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Autore: Marthyisdead    04/03/2012    2 recensioni
Quanto avrei voluto che tutto quello che stava accadendo avesse uno svolgimento,e magari anche una conclusione,con un bel finale,tipo le storie delle principesse.
Ma davvero,il dolore c’era,era atroce,era lì,nel mio cuoricino,che non sarebbe riuscito a sopportarlo.
I nostri corpi si sarebbero amati senza volerlo,solo per mezzo dell’alcool. Dopo probabilmente non ci sarebbe stato nient’altro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Steve Forrest
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3.
 
Mi svegliai dolcemente,il sole stava per tramontare,il cielo era arancione,bellissimo.
Girai leggermente la testa,Steve stava ancora dormendo,sembrava sorridere.
Era così sereno,meraviglioso e tranquillo anche quando dormiva.
Mi abbracciava ancora,le Sue mani erano sulla mia pancia.
Le spostai leggermente per alzarmi e andare davanti alla finestra che dava sul balcone,volevo vedere quel paesaggio splendido,come se ne avessi un disperato bisogno.
Il tramonto è da sempre stato uno dei paesaggi più belli che abbia mai potuto vedere,uno dei momenti più belli di una giornata che abbia mai potuto vivere.
 
E’ romantico,ma riesce sempre a trasmettermi un pizzico di malinconia,forse al pensiero del Sole che,stanco,non riuscirà mai a vedere la sua amata Luna che va a sostituirlo,continuando ad illuminare le vite e il mondo.
 
Un po’ come un’adolescente ed il suo cantante preferito.
 
Quell’adolescente che non viene capita,che ama solo Lui e la Sua voce,che piange per Lui e per la Sua mancanza fisica. 
Quell’adolescente che aspetta speranzosa un Suo concerto in una città vicina,che sogna di abbracciarLo e ringraziarLo per tutte le emozioni che riesce a trasmetterle ogni qual volta si lascia abbandonare sul letto con un paio di cuffiette alle orecchie,per tutte le volte che Lui e la Sua musica ci sono sempre,quando nessuno c’è per lei.
 
Quell’adolescente che sogna tutto questo,ma che non ha una certezza.
Non sa se riuscirà mai a realizzarsi. 
E spesso si illude sognando,facendosi automaticamente del male.
Ma non le importa,e continua a sognare,perché solo nei sogni riesce a sentirsi libera,tranquilla,felice.
 
Mi appoggiai al vetro freddo della finestra,rabbrividii.
Contemplai per non so quanto tempo quello che si presentava proprio davanti ai miei occhi,persa nei miei dolci pensieri.
Fui distratta da una sensazione,sentivo delle mani cingermi i fianchi.
Steve si era svegliato ed era venuto ad abbracciarmi da dietro.
 
“Buonasera, Mr.Forrest”,dissi sorridendo e stringendomi nel Suo abbraccio.
 
Mi rispose con un mugugno,dandomi un bacio su una guancia.
Sentivo le Sue labbra dolci e carnose sulle mie gote,un brivido mi percorse la schiena.
Restammo a guardare il sole morire pian piano,poi mi voltai verso di Lui,gettandoGli le braccia al collo.
 
Era bellissimo anche appena sveglio,con l’aria addormentata.
Cominciò a fissarmi,con quei Suoi occhi azzurro cielo.
Mi sentivo impotente,piccola,incapace di reagire.
Abbassai lo sguardo,non riuscivo a reggere il Suo.
In un istante delle soffici lacrime calde si posavano sulle mie guance. Perché quelle iridi azzurre mi facevano sempre quell’effetto?
Mi abbracciò forte forte,stretto stretto. Poi mi prese il viso tra le mani,andando a migliorare e peggiorare la situazione nello stesso tempo.
 
Mi vidi riflessa in quell’oceano,in quei diamanti incastonati.
Non sapeva che stavo piangendo per Lui,ancora una volta.
 
“Piccola,non so cosa sia successo,ma sappi che io ci sono e ci sarò sempre,per qualsiasi cosa. Mh?”
 
Annuii. Mi abbracciò forte,di nuovo. Lo sentii sorridere.
 
“A volte sembri così piccola,così fragile,mi viene una voglia matta di proteggerti… Sei la mia piccola”. Mi diede un bacio sulla fronte,chiusi gli occhi.
 
Mi sentivo bene,mi sentivo al sicuro. E mai,in due anni e mezzo d’amicizia m’aveva detto una cosa tanto dolce. Ma si sa,i momenti belli e piacevoli non durano per sempre…
 
Diede un’occhiata all’orologio,era già l’ora di andare a cena.
 
“Piccola dobbiamo scendere al piano di sotto per andare a cena… Te la senti o ti porto qualcosa qui in camera? Noi dovremmo mangiare al volo,per poi partire per Angkor Wat,per la prima data del tour…”
 
C’era un velo d’euforia e di tristezza nella Sua voce,mentre pronunciava l’ultima frase.
 
“… Non mi va di lasciarti sola adesso,ma questo è il mio lavoro…”
 
“T-tranquillo… E comunque scendo con te,almeno sto un po’ con voi,prima che andiate via… Mi manca il fumo passivo che inspiro per colpa di Brian e le coccole di Stef”. Risi.
 
Si avviò verso la porta,mise la mano sulla maniglia,poi si fermò a guardarmi.
 
“… Da quando Stef ti coccola?!”
 
Gli diedi una spinta,raggiungendolo vicino alla porta e continuando a ridere.
 
“Che sei geloso? Dai muoviti e scendiamo!”
  
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