Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
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Autore: Anor    04/03/2012    4 recensioni
E' il 20 Novembre del 2010 e il concerto di Adam Lambert ad Amsterdam lascia il pubblico in completa estasi.
Due brevissimi capitoli che descrivono in chiave ironica le sensazioni del cantante (1° capitolo) e del bassista (2° capitolo) durante "Whole Lotta Love".
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qua il secondo capitoletto, con il PoV di Tommy :)
Sono stata veloce, questa volta (ma non vi viziate troppo, mi raccomando :D).
Beh, non penso di aver nient'altro da dire che buona lettura.


Stasera Adam ha superato sé stesso: oltre al bacio di Fever -che, per inciso, è stato fantastico- e a quello di Purple Haze, prima si è fatto una canna davanti a tutti, poi ha fatto un pompino al microfono.

Se stava cercando un modo di far collassare il pubblico, l'ha trovato.

Io rimango qua nel mio angolino da Pretty Kitty, e mi godo lo spettacolo, finché lui non decide di andare a cantare sul palco sopra le scale.

Maledetto, e adesso io chi guardo? Mi perderò tutto il bello, che palle.

Ecco, adesso inizia anche a mugolare sensualmente a ritmo di musica, e io non posso vedere cosa fa. 

Fai finta di niente, continua a suonare! Presta attenzione agli accordi GLI ACCORDI, TOMMY!

Ma la voce si fa sempre più sensuale, e io non riesco a resistere alla tentazione di guardare.

Scosto il ciuffo dal viso, e così facendo mi volto verso di lui.

E' vicino, molto vicino, troppo vicino e ha le gambe aperte.

Ovviamente sono sordo agli avvertimenti della vocina che mi dice di non guardare lì. Come potrei non guardare? Chi, al posto mio, non guarderebbe?

Solo quando mi sono accostato alla sua gamba mi azzardo a distogliere lo sguardo, spostandolo verso le chiavi del basso per smorzare un po' quell'atmosfera che si era venuta a creare.

Sento il ginocchio di Adam che mi stuzzica, e lui che si avvicina.

Vorrà che mi volti? Probabilmente sì.

Lo faccio e rimango bloccato nel vederlo così fottutamente vicino.

Così vicino che in un attimo mi perdo nello splendore dei suoi occhi e nel suo respiro caldo, e non posso fare a meno di avvicinarmi ancora.

Non ci dovremmo baciare, adesso…

Sinceramente, mi importa poco di seguire la tabella di marcia -anzi, non mi importa proprio per niente-, visto che è Adam a decidere queste cose, ma anche lui sembra essere del mio stesso avviso quando mi sfiora le labbra con le sue.

La mano corre istintiva al cavallo dei pantaloni.

Ci sono momenti in cui mi chiedo se quello che facciamo sul palco sia ancora fanservice o se lo sia mai stato veramente.

Da parte mia lo è stato solo la prima volta, ma mi aveva colto di sorpresa!

In realtà non so cosa pensi Adam al riguardo, non gliel'ho mai chiesto, ma la risposta mi sembra scontata quando la sua lingua invade con irruenza e passionalità la mia bocca.

Tento inutilmente di fare qualche accordo con le dita per dar prova di un minimo di lucidità, ma mi perdo appena sento la mano di Adam raggiungere il basso.

Mentre fa scorrere il microfono sulle corde, tento di raggiungere il suo corpo con la mano.

Sento il bisogno di contatto fisico, di sapere che lui è vicino a me e che, per ora, non si vuole allontanare.

Proprio in quel momento, però, lo sento staccarsi dalle mie labbra.

Non voglio che finisca già.

Era tutto perfetto.

Prolungo ancora un po' il contatto, con la vana speranza di riuscire a tenerlo ancora un po' tutto per me.

Generalmente non sono una persona gelosa, ma quando si tratta di Adam mi sento un po' un fidanzatino isterico…chissà perché.

Quando ci dividiamo resto a guardarlo, perché quel ragazzo è qualcosa di spettacolare quando si muove: potrei stare a guardarlo una notte intera senza stancarmi e senza distogliere lo sguardo.

Sogghigno, quando noto di avergli lasciato una discreta quantità di rossetto sul viso, segno inconfutabile dei miei baci, poi mi allontano e scarico l'eccitazione suonando e muovendomi un po'.

Quando torno al mio posto, un Adam tutto scarmigliato con il gilet sganciato si siede in terra, vicino a me.

La tentazione di strusciarmi al suo braccio è troppo forte, non resisto.

Forse mi lascio un po' trasportare dai fumi dello spinello -che anche io ho contribuito a finire- quando mi appoggio pesantemente su di lui strusciando il cavallo dei pantaloni alla sua spalla.

Lo stuzzico un'altra volta con la gamba, quando il movimento del gilet mi fa ricordare che probabilmente, così aperto, lascia intravedere il succhiotto che gli ho lasciato proprio ieri sera sul petto.

Mi dice sempre di evitare i succhiotti in posti che possono essere visibili, e io gli do retta. Ma se lui tiene il gilet sganciato si vedono!

Stasera mi sente.

Sì, sì, stasera faremo una chiacchieratina, noi due.

Possibilmente da soli, in camera…
 


Note dell'autrice
Grazie mille a chi ha seguito anche questo secondo capitolo ^v^
I vostri commenti alla storia sono sempre ben graditi e le critiche sempre costruttive, per cui se avete qualcosa da dire, non esitate a lasciare anche una piccola recensione per esprimere il vostro parere.

Anor

   
 
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