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Autore: GATTOSILVESTRO85    02/03/2012    0 recensioni
Cosa saresti disposto a fare per "rivedere" la persona che ami?
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’anziano si fermò d’improvviso, roteando il lungo bastone che teneva ben saldo nella mano destra.
Cloud non comprese subito cosa stesse facendo, fin quando una luce brillante e finissima si materializzò davanti ai suoi occhi trasformandosi, pochi istanti dopo, in un antico portone metallico.
Un altro gesto veloce con la mano e il portone si spalancò davanti ai suoi occhi increduli.
All’interno tutto era oscuro.
Tuttavia Seth attraversò il portone con passo deciso e veloce, tenendo il bastone puntato in avanti. Sembravano tutti gesti normalissimi per lui.
Di sicuro non era la prima volta.
Cloud invece aveva paura di seguirlo, esitante sulla soglia stava seriamente pensando di non andare, di restarsene lì, ad aspettarlo..
Seth percepì subito il suo disagio:
“Non avere paura Cloud, entra pure, devo presentarti un amica”, la stanza, un attimo prima buia e silenziosa, si illuminò improvvisamente attraversata da centinaia di lame di luce che puntavano in tutte le direzioni.
Quando Cloud varcò la soglia lo spettacolo che si trovò davanti gli tolse il fiato.
“ Lei è Ssssindel, Cloud…ti accompagnerà per tutto il viaggio, quando ssssarai stanco troverai in lei un amico fidato, vedrai”, disse l’anziano accarezzando la lunghissima criniera del più bel cavallo che Cloud avesse mai visto.
“È stupendo….che razza è?”.
“È un Ariège…l’esemplare più antico che io conosca”.
Cloud fu talmente rapito dalla bellezza di quel destriero che non si accorse minimamente delle centinaia di pietre che tappezzavano quella strana grotta.
Un sentiero a spirale conduceva verso il basso: sembrava infinito.
Uno spiffero proveniente dalle profondità di quell’abisso senza fine, riportò Cloud all’attenzione di Seth, che nel frattempo stava slegando Sindel dall’incavo di una roccia.
“Ssssegui Sssindel Cloud….e non perderla per nulla al mondo”, il tono di voce suonava quasi come un avvertimento.
“Perché devo seguirla, Seth?”, disse consapevole che adesso poteva fidarsi di lui.Era la prima volta che Cloud pronunciava il suo nome. Nel poco tempo trascorso con Seth aveva intravisto del buono in lui, aveva imparato a fidarsi delle sue rauche parole sporcate da quello strano e doloroso sibilo.
Consssiderala come una sssseconda occasssione Cloud…e ssssstavolta, vedi di non ssssprecare il tuo tempo”, disse l’anziano puntandogli scherzosamente il bastone ad un centimetro dalla fronte.
Cloud non sapeva nulla di quell’uomo, né dove Sindel lo avrebbe condotto, o dove si trovava in quel momento, né quanto tempo sarebbe durato quello strano viaggio, ma nel profondo del suo cuore qualcosa lo spingeva a proseguire, a fidarsi.
Se era vero che aveva appena trascorso cinque giorni nel Limbo, forse la sua anima aveva ancora qualche possibilità di redimersi, di essere condotta verso la salvezza.
Era morto,ma ancora non ci credeva
Prima di incamminarsi fece un’ultima domanda a Seth:
Vieni anche tu, Seth?”, conosceva già la risposta, ma glielo chiese ugualmente.
Verrei volentieri Cloud, ma ssssai che non posssso…”, Cloud sapeva già che quel sibilo gli sarebbe mancato in qualche modo, “il mio viaggio finisce qui”.
Quelle erano esattamente le parole che aveva paura di ascoltare.
Seth si voltò all’improvviso in direzione del portone, ma prima di richiuderlo alle sue spalle, disse:
C’è del buono in te Cloud, non sssprecarlo…questo è il mio ssssecondo compito sul Limbo…il più difficile”, aggiunse sorridendo.
Cloud sorrise a sua volta, soppesando clinicamente ogni singola parola.  “Cossssa sssei diventato Cloud? Perché hai ssssprecato il tuo tempo?”, quelle due domande riecheggiarono nella sua testa fin quando Seth non varcò la soglia dell’enorme portone. Adesso tutto gli era perfettamente chiaro. Fin dal primo istante, Seth aveva sempre cercato di aiutarlo ma lui l’aveva ne aveva ignorato il messaggio. Che stupido era stato! Il desiderio di vendetta era troppo forte, come poteva captare il messaggio di Seth?
Pochi istanti dopo il portone si richiuse alle sue spalle scomparendo insieme a lui nell’oscurità del muro davanti ai suoi occhi.
L’eco dei suoi passi era l’unica cosa a tenergli compagnia.
 
 
Un’ora, tredici minuti e millecinquecentoventiquattro gradini dopo Cloud aveva capito di non poter fare affidamento sull’idea che aveva lui del tempo. Aveva dimenticato di chiedere a Seth se il fluire delle cose aveva lo stesso significato in quel posto. Ma da quello che aveva potuto capire “vivendolo”: no. Ma c’era una cosa che era esattamente la stessa, identica come nel mondo reale: la sensazione che provava quando pensava a lei, a Jennifer.
Era l’unica cosa capace di dare senso a quel folle viaggio.
La pensò più e più volte in quelle ore, – quasi mai nel Limbo - e ogni volta stava meglio della precedente.
 
 
 
Ssssei sulla sssstrada giusta Cloud…comunque, qui il tempo ha valore ssssoltanto se chi lo utilizza è realmente in grado di dargli l’importanza che merita”, stava di nuovo ascoltando i suoi pensieri – lo aveva fatto anche nel Limbo, ne era certo - ma questo non poteva altro che fargli piacere. Si sentiva meno solo adesso.
 
“Grazie Seth”, rispose commosso, mentre una lacrima, reale come nel mondo in cui era vissuto per ventisette anni, gli attraversò il viso in un soffio che sembrò durare in eterno.
  
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