Chapter five
Eravamo dentro ad una grande sala per prepararci in occasione della festa.
In realtà era un ballo in maschera organizzato dalla mia scuola.
La stanza era piena di vestiti di ogni genere e ognuno poteva prendere quello che preferiva.
La regola fondamentale era non mettersi niente di proprio in modo da non farsi riconoscere.
Dopo aver rovistato in ogni angolo optai per un vestito nero aderente che arrivava appena sotto al ginocchio.
Aveva la schiena quasi totalmente scoperta e ciò mi metteva un po’ a disagio.
“Mi pettini?” chiese Gaia di fronte a me.
Lei indossava un abito blu notte che toccava terra senza spalline, le stava benissimo…
Si sedette davanti allo specchio e io iniziai a pettinare i suoi capelli color miele.
“Non voglio sapere quello che mi farai, mi fido.” Disse e chiuse gli occhi.
Iniziai a farle una treccia, i suoi capelli erano l’ideale per cose del genere.
“Ga, sei magnifica…” quasi mi commossi a vedere l’immagine della mia migliore amica riflessa allo specchio.
Non sembrava lei…
“Ora siediti e stai calma!” mi ordinò e ci scambiammo i ruoli.
Sentivo i miei capelli tirare e le sue mani delicate che li pettinavano.
Poi sentii che mi stava mettendo qualcosa sulla bocca, qualcosa di troppo denso per essere un semplice lucidalabbra.
“Apri gli occhi!” disse felice.
Mi sembrava di essere tornate bambine, quando lei mi faceva un regalo o una sorpresa e per non rovinarla mi faceva sempre chiudere gli occhi e poi mi prendeva la mano, come per guidarmi.
Solo che molte volte si dimenticava di dirmi che c’erano dei gradini o cose del genere, così io cadevo…
A quel pensiero sorrisi e aprii le palpebre.
Davanti a me riflessa nello specchio una ragazza con i capelli castani tirati su in uno chignon e le labbra rosse.
Abbracciai la mia amica “Sei uno splendore!” mi guardò negli occhi e poi mi passò la mascherina nera da mettere sul viso.
“Avete ancora cinque minuti!” ci ricordò una voce preveniente dall’amplificatore sopra alle nostre teste.
Intorno a non c’erano ancora molte ragazze a rifinirsi il trucco o a mettersi delle piccole mollettine per trattenere i ciuffi ribelli.
Presi per mano la mia amica ed uscimmo da quella stanza.
Ci fermammo per qualche secondo lungo il corridoio buio “Buona fortuna!” sussurrai alla mia amica e aprimmo la porta.
All’interno c’era già della musica e molte persone al centro della sala.
“Siamo pronti! Ragazzi, ricordatevi l’obiettivo di questa serata. Dovete trovare i vostri fidanzati oppure chissà… magari un nuovo incontro!” era sempre la stessa voce…
Non credevo molto in queste cose, ma mi affascinava l’idea di non riconoscere nessuno e soprattutto che nessuno avrebbe riconosciuto me…
Ad ogni canzone si cambiava partner e io ne avevo già cambiati parecchi.
Uno addirittura mi aveva calpestato i piedi i quali iniziavano a farmi male per i tacchi alti.
Le canzoni erano tutte abbastanza lente, ma non classiche.
I ragazzi erano quasi tutti vestiti allo stesso modo: pantaloni e giacca neri poi sotto i più eleganti avevano la camicia, altri delle semplici magliette.
“Ti ho trovata…” disse un ragazzo prendendomi per mano e facendomi fare un giro su me stessa.
Avevo già sentito quella voce…
Non feci in tempo a chiedergli qualcosa che lui posò le sue labbra sulle mie e iniziò a baciarmi…
                                              continua...
ehi! cosa ne dite di questo capitolo?
un bacio
                                    niallisallmine