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Autore: pallina90    02/03/2012    11 recensioni
“Lasciami immediatamente” sibila a denti stretti. La accontento e lei riprende a camminare
“Fermati. Dove hai intenzione di andare?”
“Non ti riguarda” esclama
“Cazzo Bella,non posso lasciarti andare via da sola” le urlo mentre lei continua imperterrita a camminare. Sentendo le mie parole si blocca,si volta verso di me ed urla,con il viso rigato dalle lacrime, “E perché? Non sono mica tua sorella” e corre verso la strada. E’ un attimo,succede tutto in un secondo:io che urlo il suo nome e un motorino la travolge,investendola in pieno e lasciandola a terra sull’asfalto.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buon pomeriggio ragazze! Rieccomi qui un minimo più libera, spero non vi siate dimenticate di me XD
Allora, avevamo lasciato Bella che aveva chiesto ad Edward di accompagnarla in un posto: dove andranno? Non vi faccio aspettare oltre.
Buona lettura, ci sentiamo giù :)


MAMMA E PAPA’

 

POV EDWARD

Un raggio di sole che filtra dalle veneziane mi costringe ad aprire gli occhi. È domenica mattina e avrei tanto voluto dormire ancora a lungo ma ieri sera ho promesso a Bella di accompagnarla e quindi è meglio che  mi sbrighi. Mi alzo e vado in bagno a fare un doccia per cercare di svegliarmi, ho ancora un occhio chiuso e uno aperto.

Con i capelli ancora umidi scendo sotto a fare colazione; lei è già seduta che chiacchiera allegramente con Emmett, rientrato ieri sera per passare il week-end in famiglia.

“ Buongiorno a tutti! ” Dico entrando in cucina.

“ Giorno. ” Mi risponde Bella con la bocca piena di frittelle e io sorrido divertito, mentre Emmett borbotta qualcosa di incomprensibile ingurgitando un cucchiaio stracolmo di cereali.

Quando ha la bocca vuota mi guarda con un sorriso che non promette nulla di buono “ E così voi due avete un appuntamento? ”

Lo sapevo che avrebbe fatto meglio a stare zitto: io quasi mi strozzo con il caffè mentre il viso di Bella ha assunto una tonalità di rosso pazzesca.

“ Non dire idiozie Emmett. Sto solo facendo un favore a Bella che ancora, poverina, non può guidare: è normale tra fratelli.” Rispondo io e vedo Bella rilassarsi a quelle parole.

“ Comunque sia vi auguro una buona giornata fratellini miei, vado che la mia Rosalie odia aspettare. ” E così dicendo ci lascia soli.

“ Bella non farci caso a quello che dice quell’orso di Emmett, altrimenti se dovessi arrossire a tutte le sue battute non avresti vita facile. ”

Lei sorride imbarazzata e io mi chiedo come facessi ad odiare un essere così puro come Bella.

“ Se sei pronto per me possiamo andare. ” Le sue parole mi riportano su questo pianeta e le annuisco sorridendole. Lasciando un biglietto ai nostri genitori che sono già usciti con la piccola peste, ci dirigiamo verso la mia macchina. 
Per tutto il viaggio Bella non spiccica parola, tranne quando deve indicarmi che direzione prendere; sembra persa nei suoi pensieri e io le lascio i suoi spazi, non vorrei sembrarle invadente.

“ Siamo arrivati, puoi anche accostare. ”

Faccio come mi dice e solo in un secondo momento mi accorgo che siamo al cimitero: non avrei mai immaginato che il luogo dove Bella volesse andare fosse questo

“ Cosa ci facciamo qui? ” Chiedo stupito. Lei abbassa lo sguardo  e inizia a torturarsi le mani, segno che è in imbarazzo.

“ Ti ricordi, la sera dell’incidente mi facesti una domanda a cui io non volli rispondere. Se hai ancora un attimo di pazienza saprai la risposta. ” Scende velocemente dalla macchina e si avvicina al cancello d'ingresso; si volta nella mia direzione e io faccio una piccola corsetta per raggiungerla. Comincia a percorrere le interminabili file di tombe, per poi fermarsi davanti ad una, sedendosi sul marmo bianco che la ricopre. Mi avvicino di più e il mio cuore perde un battito: sulla tomba c’è la foto di una donna bellissima, sorridente, il cui nome è Renèe Dwyer, e non impiego molto a capire che è la madre di Bella, anche perché la figlia le somiglia moltissimo. Mi giro verso di lei e noto che sta sistemando dei fiori che qualcuno aveva precedentemente messo nel vaso.

“ Ciao mamma, oggi come vedi non sono sola, mi ha accompagnata Edward. Ti ricordi? Ti ho parlato tante volte di lui. ” Si volta verso di me sorridendomi leggermente; io sono ancora impietrito non so bene cosa fare e sono piuttosto stupito dal fatto che abbia raccontato di me a sua madre: chissà se le ha parlato del modo meschino in cui l'ho trattata i primi mesi della convivenza, ma sicuramente lo avrà fatto. Nonostante la madre non sia più presente, fisicamente almeno, il rapporto che le legava non è stato spezzato dalla tragedia: é intenso e quasi palpabile. Lei riprende a parlare, stavolta rivolgendosi a me.

“ Credo che ieri Esme abbia accompagnato papà. Lui non è capace di fare queste bellissime composizioni con i fiori, né scegliere dei colori che si abbinino così bene fra loro. ”

“ Hai detto Esme? Mia madre? ” Chiedo quasi balbettando, riprendendomi un po’ dal mio stato di shock.

“ Sì, da circa un anno lei a volte accompagna mio padre. La prima volta che ho chiesto a Charlie se era giusta la mia intuizione, che lui fosse venuto qui in sua compagnia, mi sono infuriata: credevo fosse una mancanza di rispetto nei confronti di mia madre. Poi invece lui mi ha spiegato che era stata Esme ad insistere,voleva conoscere ‘la donna meravigliosa che mi aveva dato alla luce e che con il suo amore era riuscita a stregare Charlie’ sono state proprio queste le sue parole. Quindi ogni volta che trovo questi bellissimi fiori so che anche lei è venuta a trovare la mia mamma. Sai, sono felice che Esme sia entrata a far parte della vita i mio padre; dopo la morte della mamma lui ha fatto di tutto per non farmi sentire la sua mancanza ma spesso la sera lo scorgevo seduto nel lettone, con una sua foto tra le mani e lo sguardo triste e addolorato, quasi spento. Adesso con Esme un pizzico di quella luce è ritornata e io sono felicissima. ”

“ Wow, non sapevo nulla di questa storia … ma ancora non riesco a capire come dovrei trovare la risposta alla mia domanda. ” Dico imbarazzato. Lei non solleva lo sguardo per rispondermi, anzi se possibile copre ancora di più il suo viso con i lunghi capelli castani.

“ Leggi la data della sua morte. ” Mormora solamente. Faccio come mi dice e nuovamente il mio cuore perde un battito: su quel marmo liscio le cifre incise non lasciano adito a dubbi, 31-12-1998.

“ Era la notte di capodanno. ” Quasi sobbalzo sentendo la sua voce rotta dai singhiozzi; velocemente mi avvicino a lei e la stringo forte tra le mie braccia “ Shh, Bella. Non c’è bisogno che parli ho capito tutto. Calmati ti prego. ”

Ma lei scuote la testa, testarda come sempre “ No, voglio raccontarti quello che è successo, so che di te posso fidarmi e ho bisogno di sfogarmi. ” La stringo ancora più forte, per farle capire che io sono lì vicino a lei, mentre sento le sue piccole dita aggrapparsi alla mia camicia.

“ Era la notte di capodanno. Lo stavamo festeggiando a  casa mia con i miei nonni; eravamo tutti allegri perché stava cominciando a nevicare e ancora quell’anno non era successo. Papà però era di turno al lavoro, mamma mi aveva spiegato che i poliziotti dovevano sempre essere pronti per qualsiasi evenienza, ma io non accettavo che il mio papà non fosse con noi. I miei nonni però sapevano come farmi distrarre così non ci pensai più. A mezzanotte stappammo lo champagne e guardammo i fuochi sparati da un vicino di casa: ero veramente felice. Mia nonna dopo un po’ disse a mia madre di andare a raggiungere mio padre alla stazione di polizia, tanto era sicura che fosse da solo e si stesse annoiando. Mia madre non se lo fece ripetere due volte e dopo avermi raccomandato di fare la brava e non far disperare i nonni, salì in macchina e si avviò verso la stazione. E poi è successo l’inevitabile. A circa 200 metri dalla centrale un ragazzo ubriaco ha sbandato con la macchina, arrivando addosso a mia madre, che per evitarlo sterzò bruscamente andando a sbattere contro un albero. E da quel momento lei non è più stata con me. ” Le ultime parole quasi non riesco a capirle tanto forti sono i singhiozzi che scuotono il petto di Bella. Se possibile tento di stringerla ancora di più al mio petto, vorrei quasi che sprofondasse in esso per capire quanto mi fa male vederla così. Non sapevo nulla della sua storia, o meglio mia madre mi aveva solamente detto che Bella aveva una situazione simile alla nostra, quindi io pensavo che i suoi avessero divorziato non che sua madre fosse morta. Nonostante Forks sia una cittadina piccola, in cui tutti sanno tutto di tutti, all'epoca dei fatti io ero piccolo e non ricordo nulla; probabilmente Emmett ha sempre saputo la verità sulla sua storia. Ora capisco anche perché quella sera si è inventata quella balla con suo padre: se lo sceriffo avesse saputo che sia figlia ubriaca aveva rischiato di morire investita per lui sarebbe stato troppo doloroso, e oltretutto credo che si sarebbe parechio arrabbiato con sua figlia per la leggerezza avuta.

Piano i suoi singhiozzi si affievoliscono sempre più e la scosto un po’ da me per poterla osservare.

“ Va un po’ meglio? ” E le sorrido sperando così di incoraggiarla un po’. Lei tenta di ricambiare il mio sorriso ma le esce una specie di smorfia che la fa sembrare ancora più piccola e indifesa di quanto non sia.

“ Sì e grazie per avermi accompagnato e per aver sopportato il mio sfogo. Ti ho rovinato tutta la camicia. ”

“ Non dire sciocchezze, la metto in lavatrice e torna come nuova. Ti va di venire con me in un posto? ” Mi è venuto in mente di mostrarle un luogo che forse potrebbe tirarla su di morale, o almeno lo spero.

“ Certo! In fondo devo ricambiare il favore che mi hai fatto. ” E stavolta si apre in un bellissimo sorriso che contagia anche i suoi occhi. Ci alziamo, lei controlla che i fiori siano apposto, saluta la madre e poi prendendola per mano andiamo via da lì.

Il tragitto in macchina è breve, perché una parte del percorso dovremmo farla a piedi.

 Dopo dieci minuti di scarpinata in cui Bella non fa altro che lamentarsi, non sapevo che odiasse tanto l’attività fisica, giungiamo nel mio posto magico. È una radura piccola, perfettamente circolare, piena di fiori di campo e il sole alto nel cielo la rende ancora più magica, creando un gioco di luci e ombre che la fanno sembrare un posto al di fuori del tempo.

“ Edward è bellissima questa radura. Ma come hai fatto a trovarla? ” Le vedo gli occhi brillare felici alla vista dei magnifici fiorellini che decorano questo luogo.

“ Un giorno di quattro anni fa vagavo senza meta con l’unico intento di dimenticare l’ennesima lite tra i miei genitori e mi ci sono imbattuto per sbaglio. Ne sono rimasto folgorato e da allora è il mio posto preferito: quando ho bisogno di stare solo e di riflettere vengo sempre qua. ” Le spiego semplicemente.

Lei mi fissa un attimo poi correndo mi abbraccia forte. Ricambio il suo abbraccio e mi sento felice di averla portata qui, in un posto che nessuno oltre lei conosce.

“ Ti va di sentire la mia storia? ” Le chiedo improvvisamente, lei annuisce e insieme ci distendiamo sul prato. Rimango un attimo a fissare il groviglio di foglie e rami che ci sovrasta e poi, prendendo un profondo respiro, inizio il mio racconto.

“ Da piccolo ero orgoglioso del lavoro di mio padre: sapevo che quando non era a casa voleva dire che era impegnato a salvare delle vite e questo ai miei occhi di bambino lo faceva sembrare un supereroe. Certo, mi mancava, ma mi dicevo che ero uno stupido, il mio papà non poteva perdere tempo con me quando aveva cose più importanti da fare. Crescendo però ho iniziato a ridimensionare le cose e mi sono reso conto che le sue assenze da casa erano volute: non credo abbia mai avuto un’amante, ma era evidente che il rapporto con mamma si fosse ormai deteriorato. Vedendo il rapporto meraviglioso che c'è tra e tuo padre ho capito che il mio non é mai stato una presenza fissa nella mia vita, è come se mi fossi abituato alle sue assenze ma nonostante tutto ne sento la mancanza. Ho capito il motivo per cui non ho mai voluto fare sport agonistici, perché sapevo che lui non avrebbe mai trovato il tempo per essere presente alle mie gare, o perché il mio sogno è entrare in medicina: in questo mondo lo sentirei più vicino, ci sarebbe qualcosa a legarci, ad accomunarci, più di quanto non abbia fatto il legame di sangue. Ci ha fatto soffrire tanto, soprattutto la mamma, e adesso sono contento che ci sia Charlie a farle compagnia: è tornata la mamma felice e spensierata che ho sempre adorato.” Sorrido, ripensando agli occhi luminosi della mamma quando ci ha comunicato la notizia del suo nuovo fidanzamento.

Bella mi guarda senza dire una parola, semplicemente mi prende una mano tra le sue e la stringe forte, e il suo gesto vale più di mille parole. Ricambio la stretta e la osservo: ha le labbra piegate in un sorriso appena accennato e gli occhi sono finalmente sgombri da quella malinconia che li aveva offuscati. Mi chiedo come sia possibile che io prima odiassi questa tenera ragazza, sono stato proprio uno stupido.

“ Torniamo a casa? ” Mi chiede.

“ Sì andiamo, ci staranno aspettando. ” L’aiuto a mettersi in piedi e dondolando le nostre mani intrecciate come fanno i bambini, ci incamminiamo verso la strada del ritorno.




Alcune di voi avevano indovinato dove sarebbero andati e perchè Bella non festeggia più il capodanno, ora avrete tutto più chiaro. Inoltre conosciamo un pò meglio i pensieri di Edward e il suo rapporto con Carlisle. Spero che il capitolo sia riuscito ad emozionarvi un pò.
Per qualsiasi chiarimento non esitate a chiedere :) Inoltre ne approfitto per ringraziare tutte coloro che leggono e chi trova un pò di tempo per lasciare il suo comment: è sempre un piacere leggerli e poi mi piace interagire con voi, quindi anche i timidoni si facciano avanti.
Bene, ci risentiamo tra una settimana con un capitolo in cui farà il suo ingresso un nuovo personaggio... Un bacio, Paola
   
 
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