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Autore: Ayumi Yoshida    03/03/2012    5 recensioni
Da qualche tempo l’aria aveva preso a scaldarsi e le foglie avevano smesso di cadere dagli alberi. Ancora un po’, e anche i ciliegi avrebbero preso a mostrare i loro petali, inondando le strade di rosa.
Da quando era finita la guerra, Naruto aveva preso l’abitudine di camminare a testa in su per ammirare tutte le cose che prima non era riuscito nemmeno a guardare: solo per questo si era accorto che la primavera stava arrivando.

Quello che resta dopo la guerra. Naruto centric.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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To usher in the spring – Fare strada alla primavera

Da qualche tempo l’aria aveva preso a scaldarsi e le foglie avevano smesso di cadere dagli alberi. Ancora un po’, e anche i ciliegi avrebbero preso a mostrare i loro petali, inondando le strade di rosa.
Da quando era finita la guerra, Naruto aveva preso l’abitudine di camminare a testa in su per ammirare tutte le cose che prima non era riuscito nemmeno a guardare: solo per questo si era accorto che la primavera stava arrivando. Ormai non aveva più nulla da fare, poteva solo starsene con le mani in mano e passeggiare per il villaggio senza meta. Era solo: Sasuke e Sakura erano ormai lontani, erano spirati uno nelle braccia dell’altra poco prima che l’ultima battaglia terminasse proprio per mano della sua compagna. Alla fine, era stata sempre quella la sua intenzione, andarsene con lui. L’avevano capito in modo così sconvolgente, ma, in un certo senso,  nessuno se ne era stupito tanto. Naruto era sconvolto: riusciva a spiegarsi quel gesto disperato, ma non la solitudine in cui lo avevano lasciato. Non si erano preoccupati di lui, ma solo di loro stessi. Ormai la loro squadra continuava ad esistere soltanto nei suoi ricordi, lontana: Kakashi era stato assegnato ad una nuova squadra e non lo vedeva da un po’.
Era solo.
Invidiava le altre squadre, ancora attive ed intere: aveva preso l’abitudine di bighellonare tra i campi di allenamento e le osservava allenarsi, invidiandole tremendamente.
In tutte regnava una tenue allegria, l’allegria di poter condividere ancora del tempo, e di solito il vociare superava i momenti di silenzio. Non era affatto come loro, che, quando la squadra ancora era in vita, a stento si parlavano, perché sapevano di infastidirsi l’un l’altro: Naruto l’aveva scoperto con orrore negli ultimi tempi insieme ad altro migliaio di cose che non aveva mai neppure immaginato. Niente assomigliava alla squadra sette, niente parlava di loro e dei loro silenzi. Una strana armonia regnava soltanto nel campo di allenamento utilizzato dalla squadra otto: Hinata, Kiba e Shino continuavano ad allenarsi dalla mattina fino al calare del sole senza dire una parola, riposandosi soltanto qualche volta, e non parlavano quasi per niente, ma sembravano così uniti da far male. I loro movimenti erano sempre essenziali e soppesati, in accordo con quelli dei compagni e a loro destinati.
All’inizio, quando per la prima volta si era appoggiato alla palizzata che delimitava il loro campo di allenamento, Kiba l’aveva aggredito come al solito, ordinandogli di andarsene. Avevano discusso, litigato, si erano offesi, ma Naruto non se ne era andato e da quel giorno nessuno di loro aveva fatto più caso a lui, stranamente silenzioso e appollaiato sullo steccato. Soltanto Hinata lo salutava sempre con un sorriso che covava qualcosa in più della solita timidezza.
Tempo prima, se lui fosse comparso all’improvviso dietro di loro, lei sarebbe arrossita balbettando, adesso, invece, riusciva persino a guardarlo senza abbassare lo sguardo, e nei suoi occhi c’era una certa sicurezza prima assente. Hinata era cambiata così tanto, pensò mentre la guardava piroettare elegantemente sul terreno per schivare una pioggia di insetti neri. Osservarla gli faceva dimenticare brevemente tutti i suoi fallimenti. Ripensò di nuovo alla guerra, a quando lei gli aveva salvato la vita, alle sue parole inaspettate, a Sasuke che cominciava a distruggere gli abitanti di Konoha, a Sakura che lo pugnalava con una lama di chakra per mettere fine ai massacri, a Sakura che poi si pugnalava e si sentì ancora un fallito: prima di essere colpita a morte sotto il suo sguardo attonito, Hinata gli aveva snocciolato tantissime cose in cui non si riconosceva più. Gli aveva detto di averla salvata, ma lui non sapeva di averlo mai fatto, anzi era  accaduto il contrario, lei lo aveva salvato. Lo stava ancora facendo, perché guardarla allenarsi lo riempiva. La sua determinazione e il suo sforzo infinito colmavano il suo vuoto, il suo viso e le sue parole prima di essere colpita da Pain gli davano una forma nuova.
Hinata si fermò per asciugarsi il sudore sul volto e, da sopra l’asciugamano, i suoi occhi presero a cercarlo: quando lo vide, gli sorrise come al solito e i loro sguardi si incrociarono. Per la prima volta dopo giorni Naruto sentì di volerle dire qualcosa, ma gli mancarono le parole e le sorrise a sua volta. Si sentì strano quando lei gli diede le spalle per rimettersi in posizione, camminando come se stesse ballando: era come se qualcosa si fosse sbloccato dentro di lui, e tutto era accaduto in un secondo. Era bastato il tempo di cominciare a desiderarla e di sentirsi desiderato. Alla fine dell’autunno, dopo aver colorato l’esterno, finalmente la primavera cominciava a fiorire anche all’interno e lui le faceva strada.

 

 

 

 

 

Note: Qualche giorno fa ho sentito l’esigenza di scrivere una NaruHina, come non mi capitava da molto tempo, ed eccola qui. La sento così intima che sto tremando solo al pensiero di pubblicarla, ma in qualche modo voglio condividerla con chi, come me, crede ancora in questa coppia e, in generale, in questa serie che mi ha dato tanto, avvicinandomi al mondo delle fanfiction. Spero possa esservi piaciuta e mi farebbe davvero piacere saperlo, per cui vi ringrazio se vorrete lasciare un parere, anche piccolo. ^^
Il titolo della fic è un prompt della community su Livejournal “31 days”, in particolare quello del 29 febbraio 2012.
Grazie per aver letto. ^^

Ayumi


   
 
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