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Autore: historygirl93    29/02/2012    4 recensioni
"-No! No, no e ancora no. Non insistere Mei!- continuava a ripetere Vietnam.
-Andiamo Kim, è solo una festa di Carnevale da Italia, che male ti può fare?- le chiese Taiwan. Quand'era andata a casa dell'amica ad avvisarla della festa non si aspettava certo salti di gioia, ma neanche il rifiuto assoluto a partecipare."
Una festa di Carnevale che Vietnam ricorderà per sempre.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Vietnam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Pairing: AmeViet'
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Carnival of love

 

 

-No! No, no e ancora no. Non insistere Mei!- continuava a ripetere Vietnam.

-Andiamo Kim, è solo una festa di Carnevale da Italia, che male ti può fare?- le chiese Taiwan. Quand'era andata a casa dell'amica ad avvisarla della festa non si aspettava certo salti di gioia, ma neanche il rifiuto assoluto a partecipare.

-Ci saranno tutti, quindi ci sarà anche quel...quel...

-Ti riferisci ad America, vero?- domandò tranquillamente Mei.

Ecco, era proprio quello il punto: America. Dopo che a San Valentino l'aveva baciata, Vietnam non aveva più voluto né parlarne né sentirlo nominare. Non che il bacio non le fosse piaciuto, era stato bellissimo, solo...

Solo che così combattuta con sé stessa. Lo amava o lo odiava? Desiderava stringerlo a sé o tenerselo il più lontano possibile?

Ancora non lo sapeva.

-Ragazza mia, tu non puoi continuare a fare l'eremita solo perchè non vuoi vederlo.- la scosse dai suoi pensieri Taiwan -Se io non volessi avere a che fare con il bastardo, semplicemente lo ignorerei. E tu sei saper fare lo stesso con l'occidentale, anche se lui è innamorato perso di te!

Innamorato di lei dopo tutti gli anni passati di guerra che li aveva visti scontrarsi? Le sembrava una cosa folle. Però il ragionamento dell'amica non faceva una piega, poteva tranquillamente evitare di incontrarlo, con tutte le Nazioni che avrebbero partecipato.

-Va bene, ci vengo.- acconsentì Kim.

Taiwan le buttò le braccia al collo, contenta che la sua amica sarebbe venuta: -Perfetto, adesso dobbiamo andare a fare shopping per trovare vestito e maschere!

-Maschere?- chiese Kim.

-Certo, Veneziano ha detto che bisogna vestirsi in maniera elegante e con una maschera per nascondere le nostre identità. Pare che a casa sua si faccia così da sempre.- disse Mei, prendendo Kim per mano e dirigendosi verso il centro commerciale. -Allora, io posso mettermi un vestito rosa, ne ho adocchiato uno l'altro giorno che era un amore. Per te qualcosa sul verde chiaro, o sul giallo, che ti stà bene...

Ma che in guaio mi sono cacciata?” si domandò Vietnam, prevedendo un pomeriggio interminabile.

 

 

La villa di Feliciano alla periferia di Venezia presentava un magnifico salone, con una balconata che dava dritta sulla laguna. La muisica classica, scelta con l'aiuto di Austria, era abbastanza forte da non essere coperta dal vocio delle Nazioni mascherate già presenti.

-Accidenti, la villa di Italia è davvero bella, non trovi anche tu, Kiku?- domandò Taiwan, mentre si teneva a braccetto con il ragazzo, visibilmente imbarazzato da quel contatto.

Vietnam invidiò la spontaneità dell'amica, lei era molto più discreta e si sarebbe vergognata da morire ad avere un comportamento simile con un ragazzo, specie con uno in particolare...

Ma...ma perchè stò pensando a quel maledetto! Tienilo lontano dalla tua testa Kim, tienilo lontano!” continuò a ripetersi come un mantra,, sistemandosi la maschera dorata sul viso.

Passandosi una mano sui capelli corvini, non potè fare a meno di sfiorare con le dita la stella sull'elastico, quella che gli aveva regalato Alfred (“È l'unica che si può abbinare al vestito!” le aveva detto Mei, quando l'aveva pettinata).

Sicuramente l'americano l'avrebbe riconosciuta al volo, una volta vista la stella, ma forse sarebbe stato troppo preso a saccheggiare il buffet per accorgersi della presenza della ragazza.

Rassicurata da questa certezza fece il suo ingresso nel salone, ma bastarono pochi passi per farle venir voglia di fare marcia indietro.

Tutti i maschi in sala si erano girati verso di lei, facendola arrossire violentemente. L'aveva detto a Mei che non era il caso di comprare quell'abito dorato, le sembrava troppo appariscente. E mei l'aveva forse ascoltata? Sbagliato! Convinta che in quell'occasione tutti potessero fare un'azzardo, aveva comprato il vestito lo stesso. Almeno Kim l'aveva spuntata sull'argomento scarpe, prendendo un paio di ballerine, semplici ma carine.

Spaventata da quella situazione così strana, Vietnam si preparò ad indietreggiare quando un ragazzo, con una maschera blu a coprirgli il volto, la raggiunse.

-Posso avere l'onore di questo ballo?- le chiese, con un sorriso, porgendole la mano destra.

Kim era già pronta a dirgli di no, quando vide che Taiwan la incoraggiava, alzando i pollici.

Perchè no? Ho la maschera, posso fare quello che di solito non farei” si decise, mettendo la propria mano in quella del ragazzo, rispondendo di sì.

Il cavaliere misterioso la portò al centro della sala, dove altre coppie mascherate erano impegnate in un valzer, la strinse a sé ed iniziarono a ballare.

Durante il ballo Vietnam cercò di riconoscerlo, ma dalla maschera riusciva solo a scorgere due occhi azzurri; era certa di averli già visti, ma non sapeva dove e quando.

I capelli invece erano biondo scuro, tirati indietro ad eccezione di qualche ciuffetto che sfuggiva fuori.

Dopo quel ballo ce ne fu un'altro, e poi ancora, finchè non si sentirono entrambi la testa che girava e i piedi doloranti (soprattutto per Kim, che aveva ricevuto un paio di calci involontari dal suo compagno di ballo).

Si diressero verso il balcone, appoggiandosi alla balaustra per guardare la città in lontananza.

-È stato davvero bello ballare con te- le disse il ragazzo, continuando a guardarla negli occhi, come aveva fatto per tutto il ballo -Non mi sono mai sentito in sintonia con una ragazza come con te stasera.

-Anche per me è stato lo stesso.- disse la vietnamita, in totale sincerità. Quel ragazzo era davvero carino, l'aveva trattata con incredibile gentilezza e non le faceva pensare ad America.

In quel momento il vento iniziò a soffiare, portando dal mare l'aria carica di salsedine, le foglie degli alberi si muovevano formando quasi una musica. Era la scena perfetta per un bacio, e il ragazzo sembrò capirlo.

Chiudendo gli occhi si chinò verso Kim, proprio quando il vento soffiò più forte, facendo allentare l'allacciatura delle maschere, che caddero sul pavimento.

-TU!- esclamò Vietnam.

 

 

Note dell'Autrice:

Salve gente! Oggi mi è venuta l'ispirazione per questa long-fic, la conclusione arriverà nel prossimo capitolo, sempre che vi sia piaciuta.

Che dite, si capiva chi era il cavaliere misterioso di Vietnam? Spero di essere stata abbastanza chiara nel descriverlo.

Dite che devo smetterla di leggere le fiabe? Insomma, per molti versi assomiglia a “Cenerentola”! Ai lettori l'ardua sentenza.

Grazie a chi leggerà o recensirà.

Historygirl93

  
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