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Autore: itsjones_    03/03/2012    1 recensioni
..stavo bene così, per conto mio, poiché avevo imparato a fidarmi solo di me stessa.
Questo almeno finchè non conobbi Jacob Twist.
L’ho già detto che fu l’estate più calda da ben oltre dieci anni?
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10.
Salt meets wound. 

 


 
Una volta da bambina sognai un posto, un luogo strano,pieno d’alberi e lunghi ruscelli che conducevano a grandi vallate verdi,con immense distese di cielo azzurro sopra il mio volto. Correvo senza mai stancarmi laggiù, più avanzavo e più prendevo forza,senza perdere nemmeno una goccia di sudore. Quella era casa. Avanti a me c’erano delle case,non molte, ma erano tutte colorate con colori luminosi e freschi, e poi più avanti un lago,un luogo meraviglioso dove pescare e prendere il sole. Dalla cima della mia collinetta fiorita,riuscivo a vederla tutta, Blue Lake era casa mia,da sempre. Il mio piccolo paradiso terrestre dove mi rifugiavo quando avevo paura o mi sentivo sola e spesso anche inconsapevolmente.
Ma più ora guardavo quel posto,più credevo di essere finita all’inferno.
-
Accompagnai Thòmas a casa mia e gli e la mostrai,mangiammo qualcosa in fretta e poi gli dissi che avevo alcune faccende da sbrigare,ma che sarei tornata presto. Perlustrai a lungo ogni angolo più remoto di Blue Lake, ma non trovai Jake.
Quando tornai a casa la sera,tardi, thòm cominciò a farmi alcune domande, come e perché mi quel posto fosse ridotto così e come io,potevo centrarvi qualcosa. Gli dissi dell’incendio e che avevo bisogno di tempo per capire e per ritrovare la mia pace interiore e sarei tornata tra meno di due settimane ed era meglio se lui se ne fosse tornato a casa. All’inizio parve arrabbiato e disorientato: ‘tu mi tradisci’ urlò furioso,cominciando a sbraitare per tutte le stanze di villa Orange. Ma io rimasi in silenzio,finchè sfinito,non si addormentò nel divanetto blu del mio salotto. Era appena l’una,quando stanca anch’io mi avviai  verso la mia camera,lasciando il mio ragazzo da solo. Ma quando vi arrivai notai che qualcuno sedeva sul mio letto e mi fissava con i suoi occhi blu accesi nel buio artificiale della stanza: Jake.
«pensavo che non saresti più venuta» sorrise rimanendo composto.
Entrando feci scricchiolare il parquet e mi chiesi se Thòmas avesse potuto sentirmi, non avrei voluto che lo vedesse. «dove sei stato? Sono stata in pensiero»
«ho sentito arrivare un’automobile» affermò afono. «tecnicamente io non potrei stare qui»
Il ragionamento tornava. «ci sono ancora molte cose che devo sapere,molte domande che necessitano una risposta..» sospirai,per poi sedermi vicino a lui.
«ho paura» affermò poi,ed io appoggiai la testa sulla sua spalla calda.
«anch’io»
Ero troppo stanca,troppe cose stavano accadendo così tutte insieme,troppo poco tempo per pensare e riposarsi..
[…]
Indossava un vestito semplice,celeste chiaro,senza spalline. Era tenuto su dalla sua terza di seno e sopra vi era una fantasia fatta da graziosi fiorellini bianchi e arancio opaco. Non era troppo corto, le arrivava infatti,giusto appena sopra i ginocchi un po’ sbucciati. Era decisamente bella da vedere,specialmente con i capelli raccolti ai lati da un nastro intonato al vestito.
«oddio»
«hai visto un fantasma per caso?»
Il ragazzo mugugnò qualcosa e poi tossii,per mascherare l’imbarazzo. Odiava le smancerie e non le avrebbe mai fatto un complimento sincero, ma quella volta era diverso, aveva grandi progetti.
«sembri un angelo»
Lei sorrise,molto più imbarazzata di quanto potesse essere lui in quello stesso momento. E se avesse saputo, di certo lo avrebbe ringraziato,ma rimase zitta e si morse il labbro inferiore.
«che bello,la fanno ogni anno,ma sembra sempre più divertente..non trovi?»
La ragazza fissò le luci che provenivano dall’unica piazza del paese e i tendoni con le bancarelle. Quello era il giorno che preferiva in assoluto, gli abitanti di Blue Lake organizzavano una fiera,ogni trecentosessantacinque giorni,con danze, giochi e piccoli e sobri fuochi d’artificio.
Era meraviglioso.
«tre colori insieme! Diamine,non ne avevo mai visto uno così!» rise il diciassettenne fissando il botto che scoppiava nel cielo notturno,per poi morire nello stesso vuoto oscuro, e cadere,ormai invisibile,sul terreno spoglio.
«fantastico» seppe soltanto dire,lei.
Lui aveva pensato a quella notte da oltre un mese, sapeva che sarebbe successo, perché l’amava, perché la voleva troppo. Lo stesso valeva per lei, ma era troppo ingenua,ancora.
«guarda lì» fece lei, voltando il capo verso la foresta. Erano entrambi sdraiati sull’erba umida e lui rizzò il capo ed orecchie, vedendo mille insetti luminosi che vibravano quasi a ritmo di musica nell’aria.
«lucciole?»
«no..» rise lei «farfalle!» poi sospirò,continuando a fissarle «oh,non le trovi bellissime?»
«oh,si,lo sono» mah non le degnò del minimo sguardo,poiché il suo era rivolto soltanto a lei. E più la fissava più capiva,che ciò che voleva,stava combattendo con le unghie e con i denti per essere ottenuta.
Ma prima che lui potesse aprir bocca,lei si alzò in piedi e cominciò a muoversi. Anche lei cercò di andare a ritmo, ma non ne aveva bisogno,poiché era aggraziata e leggera come quegli stessi insetti.
«guardami» disse «sono una farfalla,SONO UNA FARFALLA
[…]
«ti sei addormentata di nuovo»
Stella aprii gli occhi e d’istinto fissò la finestra. Era ancora buio.
Jake la baciò. «ti amo» le sussurrò ad un centimetro dalle labbra un po’ secche.
Lei annuii e si rifugiò nella sua felpa. «ti amo» ripetè. «ti amo» di nuovo.
Ti amerò finchè ce ne sarà bisogno. Anche quando arriverà il sole,io sarò ancora qui e ti amerò.
Poi si sdraiarono ed infine lei lo lasciò entrare, con il corpo e anche con il cuore.
 
 
La cosa più triste che ricordo della mia infanzia,oltre al mio addio con Jake, è il funerale di sua nonna. La signora con il maglione rosso di lana profumata e la crocchia grigia,alta sulla testa,sempre in ordine. Non era alta,ne tantomeno magra, ma era sempre dolce con me e con suo nipote. Diceva sempre che lei era nata lì e che quella era casa sua, e ci sarebbe anche morta. Ricordo che fui molto triste quando successe. Poiché per me,lei,era come una nonna,poiché le mie non c’erano già più. Il giorno del funerale lo ricordo come se fosse ieri, indossavo un vestitino nero e delle ballerine semplici,dello stesso colore. Jake con la camicia,teneva le mani incrociate,come se pregasse e se ne stava al suo posto con il viso sull’orlo delle lacrime, ma senza piangere.
‘adesso sono solo’
Non faceva altro che ripeterlo: ‘adesso non ho più nessuno’ e poi lanciò un sasso nel lago,facendolo oscillare sulla superficie trasparente per una o due volte. I suoi occhi quel giorno brillavano più del solito, ma di una luce spenta e malinconica. lo abbracciai forte e per la prima volta da quando ci conoscevamo gli e lo dissi in faccia.
«ci sono io qui per te, ci terremo compagnia a vicenda.. perché anch’io sono sola,anch’io mi sento così,Jake»
E mentre lo dicevo pregavo con tutta me stessa, pregavo di non tornare mai più ad un funerale.
 
«guardami»
«i-io ti prego,ti posso spiegare»
«guardami,cazzo! »
Mi voltai ed i miei occhi si scontrarono con i suoi.
«ecco,vedi..»
«cosa?»
«non sono gli stessi occhi di cui mi sono innamorato,tu non sei più la stessa,ed io lo vedo sai?»
«ti prego! Ascoltami!»
«no,stella! Ascoltami tu,adesso!»
Nel suo sguardo era impressa una rabbia che non conoscevo,una sofferenza che non potevo provare,ma potevo riconoscere e capire.
«io ti amo,tom!»
Lui scosse il capo sorridendo nervosamente,
«no,non è vero.. e lo sai anche tu»
Poi sbuffò e finii di mettere la roba nel borsone, dopodiché si diresse alla porta e dopo avermi lanciato un’ultima,sofferente occhiata, si voltò e se ne andò da casa mia,da Blue Lake,per sempre.
Appoggiai la testa all’anta della porta. E dentro di me,nel mio profondo,sapevo che aveva ragione. Nonostante l’avessi amato,anch’io. Davvero.
«mi dispiace» fece Jake,appoggiando la guancia alla mia spalla nuda.
Io non mi voltai e continuai a guardare la sua macchina che spariva nella strada deserta «già,dispiace sempre quando succede,ma niente è per sempre..dico bene?» cercai di sorridere,di sdrammatizzare la cosa,mi mancava,è vero,ma doveva andare così.
Lui annui semplicemente e mi fissò. «ma fa sempre male,quando qualcuno se ne va»
Era un’allusione,era palese ed ovvio.
Mi accorsi di stare piangendo solo dopo pochi secondi.
«perché piangi adesso?»
«perché tu hai sofferto quando me ne sono andata.. non è così?»
Jake non rispose, ma alzò la testa da me e la inclinò verso destra e sospirò.
«non è forse così?»
« beh» disse «il nostro amore non si è mai fermato,nemmeno la distanza l’ha distrutto»
Non sapevo cosa dire, ero spiazzata, mi limitai a sorridere.
«Jake» esclamai soltanto.
«mh?»
«tu sai che è successo qui,non è vero?»
 
Quella notte feci un sogno.
Sognai il funerale della signora Margaret Twist. Rividi Jake e me vestiti di nero, con le stesse espressioni e la stessa tristezza nel volto,di tutti i presenti. Ma a differenza di quel giorno, i loro volti erano completamente bianchi,senza gli occhi,il naso e la bocca e nemmeno le sopracciglia. Erano soltanto vuoti,vuoti e macabri.
Rimanevo ferma perché avevo braccia e gambe immobilizzate dal nulla, da qualcosa che era invisibile ai miei occhi,ma che percepivo bene con la mente, era una presenza buia e triste come l’atmosfera, mi diceva qualcosa e mi impediva di portare il mio fiore bianco alla bara aperta nel terreno.
Poi,urlavo ed improvvisamente mi liberavo, ma quando arrivavo davanti ad essa, il mio volto s’impallidiva mentre guardavo cosa vi era dentro.
Avrei preferito morire,in quello stesso istante, morire o svegliarmi da quell’incubo,
ma poco prima vidi i fiori sulla bara che prendevano fuoco e con essi una giovane farfalla moriva bruciata e cadeva a terra disintegrata, come polvere.
Passò un altro giorno da allora e Jake sembrava più spento del solito, aveva persino la febbre, così decise di andare a letto,mentre io facevo una passeggiata,sola.
Finchè non incontrai l’assistente di William. Come si chiamava?
«Liam» disse con un leggero sorriso sul volto.
«scusami, è un periodaccio e dimentico le cose..»
Lui scosse il viso e si scusò.
«avete scoperto qualcosa?» chiesi cambiando argomento.
Eravamo davanti a quello che un tempo era il parco, o meglio i deliziosi giardinetti pubblici dove si riunivano i bambini per giocare, ma dove io e Jake non andavamo quasi mai, le poche volte erano quelle in cui c’erano gare e contest di pesca ed il lago era inaccessibile.
«poco,purtroppo» sospirò lui «qui il clima fa schifo..e Juliet fa sempre quel che diamine gli dice Will,la trovo insopportabile!»
«lei ti piace,vero?»
Lui si fece rosso in volto. «ehy! Non è vero!»
«ma a lei piace l’altro. È un classico, ci sono passata anch’io»
Liam cominciò a ridere come un bambino «dì un po’,Stella..ce l’hai il ragazzo?»
Ci pensai un po’ su. «fino a due giorni fa si,poi lui ha scoperto che avevo un altro eh..beh è complicato, Jake è complicato!»
Sembrò non capire. «chi è Jake?»
«oh,giusto,non l’avete mai visto voi.. beh lui è,è difficile da spiegare in effetti» feci con aria pensierosa «sta a villa orange con me, eravamo amici da bambini e adesso lui è tornato,si,come un fungo!»
Liam parve ancora più perplesso «Jake,mh,sai che non mi è un nome nuovo?»
«bhe,qui in america è un nome piuttosto diffuso»
Poi lui scosse il capo. «oh,no,scusa..mi sto confondendo, vedi ho fatto una specie di ricerca per capire quali abitanti di Blue Lake fossero ancora vivi,per poterli intervistare,capisci?»
Io annuii.
«eh mi era capitato di leggere di un certo Jacob Twist,la sua storia è molto famosa,perlomeno se si parla di Blue Lake»
«quale storia?» chiesi,dunque.
«mah si,dai! La storia dei Twist! Pare che ci sia un mistero bello grosso dietro quella famiglia.. vedi,si dice che il padre abbia fatto fuori la madre..BANG! un colpo secco di pistola e lei è schiattata..»
Quelle parole mi lasciarono più perplessa di quanto già non fossi.
«oh mio dio..e che mi dici di Jacob?» se c’era altro da sapere,qualcosa che Jake non mi avesse voluto dire da piccoli,adesso l’avrei saputo.
«beh si dice che il padre sia tornato successivamente e che..»
«e che?»
Lui sbuffò «che abbia fatto fuori pure il ragazzo e poi si sia ucciso»
Impossibile. L’unica cosa che il mio cervello partorì in quell’istante fu ‘impossibile’
«mah non mi prendere il parola,Parker! Queste sono tutte leggende metropolitane, chissà magari adesso Twist è casa sua,chissà dove, che mangia un panino o guarda la tv»

 







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piccolo spazio personale.
ok ci siamo, da ora in poi posso tornare a scrivere °O° mhuahauhuh,quindi temo ci vorrà un pò di più per postare, LOL, ok, france, scusami se qualche volta tomàs lo scrivo così e qualche volta scrivo thomas, o tòmas ma sono vecchi errori di distrazione, comunque GRAZIE per tutto quello che scrivi, mi fa davvero tanto tanto piacere! <3
  
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