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Autore: Onlyna    01/03/2012    2 recensioni
– Sei qui, – rispose semplicemente Potter, appoggiando le mani al piano del tavolo e alzando gli occhi fino ad incrociare i suoi, serio. – È un'occasione speciale, no? Rose ti ha lasciato venire da me.
Quinta classificata al "Chocolate Contest!".
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo due

 

Erano passate alcune settimane da quell'incontro, e Scorpius non si era più fatto sentire né vedere.
Pareva che stesse cercando di cancellarlo dalla sua vita e il suo comportamento non faceva che peggiorare ulteriormente l'umore di per sé tetro di Albus.
Quando era andato via, Smaterializzandosi salutandolo appena, Potter era rimasto immobile davanti al frigorifero con le mani che tremavano per la rabbia e il dispiacere: si era mosso per andare a vestirsi in camera da letto - checché ne potesse pensare Scorpius, lui non si era conciato in quel modo per cercare di traviarlo, ma solo perché non aveva calcolato bene i tempi e dopo la doccia si era reso conto che l'amico sarebbe arrivato a momenti e lui non aveva ancora finito di preparare i tartufi al cioccolato fondente e cocco che aveva deciso di fare proprio per l'arrivo di Malfoy - ma all'ultimo ci aveva ripensato ed era tornato indietro. Con il cuore che piangeva, aveva riaperto l'anta del frigo e con un incantesimo aveva fatto levitare la teglia fino a svuotarla nella spazzatura. Era la prima volta che gettava via le sue creazioni senza nemmeno assaggiarle, ma in quel momento gli sembrava l'unica cosa giusta da fare: non aveva nulla da festeggiare, anzi.
Lily aveva capito che qualcosa non andava quando, circa un mese dopo l'incontro tra Albus e Scorpius, aveva trovato il fratello maggiore raggomitolato sul divano del salotto con in mano un libro dal titolo incredibilmente deprimente e una coperta di maglia rossa - regalatagli sicuramente da nonna Molly - gettata sulle spalle per cercare di ripararsi un po' dall'umidità che entrava dalla finestra spalancata. Sembrava apatico, non l'aveva salutata al suo arrivo né si era tirato su gli occhiali - che in quel momento erano in precario equilibrio sulla punta del suo naso.
– Al, che hai? – gli chiese, dopo aver chiuso la finestra ed essersi accoccolata accanto al fratello costringendolo a chiudere il libro e posarlo sul bracciolo del divano. Sfregò il volto contro il suo collo, imitando un gatto, sperando di farlo sorridere come quando erano più piccoli o almeno di farlo allontanare infastidito: Albus non fece nulla, fissando il vuoto davanti a sé con un'espressione persa sul volto.
– Albus Severus Potter, – lo apostrofò allora la sorella, incrociando le braccia al petto e lanciandogli un'occhiataccia. – Dimmi immediatamente cos'hai. Non costringermi ad andare da Scorpius e farmi dire tutto da lui. Se Rose ha fatto di nuovo qualcuna delle sue stronzate questa volta la faccio finire al San Mungo!
– Non è colpa di Rose, questa volta, – ribatté pacatamente il ragazzo, senza cambiare posizione né guardare la sorella in faccia. – È Scorpius l'idiota. E pure io ho la mia bella parte di colpa.
– Da quando siamo nati ti prendi sempre tu la colpa delle cose, Al, non sono sicura di poterti credere nemmeno questa volta. Cosa potresti mai aver fatto per ridurti in questo stato? Giuro che appena Malfoy mi capita a tiro lo affatturo, – sbottò, addolcendo poi il tono mentre allungava una mano e cominciava ad accarezzargli i capelli corvini. – Andiamo, lo sai che puoi raccontarmi tutto. Che ne dici se intanto cuciniamo qualcosa? Ho un po' di fame, non mangio da ieri a pranzo.
– Neppure io, – rispose Albus, alzandosi dal divano come se in realtà non avesse molta voglia di farlo. – Dai, vieni. Se ti va posso prepararti il semifreddo alle fragole che ti piace tanto.
– Non siamo in periodo di fragole, – ribatté la ragazza, contenta di essere riuscita a smuovere un po' il fratello: se parlava di dolci, voleva dire che stava un po' meglio. – Ma se ne hai la scorta da qualche parte mi piacerebbe mangiare un po' del tuo meraviglioso semifreddo, sì.
Albus accennò un sorriso, indicando il balcone su cui una microscopica serra dava bella mostra di sé. La condusse al suo interno tenendola per mano come quando erano bambini: c'erano decine di piante in vaso disposte ordinatamente su dei tavolini in metallo e, al fondo della camera - resa immensa da un incantesimo -, vi erano le fragole.
– Sei un genio, – ridacchiò la ragazza, allungando una mano verso uno dei frutti e sfiorando appena la polpa rossa ed evidentemente succosa. – Chissà da chi hai ereditato la bravura in questo genere di magie: sia James che io siamo completamente negati, come mamma e papà.
– Non ne ho idea, ma sono contento di esserne capace, – ribatté lui, cominciando a cogliere le fregole e posandole in una terrina che aveva fatto levitare fino a lì con un altro incantesimo.

 

– Mi dispiace tantissimo, – mormorò Lily appoggiando il cucchiaino sul piatto macchiato di rosa. Albus aveva appena finito di raccontarle il suo ultimo incontro con Scorpius, dall'imbarazzo per essere stato trovato nudo nella propria cucina ed essere sicuramente stato frainteso, alla rabbia quando l'altro gli aveva detto di essere andato da lui in segreto, alla delusione di vederlo sparire senza poterlo né volerlo fermare in alcun modo, alla decisione drastica di buttare i tartufi di cioccolato nella spazzatura senza nemmeno averli toccati. Per quanto potesse sembrare stupido, i dolci erano qualcosa di sacro per Albus: non avrebbe mai avuto la forza né il coraggio di gettarli, in un'altra situazione. – Credo di aver sopravvalutato l'intelligenza di Scorpius, se davvero non ha capito quanto ti ferisce il suo comportamento.
Albus sorrise appena, affondando il cucchiaino nella sua parte di dolce alla fragola che non aveva nemmeno assaggiato: Lily era sempre così rapida nello schierarsi dalla sua parte, era il suo porto sicuro nella tempesta emotiva che l'aveva sorpreso in un momento di relativa quiete.
– Sono contento che tu sia venuta a trovarmi, – le disse, incrociando per la prima volta dal suo arrivo gli occhi castani della sorella. La vide sorridere dolcemente. – Grazie.
– Lo sai che ti voglio bene, Al, non mi devi ringraziare per questo.
Sparecchiarono la tavola in un silenzio non del tutto rilassato, incantarono le stoviglie perché si lavassero da sole e poi tornarono in salotto, sedendosi di nuovo sul divano color crema che troneggiava al centro della stanza.
– E, in ogni caso, tu non hai nessuna colpa, – commentò ad un tratto Lily, mentre il fratello accendeva la televisione sintonizzandosi su un notiziario babbano. Albus fremette appena, colto alla sprovvista dall'osservazione della ragazza. – Se la gente salta sempre alla conclusione sbagliata è perché non è in grado di pensare oltre all'apparenza: se avesse fatto un po' più di attenzione, Scorpius si sarebbe sicuramente accorto che avevi i capelli umidi o, non lo so, che nel bagno l'odore del tuo bagnoschiuma era più forte del solito. Sono queste le cose che ti fanno capire quanto una persona pensi alle cose prima di saltare alle ovvie e sbagliate conclusioni.
Albus fece cadere il discorso, lo stomaco stretto in una morsa dolorosa.

   
 
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