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Autore: Satellite_29    03/03/2012    2 recensioni
Sono Lavinia Merryweather, una sedicenne con una paura folle per il Latino. Perchè? Non me lo so spiegare neanche io.
So solo che per colpa di questa stupida lingua morta Kyle Hunter, un figo da paura, mi farà da professore di ripetizioni per aiutarmi. Riuscirò a resistere al fascino del bel professorino?
Dal capitolo 1:
Chissà com’è ‘sto tizio. Sarà il solito sfigato che per racimolare un po’ di soldi per cambiare città è disposto a fare ripetizioni ad una ragazzina come me. Deve stare messo proprio male per voler iniziare così presto.
"..." Tutte le teorie sul povero sfigato figlio di una povera vedova erano sbagliate, completamente. Nella mia stanza c’è un bellissimo ragazzo, che non ha nulla a che vedere con la vecchia amica di mia madre. E io dovrei fare lezioni con questo tizio che potrebbe benissimo essere uscito da Abercrombie? Prevedo giorni duri, molto duri.
Dal capitolo 7:
Si avvicina all’orecchio e mi sussurra con voce sensuale – Tu mi piaci molto, Lavinia. Però com’è che hai detto .. Ah già, al momento le relazioni di coppia non sono la tua priorità. Beh sappi che ti farò cambiare idea. Ad ogni costo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 3: Mille e mille bolle blu

- E dai, smettila! Non ti sopporto quando mi sfotti così! – metto il broncio. Kyle mi ha portato in un bar vicino al parco e stiamo aspettando che il cameriere ci porti i due caffè.
Gli ho raccontato dei piccoli aneddoti sulle mie traduzioni di Latino. Secondo voi “Cesare mutatis mutandis” cosa può significare? Con una traduzione ad sensum, come dice la mia professoressa, io ho pensato a “Cesare, essendosi cambiato le mutande”.
Oggi ho scoperto che significava “Avendo cambiato le cose che dovevano essere cambiate”.
- Ma dai come si fa a tradurre quell’ablativo e quel gerundio con “essendosi cambiato le mutande”? E’ assurdo! – disse lui ridendo come un pazzo.
- Dai scommetto che se non fossi stato così bravo, l’avresti pensato anche tu! – lo accuso ridendo.
- Non è vero! – ride. La sua risata è contagiosa. Stiamo ridendo come pazzi da circa un quarto d’ora. Poi arriva il cameriere e cerchiamo di ritrovare il nostro contegno.
Kyle cambia argomento.
- Ma perché ti sei messa a scommettere sulla mia situazione sentimentale?
- Veramente è stata Brooke ad iniziare. Io ho solo accettato la scommessa – dico, stringendomi nelle spalle.
- Sei stata sfortunata. Se avessi fatto la scommessa qualche giorno fa l’avresti vinta tu.
- Eri fidanzato? – gli chiedo sorpresa. Lui annuisce e beve il caffè tutto d’un sorso. – Si chiama Meredith e ha la mia stessa età. Eravamo fidanzati da due anni ormai, ma lei ha voluto troncare.
Si è trasferita a Milano per un corso di Alta Moda e Design che durerà per 5 anni. Diceva che non sarebbe mai potuta funzionare una relazione a distanza.
- Mi dispiace. – e sono dispiaciuta davvero.
- Non dispiacerti. Se è stata capace di lasciarmi ora, lo avrebbe fatto sicuramente dopo. Vuol dire che non ci teneva seriamente.
- E tu ci tenevi? – gli chiedo curiosa.
- Sinceramente? Devo ammettere che Meredith mi piaceva tanto, ma non credo di essere mai stato innamorato di lei. Probabilmente lasciarci è stata la cosa migliore, ci illudevamo soltanto.
- Se la metti così, hai ragione tu – dico, e bevo il mio caffè.
- E tu come stai messa a ragazzi? – chiede lui sorridendo.
- Io non ho una situazione sentimentale – rido, e finisco il caffè.
- Dai, non ci credo che una ragazzina carina come te non ha un fidanzato.
- Ehi non chiamarmi ragazzina, ho solo tre anni in meno di te! – gli dico, e non considero minimamente il fatto che secondo lui sono carina.
- Scusa scusa! – ride – Sul serio non hai mai avuto un ragazzo?
- Mai. Ma non perché non piaccio, anzi! Sono sicura al centodieci percento che in questo periodo mi vengono dietro tre ragazzi della mia scuola. Ma al  momento fidanzarmi non è la mia priorità. – ci alziamo, Kyle paga il conto e ci incamminiamo verso casa mia.
- Come mai? – chiede curioso.
- Semplicemente non mi interessa. – alzo le spalle - Molte ragazze pensano che senza un fidanzato non vivono. Io penso che ci siano cose più importanti come la mia famiglia e i miei amici.
Non ho bisogno di complicarmi la vita andandomi a cercare un fidanzato. Poi pensa se magari è anche geloso! Non sopporterei il fatto di non poter fare tutto come dico io.
- Su questo sono d’accordo. Però se due persone si piacciono, perché non si dovrebbero mettere insieme?
- Non ho detto che non si devono fidanzare. Ho detto che non trovo indispensabile fidanzarsi.
- Secondo me dici così solo perché non hai trovato quello giusto.
- Forse. Ma io non credo né nell’anima gemella, né nel colpo di fulmine, né tanto meno nell’amore. Non credo che sarà facile trovare quello giusto per me.
- Nessuno dice che è facile. Spesso è tutto il contrario. Ma se davvero si prova qualcosa per l’altro, vale la pena rischiare e mettersi in gioco.
- Per poi rimanerci male quando si viene lasciati? No grazie!
- Spesso il gioco vale più della candela.
- Non credo.
- Io invece penso di sì. Non puoi saperlo fino a quando non ti accade.
- Bah! – sbuffo, mi metto le mani in tasca e continuo a camminare.
- Non è che dici così perché hai ricevuto una delusione in amore?
- Ma scherzi? Te l’ho detto, non c’è un motivo in particolare. Non ci credo e basta.
- Quando troverai qualcuno che ti farà battere il cuore, cambierai subito idea.
Ci fermiamo e lo guardo fisso negli occhi – Perché ci tieni tanto a farmi trovare l’anima gemella?
- Non voglio trovarti per forza un ragazzo, sto solo dicendo che il tuo modo di pensare è sbagliato.
- Sarà anche sbagliato, ma di certo non sarai tu a farmi cambiare idea!
- Che ne sai? Magari un giorno ci fidanzeremo, poi ci sposeremo, avremo tanti figli ..
- Ehi vacci piano! – non so se sto diventando bordeaux per l’imbarazzo o per la rabbia – Non ci penso nemmeno ad avere dei figli!
- Ok leviamo di mezzo i figli. Allora immaginaci davanti ad un bel camino, al calduccio nella nostra casetta ..
- Tu non hai capito, io no immagino proprio un bel niente! – dico un po’ incavolata. Ma poi rido subito, perché mi fa una faccia da cucciolotto irresistibile – E non farmi gli occhi dolci!
- Io invece te li faccio, brutta insensibile! – dice ridendo. Io gli do le spalle, ma ricompare da dietro con un faccino dolcissimo. Mi giro di nuovo, e lui si rimette davanti a me.
Mi rigiro, e più mi giro, più me lo trovo davanti. Mi fermo, lui perde l’equilibrio perché si stava di nuovo spostando e cade. – Ecco così impari! – e ridiamo a crepapelle.
Dopo cinque minuti gli porgo il braccio per aiutarlo a rialzarsi, lui lo afferra e mi butta col fondoschiena per terra.
- Anche tu devi imparare! Devi imparare che se Cesare si cambia le mutande di certo non lo scrive nel De Bello Gallico! – beh in effetti non ha tutti i torti.
Ma Cesare ha tutte quelle manie di grandezza!
- Che ne sai? – dico ridendo.
- Non credo che per Cesare sarebbe stato molto decoroso descrivere il suo cambio d’abiti, quindi perché menzionarlo?
- Beh … - Lo guardo e lui capisce che non trovo niente di intelligente con cui ribattere. Mi fa un sorriso come a dire “Vedi che ho ragione io?” e poi mi aiuta ad alzarmi.
- Dai che ti accompagno a casa! – così continuiamo la strada verso casa, fino a quando passiamo per la Grande Piazza, dove veniamo inondati da miriadi di bolle di sapone.

- Ma che cos.. Guarda che figata! – urlo.

La piazza è piena di gente, dai bambini agli anziani, tutti con le bottigliette per le bolle di sapone. Alcuni bambini avevano anche delle pistole che sparavano bolle e correvano inseguendo i loro amici.
Raggiungiamo dei ragazzi che hanno più bolle di sapone degli altri e gli chiediamo che succede.
- Non lo sapete? E’ un flash mob! L’abbiamo organizzato da qualche giorno su Facebook, i nostri amici che hanno aderito hanno portato quì le loro famiglie e i loro amici e ora vogliamo inondare la città di bolle di sapone!
- Dacci due bolle! – dice Kyle. Uno dei ragazzi gli da le bolle e poi spariscono. Kyle mi porge una delle bottigliette con le bolle, io lo guardo male.
- Stai scherzando vero?
- Per niente, dai che ci divertiamo!
- E’ da bambini!
- Ed è un problema?
- .. Non dovrebbe.
- E allora andiamo! – mi prende per mano e mi trascina al centro della piazza. Inizia a soffiare ed escono tantissime bolle di sapone.
Ci provo anch’io, ma a stento esce una bolla.
- Uffa non mi esce niente! – Kyle ride e per sfottermi mi soffia tutte le bolle in faccia.
- Eddai! – ci provo anch’io. Escono un po’ di bolle, ma una singola bolla si avvicina tranquilla verso Kyle e scoppia a contatto col suo naso. – Ce l’ho fatta! Hai visto? – Kyle sorride e si pulisce il naso – Ce l’hai fatta finalmente!
- Pensavi che non ne fossi capace? – mi avvicino a lui e lo guardo con aria di sfida.
- In effetti si, pensavo che non ce l’avresti fatta – mi dice avvicinandosi e usando il mio stesso tono.
Per tutta risposta gli butto mille bolle in faccia. Cerca di evitarle, ma le bolle lo colpiscono tutte in faccia.
Continuo a mandargli bolle ma lui scappa. – Che fai, hai paura? Codardo vieni qui! – gli urlo correndo a perdifiato per la piazza.
- Non sia mai che io venga chiamato codardo! – detto questo si blocca e inizia a spararmi bolle a più non posso.
Io naturalmente continuo l’attacco di bolle e nessuno dei due ha intenzione di arrendersi. Ad un certo punto il flash di una macchinetta mi abbaglia e Kyle ne approfitta per sferrare l’attacco finale.
- Basta, basta! Mi arrendo, mi arrendo! – Kyle sorride soddisfatto e poi alza lo sguardo.
Alzo anche io la testa e rimango a bocca aperta: le bolle sopravvissute volano libere nel cielo. E’ uno spettacolo meraviglioso.
- Dai torniamo a casa prima che tua madre si inizi a preoccupare. – in effetti da quando siamo usciti sono passate quasi 3 ore e mia madre lo scopre si arrabbia come una bestia.
- Peccato però, mi stavo divertendo.
- Immagina come ti divertirai domani, quando ti farò tradurre un’altra versione di Cesare! – dice ridendo.
- Bastardo! – rido e poi ci allontaniamo insieme dalla piazza.
  
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