'E' stato orribile San, avrei voluto prendere la bacinella per il vomito e lanciargliela in testa!'

'Come sei sempre melodrammatica, Rach! Finn non è così male.. E poi, con tutto quel ben di dio che avevi di fronte, tu pensavi al vomito!?'

Rachel sospirò e riprese a mangiare il suo yogurt. Santana, la sua migliore amica dai tempi dell'università, era sempre stata molto aperta e senza peli sulla lingua.

'Sono arrivata a casa alle 22.30, e ovviamente Sam era furioso. Ormai è la terza settimana di fila che faccio il turno prolungato'

'Scusami Rach, ma venerdì stavo veramente poco bene' la ragazza dalla carnagione scura e i capelli corvino mise una mano sulla spalla dell'amica. 'Però Sam potrebbe anche darsi una calmata, non credi? Del resto sapeva a cosa andava incontro fidanzandosi con una futura dottoressa'

Rachel annuì. Ogni tanto il suo ragazzo sapeva essere veramente pesante, e Santana lo sapeva più di chiunque altro, avendo assistito in diretta a tutte le sue crisi di gelosia.

'La pausa pranzo è finita, dobbiamo tornare a lavoro. Che programmi hai?'

'Pronto soccorso, palla mortale. Tu, Rach?'

'Un paio di TAC e qualche visita di routine. Ci vediamo stasera da Breadstix? Tu, io e Kurt, come ai vecchi tempi?'

'Mi sembra perfetto'

Dopo aver salutato la sua migliore amica, Rachel si avviò verso il secondo piano. Mentre camminava immersa nei suoi pensieri, sentì delle voci provenire da una stanza vicina.

Guardò l'insegna sulla camera: 302. La camera di Finn.

'La chemio non ha funzionato come avrebbe dovuto-' La voce del Dottor Martinez era ben riconoscibile dall'altra parte della porta. Rachel si avvicinò ancora di più.

'Purtroppo la Leucemia ha raggiunto uno stadio troppo avanzato. Non possiamo più fare niente. Un'altra chemio servirebbe solo a peggiorare la situazione. Mi dispiace, Finn'

La ragazza rimase immobile, la mente colma di pensieri. Quel ragazzo che aveva trattato male, offeso e deriso, stava per morire. Aveva visto morire tanti pazienti, ma non aveva mai provato una fitta al petto come quella che sentiva ora.

Quando i dottori furono usciti, aspettò un paio di minuti e poi bussò alla porta.

'Chi è?' la voce soffocata del ragazzo fece venire un groppo in gola a Rachel, che si fece strada lentamente verso il letto.

'Ah, sei tu' Finn girò la testa verso la finestra, le cui persiane erano ancora chiuse.

'Io.. ecco..' Rachel sentiva la gola secca e impastata. 'Volevo scusarmi con te per ieri sera. Non mi sono comportata bene'

'Non fa niente, tutto risolto' Il ragazzo continuava a fissare le tapparelle.

'Non è un po' buio qui?'

'Mi piace così'

'Sei sicuro? C'è un gran bel sole oggi, sono sicura che-'

'Hai sentito tutto, vero?' Finn si girò verso la specializzanda, gli occhi lucidi e l'espressione seria.

Rachel annuì.

'Non ho bisogno della tua compassione, Berry'

'Lo so. Hai bisogno di un'amica, però'

'Amica?'

'Sì. Mi dispiace di averti trattato male, ieri, ma quella che hai visto non è la vera Rachel Berry' La dottoressa si mise a sedere sul bordo del letto.

'Te l'ho detto, non fa niente. In qualsiasi caso non ho bisogno di te. Non ho bisogno di nessuno. Un paio di mesi al massimo e sarò solo uno dei tanti pazienti morti del Lima West'

Le ultime parole uscirono soffocate dalla bocca del ragazzo, come se fosse sul punto di piangere.

'Non è così. Hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino nel tempo che ti rimane, e lo sai anche tu'

Rachel si alzò dal letto, lo sguardo fisso sul ragazzo dalle guance scavate.

'Ora devo andare, sono già in ritardo. Ci vediamo, Finn'

Prima di uscire, la ragazza si avvicinò alla finestra e alzò le persiane, facendo entrare nella stanza un'ondata di luce estiva.

'Ciao, Rachel'

Mentre andava verso la reception, Rachel pensò a Finn. Era sicura di averlo visto sorridere, prima di uscire.

'Dottoressa Hoffelmann? Vorrei occuparmi del caso Hudson'