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Autore: _Arse_    04/03/2012    1 recensioni
L'ho scritta a scuola durante l'ora di supplenza in cui mancava la prof. d'inglese :3
Non so se continuarla,dipende se recensirete o no.
Grazie a chi leggerà,semmai qualcuno lo farà.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNO.
- Capitano,non c'è nessuna traccia di essenza fantasiana! -
- Continuate a cercare,razza di rimbambiti che non siete altro! -
Ryan si appoggiò ad una grossa colonna frantumata a metà ed emise un ringhio spazientito.Erano ore che perlustravano quella che fino a poco tempo prima doveva essere una delle numerose città della California.Essere il leader era un compito che gli piaceva,ma aveva sempre un prezzo da pagare:doversi portare dietro ad ogni missione quel branco di idioti che aveva come compagni di team.Lui preferiva lavorare da solo,non aveva mai bisogno di nessuno e mal l'avrebbe avuto.Certo,il fatto che fosse il figlio del capo supremo dei Realisti era un vantaggio.Poteva avere tutto ciò che desiderava quando lo desiderava.Insomma,era il massimo per un diciasettenne come lui.Lanciò uno sguardo ai suoi compagni di squadra e non potè fare a meno di imprecare per la loro inadeguatezza.
Con una lieve spinta in avanti si staccò dalla colonna e iniziò a camminare con passo felpato intorno alle macerie,senza una meta precisa.Qualcosa,in mezzo a tutto quel caos ci doveva ancora essere,anche solo un semplice capello che potesse aiutarli a scovare quel gruppo di Fantasiani.

D'un tratto si fermò,portandosi una mano sulla cintura di pelle che gli cingeva la vita e che,per dirla tutta,l'aiutava a non fargli cadere i pantaloni,bassi com'erano.
Ne trasse una specie di sassolino nero,piccolo quanto una biglia e perfettamente rotondo.Lo possedevano tutti,nel team,e serviva a rintracciare ogni piccola forma di magia o movimento soprannaturale.Lo chiamavano Sasso.(Cosa vi sareste aspettati,da loro?)Suo padre gli aveva spiegato che erano di proprietà dei Fantasiani,che li usavano per compiere i loro incantesimi,ma che era riuscito a sottrarli a tutti,convinto che servissero a quacosa.Non aveva avuto torto,in effetti.
Riprese a camminare,con l'oggetto stretto nel palmo della mano sinistra.Mentre proseguiva nella ricerca,si accorse di un ragazzo seduto su una vecchia sedia da ufficio tutta sgualcita,posta in mezzo alle macerie.Trattenne l'impulso di strozzarlo con le sue stesse mani e deglutì.
- Derek,alzati da lì e continua la ricerca! - Urlò,facendo sobbalzare il diretto interessato.
- S..subit..to ca..capi..tano. Ma..ma prima..vo..vorr..ei..chi..chieder..ti..scu...scusa. - Balbettò lui,alzandosi goffamente dalla sedia.
Ryan rise. - Scusa? Solo per aver usato una delle nostre armi senza chiedermi il permesso,facendo così un terribile casino grazie al quale quel gruppo di Fantasiani che stiamo cercando si sono messi al sicuro per non farsi trovare da noi? Non hai fatto niente di grave,amico! - Gridò,sarcastico.
Derek abbassò lo sguardo,voltandosi piano verso il resto della squadra per rimettersi al lavoro.

Ryan tornò a concentrarsi sulla perlustrazione,ancora più spazientito.Stava giusto per spronare gli altri a continuare la ricerca quando vide qualcosa.
Sotto un gruppo di mobili fatti a pezzi tutti ammucchiati fra loro,spuntava un pezzo di stoffa completamente sporco di terra.Avvicinandosi cautamente,si chinò sui resti e afferrò la stoffa,tirandola leggermente.Si udì un tonfo secco,dovuto alla caduta dei mobili,che avevano perso improvvisamente l'equilibrio.
Ryan si ritrovò fra le mani un pupazzo.Un piccolo orsacchiotto di stoffa che aveva perso un'orecchio.Due pallini neri scritti con il pennarello gli disegnavano il viso.Il naso e la bocca non ce li aveva.Il ragazzo sentì il palmo della mano riscaldarsi,e vide che il Sasso si era illuminato;segno che in quel che aveva trovato c'era traccia di magia.Le sue labbra si incurvarono in un sorriso sghembo.
- A nord! Tra mezzo kilometro dovremmo trovare quello che cerchiamo! - Gridò,trionfante.

 
 

**************************************************************

 

Alex se ne stava ancora appoggiata al vecchio cancello della scuola,con un'espressione pensierosa.Non era mai successo che i nemici ritardassero così tanto.
Che Toni avesse frainteso qualcosa? In fondo era stato lui a dare l'allarme d'attacco.
Sospirò,senza mai smettere di guardarsi intorno.Non le era mai capitato di distrarsi e non doveva farlo neanche in quel momento,nonostante fosse tutto tranquillo.O quasi.Improvvisamente scorse in lontananza un gruppo di persone.Vestivano giacche e pantaloni neri e non sembravano avere buone intenzioni.
Alex aguzzò la vista,e intravide che c'era un ragazzo che correva,poco più avanti di loro.Aveva una chioma di capelli biondi tirati in su da una cresta,era alto e magro,le braccia segnate da muscoli non esageratamente evidenti.I lineamenti del viso lo rendevano affascinante e misterioso allo stesso tempo.

- Eccoli.. - Sussurrò la ragazza,correndo a serrare il cancello d'entrata della scuola.Immaginò che questo non sarebbe bastato per fermarli,per cui decise di ricorrere al suo potere. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente,poi,spinta da una forza nascosta alzò le mani davanti a sè e raccumulò tutte le macerie che aveva intorno,creando un muro intorno all'edificio.
Si voltò,con i pugni serrati.Non aveva certo paura di un branco di ragazzi che avevano più o meno la sua stessa età,e poi sapeva di avere un talento per il combattimento.Si esercitava tutti i giorni con i suoi compagni di avventure e vinceva sempre.In poche parole,andava fiera di essere una guerriera.
Il gruppo di ragazzi si fermò,qualche metro lontano da lei e il ragazzo biondo fece qualche passo avanti,fissandola gelido.
- Picchio anche le ragazze,se serve. - Disse,scandendo bene le parole.
Alex alzò gli occhi al cielo,per niente sorpresa da un'atteggiamento simile.
- Allora fatti sotto,signor micredofigomanonlosono. - Sibilò fissandolo dura.
I ragazzi intorno a lui ridacchiarono,nel vano tentativo di farle cambiare idea ma lei non l'avrebbe mai fatto.Non la conoscevano per niente.

- Ho un nome,donna. - Si pavoneggiò lui,tirando fuori con uno scatto velocissimo delle catene azzurrognole che sprigionavano elettricità.
Alex indietreggiò di un passo,senza rendersene conto.
-Non mi interessa come ti chiami,e non mi arrenderò così facilmente a voi.Sappiatelo. - Disse,decisa.
Il ragazzo sbuffò,curvando però la bocca in un sorrisetto fastidioso per chiunque.Con un balzo si avvicinò di più a lei,annullando la distanza che prima li separava.
Alex si scansò in tempo,scattando da un lato  agile come un felino.

-Perché sei così testarda? Non ti farò del male. – Disse lui,voltandosi verso di lei con fare arrogante.
Il gruppo di ragazzi iniziò a circondarla e Alex si accorse che non erano tutti maschi,c’erano anche molte femmine.Erano vestite in modo differente però:delle giacche di pelle smanicate accompagnate da minigonne corte e strette.Alex lanciò d’istinto un’occhiata a cosa indossava lei.Era completamente diversa.
Vestiva soprattutto di stracci:dei pantaloncini corti sgualciti e sporchi e una maglietta troppo larga per il suo fisico magro.Ai piedi era scalza perché odiava ogni tipo di calzatura.
Tornò a guardare il gruppo ormai racchiuso in cerchio attorno a lei.
-E per la cronaca,mi chiamo Ryan. – La voce del capo squadra risuonò violenta nelle sue orecchie.
Posò lo sguardo su di lui,digrignando i denti e assottigliando gli occhi fino a farli diventare due fessure.
Ryan ricambiò lo sguardo,sorridendo maligno.Alzò un braccio indicando il muro che aveva creato Alex.
-Abbattetelo e catturate chi c’è dentro! – Ordinò con un grido.

Il team ubbidì.Una dozzina di ragazzi e ragazze si avventarono sulla barriera di macerie,i maschi iniziarono ad arrampicarsi.Alex vide le ragazze sfilare dalle loro cinture qualcosa che assomigliava vagamente a delle pistole.Le vide mettersi in posizione e sparare scintille elettriche luminose.
Decise di agire.

Chiuse le mani a coppa davanti a sé e nel giro di qualche istante le armi delle ragazze si ritrovarono a qualche metro lontano da loro.Scattò in avanti per raggiungere il muro ma si ricordò di avere alle calcagna Ryan.Il ragazzo con un balzo le si parò davanti,stringendo le catene tra le mani.
Alex dovette ammettere che era estremamente veloce.Forse il più veloce ragazzo con cui si era mai scontrata.Inspirò intensamente per raccogliere più ossigeno possibile e con una spinta scansò Ryan.

Il ragazzo scattò in avanti per afferrarla per un braccio ma lei gli tirò una gomitata su un fianco,facendolo barcollare.Fece un salto lunghissimo,atterrando sulle ginocchia pochi metri più avanti.Alzò lo sguardo e la prima cosa che vide fu il viso di Ryan a pochi centimetri dal suo.
“Ma come diavolo fa?”Si chiese tra un’imprecazione e l’altra.
-Non vedo l’ora di portarti alla base per sapere cosa sei. –Sentì il fiato di lui accarezzargli il volto.
Rabbrividì.
-Non toccarla! –

Alex e Ryan si voltarono di scatto,posando gli occhi su Toni.

Il ragazzo se ne stava a pochi passi da loro,tra le mani una spada che sprigionava luce giallognola.
Alex sentì un’ondata di rabbia invaderla.

-Che cosa ci fai qua!?! Corri a proteggere i piccoli,idiota! – Urlò,parandosi davanti a Ryan.

Toni strinse la presa sull’elsa della spada,fissandola serio.

-Sono al sicuro,Alex.Ma tu non lo sei affatto. – Rispose con voce mozzata dal fiatone.

Il grido di un ragazzo del team li distrasse.

-Capitano,abbiamo acchiappato una bambina qui,ma non c’è nessun’altro! –

Ryan ringhiò sputando per terra.

Proprio in quel momento Toni scattò in avanti,il braccio che portava la spada proteso davanti a sé.

Alex chiuse forte gli occhi,invasa dalla luce accecante dell’arma.

Sentì un ronzio alle orecchie,seguito da un tremolio della terra sotto i suoi piedi.

Serrò le labbra e si voltò,correndo più che poteva verso il muro che circondava la scuola.

Doveva salvare la bambina.Toni avrebbe saputo cavarsela anche da solo.

Si fece largo tra la folla brulicante di ragazzi e ragazze che sparavano,gridavano e facevano di tutto per abbattere la barriera.Schivò con mosse agili ogni singolo tentativo dei nemici di catturarla.

Solo allora la vide.Piccola e indifesa,il viso segnato dalle lacrime,gli occhi come pozzi grigi e profondi,senza fine.Le labbra tremanti e rosse,lasciavano intravedere una fila di dentini bianchissimi,interrotta qua e là dalla loro caduta.Alex aumentò la corsa,spintonando ancora più violentemente i nemici senza esitare a ferirli gravemente.Non poteva permettere che le facessero del male.Aveva trovato Mirta tra le fascie,abbandonata in mezzo alle macerie.L’aveva accudita,con l’aiuto delle altre ragazze con cui conviveva e si era considerata fin da subito come una sorella maggiore per lei.

-Lasciala andare! – Urlò,avventandosi contro il ragazzo che la teneva imprigionata con le catene.

Toni si asciugò la guancia con la mano,senza badare al rivolo di sangue che scendeva.

-Non avrei mai creduto che fossi un mollaccione. – Lo provocò Ryan sorridendo.

Toni tornò alla carica,più aggressivo che mai ma riuscì solo a sfiorarlo con la lama.Imprecò,adirato.Sapeva di essere bravo come spadaccino ma non riusciva ad accettare il fatto che il suo avversario fosse di un livello ancora più alto.Immaginò che l’avessero addestrato degli esperti.Si sentì improvvisamente inferiore,perché la persona che aveva addestrato lui non era altro che Alex.Subito dopo il senso di inferiorità,giunse il senso di colpa.Come poteva dubitare degli insegnamenti della persona alla quale teneva di più al mondo? Scosse la testa,per scacciare via quei pensieri e si concentrò sulla battaglia.

Un urlo a lui molto familiare lo fermò prima che potesse fare un’altra mossa contro Ryan.Si voltò di scatto e in lontananza,tra la folla di nemici scorse la figura di Alex che si accasciava a terra,tra le braccia Mirta.Lasciò cadere di colpo la spada e si fece largo con spintoni.Quando le fu a pochi passi di distanza si sentì afferrare per le braccia.Si divincolò più che potè e le ultime cose che vide prima di svenire a causa di un colpo alla testa fu Alex e Mirta abbracciarsi.

  
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