattenetemi - poi mostrò un sorriso nervoso, ed Allen le strinse ancora di più il braccio, non capendo la situazione, ma facendo come gli era stato richiesto.
Hanabi e quella ragazza si fermarono e si guardarono negli occhi con odio. Sembrava di stare nell’inferno, anzi, forse era addirittura peggio! Tyki conosceva bene le donne e, quando due di loro si odiavano, c’era solo caos e piccole vendette l’una verso l’altra, prima che una delle due cedeva.
Quella sconosciuta era alta qualche centimetro in meno di Allen, magra al punto giusto, una bella quinta per il seno, un bel sedere, la carnagione leggermente abbronzata, i capelli corti fino alle spalle mossi e biondi, gli occhi di un verde chiarissimo, i lineamenti morbidi, il naso piccolo, le labbra carnose che erano accentuate da un rossetto rosso scarlatto e piegate in un sorriso che assomigliava di più ad un ghigno, indossava un vestito cortissimo color panna, pieno di fiocchi. Il viso era molto truccato e quasi non si vedeva la pelle che era di un colore invidiabile, ma Tyki ed Allen dovevano ammettere che era veramente bella.
- Ma guarda un po’, ora fai anche la puttana, Hanabi? - aveva un voce stridula e fastidiosa, ed aveva pronunciato il nome della mora come se fosse un insulto.
Hanabi la guardò con odio e serrò le labbra, cercando di non ribattere, ma, come fu facilmente intuibile, e si arrabbiò. Ovviamente si controllò e fece un ghigno peggiore di quello di Tyki.
- Parli tu, che cambi ragazzo ogni giorno! - la canzonò Hanabi, lasciando la presa agli altri dei due, ma quest’ultimi la tennero stretta per evitare una molto probabile rissa tra donne.
- Ma a me piacciono i ragazzi, e mi fanno sempre sognare - rispose l’altra congiungendo le mani e sorridendo verso la mora, che si incavolò ancora di più.
- Vedi?! E’ per questo che le persone ti evitano e ti parlano a dietro! Te l’ho ripetuto anche due anni fa, ma tu non mi hai ascoltata, per questo ti odio, Clara! E’ solo per tua sorella se non ti faccio male! - urlò lei, pronta a correre, ma fermata da Allen. L’albino non l’aveva mai vista così arrabbiata ed un po’ le faceva paura.
- Bastarda! - la insultò Clara - e poi Sarah non è mia sorella, non fa parte neanche della mia famiglia! E’ solamente una povera puttanella che è stata adottata da noi! - gridò. Allen e Tyki vacillarono un attimo. La ragazza del fratello di Hanabi, così gentile e bella, in realtà non aveva una famiglia “naturale“? Sicuramente aveva sofferto molto per sorridere di nuovo in quel modo.
Intorno alla mora si creò un’aura nera, ed Hanabi stava per esplodere. Ma una ragazza si mise in mezzo, fermando il conflitto fatto di insulti personali.
- Basta così! Clara piantala! Hana, tu calmati! - aveva una voce ferma, seria ed intelligente, che avrebbe messo in soggezione chiunque. Quella sconosciuta era piuttosto alta, un po’ di più della mora, era magrissima, la pelle era di un colore così pallido da sembrare quasi bianca, gli occhi grandi e nocciola, i capelli cortissimi e neri con una rosa rossa in mezzo, le labbra ed il naso erano piccoli, quasi invisibili. Indossava una camicia rosa confetto e dei pantaloni azzurri, con ai piedi delle scarpe con il tacco bianche. Aveva circa sedici anni.
Hanabi si riprese e la guardò, sgranando gli occhi.
- I-Irene! - disse, lasciando socchiuse le labbra per la sorpresa. Irene Scacchi era la sorella minore di Davide, era sempre malata, ma aveva un carattere forte e serio. Di solito spettava a lei dividere Clara e Hanabi durante le loro frequenti litigate.
La ragazza sorrise in direzione di Hana, poi si rivolse a Clara.
- Non dire più nulla - pronunciò quelle parole con voce ferma ma autoritaria, che fece serrare le labbra alla ragazza bionda.
- Credevo che tu avessi l’insegnante privato! - cominciò Hanabi, cercando di non lanciarsi ed abbracciare la sua amica che non vedeva da tempo.
- Sono migliorata, quindi i miei mi hanno permesso di venire a scuola - rispose Irene sorridendo leggermente, per poi rivolgere la sua attenzione a Tyki ed Allen, che vennero messi un po’ in soggezione dallo sguardo orgoglioso dell’amica della italo-giapponese.
- E loro chi sono? - chiese, guardandoli con occhi indagatori.
- Questo è Allen, il mio ragazzo e lui è Tyki, suo fratello - li presentò, stringendo le braccia ai due.
- Piacere - sorrise l’albino educatamente.
- Ciao - disse il Noah a malavoglia, quasi sbuffando. Non gli importava fare nuove conoscenze, soprattutto quando erano strane ed amiche di quella tipa pazza che lo ospitava. Lei bastava ed avanzava per il suo scarso autocontrollo mentale.
- Quanto hai pagato il pelo bianco per fingere? - chiese Clara, ghignando.
- Non stiamo fingendo! - le ringhiò contro la mora, aggrappandosi con entrambi le braccia ad Allen, per fare in modo che sembrasse più “vero”.
- Dimostralo! - la sfidò la bionda.
Così Hanabi entrò nel panico, anche se non lo fece vedere. Ed ora che faceva? Se avesse baciato l’albino, lui non le avrebbe più parlato e se non avesse fatto nulla sarebbe di sicuro stata derisa a vita! Ma non voleva di certo perdere contro Clara, lei era l’unica persona contro cui avrebbe vinto ad ogni costo.
Allen sentì qualcosa di strano dentro al proprio petto, qualcosa di molto pericoloso che voleva uscire e fare casino. Ma una vocina nella sua testa gli diceva di lasciarsi andare, e così l’albino fece.
- Tsk, certo che è vero, e devi sapere che lei è anche migliore di te - la voce di Allen era più profonda e molto strana, con un pizzico di divertimento in mezzo.
Hanabi non capì cosa stava succedendo, ma sentì due mani prenderle la testa e portarla a guardare leggermente in basso, poi due labbra morbide si scontrarono con le sue.
Oddio: Allen, no, Neah, la stava baciando!
Quel tocco durò pochi minuti e Hanabi guardò gli occhi dell’albino. Come se lo era immaginato, le iridi erano di un colore d’orato. Non che le fosse dispiaciuto baciare Allen, ma sinceramente avrebbe preferito un bacio tra lui e Tyki, quello sì che sarebbe stato il massimo!
Clara ringhiò e se ne andò, mentre tutti gli altri spettatori gridarono in coro un “AWWW!” ed Irene guardava la scena, sorridendo leggermente. Sapeva che Hana non le stava dicendo la verità, la conosceva da troppo tempo, ma si sarebbe divertita a fingere di stare dietro a questa recita bizzarra.
- Baci bene - le sussurrò all’orecchio Neah, prima di scomparire e far ritornare Allen.
L’albino la guardò con aria interrogativa e Hanabi gli sorrise, facendo intendere che andava tutto bene. Intanto la ragazza si accorse dell’occhiata assassina di Tyki, che però non diceva nulla e se ne stava in disparte.
Il Noah non capiva perché sentiva quella strana fitta nel petto. Era forse gelosia? Nah, eppure gli aveva dato fastidio quello che aveva fatto il piccolo, perché avrebbe preferito essere baciato lui al posto di quella paz… ok, basta! Si stava facendo troppi filmini mentali!
- Ma cosa è successo? - chiese Allen, guardandosi in torno e non capendo perché tutti lo stavano guardando. Che cosa aveva fatto? Non se lo ricordava proprio.
- Ti spiego dopo - le rispose lei. Ed ora come glielo diceva? Oh beh, ci avrebbe pensato in seguito, ora doveva affrontare il suo incubo: il Prof di Lettere.
Irene notò come il comportamento di Allen era cambiato in meno di due secondi. Che l’albino soffrisse di doppia personalità? Dopotutto era plausibile, siccome a Hanabi piacevano le persone strane, visto che anche lei aveva un qualcosa di bizzarro.
La campana suonò e tutti gli studenti entrarono, compresi i quattro ragazzi.
Hanabi portò Allen e Tyki nella segreteria, dove li accolse una donna di mezza età dallo sguardo incavolato. Era bassa, grassottella, dai capelli rossi, lunghissimi e mossi, gli occhi azzurri che esprimevano rabbia e gli occhiali da gufo neri, il naso lungo ed appuntito, le labbra grandissime e un vomitevole colore viola, indossava una specie di divisa verde che le stava malissimo.
- Ma guarda un po’, signorina Tsukishima, cosa vuole? Non dovrebbe essere in classe? - chiese, con una voce profonda, quasi da uomo. Il nome di quella bidella era Agata, ed aveva un’antipatia molto forte verso Hana, anche se la ragazza non aveva capito bene il perché.
- Ti ho portato due nuovi bidelli, Agata-tan! - sorrise Hanabi, indicando il Noah e l‘Esorcista. Fortunatamente la donna non conosceva il giapponese e così non avrebbe mai capito che in realtà la mora la stava prendendo in giro, quindi Hana non avrebbe dovuto patire la rabbia di Agata.
- Bene, iniziano ora, e se tra una settimana non si vogliono suicidare sono assunti - disse lei osservandosi con la mano sul mento e facendo un sorriso strano. Di bidelli in quella scuola erano rimasti solo Agata e Bid, gli altri si erano licenziati quasi subito.
- Suicidarsi? - chiese Allen ingenuamente. Non capiva proprio il motivo per la quale si sarebbe dovuto togliere la vita, era strana quella scuola.
- Capirai presto - sorrise Hanabi. Dentro di lei stava ridendo malignamente, mamma mia quanto si sarebbe divertita con quei due come bidelli!
- Vi lascio! - disse infine, precipitandosi fuori dalla segreteria.
Dopo neanche tre secondi Tyki ed Allen aveva addosso un’orribile uniforme verde, che li stava malissimo, infatti il Noah quasi se la strappava di dosso, ma siccome quella scema gliela avrebbe fatta pagare, doveva resistere per sei ore, altrimenti Hana si sarebbe lamentata a vita.
Il Prof di Lettere entrò in classe e la mora si sedette al primo banco libero che trovò.
Il Prof era un uomo alto e di mezza età, con i capelli castano scuro lunghi fino a metà schiena e mossi, gli occhi nero pece, le labbra piccole, il naso piuttosto grosso, ma che non stonava sul suo viso, la barba nera incolta, piuttosto robusto, infatti sotto la camicia si potevano vedere i muscoli ben definiti. Era molto effeminato ed adorava fare gli spettacoli di inizio e fine anno, neanche fossero alle elementari.
- Bene ragazzi, anche quest’anno faremo uno spettacolo! Contenti? - chiese, con voce squillante, sorridendo e congiungendo le mani insieme.
Dei violenti sbuffi si udirono, ma nessuno si oppose, perché nessuno aveva voglia di far lezione per le prossime tre settimane, quindi accontentarono il Prof.
- Allora, la storia parla di un principe che si traveste da barbone per trovare il vero amore, incontra una bellissima fanciulla povera, se ne innamora e verrà ricambiato, ma il padre del principe non è d’accordo e quindi assolda un assassino per uccidere la ragazza, ma quest’ultimo capirà l’amore sincero dei due e non farà fuori nessuno, così il re sarà costretto ad accettare l’amore dei due. Allora, cosa ne dite? - chiese, raccontando la storia in breve. Tutti la trovarono orribile, ma gli diedero un bel sorriso falso ed annuirono, lodando il Prof per la bellezza e l’originalità della storia che aveva inventato.
La storia del barbone, a Hanabi, le sembrava famigliare, ma decise di non esporre il suo pensiero. Non voleva partecipare a quella stupida recita.
- Bene, la povera fanciulla sarà Hanabi Tsukishima! - disse il Prof, indicando la mora, che aveva messo una mano sul mento per sorreggere la testa.
- Eh? - chiese Hanabi, sperando che avesse sentito male.
- Sarai tu la fanciulla complimenti - applaudì l’uomo sorridendo ed alzando la gamba - sarai perfetta, visto che sei un’ottima attrice! - disse.
- Ma perché io?! - chiese, cercando di buttarsi fuori dalla finestra spalancata. Mai avrebbe fatto quella parte, neanche per un milione di euro!
- Perché l’anno scorso hai fatto schifo nella mia materia, quindi sei in debito con me per averti messo 6 e non averti fatto recuperare la materia! - sorrise malignamente. Il Prof, che aveva il nome di Maurizio, molte volte era peggio di Hanabi in fatto di favori.
- Dannato - sussurrò a denti stretti lei, senza farsi udire dal maledetto Prof.
D’un tratto la porta si spalancò ed un Tyki piuttosto incazzato entrò, portando una cartella nera a Maurizio, che lo osservò da capo a piedi con un sorriso compiaciuto.
- Agata voleva darle questo, firmalo - disse, con una vena pulsante sulla fronte. Neanche dieci minuti che faceva quel lavoro, che già lo odiava.
Intanto tutte le ragazze della classe erano svenute per la bellezza del Noah, mentre Hanabi rideva fortissimo, sbattendo il pugno sul banco a causa di quella divisa orribile verde.
- Voi due vi conoscete? - chiese Maurizio, con una mano sul mento, osservando prima Tyki e poi la italo-giapponese. Lei annuì senza pensarci, per poi pentirsi di aver risposto.
- Bene, allora è deciso! - disse il Prof, sorridendo e consegnando a Tyki ed a Hanabi dei fogli con scritte tutte le battute e le scene.
- Eh? - chiese Tyki, ignaro di tutto, guardando il copione.
- Farai tu la parte del principe travestito da barbone! - rispose Maurizio sorridendo.
- COSA?! - urlarono entrambi, in coro, guardandosi in faccia l’uno con l’altra.
- Non vedo l’ora di vedere il bacio che ci sarà alla fine! - sorrise il Prof, ignorando i due e facendo un’aria sognante.
- STA SCHERZANDO, VERO?! - il grido dei due fu così forte che tutta la scuola lo udì, perfino Allen che mangiava beato nella segreteria e parlava tranquillamente con Agata.

 

Angolo demenziale
Kumiko: ed ecco che incomincia la scuola!
Vanessa: succederanno molto casini!
Tyki ed Allen: * senza entusiasmo * evviva
Kumiko: ho deciso di fare un angolo per dei personaggi, in altre parole le loro carte d’identità! Iniziamo con la famiglia Tsukishima!

Nome: Hanabi Tsukishima
Professione: studente 2° anno Alberghiero
Età: 15 anni
Data di Nascita: 3 Settembre
Segno Zodiacale: Vergine
Occhi: Neri
Capelli: Neri
Altezza: 175 cm
Peso: 56 kg
Gruppo Sanguineo: AB -
Fiore: Viola blu
Colore: Nero
Segni Particolari: cicatrice sulla mano destra
Cibo Preferito: qualsiasi cosa calda ed il cioccolato
Abilità Particolari: sa trovare una soluzione a tutto

Nome: Ichigo Tsukishima
Professione: studente 4° anno Liceo Scientifico
Età: 17 anni
Data di Nascita: 24 Agosto
Segno Zodiacale: Vergine
Occhi: Neri
Capelli: Neri
Altezza: 186 cm
Peso: 75 kg
Gruppo Sanguineo: B +
Fiore: Malvarosa
Colore: Blu Notte
Segni Particolari: la sua altezza è dovuta a suo nonno materno
Cibo Preferito: pizza
Abilità Particolari: ha una memoria incredibile, ma non riesce a collegare le cose insieme

Nome: Marta Scacchi - Tsukishima
Professione: cameriera del turno di notte
Età: 47 anni
Data di Nascita: 23 Aprile
Segno Zodiacale: Toro
Occhi: Marrone Scuro
Capelli:Neri
Altezza: 168 cm
Peso: 55 kg
Gruppo Sanguineo: B +
Fiore: Tiglio
Colore: Marrone Chiaro
Segni Particolari: porta gli occhiali
Cibo Preferito: zucca
Abilità Particolari: è imbattibile a tombola

Nome: Shinichi Tsukishima
Professione: poliziotto
Età: 42 anni
Data di Nascita: 1 Febbraio
Segno Zodiacale: Acquario
Occhi: Neri
Capelli: Nei
Altezza: 164 cm
Peso: 53 kg
Gruppo Sanguineo: A -
Fiore: Alyssum
Colore: Grigio
Segni Particolari: tiene sempre gli occhi socchiusi
Cibo Preferito: sushi di qualsiasi tipo
Abilità Particolari: può ingannare chiunque, tranne Hanabi e Marta

Kumiko: i prossimi saranno Alessia e Manuela Santi, ma anche Alessandro Marini e Paolo Rossi!
Vanessa: alcune situazioni che succederanno in questa Fan Fiction potrebbe sembrarvi un po’ strane, ma altrimenti sarebbe tutto un po’ noioso!
Kumiko: quindi evitate di scrivere recensioni che dicano “questo è impossibile che accada”, grazie!
Vanessa: scusatemi, ma a causa dei corsi di latino e dei corsi di recupero non riesco fare in tempo, quindi la data sarà allungata e posterò sempre il 28!
Allen: ci scusiamo per il ritardo!
Tyki: al prossimo capitolo!

   
 
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