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SOUND OF SILENCE
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Cap.
10
Crying
in the rain
I'll
never let you see
The
way my broken heart is hurting me
I've
got my pride and I know how to hide
All
my sorrow and pain
I'll
do my crying in the rain.
The everly brothers-Crying in the rain
-Hai
una sigaretta?-
Non
gliela voleva dare la sigaretta a quel tipo: ne aveva bisogno lei
prima di tutti. Non voleva essere scortese, però, e siccome
teneva
il pacchetto in una mano mentre con l'altra ne stava già
fumando
una, decise che forse era meglio non farsi dei problemi e gliela
diede.
-Grazie,
fumi fumo?-
No,
non lo faceva e fino a qualche giorno neanche fumava tabacco.
Eppure...
-Sì.-
-Va
bene, allora fumiamo insieme-
Mona
se ne stava seduta su quella panchina da tutta la mattina. L'aria
continuava a darle schiaffi sul viso, quasi era piacevole quel vento
gelido. Era riuscita a trovare un altro posto in cui stare oltre al
cimitero: un parco. Non un bel parco, forse quel parco era il
più
brutto del mondo e le uniche persone che potevano starci erano dei
tossici in cerca di posti tranquilli. Da un po' di giorni veniva
lì
ogni mattina a nascondersi, perchè sì sentiva uno
schifo, gli occhi
gonfi e la testa dolorante per il pianto e ogni giorno stava
lì a
fumare, nascondendosi come un adolescente, senza sapere
perchè. Ogni
tanto tra le fitte di dolore al cuore, o forse era solo senso di
colpa, si metteva a piangere.
Lo
sconosciuto che stava seduto alla panchina davanti alla sua stava
disfacendo la sigaretta e sostituiva droga al tabacco e in quel
momento niente le sembrava più interessante. Lo
fissò mentre
fumava, mentre quello, accesa la sua, si avvicinò
dandogliela e
sedendosi vicino a lei. Fece un tiro, sentendo un sapore molto
più
delicato e dolce di quello della sigaretta che stava fumando.
All'inizio, mentre finiva la sua, faceva tiri alternati alle due
paglie, poi quando finì quella col tabacco si
dedicò totalmente al
fumo.
Dopo
un po' le venne in mente l'idea più ragionevole che le fosse
venuta
in mente in quellle settimane, o forse è stata proprio
l'unica idea
che l'è venuta in testa.
-Non
è romantico?-
Allungò
le labbra in un sorriso, quel bel angelo biondo: non voleva
dirglielo, ma l'aveva fatto con molte altre ragazze. -Romantico?-
Aggiunse poi con un tono ironico.
-Sì...
insomma, siamo sdraiati sull'erba, e ci troviamo qui, a guardare le
stelle e le luci di Los Angeles, cavolo! Che spettacolo! Guarda!
Quello è il Carro Maggiore!-
-Mmm,
forse sarebbe tutto perfetto come dici tu se le formiche la
smettessero di assalirmi! E poi la mia schiena preferirebbe un
materasso!-
-Dai..
è la natura! E comunque dovresti essere abituato a stare
sdraiato su
vari pavimenti non molto comodi!-
-Ehi!
Guarda, guarda attentamente lassù..-
-Sì?-
-Quelle
stelle non ti ricordano due gran belle tette?-
Heather
rise, era impossibile creare un clima romantico con Duff.
-Sempre
il solito! Però in effetti anche la mia schiena preferirebbe
qualcosa di più comodo, la terra non è il
massimo!-
Duff
subito si girò verso lei e si mise sopra in modo da
guardarla in
faccia.
-Be',
se vuoi possiamo provare a cercare una posizione più comoda!-
Detto
ciò si mise seduto e prendendo la ragazza per i fianchi se
la mise
sul bacino, iniziando a baciarle il collo, lentamente. Heather
ridacchiava tra sé, felice, cercando ancora di godersi il
cielo
stellato.
-Sai,
hai ragione! Quelle stelle formano delle tette perfette!-
La
prima cosa che vide rientrando nel magazzino fu l'ultima cosa che
avrebbe voluto in quel momento. Steven era di nuovo sul suo divano,
se così si può ancora chiamare quell'oggetto che
era stato
recuperato tra la spazzatura, e purtroppo aveva con sè le
sue
bacchette.
-One,
two and three. E TA-TA-TA! TA TA TA TA! TA-TA-TA! Ehi Axl! Man! Come
va?-
Era
tentato di dirgli che andava meglio prima, Steven non è la
persona
che voleva vedere in quel momento, così loquace,
così fottutamente
sorridente e così casinista! Lui voleva solo starsene da
solo in
quel lurido magazzino!
-Mi
è piaciuto quando mi hai risposto!- Aggiunse ironico il
biondone
sorridendo, come al solito, non avendo ricevuto una risposta e
continuando a battere le bacchette l'una contro l'altra.
Il
rosso non aveva nessuna voglia di rispondere, ma non voleva nemmeno
sembrare preso male: ultimamente tutti gli stavano intorno, come se
avesse bisogno di loro.
-Steven,
per l'amor del cielo! Vuoi smettere con quelle bacchette prima di
tutto? Che ci fai qui?-
Lo
sapeva che poteva sembrare scazzato o isterico e che probabilmente
adesso Steven sarebbe andato dagli altri e avrebbe detto
“Nessuno
si avvicini, Axelina stasera è out!”, ma era
stanco e le bacchette
di Steven non lo aiutavano.
-Okok!
Stai calmo! Comunque ero qui con Slash, poi lui è andato e
io sono
rimasto qui!-
-E
perchè saresti rimasto?-
-Non
si possono mica lasciare gli ospiti da soli!-
-Ma
di che cazzo stai parlando, Steven?- domandò infine,
esasperato, ma
non ci fu bisogno di sentire la risposta. Comprese da solo quando
sentì stridere la porta del magazzino, che era come quella
di un
vecchio garage.
-Ehi
Steve, quel bagno fa proprio schifo!-
Steven
sghignazzò a quel commento, mentre Axl sussultò
sentendo la voce
della donna. Poi quando lei spostò i suoi grandi occhi blu
verso di
lui, sì pietrificò, solo il cuore batteva forte,
come se fosse
impazzito. Calò un silenzio imbarazzante, si sentivano solo
i colpi
di bacchetta causati da batterista, che, sentendosi fuori luogo,
aveva riniziato a giocarci.
-Senza
offesa per il padrone, ovviamente- aggiunse imbarazzata la donna -O
meglio dire i padroni considerando Slash!-
Non
ricevendo risposta da quella statua in cui si era trasformato Axl,
continuò a balbettare, quasi da sola, ricevendo dei
sorrisetti
divertiti di Steven come unica risposta.
-Eh
già... così.. ecco.. Steven mi aveva detto che
era abbastanza
accogliente, cioè il bagno, sai? E invece, oltre a esserci
freddo, è
solo... una specie di latrina... con una puzza tremenda!-
Axl
non poteva più ascoltare la donna brontolare.
-Che
ci fai qui, Erin?-
-Mi
sono divertito.. molto.. stasera- borbottò Duff.
-Eh
certo che ti sei divertito! Non c'è maschio che non si
diverte se fa
sesso.- disse Heather, mentre infilava la chiave nella serratura
della porta del suo appartamento.
Duff
riuscì a girarla verso di lui non appena la ragazza ebbe
girato la
chiave facendo scattare la serratura. La guardò negli occhi
e
tremando aprì la bocca quasi come per dire qualcosa ma
subito si
bloccò. Heather sorrise di quel comportamento, ignorando
quel peso
che sentiva a livello del cuore, che batteva sempre più
forte. Duff
si riprese, dopo aver pensato un po'.
-Tu
pensi sul serio che noi uomini pensiamo solo al sesso?-
domandò,
infine, fingendo una faccia scioccata.
-Sì
che lo penso, caro- rispose prontamente la brunetta, sempre
sorridente.
Duff
fece finta di pensarci, alzando i suoi bei occhi verdi in alto e
storcendo le labbra. La guardò negli occhi da cerbiatta e
dichiarò:
-Be',
sì, forse hai ragione- infine sorrise -Che gli uomini
pensano solo
al sesso, ma sta di fatto che stasera mi sono divertito grazie a te!
E, certo, il sesso è stata una parte fondamentale,
però...-
Fu
interrotto dalla risata di Heather, che non riusciva più a
trattenersi.
-Scusa,
Duff, ma è troppo bello quando ti sforzi di fare un
discorso!- disse
sorridendo -Comunque, mi sono divertita molto anche io conte stasera,
grazie, ti meriti un altro bacio!-
Il
biondo rispose al bacio della ragazza, fingendo di essere normale, ma
in realtà era turbato o forse sorpreso o spaventato,
addirittura!
Heather reagiva come nessuna ragazza aveva mai reagito, lo coglieva
impreparato, lo faceva agitare, lo faceva sentire ancora un ragazzino
alle prime esperienze. Dopo il loro solito bacio di saluto, Heather
prese la mano di Duff tra le sue e baciandola disse:
-Vieni
dentro con me, stasera-
Gli
occhi di Duff si illuminarono, non gli aveva mai permesso di entrare
nella sua dimora. Aprì lui la porta col sorriso stampato in
faccia,
che subito svanì. Sussultò per lo spavento, dopo
aver notato che
c'era qualcuno nella stanza in cui stava per entrare. Fece un passo
indietro quando quel qualcuno lo aggredì con gli occhi,
spaventati
da lui, gonfi di lacrime, poi si calmò, quando
capì di chi si
trattava e anche la ragazza davanti a lui sembrò calmarsi,
infatti i
suoi occhi diventarono di nuovo indifferenti e spostò lo
sguardo da
lui.
-Che
c'è Duff?- chiese Heather sospettosa per poi spingere l'uomo
dentro
l'appartamento ed entrare. Sì paralizzò per la
visione, quasi
pietosa, che vide.
-Mona...-
sussurrò.
-Forse
è meglio che io vada, ci vediamo!- annunciò
velocemente Duff, come
se avesse visto qualcosa che non doveva vedere.
Nemmeno
salutò il suo uomo, si precipitò dalla sua amica,
che se ne stava
rannicchiata per terra, abbracciata a se stessa, pallida come un
fantasma, i capelli sporchi, gli occhi fermi a guardare il vuoto, che
si riempirono di lacrime non appena l'amica si avvicinò e
l'abbracciò. Iniziò a borbottare tra i
singhiozzi, cercando di
farsi capire.
-Io..non...
Davvero, io non potevo!-
-Shh
Mona, stai calma!-
-No!
Loro erano così... Non ce la facevo!-
-Okok,
ora va tutto bene!-
-No!
No! Gli ho abbandonati ancora! Anche io.. me ne sono andata!-
-No,
tornerai, lo sanno anche loro!-
-Mio
fratello...mio fratello Heather- sussurrò alla fine, con
voce
flebile, si calmò un attimo, esausta dal viaggio e dal
piangere, di
nuovo a Los Angeles.
-Che
ci faccio qui? Ti stavo cercando, no?- rispose come se fosse la cosa
più ovvia.
-Erin..
questo non è il momento giusto- riuscì a malapena
a dire il rosso a
quel angelo dai capelli lunghi e ondulati e gli occhi più
belli del
mondo, quelli che sempre lo convincevano a ritornare da lei.
-C-cosa?
Axl sei assurdo! Come sarebbe a dire che non è il momento
giusto?-
Voleva
andarsene al più presto da lì. Cosa era venuta a
fare? Si illudeva
ancora che quella relazione sarebbe durata, forse?
Steven
si sentì veramente di troppo e cercò di
svignarsela:
-Ecco..
io forse è meglio che vada!-
-No,
Steven, ti prego, resta pure.- lo intimò Erin.
-Io..
n-non volevo dire questo, è che non mi aspettavo di
vederti.- Cercò
di difendersi Axl.
-Axl,
sono la tua ragazza, ricordi?-
Axl
si sentì subito una merda. Erin sapeva come farlo sentire in
colpa.
Non riuscì di nuovo a dire niente. Vedeva negli occhi della
donna
fastidio e rabbia e delusione e tutto quello che voleva fare era in
quel momento era andare e prenderle il viso tra le mani, abbracciarla
e dirle “certo che sei la mia ragazza” e invece non
poteva. Tanto
valeva rimanere coerenti.
-Ah,
ho capito Axl! Ti sei già scopato metà Los
Angeles, mentre eravamo
in pausa.-
Il
viso contratto, lo sguardo duro, che sosteneva facilmente il suo.
Può
fingere quanto vuole, Axl lo sapeva che era solo davanti a lui che
non esprimeva la sua tristezza, era anche lei orgogliosa , ed era
anche un bel gesto, perchè lui stesso non avrebbe sopportato
vederla
scoppiare con i suoi occhi. Erin era brava a mascherare la delusione
con la rabbia.
-Io..
no!-
-Ah
no? Scommetto che anche stasera sei rientrato così tardi
perchè eri
impegnato con una sgualdrina, o forse due!-
Non
poteva mentirle, non era stupida. Non poteva fare niente, bloccato
dall'orgoglio. Sapeva che non se la sarebbe cavata, sapeva che le
aveva fatto del male, gli bruciava la coscienza di averla delusa.
Quanto avevano sacrificato per il loro amore? Quanto avevano dato e
quante volte in fine Axl era riuscito a rovinare tutto? Quante volte
ha visto quella luce di sofferenza negli occhi della sua donna. Ma
lei era forte, non lo faceva vedere che stava male. Questa era la sua
scusa, ma la verità è che lui è un
egoista del cazzo e ogni volta
si sente peggio.
Duff
camminava veloce, perchè qualche oscuro motivo era rimasto
colpito
dall'immagine di Mona, aveva quasi il fiatone e chissà
perchè
voleva affrettarsi tanto a raggiungere il magazzino e dire ad Axl che
era tornata. Mentre il magazzino già era in vista, cercava
di
immaginarsi la reazione del rosso. Sì chinò per
aprire quel gran
pezzo di metallo arrugginito e accartocciato e spinse in su quasi con
violenza.
-Hey,
Axl, man! E' tornata.. Mona.. ricordi? Ciao Erin!- salutò
innocentemente la donna che stava giusto uscendo. Per un secondo fece
ordine in testa. -Erin? Che..?- Provò a chiedere, confuso.
-Ciao..
Duff- salutò lei con riluttanza -Me ne stavo andando-
Guardò
Axl, pietrificato che fissava un punto vuoto e come spostò
lo
sguardo sul volto sorridente di Steven, che stava ancora battendo le
bacchette fissandolo, si sentì dire:
-Tempismo
perfetto, Duff!-
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Salve! Fra un po' finiranno i capitoli deprimenti ;) Quanto tempo, eh?