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Autore: Ryta Holmes    29/02/2012    1 recensioni
"Può la perfezione assoluta andare d’accordo con il suo opposto? E L’amore, è vero che non ha ostacoli?" --- Una vecchia fanfic che ha atteso una decina d'anni per essere pubblicata. Un nuova storia che però riprende i personaggi della storica "Il mio destino è qui con te".
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Desclaimer: i personaggi di Harry Potter non sono miei, se lo fossero sarei ricca e pubblicherei su carta tutti questi vaneggiamenti!
 
 

L’AMORE NON HA OSTACOLI
 
RICERCHE

 
CAPITOLO 2

 
Rientrare nella quotidianità di Hogwarts, non era difficile, perché era come se si ritornasse in un mondo a parte, completamente isolato da quello che accadeva al di fuori. Sin dalle prime lezioni, era chiaro che i professori non avrebbero perso tempo in chiacchiere, soprattutto con gli studenti dell’ultimo anno, che avrebbero dovuto ottenere il M.A.G.O (Magia Avanzata di Grado Ottimale), perciò non attesero nemmeno il primo giorno per dare i compiti. Per alcuni ragazzi era molto difficile sostenere da subito lo studio e i compiti di Prefetti e Capiscuola, ma questo non era un problema per Emily; la ragazza infatti era sempre stata una molto studiosa, anche troppo delle volte e in più aveva badato per cinque anni ai suoi fratelli gemelli, perciò non aveva alcun problema a stare attenta agli altri ragazzi, che in confronto sembravano inoffensivi. Anche per quel motivo i suoi amici Andrew e Jody, approfittavano della sua praticità per sorvegliare gli studenti e si esoneravano dai loro compiti.
Un giorno, circa tre settimane dopo l’inizio della scuola, Emily era stata costretta a perdere la lezione di Storia della Magia, a causa di una disputa tra alcuni studenti del secondo anno dei Grifondoro e dei Serpeverde, perennemente accesi nelle loro rivalità. Correva per i corridoi deserti, nella speranza di poter almeno, sentire l’argomento di cui il professore aveva parlato, poi si sarebbe documentata da sola. Bussò ansimando alla porta dell’aula, ed entrò.
- Buongiorno professore – salutò mentre tutti la guardavano - mi scusi per il ritardo, ma sono stata costretta…-
- Sì, sì, ne sono al corrente signorina Weasley, non si preoccupi – la interruppe lui – stavamo giusto dicendo che mancava solo lei per fare le coppie!-
- Come scusi?- chiese confusa, mentre la campana si metteva a suonare. Tutti gli altri studenti, si alzarono in piedi per dirigersi nell’aula di Pozioni, giù nei sotterranei il più in fretta possibile, visto che il professor Piton non ammetteva ritardi; anche i suoi amici si unirono al gruppo, solo che fissavano Emily con un’aria leggermente sconvolta. La ragazza li guardò di sfuggita per qualche istante e poi si avvicinò alla cattedra del professore, per avere chiarimenti.
- Mi scusi professore, ma non credo di aver capito bene…-
- Signorina Weasley, dato che gli argomenti sul testo, non sono trattati come io vorrei, e poiché quest’anno è molto importante per voi, ho deciso che farete tutti degli approfondimenti. Ovviamente per aiutarvi ho deciso lavorerete in coppie.-
A queste parole Emily ebbe un brutto presentimento: il loro professore, era famoso per la sua eccentricità, era bravo, sì questo era indiscutibile, ma non sembrava molto normale - …non mi piace che lavoriate coi soliti gruppetti, perciò ho deciso di affidarvi al destino…- più andava avanti e più Emily si sentiva come un condannato in attesa del plotone d’esecuzione -… e lei signorina, è capitata con il nostro caro signor Lawrence!- colpita. Che ci stesse provando gusto, mentre parlava?, pensò Emily…una morsa allo stomaco si impadronì di lei, possibile che dovesse essere sempre così sfortunata? Perché doveva fare quella ricerca proprio con lui? Alla disperazione si aggiunse la paura: come avrebbe fatto? Continuava a farsi domande, e non si era resa conto che Marck Lawrence era proprio dietro le sue spalle.
- Allora signor Lawrence, spero che per una volta possa fare qualcosa se non le è di troppo disturbo! Con una Caposcuola dovrà lavorare, o saranno guai per lei quest’anno!- continuò il professore McSmith, fissandolo con aria di rimprovero, la stessa che gli rivolgevano tutti i professori. Il ragazzo si limitò ad annuire con indifferenza, mentre Emily bruciava dentro. Poi, finalmente si ricordò che doveva essere nei sotterranei in quel momento, a preparare una pozione capace di far piovere e in fretta e furia salutò il professore e uscì di corsa dall’aula, senza degnarsi di controllare che Lawrence la seguisse o meno. Correndo ancora una volta, raggiunse l’aula di Pozioni e bussò una seconda volta. Quella lezione era assieme ai Serpeverde, che la fissarono con arroganza quando entrò scusandosi con il professor Piton.
- Non mi importano le tue scuse, verranno tolti cinque punti a Grifondoro per il tuo ritardo… ora vai al tuo calderone!- disse lui con aria di sufficienza. Emily si sedette a fianco ad Andrew reprimendo un desiderio costante di affogare il professore dentro il calderone del ragazzo di Grifondoro che si era messo ad angustiare, e si mise a lavoro. Delle voci la distolsero dai suoi pensieri omicidi.
- Emily, va tutto bene?… l-l’hai saputo?- chiese Annah esitante, approfittando della distrazione di Piton per voltarsi verso di lei. Emily annuì senza smettere di tagliare a pezzi tutti uguali delle piante acquatiche.
- E adesso che farai? Ti sei opposta ovviamente… vero Emily?- continuò Andrew a bassa voce.
- Non ho potuto farlo, McSmith mi sembrava troppo deciso e poi sono dovuta scappare qui…- rispose in un soffio. Annah e Jody, che si era girata assieme alla biondina, la fissarono sbigottiti, mentre Andrew sembrava troppo arrabbiato per poter parlare. Probabilmente se l’avesse fatto, avrebbe urlato.
Quella fu l’ora più interminabile della sua vita, le fu molto difficile parlare con i suoi amici e lei aveva un forte bisogno di sfogarsi. L’unica fortuna fu che Lawrence non si fece vedere a quella lezione. Quando uscirono all’aria aperta per la lezione di Cura delle Creature Magiche, non potè fare a meno di prendersela urlando contro il mantello che, a causa del forte vento non si faceva abbottonare. I suoi amici tentarono di calmarla, mentre si erano uniti anche William e Michael, troppo lontani durante la lezione di Pozioni, per ascoltare la loro conversazione.
- Emily devi immediatamente andare da McSmith e dirgli che tu non lavorerai con Lawrence!- esclamò Andrew. Di tutti sembrava quello più in collera.
- Uff Andrew, ma cosa credi che cambierebbe? Lo sai com’è quel matto di McSmith! Ormai mi devo rassegnare…- rispose lei sospirando. Gli altri sembravano essere ormai d’accordo con Emily, ma Andrew non si dava per vinto. Solo quando la lezione di Hagrid fu finita, il ragazzo si arrese.
- E va bene, ma se ti torce un solo capello, se ti sfiora con un solo dito, giuro che lo ammazzo!- esclamò. Emily non comprese il perché di tanta veemenza, ma era sommersa da altri problemi per poterci pensare. 
Dopo pranzo Emily si avviò in biblioteca, dove il professor McSmith le aveva detto che si sarebbe trovato Lawrence. Infatti lo vide lì, seduto ad una delle lunghe scrivanie, intento a scarabocchiare qualcosa su un quaderno e con una matita Babbani.
Che strano, credevo non fosse di origini Babbane, pensò Emily, mentre veniva salutata distrattamente da Madama Pince, che ormai era abituata a vedere la ragazza lì dentro. Emily tirò un sospiro di sollievo, perché il posto dove si era seduto, era proprio davanti alla bibliotecaria, perciò non correva pericoli. Chissà se non l’avesse fatto apposta…
- C-ciao… Lawrence…- disse con esitazione, una volta avvicinata. Il ragazzo alzò il volto, e dall’impercettibile movimento degli occhi di ghiaccio, comprese che l’aveva salutata.
- A-allora, l’argomento sono sicura di averlo già studiato, perciò ho preso dei libri dove credo sia affrontato… io non lo ricordo perfettamente…- a dire la verità, non ricordava nemmeno in quale dei sette libri che aveva in mano, l’avesse letto. Senza aggiungere altro,  fece il giro della scrivania e si sedette di fronte al lui.
- Dobbiamo trovarlo, perciò direi di vedere in questi libri…- il ragazzo la guardò un attimo, poi abbassò di nuovo lo sguardo sul quaderno Babbano e riprese a disegnare. Emily si sentiva spiazzata, non sapeva cosa dire, perciò decise che sarebbe stato meglio mettersi a cercare qualche notizia sull’argomento, che riguardava alcune rivolte di Elfi, avvenute nell’ultimo secolo.
Il cielo era già diventato nero, ma Emily non aveva trovato nulla di interessante. Doveva guardare ancora quattro libri e la rabbia si era completamente sostituita alla paura. Marck Lawrence, infatti, non aveva smesso un istante di disegnare e non aveva toccato nessuno dei libri che Emily aveva posato sulla scrivania. Chiuse irritata il quarto libro e fissò Lawrence con un’espressione parecchio contrariata.
- Guarda che lavorare in coppia significa che anche tu devi fare qualcosa!- il ragazzo fermò la matita, sbuffò rumorosamente, cosa che fece innervosire Emily ancora di più e prese uno dei libri. Emily si accontentò di quel gesto e cercò di reprimere la rabbia.
Se stava fingendo per darle soddisfazione, lo stava proprio facendo bene, perché i suoi occhi si muovevano attenti lungo le pagine, che venivano girate con un ritmo incessante. Emily non ce la faceva più: un’altra ora era trascorsa e ancora non aveva trovato nulla. Sospirò senza più speranza; aveva bisogno di prendersi un attimo di pausa. Alzò lo sguardo: Lawrence leggeva ancora e sfogliava le pagine con attenzione. Quasi sorrise pensando che era particolarmente insolito vederlo attento in qualcosa. Poi abbassò lo sguardo e si mise ad osservare il disegno che per ore aveva continuato a creare. Un brivido le percorse la schiena, mentre fissava quello strano disegno che sembrava esprimere solo freddezza e distacco, proprio come il suo disegnatore. Era rappresentato il volto di una donna, ma né i suoi occhi, né il resto del suo viso parevano esprimere qualsiasi tipo di sentimenti. Eppure era molto bello e perfetto, sembrava il viso di una Venere… ma le sensazioni che dava non si potevano minimamente associare alla dea dell’Amore. Sussultò quando un braccio si posò pesantemente sul disegno, togliendolo dalla vista. Emily si rese conto di essersi quasi distesa sulla scrivania per poter vedere meglio il disegno. Si rimise a sedere composta, incrociando lo sguardo del ragazzo, che la fissava senza espressione e arrossì imbarazzata.
- M-mi dispiace… n-non avrei dovuto…- Lawrence non disse nulla, ma lasciò cadere poco gentilmente il libro che stava leggendo e si alzò. Emily per un attimo credette che avesse deciso di andarsene e di lasciarla alla sua ricerca da sola, poi lui iniziò a parlare con voce, come al solito inespressiva. 
- Ho trovato quello che stavi cercando. Io adesso devo andare.- raccolse velocemente le sue cose e fece per andarsene.
- A-aspetta, e mi lasci qui?- chiese Emily, mentre la rabbia ricominciava ad assalirla.
- Hai detto che l’argomento lo conosci già, no? Perciò non ci vorrà niente a completare la ricerca, quindi io non ti servo più… ci vediamo – e si allontanò lasciando Emily nella biblioteca ormai deserta.  
Nella Sala Grande erano rimasti pochissimi studenti quando Emily entrò per cenare. Il suo volto lasciava trasparire ancora la rabbia per le ore precedenti, mentre si sedeva e veniva accolta dalle tante domande che i suoi amici, che l’avevano attesa in apprensione, le avevano rivolto.
- Allora Emily, com’è andata?- le aveva chiesto Annah.
- Ti ha fatto qualcosa?- chiese nero, Andrew.
- Non esagerare Andrew! Ma sei arrabbiata Emily, avete forse litigato?- chiese Michael.
- … o ti ha dato buca e hai fatto tutto da sola?- concluse Jody, interrompendo la voce di William. Emily alzò lo sguardo verso di lei, indicandola.
- Ecco, ha fatto proprio così! Ma non subito… in pratica è venuto in biblioteca, ma ha perso metà del tempo a disegnare! Dopo qualche ora mi sono scocciata e l’ho minacciato…- Emily venne interrotta da William.
- Aspetta, aspetta! Tu… l’hai minacciato!?!- chiese incredulo. Aveva sempre creduto che Lawrence fosse un tipo impossibile da minacciare, soprattutto da una ragazza!
- Certo che l’ho fatto, non lo stavo più sopportando!- esclamò lei ripensando al pomeriggio con collera crescente – stavo dicendo che dopo averlo minacciato lui ha sbuffato e finalmente ha iniziato a darmi una mano…-
- Ma allora quand’è che ti ha dato buca?- chiese Michael impaziente.
- Dopo! Quando ha trovato le notizie che stavo cercando sulla ricerca, ha raccolto tutto e se ne è andato!-
- Tsk! Tipico di uno come lui!- si intromise Andrew – e comunque meglio così! Almeno ti è stato vicino per poco!-
- Meglio così un corno! Per colpa sua mi sono dovuta fare la ricerca tutta da sola! E ti assicuro che non è facile!- urlò lei. Andrew non disse nulla, sbuffò, e poi dopo aver dato la buonanotte salì verso la torre.
- Chissà cosa gli passa per la testa a quello…- disse Michael mentre lo osservava sparire attraverso l’enorme porta della Sala Grande. Jody sospirò stizzita, per il comportamento dell’amico.
- Lasciatelo perdere! Lo sapete com’è impulsivo!- disse Emily, che finalmente iniziò a mangiare. Mentre si serviva di pollo con le patate, le tornò in mente quel disegno.
- A proposito, mi è successa una cosa strana quando ero con lui – disse rivolta ai suoi amici -… per caso mi è caduto l’occhio sul disegno che ha fatto, ed è stato impressionante…- gli altri la guardarono interessati -… non so come, ma sembrava quasi… irreale!- concluse poi.
- E’ vero, anch’io una volta ne ho intravisto uno suo… ed ho avuto quasi paura quando l’ho visto!- esclamò Annah, che si mise a tremare al solo pensiero.
- Non ho mai visto qualcuno disegnare in quel modo… davvero strano!- concluse Emily, ponendo fine alle discussioni per quella sera.
 
Quando la settimana seguente il professor McSmith riconsegnò le ricerche corrette, dispensò diversi elogi ai ragazzi, per l’impegno dimostrato, in particolar modo ad Emily.
- Ragazzi, sono molto soddisfatto del lavoro che avete fatto!- esclamò mentre distribuiva le ricerche - Signorina Weasley, la sua ricerca, poi è tra le migliori! A quanto mi ha detto Madama Pince, è stata capace, anche di far lavorare il signor Lawrence… anche se immagino che sia stato più un lavoro individuale…- continuò guardando il banco vuoto di Marck Lawrence, per l’ennesima volta assente.
Emily ricevette il testo constatando di aver preso un voto piuttosto alto, dove era segnato il suo nome; dall’altro lato, invece sotto al nome di Lawrence, il professore aveva messo un voto differente, molto più basso e meno gratificante dell’altro. Ma Emily era ancora nervosa per quello che era successo la settimana prima e non ci badò più di tanto, anzi per qualche istante pensò che se lo meritava.
- Certo che è strano! Guarda un po’ che voti prende, come diamine sarà riuscito ad arrivare al settimo anno senza essere bocciato?- chiese sottovoce, accostandosi ad Annah, che sedeva di fianco a lei.
- Non saprei, però circolano molte voci su questa storia, non sei l’unica che si è posto questo interrogativo, sai?- rispose l’amica, scatenando così la curiosità in Emily.
- Davvero!?! E dimmi, racconta un po’!- la esortò, rimpiangendo la libertà anche di ascoltare i più stupidi pettegolezzi, a causa del troppo studio e degli impegni continui.
- Beh, di sicuro c’è che Lawrence, ha sempre superato gli esami, certo salvandosi per il rotto della cuffia, ma c’è sempre riuscito. Alcuni insegnanti, poi devono aver chiesto a Silente di bocciarlo, per punire il suo comportamento, ma a quanto pare lui non ha mai voluto: quelli più cattivi dicono che è perché non vede l’ora di toglierselo dai piedi, altri dicono che Lawrence nasconda qualcosa, altri che Silente sa che è buono, ma è uno che non lo dà a vedere… insomma, ci sono un sacco di notizie che circolano, ma non credo che siano vere… non saprei almeno…-
- Capisco…- concluse con un tono vago Emily, riportando la sua attenzione su una nuova rivolta di Elfi, che il professore stava spiegando.
Pochi minuti prima che suonasse la campana, il professor McSmith, richiamò l’attenzione degli alunni decisamente assopiti per la noiosa lezione.
- Allora ragazzi, visto il successo della precedente, voglio che mi facciate un’altra ricerca. Questa volta avrete molto più tempo, perché è un argomento generale e ho deciso che cambieremo di nuovo le coppie –
- Ah, meno male, non mi tocca più con quello!- esclamò Emily senza farsi sentire dal professore. Questi continuò dettando il testo della ricerca e poi prese il cesto con i bigliettini, che aveva utilizzato la volta precedente. Emily aveva recuperato il sorriso e ogni volta che il professore srotolava un pezzetto di pergamena e pronunciava un nome, attendeva che venisse chiamata. Ma, suo malgrado, ciò non avvenne. Il professore McSmith srotolò anche l’ultimo pezzo di pergamena e assegnò la coppia Pherson-Roberts. Emily guardò sgomenta il cesto che veniva riposto in un cassetto della cattedra. Immaginava con orrore quello che significava, soprattutto per il fatto che oltre a lei non era stato nominato nemmeno Lawrence. Alzò la mano tremante di rabbia.
- P-professore… questo significa che io dovrò nuovamente fare coppia con Lawrence?- il professore si voltò dalla sua parte e le sorrise. Emily pensò che quello fosse un sorriso di puro sadismo.
- Sì signorina Weasley, dato che è stata capace di far lavorare il signor Lawrence, perché non ripetere l’occasione… e poi diciamolo chiaramente… se quel ragazzaccio non dovesse lavorare, lei è l’unica in questa classe che è in grado di fare questa ricerca da sola! Lei è d’accordo con me, vero?- le rispose lui. Emily non riuscì a dire niente, mentre suonava la campana e tutti i ragazzi si accalcavano verso l’uscita della classe. Senza dire una parola ai suoi amici, prese la sua borsa e si diresse a passo svelto verso la torre dei Grifondoro, decisa a parlare con Lawrence, che come al solito non si era presentato a lezione. La Signora Grassa la fissò delusa quando lei gli disse la parola d’ordine con un tono di voce irritato e la fece passare borbottando contro di lei. Emily non ci fece caso e si avvicinò a Lawrence, che in un angolo disegnava. In quel momento la ragazza aveva pensieri molto diversi, per poter pensare al disegno che stava facendo.
- Per quale motivo non sei venuto a lezione?- chiese senza celare rabbia.
- Non mi andava- rispose lui non curante, dopo aver alzato lo sguardo dal disegno e averla fissata senza espressività.
- Ma che…lo sai che per colpa tua dobbiamo di nuovo fare la ricerca insieme?- il ragazzo alzò un sopracciglio, ma non si scompose.
- Di nuovo… mi sono stancato di queste ricerche…-
- Non è questo il punto! Per colpa della tua strafottenza verso i professori, devo starti dietro!- esclamò lei al colmo della rabbia – e se non lavori dovrò farmela da sola la ricerca, come se non avessi già abbastanza da fare, devo pensare anche ad uno… uno come te!- concluse soppesando le ultime parole. Lawrence si alzò in piedi e la fissò per qualche istante, prima di parlarle con un tono di voce che voleva sembrare stizzito, ma che risultava sempre distaccato.
- Senti, io non ci posso fare niente se sei arrivata tardi alla lezione la settimana scorsa. Sono fatto tuoi. Se non vuoi stare con uno come me, allora vai a parlare con il professore e digli come stanno le cose. Sono sicuro che ti farà cambiare, tanto io sono un buono a nulla e di me non importa a nessuno!- Lawrence uscì dal buco del ritratto, lasciando Emily sbigottita. Era rimasta colpita da quelle parole, che sembravano più uno sfogo. Possibile che lui in realtà non fosse così? Che quel suo comportamento fosse solo una maschera? A uno che “non importava nulla”, come aveva detto non avrebbe reagito a quel modo, solo perché lei l’aveva etichettato con la solita espressione che utilizzavano tutti i professori e molti degli studenti. Per la prima volta la rabbia svanì e al suo posto si fece sempre più intenso il desiderio di chiedergli scusa. In quel momento i suoi amici entrarono nella sala Comune e le si avvicinarono.
- Dove sei scappata così di fretta?- le chiese Andrew stranamente preoccupato.
- Ma insomma Andrew, non è mica una bambina che non si può allontanare da sola! Quando si parla di Emily diventi sempre così, sei insopportabile!- esclamò Jody irritata. Andrew arrossì e si allontanò velocemente dal gruppo dicendo che andava a pranzare. Emily più che di Andrew si preoccupò di Jody.
- M-ma perché gli hai detto quelle cose?- le chiese confusa; da un po’ di tempo sembrava che la sua amica ce l’avesse sempre con Andrew, ma nessuno capiva il perché. Jody si limitò ad sbuffare e a mormorare qualcosa di poco comprensibile.
- Mi ha solo stancato il suo comportamento, tutto qui!- mentre gli altri ragazzi ed Annah la punzecchiavano, dicendo che era gelosa di Andrew e scatenando risposte poco gentili nella ragazza, Emily si avviò verso la Sala Grande, assieme a loro.
Per tutta la durata del pranzo, tutti i suoi pensieri erano stati rivolti verso le parole di Lawrence. Istintivamente lo aveva cercato con lo sguardo lungo il loro tavolo nella sala, ma a pranzo non si era fatto vedere. Alla fine lasciò i suoi amici con un pretesto e andò a cercarlo decisa a chiedergli scusa. Non trovandolo in sala Comune, decise di prendere il mantello e di uscire fuori dalla scuola. Non appena aprì il grande portone, rabbrividì per il freddo pungente che nell’ultima settimana aveva quasi anticipato l’inverno e si avvolse di più nel mantello. Il giardino che circondava il castello, era enorme e dapprima si perse d’animo, ma poi lo scorse seduto ad una panchina vicino al lago. Se prima si sentiva forte e decisa, quando lo vide perse tutta la forza di volontà. Per un attimo pensò di tornare indietro, ma quando lui si voltò dalla sua parte e la vide, pensò che non poteva più rinunciare e si avvicinò.
- C-ciao… Lawrence…- disse senza comprendere il suo imbarazzo. Il ragazzo continuò a fissare il lago. 
- Ciao – rispose asciutto. Emily doveva solo chiedergli scusa, ma c’era qualcosa che la frenava e non la faceva arrivare al dunque, forse il suo stupido orgoglio sentenziò.
- Ehm… non ti ho visto a pranzo oggi…-
- Non avevo fame – la ragazza sospirò disperata. Con lui era impossibile fare conversazione! Sussultò, quando sentì la sua voce: stava cercando di trovare qualcosa da dire, ed era concentrata nei suoi pensieri.    
- Tu sei diversa dagli altri. Come mai non hai paura di me?… Forse non mi disprezzi nemmeno come si deve…- Emily rimase sorpresa da quella domanda, ma rispose molto semplicemente.
- Beh, non mi sembri tanto pericoloso… e poi…- si fermò. Voleva dire che era stato capace solo di provocarle rabbia, ma non le parve il momento adatto. Ormai era giunto, invece quello di chiedergli scusa.
- Ascolta… spero che tu non te la sia presa per quello che ho detto questa mattina… io in realtà… non volevo essere così sgarbata…- attese qualche istante, poi sentì la risposta.
- No, puoi stare tranquilla, non me la sono presa…-
- Sei sicuro?- chiese lei preoccupata. Dopotutto le era sembrato che si fosse spazientito da quello che gli aveva detto – Cioè, se ti ha dato fastidio io… io ti chiedo scusa, non volevo, e…-
- Ti ripeto, non mi sono arrabbiato – la interruppe lui sempre atono – io non mi arrabbio mai, anzi…- come l’effetto di un cubetto di ghiaccio la schiena di Emily fu scossa da un brivido. Un live vento freddo, si alzò e mosse lentamente l’erba del prato e i suoi capelli castani, ma quel freddo non era sicuramente provocato dalla brezza. Continuò a fissarlo sbigottita: quel ragazzo non sembrava avesse niente di normale. Emily non poteva sentire quello che stava dicendo, non voleva sentirlo…
- Io non provo sentimenti –

 
Continua…

Primo e secondo capitolo per ora... ho corretto da qualche parte errori di grammatica e sintassi ma probabilmente ce ne saranno altri. Per questo scusatemi.
E se siete arrivati fin qui, grazie =)
A presto!
Ryta
   
 
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