Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Cathy Earnshaw    04/03/2012    1 recensioni
Alcesti è una giovane donna orgogliosa e intraprendente. Vive con la madre e le tre sorelle minori nella ricca città di Darkfield grazie all'eredità lasciata loro da Sir Merthin, suo padre, Cavaliere scomparso in circostanze non accertate. Ma il vento sta per cambiare. La ragazza sta per intraprendere un viaggio sulle orme del genitore che la porterà a scoprire il potere della magia, il valore dell'amicizia e la forza dell'amore.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alcesti aprì gli occhi, e lui era lì, al suo fianco. Che fosse stato tutto un terribile incubo? Il pallore ancora più marcato di Kysen e le ombre scure sotto i suoi occhi erano inequivocabili.
- Sei sveglia, finalmente…- sospirò il Principe.
Sbatté gli occhi e si alzò a sedere. Le girava la testa. Quando per la prima volta si guardò attorno con attenzione, riconobbe l’ospedale di Frate Rudolph. Era la stanza riservata ai Cavalieri. Vi erano ricoverate altre tre persone, ma non riusciva a vedere chi a causa delle tende tirate attorno ai giacigli.
- Siamo ancora qui, dunque…- disse.
Kysen sorrise.
- Abbiamo vinto, Al… per il momento si, siamo ancora qui-.
Alcesti fu improvvisamente trafitta dalla consapevolezza che un dramma si era consumato, e sussurrò:
- … Vanessa…-
Il Principe abbassò lo sguardo. La Fenice si sentì soffocare: possibile che il loro fiero Capitano fosse caduto? Una lacrima le scivolo lungo il viso.
- Quanto ho dormito?-
- Due giorni-.
- Quindi le altre persone in questa stanza sono gravi?-
- Sinéad ha qualche frattura, Claude ha preso una brutta botta in testa ma si sta rimettendo, a Siegfried è stata recisa l’arteria femorale. Rud l’ha preso appena in tempo-.
Alcesti tirò un sospiro di sollievo.
- Come stai, Principe?-
- Bene, grazie a te… ma tu sei qui per miracolo. Ricordi cosa ti dissi riguardo al limite da non superare? Tu l’hai fatto ampiamente-.
- Era ben altro il limite che avevi superato tu. Eri praticamente morto, Ky, se non avessi usato tutta la mia energia ti avrei perso per sempre…-
- Sei stata coraggiosa, ragazzina, ma potevi morire anche tu!-
Alcesti lo guardò con un’aria remissiva, che non le si addiceva per niente.
- Che senso avrebbe mai potuto avere la mia vita senza di te? Valeva la pena di rischiare, no?-
Kysen avrebbe voluto mantenere il proposito di rimproverarla, ma dovette cedere e la strinse forte a sé. Era così felice che fosse viva, e di essere vivo a sua volta… dopo tanti anni, calde lacrime tornavano a cadere dai begli occhi di ghiaccio.
- Ky, stai… piangendo?- domandò Alcesti sbalordita.
- Ho avuto così tanta paura… quando ho aperto gli occhi eri lì, priva di conoscenza, e il battito del tuo cuore era così debole… ero sicuro che ti avrei persa, e che avrei convissuto per il resto della mia vita con un corpo che era stato la causa della tua morte…-
- Ti avrebbe ricordato anche che qualcuno teneva tanto a te da dare la sua vita in cambio della tua-.
Alcesti si liberò dalle sue braccia e gli asciugò gli occhi.
- C’è qualcosa che devi dirmi, vero?-
Kysen si domandò come facesse a leggergli sempre nel pensiero.
- Rudolph dice che il tuo incantesimo è stato perfetto, e che non ha mai visto niente di simile per potenza e precisione-.
- Disperazione?- suggerì la ragazza.
- No, Al. Ha ragione: il tuo è un talento naturale. Mi ha pregato di parlarti. Vorrebbe che tu completassi gli studi di medicina e ti occupassi dell’ospedale con lui-.
Alcesti rimase per un attimo a bocca aperta, poi si ricompose e si fece pensierosa, ma a Kysen non era sfuggito il lampo che aveva attraversato i suoi occhi. Dopo un lungo silenzio, durante il quale evidentemente aveva soppesato i pro e i contro di una scelta simile, disse:
- Questo comporterebbe lasciare la squadra…-
- Ne ho già parlato con Rud. Sei un elemento troppo importante, perciò se si dovesse presentare la necessità, saresti reintegrata a pieno titolo. Tutto ciò, naturalmente, comporterebbe riuscire a studiare, lavorare ed allenarti allo stesso tempo-.
- Questo non mi preoccupa-.
- … e troveresti anche il tempo per il tuo Principe?- sussurrò Kysen con lo sguardo basso.
Alcesti sorrise.
- Da quando sono arrivata in questa città sei stato la mia priorità, per un motivo o per un altro. Senza di te tutto questo non sarebbe possibile. Probabilmente sarei ripartita subito per Darkfield, e avrei avuto tutt’altro destino-.
Kysen la guardò di sottecchi.
- Dunque? Accetti?-
- Non lo so, Ky- Alcesti sospirò. – Lasciare l’esercito, perché di questo si tratta, vorrebbe dire non poter più combattere, e sai quanto mi piaccia combattere… d’altra parte, la medicina mi ha sempre affascinata, e l’idea di completare gli studi mi alletta. Mi avete messa in crisi-.
- Al, sai che non sono capace di mentirti, per quanto io ci abbia provato. Desidero ardentemente che tu abbraccia la proposta di Rud. Combatterei molto più sereno sapendoti al sicuro. E poi è una bella possibilità per te, pensaci bene, perché potrebbe non ripresentarsi-.
Alcesti appoggiò la fronte al suo petto. Non era ancora persuasa.
- Sai una cosa, ragazzina? Pensavo a quando hai manifestato il potere della Fenice. Forse l’abbiamo interpretato nel modo sbagliato. Ci siamo focalizzati sulle caratteristiche che potevano essere associate al combattimento, ma forse dovevamo concentrarci su un altro aspetto… le lacrime della Fenice sono miracolose: sono antidoto contro tutti i veleni, e rimarginano le ferite-.
Alcesti lo guardò sorpresa.
- Ricordo…-
- Forse era un’altra la strada che ti indicava…-
La ragazza sorrise.
- Dove posso trovare questo Rudolph?-
 
I funerali di Vanessa coinvolsero tutta la città. Fu allestito un grande corteo, al quale tutti i Cavalieri parteciparono, anche Sinéad, Claude e Siegfried, accompagnati da Frate Rudolph e dalle Suore infermiere. Era il terzo giorno dopo la battaglia, e la vita della città ricominciava lentamente a scorrere, in quella atmosfera insonorizzata, in quella calma surreale che segue sempre uno spargimento di sangue.
La bara fu simbolicamente trasportata dal campo di combattimento, luogo in cui il valoroso Capitano era caduto, alla Cattedrale, dove si celebrò il rito. La luce del sole che filtrava dalle vetrate colorate creava un contrasto macabro con il nero delle vesti dei cittadini riuniti nel luogo sacro. Vanessa fu poi sepolta nel cimitero adiacente.
Per Alcesti, quello, era il primo giorno di libertà. Frate Rudolph non aveva voluto dimetterla prima di quella mattina, nonostante ormai non avesse più bisogno di cure. Nella folla in processione, si sentì prendere la mano. La riconobbe all’istante: era la mano fredda e sottile di Kysen.
- Dovresti essere là davanti con sua Maestà, non qui in mezzo a noi poveri Cavalieri- sussurrò.
- Preferisco stare insieme al mio popolo e a te-.
Alcesti abbassò lo sguardo e arrossì.
- Stai dicendo che vuoi ufficializzare?- domandò.
- Non ce n’è bisogno, temo. Probabilmente lo sa tutta la città-.
Alcesti gli strinse di più la mano. Cosa avrebbe detto suo padre? Se era vero che aveva immaginato una possibile relazione tra sua figlia ed Ares, cosa avrebbe pensato di Kysen, il più schivo dei due Principi, il meno socievole?
 
Finita la cerimonia, era necessaria riunire il Gran Consiglio: il problema riguardava l’elezione del nuovo Capitano, che doveva tenersi il prima possibile, oltre che il parziale ritiro della Fenice. Il sotterraneo, quel giorno, era più freddo del solito. Il posto vuoto al fianco del Comandante pesava come un macigno. I Cavalieri entrarono silenziosamente e si sedettero ai loro posti. Kysen parlo:
- Fratelli e sorelle, mi rendo conto che chiedervi di riunirci oggi è stato crudele, ma ancora più crudele è ciò che sto per chiedervi di fare: bisogna eleggere subito un nuovo capitano-.
I Cavalieri annuirono gravemente, il dolore dipinto sui loro volti. Kysen riprese:
- Prego ognuno di voi di scrivere su un pezzo di pergamena la vostra preferenza. Come sapete, io non voterò, a meno che si presenti un caso di parità: se ciò dovesse avvenire, la decisione spetterà a me-.
I Cavalieri presero le pergamene, ma Alcesti si alzò, sotto gli occhi stupiti di tutti.
- Io… devo comunicarvi il mio parziale ritiro dalla squadra-.
Tutti trattennero il respiro.
- Stai scherzando? Perché?- domandò Christopher.
- Frate Rudolph vorrebbe che mi occupassi dell’ospedale e…-
- … e io l’ho caldamente invitata ad accettare- concluse Kysen.
Gli sguardi si spostarono su di lui, che li sostenne senza un briciolo di vergogna. Era ben consapevole che ognuno in quella sala conosceva la ragione delle sue parole. Riprese:
- Alcesti continuerà ad allenarsi con noi per poter, in caso di necessità, rientrare a pieno regime. Ovviamente, per questo motivo, la Fenice è esclusa dalla rosa del candidati-.
I Cavalieri votarono. L’esclusione della Fenice aveva complicato leggermente le cose, perché alcuni di loro pensavano proprio a lei come Capitano. Infine, senza bisogno di un intervento del Comandante, il Gran Consiglio elesse Yurika, la Libellula. Sapendo che, comunque, nessuno di loro era in grado di sostituire la determinata, instancabile, esperta Farfalla. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Cathy Earnshaw