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Autore: fille heureuse    14/04/2004    9 recensioni
6 anno, Hermione comincia a capire di provare qualcosa per Ron ma non se la sente di rovinare un amicizia... Ron/Hermione, Harry/Ginny
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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COLOR BLIND LOVE


Chapt 13 A BETRAYER



Il ragazzo guardava dalla finestra, le mani giunte, come per una preghiera silenziosa.
E forse era proprio vero, stava pregando.


Aprì la finestra.
L' aria fredda entrò crudele dalla finestra.
Guardò giù e gli venne un brivido.
Oltre al freddo, era molto in alto.
Per una frazione di secondo pensò che, forse, era la giusta soluzione.
Chissà com'era sentire quell' aria gelida che ti prendeva con lei, mentre cadevi...
E poi più niente.

Diede un calcio al muro e si rimproverò.
Non aveva nemmeno il coraggio di fare quello!
Poi sentì dei passi, fece un gran sospiro e si girò verso la porta della sua camera, cercò di assumere un aria spavalda, come al solito, ma in realtà aveva paura.

"Buon Natale Draco." disse l' uomo entrando e chiudendo dietro di se la porta.
"Buon natale papà..." disse lui piano.
"Bene..." Lucius tirò fuori dal mantello una strana sfera, era di un verde straordinario.
Al ragazzo vennero in mente gli occhi di Harry... rabbrividì.
Suo padre lo fissò con disprezzo.
"E' l' aria fredda..." mentì Draco.
"E perchè tieni aperta la finestra in pieno inverno?" chiese Malfoy velenoso e, con un gesto della mano, la chiuse all' istante.
Draco strinse i pugni e riprese a fissare la sfera.

"Sai già cosa dovrai fare..." disse Lucius con un sorriso.
"Si. Devo fare in modo che Potter trovi per caso la sfera, che in realtà è una passaporta, che lo condurrà dall' oscuro Signore..." disse Draco con voce sorda.
"Esattamente. Vai avanti..." Lucius prese a camminare su e giù per la stanza del figlio.
"Però la sfera può trasformarsi in qualsiasi cosa" continuò Draco "quindi la trasformerò in una cosa di proprietà di Potter, farò finta d' avergliela rubata, così la rivorrà indietro..."
"Bravo." disse Lucius posando al figlio una mano sulla testa "Dopodichè tu farai ritorno a casa con la passaporta che ti farò avere e... Terminerai gli studi con me."
Draco annuì, non riusciva a trovare le parole.
"In ogni caso non preoccuparti... il figlio di Nott ti aiuterà." Lucius fece per uscire.
"In altre parole" disse Draco cercando di controllare la voce "Se io non reggo tocca a lui è?"
L' uomo si girò e vece un verso sprezzante "Se tu fallisci, ovviamente. Ma augurati di non fallire." E chiuse la porta sbattendola.


Draco tornò alla sua finestra e l' aprì di nuovo, guardò il cielo, era così bianco che era quasi abbagliante.
Osservò l' immenso parco della sua tenuta.
E il piccolo laghetto alla fine del parco.
Ebbe una stretta al cuore.
Chiuse di scatto la finestra.
Ma ormai era tardi, il ricordo era riaffiorato, e non poteva fare a meno di ripercorrerlo.
Era passato quasi un anno...


Ricordava ancora ogni particolare di lui.
Christofer.
Un ragazzo alto, con capelli castano chiari sempre pettinati in una cresta...
Il suo migliore amico.
Con l' unico difetto di essere un babbano.

Si erano conosciuti per caso, nell' estate dei suoi 12 anni.
Quel ragazzo gli era piaciuto subito, soprattutto gli era piaciuta la sua estrema franchezza.
Erano diventati molto amici, al punto che gli bastava uno sguardo per capirsi.
Christofer intuiva che Draco non era un ragazzo normale e glielo faceva notare, ma lui cambiava sempre discorso, anche se sapeva che prima o poi gliel' avrebbe detto...
Si... prima o poi... la solita paura.


Poi un giorno di un anno prima...
Draco scoprì che era troppo tardi...
Quel ragazzo non c'era più.
Suo padre si era stufato della loro amicizia, e si era divertito con i suoi amici...
Draco aveva visto la casa in fiamme...

Insultava suo padre, fino a lacerarsi il cuore.
E la casa bruciava.
E lui urlava che lo odiava.


Cercò con tutto se stesso di pensare a qualcos' altro.
Non si era nemmeno accorto che stava piangendo... singhiozzava.
Si ascugò le lacrime e andò a stendersi sul letto.
Pensò che forse non doveva obbedire questa volta.
Non voleva uccidere nessuno, lui.
Perchè sapeva che se avesse consegnato Harry l' avrebbero sicuramente ucciso.
No. Non voleva.
Chris non avrebbe voluto.
Una volta l' aveva rimproverato perchè faceva sempre tutto quello che il padre gli diceva.

"Ah ti credevo più forte!" gli aveva detto.
Erano nel loro solito posto, il laghetto nella tenuta Malfoy.
"Insomma sei semplicemente... un burattino, ecco cosa sei."
"Non è vero!" aveva risposto Draco
"Ah no?!" Christofer rideva.
"Ti tiene in trappola! Tu non sei uno stronzo Draco! Eppure ti ho visto quando c'è lui..." una smorfia "Sembri proprio un soldatino!"
"Un soldatino stronzo?" aveva chiesto Draco. "Proprio come lui..."
"Esattamente! Be'... non che ci si potesse aspettare tanto da uno che chiama suo figlio Draco!"
Draco era scoppiato a ridere.
"Cioè! E' da pazzi no?! Vedi un bel bambino piccolo e come lo chiami... Draco! Ma bisogna essere matti! Me lo vedo..." Christofer provava ad imitare la voce di Lucius.
"Il piccolo Draco sarà l' onore della nostra antica famiglia." disse con fare solenne.
Draco rideva.
Christofer ridivenne serio. "Non c'è niente da ridere D."
Anche Draco si era fatto serio.
"Finirai per diventarlo sul serio, un soldatino stronzo."
"No. Io non..." iniziò Draco.
"Sono solo parole. Lui vuole che lo diventi. E io dico che li devi mandare tutti a cagare D.!! Si... perchè una vita a fare quello che dice tuo padre... a leccare i piedi di tuo padre... beh non è vita per niente!"
Draco ascoltava in silenzio.
"Tu puoi fare grandi cose. Me lo sento. Ma una vita del genere no. Una vita in gabbia non è per te. Promettimi che ti ribellerai, un giorno."
"Non chiedermelo." aveva risposto Draco.
"E invece te lo chiedo soldatino... Un giorno tu glielo urlerai in faccia... e lui ci rimarrà di merda! Prometti!"
Draco gli aveva sorriso "Lo prometto Chris. Un giorno..."

L' aveva deluso, tradito...
No.
Questa volta no.
Si sarebbe ribellato!
Ma aveva ancora troppa paura.

Paura di vivere.
Paura di morire.

Si alzò di nuovo, a guardare il cielo.
"Ti ho proprio deluso... Eh Chris?" chiese al cielo.
"Sono un caso perso." disse piano.



Harry era in una stanza buia...
C'erano delle catene alle pareti...
Lui voleva uscire.
C'era una risata nell' aria...
Sapeva chi era.
Voleva andarsene.
La risata aumentava di volume, fino ad assordarlo.
Harry urlava di smettere.

"Harry! Cos' hai? Un incubo?" era Ron
Harry si mise a sedere, era ancora a Grimmauld Place.
Era stato un incubo.
"Si... solo un incubo... torna a dormire." disse Harry all' amico.
Ron si alzò. Harry lo fissò perplesso.
"Beh.. è quasi ora Harry. Oggi è il primo giorno di scuola." Ron fece una smorfia.
"Ah. E' vero. Che schifo." Harry s' alzò a sua volta.
"Puoi dirlo forte amico!" disse Ron cominciando a vestirsi.
Erano tutti e due già vestiti quando la Signora Weasley venne a svegliarli.
"Oh... come mai siete già svegli ragazzi? E' un miracolo?!" chiese Molly.
"Moolto spiritosa mamma..." disse Ron.
"Beh, state attenti a non dimenticare nulla, vi aspetto in cucina" disse Molly richiudendo la porta.

A colazione Harry (costretto da Ron) parlò a Lupin del sogno che aveva fatto quella notte, quest' ultimo si preoccupò non poco, tempestando Harry di domande e concluse dicendo che avrebbe avvisato Silente.

Lasciarono Grimmauld Place con delle facce da funerale, guardarono il numero 12 scomparire tra le case e il loro umore, se possibile, scese ancora più in basso.
"Dovrebbero bandirla, la scuola!" disse Ron furioso.
Sua madre lo guardò male.
"Si! Dovrebbero farci stare a non far niente tutto il giorno!" continuò Ron sognante.
Gli altri ridevano.
"Io scommetto che ti stuferesti a non far niente Ron..." lo rimproverò la Signora Weasley.
"Perderesti mamma. Fidati." ribattè Ron.
Molly alzò gli occhi al cielo "Zitto e cammina Ron! O perderemo il treno!" disse secca.
Harry fece una smorfia che fece ridere Ron.
"Hai ancora voglia di scherzare?" chiese Molly spazientita.
"No..." disse Ron con veemenza.
" Io ti ammazzo! " disse Ron a Harry muovendo solo le labbra e facendo dei gesti.



Senza che se ne accorgessero passò il primo giorno di scuola del nuovo anno, tra chiacchiere e racconti vari.
Martedì Harry, Ron e Hermione stavano uscendo da una stressante ora di Pozioni con i Serpeverde.
Harry aveva notato un comportamento molto strano ed irritante nei Serpeverde, più del solito, soprattutto in Malfoy.
Credeva fosse una sua impressione, ma Ron e Hermione confermarono i suoi sospetti: Draco l' aveva fissato per tutta la lezione.
E la cosa non gli piaceva per niente.

Si stavano dirigendo in sala grande, dove dovevano incontrare Ginny.
Harry sentì come uno sguardo su di se. Si girò.
Aveva ragione. Malfoy e una numerosa banda di Serpeverde erano dietro di loro e, cosa straordinaria, invece di bersagliarli d' insulti e battutine, discutevano animatamente tra loro.
Anche Ron si girò, poi si avvicinò all' orecchio dell' amico.
"Non mi piace per niente." disse.
"Neanche a me." ribattè Harry. Aveva un presentimento sinistro.
Aumentarono il passo.
Più si avvicinavano alla sala grande e più le discussioni dei Serpeverde si facevano accese.


"Devi farlo adesso! Non possiamo farlo in Sala grande! Ed è quasi ora!!" disse Nott.
"Io non lo faccio." rispose Draco.
Gli altri lo guardarono sbigottiti.
"Ti vuoi tirare indietro..." disse un Serpeverde velenoso.
"Esatto. E fareste meglio a farlo anche voi!" ribattè Draco furioso.
Nott fece un accenno a Tiger e Goyle, che immobilizzarono Draco, poi si piazzò a pochi centimetri dal suo viso.
"L' ho sempre saputo che sei un codardo. Lo farò io." disse.
"Tu non muovi un dito!" lo minacciò Draco
"Ah si? E chi mi ferma? Tu?" chiese il ragazzo sarcastico.

"Potter!" chiamò Nott.
Harry si girò.
"Cosa vuoi?" chiese Harry burbero.
"Pensavo fosse mia..." disse tirando fuori una piuma verde, Harry la riconobbe, gliel' aveva regalata Ron per natale.
"Grazie." disse Harry secco e la prese.
Nott gli sorrise e gli fece l' inchino.
Tiger e Goyle trattenevano Malfoy, Nott gli si avvicinò di nuovo.
"Tranquillo. Hai fallito. Tuo padre sarà contento... tra un minuto Potter sarà da lui."
Draco si divincolò, ma lo spingevano via dal trio.
"No! Lasciatemi idioti! Non capite? Se lo fate siamo tutti fregati!" urlava il ragazzo.
"Sei solo un traditore, mi fai schifo..." gli rispose Nott.
"Vaffanculo! Lasciami andare!" urlava Draco disperato.
Harry, Ron e Hermione si accorsero di quel comportamento singolare.

"Harry, hanno in mente qualcosa."disse Ron
"Questo è certo... hai visto Malfoy?" concordò Harry.
"Ragazzi andiamocene di qui!" disse Hermione tirandoli per i mantelli "Oh, guardate, c'è Ginny!"
Harry si girò e sorrise alla rossa, che correva per raggiungerli, in quel momento una voce nota lo chiamò e si rigirò, stupito, verso i Serpeverde.
Draco non l' aveva mai chiamato così... non l'aveva mai chiamato Harry.

La scena che gli si parò davanti lo lasciò impietrito.
Draco che, liberatosi dai due energumeni correva disperato verso di lui.
"Molla quella piuma!" gli urlava.
"Harry, lasciala!!" urlò di nuovo.

Successe tutto in pochi secondi.

Draco toccò la piuma che Harry teneva ancora in mano con la punta delle dita. Per strappargliela.

Ebbe appena il tempo per sgranare gli occhi per la sorpresa, prima di sparire, insieme a Harry.

Ginny ed Hermione urlarono.

Ron lasciò cadere i libri che aveva in mano.

Poi si corse verso i Serpeverde che si erano raggruppati, ma prima di che avesse il tempo di raggiungerli, sparirono nel nulla.

Lasciando solo un attonito silenzio.







Ciao a tutti!!! Visto? Ho cambiato carattere... così mi sembra più leggibile!
Questo capitolo è diverso dagli altri, e spero sia venuto bene!
Comunque fatemi sapere il vostro parere! Ci tengo davvero! RECENSITE!
Ormai mi sono affezionata^_^
Un bacione.
Eli.
  
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