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Autore: elyforgotten    04/03/2012    9 recensioni
Questa è la 2 parte della fanfic di Briony e Elijah, il seguito di "My story with an Original..with Elijah!"
Come si sconfigge il destino?
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Dal capitolo 34:
Briony era pienamente consapevole di aver bisogno di Elijah, più di quanto avesse bisogno nel sentirsi la pelle intatta sopra le ossa, nel sentire l’aria fluire nei polmoni e il cuore battere regolare per farla vivere. Tutte quelle cose necessarie per qualunque altro essere umano erano influenti per lei se non aveva Elijah accanto.
Il pensiero di saperlo morto valeva per lei come qualcosa di intossicante che le si ficcava in gola e la privava dolorosamente del respiro, fino a far morire lei stessa.
Non sarebbe mai più riuscita a vivere senza di lui, le era entrato troppo dentro con quello sguardo magnetico e freddo, con quell'espressione che a volte le faceva venire voglia di scappare via a gambe levate ma inevitabilmente rimaneva sempre lì con lui.. con quegli occhi neri, profondi e tristi che dicevano di non credere nell'amore quando invece aveva proprio cominciato a crederci stando con lei.

Revisionata/Aggiornata
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo, personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm always in this twilight, in the shadow of your heart. '
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La storia che attanaglia Mystic Falls non è un confronto tra Bene e Male, come in genere banalmente si afferma. É per lo più legato alle scelte che ogni persona è costretta a fare; ognuno di noi è destinato a scegliere delle opzioni nella vita e da questo ne dipenderà il suo cammino e scoprirai  solo alla fine se è stata la scelta giusta, o se cadrai nell’abisso che ti sei prescelto.

Ma nessuno nasce cattivo. Sono le proprie scelte, considerazioni oppure le azioni degli altri e le atroci conseguenze, a farlo diventare.

In ogni caso, comunque, ognuno di noi deve lottare per le proprie scelte, nel bene e nel male. Bisogna combattere per ciò in cui si crede, anche se in pochi si cimentano in tale azione, perché la scelta più facile sarebbe arrendersi, non rischiare e cedere, per non dover affrontare le conseguenze e smettere di logorarsi.

Senti di non aver mai vissuto se non combatti per ciò che ami e per ciò in cui credi… ma il destino è crudele e la verità ferisce maggiormente chi non si merita di soffrire.

Un uomo fa ciò che può, ciò che gli detta il cuore finché il suo destino si rivela. E allora non potrai più sottrarti.

 

4 CAPITOLO

 

La notizia di ciò che Esther aveva fatto destabilizzò tutti, Briony in primis. Fin dall'inizio aveva sentito come un campanello d'allarme che l'avvertiva che sarebbe successo qualcosa di orribile alla festa, ma alla fine era arrivata troppo tardi. E nonostante fosse soltanto colpa di Esther, Briony invece sentiva quella colpa gravare sulle sue spalle. Se avesse avvertito subito Elijah, se non avesse tentennato a quest'ora lui non correrebbe il rischio di morire e di svanire dalla sua vita. Questa volta per sempre.

Quando aveva visto Elijah bere lo champagne si era sentita morire, come se quell'incantesimo letale avesse colpito anche lei. Quel vuoto dentro di sé però era stato ricolmato dalle rassicurazioni di Elijah perché se c'era qualcuno che poteva risolvere quella situazione era lui, sebbene questa volta doveva mettersi contro alcuni membri della famiglia e la cosa lo logorava.

Briony lo percepiva questo, ma non sapeva come fare per confortarlo perché neppure lei riusciva a rassicurare se stessa: il vuoto dentro di sé era riaffiorato prepotentemente per colpa della paura.

Paura di perderlo ancora una volta.

Questa paura minava ogni sua convinzione perché i rischi erano troppo alti, e avrebbero portato nelle maggiori probabilità alla morte di Elijah e di tutti gli altri Originari. Se ciò fosse accaduto, se il suo incubo peggiore si fosse avverato, lei cosa avrebbe fatto? Come sarebbe sopravvissuta dopo aver donato così tanto ad un’altra persona?

Sarebbe stata come quei piccoli fiori che quando vengono strappati dalla loro radice, dalla loro linfa vitale, alla fine finiscono per appassire... Perché non hanno più alcun appiglio per sopravvivere.

Anche lei sarebbe appassita proprio come quei fiori.

Briony si distolse all'improvviso dai suoi pensieri contorti per sentire meglio la conversazione tra Elijah e le sue sorelle. Si trovava a casa loro, Briony stava letteralmente origliando ciò che si stavano dicendo, con la speranza di non venire scoperta.

Elijah per il momento aveva informato solo Rebekah e Gwendolyn, le quali appena scoprirono cosa la madre aveva fatto sgranarono gli occhi shockate e totalmente incredule.

"Sei sicuro che non sia soltanto una trappola di quella sgualdrina di Elena? Nostra madre ci vuole bene. Non ci tradirebbe mai e vuole davvero riunire la nostra famiglia." disse Rebekah per cercare di difendere la madre e la visione di famiglia, ma il suo tono deciso venne subito frantumato da Elijah, che era arci convinto che Esther tramasse alle loro spalle per liberarsi dei figli.

Rebekah scosse la testa negando a se stessa quella cruda realtà che prima aveva vissuto con il padre e ora con la madre. Gwendolyn invece, che sembrava più lucida e seria della sorella minore, chiese: "Che cosa pensi di fare ora, Elijah?"

Il vampiro spiegò in poche parole che avrebbe fermato la madre ad ogni costo. Quel "ogni costo" risuonò molto eloquente e indicava che avrebbe fatto qualsiasi cosa, anche sporcarsi le mani.

"Gli altri che dicono?" domandò Gwendolyn indecisa stringendosi nelle spalle.

"A Klaus non bisogna dir niente perché creerebbe soltanto più danni. Lo stesso vale per Kol che conoscendolo farebbe qualche pazzia, mandando a monte ciò che ho in mente."

"E Finn?"

"Non mi fido di lui. Sicuramente c'è lui dietro questa storia e starà appoggiando nostra madre"

Gwendolyn sbattè le palpebre sconcertata dalla dichiarazione fredda di Elijah.

"Che idea blasfema é questa?"

"Sarebbe così surreale? Lui detesta ciò che siamo, l'ha sempre fatto."

"Questo non é vero..." sussurrò Rebekah ma Gwendolyn la interruppe all’istante.

"Non vorrai fare del male a nostro fratello spero!"

Lo sguardo dell’Originario era così minaccioso che le sorelle impallidirono e il sangue gelò più del normale.

"Voglio che mi guardi in faccia e mi dica la verità, cioè che ha intenzione di ucciderci tutti."

Il vampiro infatti era sempre stato lento a dimenticare i tradimenti o inganni fatti alle sue spalle, ma mai avrebbe pensato che si sarebbe voluto vendicare di un altro fratello, al di fuori di Klaus.

In lui brillava un fuoco gelido che lo mostrava feroce per ciò che sarebbe stato costretto a fare per difendere se stesso, e coloro che amava. I fratelli e genitori traditori e meschini non rientravano totalmente in quella categoria da salvaguardare.

Elijah chiese infine a Rebekah di tenere in ostaggio Elena Gilbert per avere un vantaggio sui fratelli Salvatore e usarla come esca, se fosse sopraggiunta l’occorrenza. La biondina subito si mostrò entusiasta all’idea di poter finalmente farla pagare a quella sotto specie di martire incallita.

Il vampiro si voltò poi verso l'altra sorella, che stava rimuginando da qualche minuto con sguardo assente, e Elijah la guardò allora accigliato visto che i pensieri di Gwendolyn molto spesso erano più folli di quelli di Finn.

"Gwendolyn?"

Lei sospirò rumorosamente abbassando lo sguardo.

"Lasciamo le cose come stanno.." sussurrò a bassa voce.

Rebekah e Elijah la guardarono allibiti non riuscendo a capire che cosa le balenasse per la testa.

"Perché dobbiamo lottare per qualcosa che non esiste più? Nostro padre é morto, nostra madre ci odia a tal punto da volerci ammazzare, e nostro fratello ci ha uccisi senza pietà  lasciandoci per secoli dentro delle bare! La nostra famiglia ormai non esiste più, si è spezzata nel momento stesso in cui ci siamo trasformati in vampiri, e ora stiamo vivendo una semplice fantasia credendo che tutto tornerà alla normalità… Ma non sarà mai così, ovunque noi andiamo la gente muore! Forse nostra madre ha davvero ragione a definirci dei mostri!” sussurrò flebilmente con le lacrime agli occhi.

Elijah restò ammutolito di fronte a quella reazione e il suo sguardo divenne all’improvviso duro, come se quelle parole l’avessero ferito come una lama affilata. Invece Rebekah rimase profondamente offesa da ciò che aveva detto la sorella, infatti replicò con durezza:

”Che aiuto ci stai dando in questo momento? Dovremmo essere uniti invece tu scappi come hai sempre fatto! Avevi così tanta voglia di uscire dalla bara, come mai ora ti sei convertita al suicidio?”

Gwendolyn non aveva smesso di piangere, le sue lacrime sembravano gocce di cristallo che cadevano su una nuda roccia, ma quando si voltò verso Rebekah smise di farlo: “La cosa è ben diversa Rebekah! Nessuno vorrebbe essere ucciso dal proprio fratello e senza alcuna ragione poi! E senza offesa vorrei scegliere io la mia fine, non deve decidere qualcun altro per me. Sono stanca di questa immortalità vuota che offre solo e soltanto solitudine!”

“Non deve essere per forza così… ti avevamo chiesto di venire con noi secoli fa, ma tu di tua spontanea volontà hai scelto di rimanere da sola.” Mormorò Elijah gelido.

“E seguire Klaus? Fossi pazza! Vi avevo avvertito che nostro fratello non c’era tanto con la testa, che era completamente andato! Non avevo mai creduto che Mikael fosse stato capace di uccidere Esther, sapevo fin da subito che era opera di quel pazzo perverso di Klaus! Ma nessuno di voi mi ha creduta, anzi mi avete dato addirittura della bugiarda sclerotica. Ah, aspetto ancora le vostre scuse per questo.”   Rispose Gwendolyn sinceramente offesa, cominciando a vagare per la stanza come se non sopportasse gli sguardi gelidi e freddi di suo fratello e di sua sorella, che la stavano trafiggendo.

“Quindi che hai intenzione di fare? Tradirci anche tu?” chiese Elijah duramente.

Gwendolyn sospirò e si voltò verso di loro. Sembrava una di quelle persone che tornano a casa al mattino totalmente ubriache, prive di senno, con le scarpe infilate nelle mani, chiedendosi "che ci faccio io qui?"

Alla fine rispose:

Io… io non farò niente. Non ostacolerò nostra madre perché anche voi sapete in cuor vostro che sta facendo la cosa giusta. Tanto ormai cosa abbiamo da perdere? La nostra vita è stata un completo disastro e potrà soltanto peggiore col tempo. Ma non ostacolerò neanche voi, perchè non voglio morire a spese vostre…” sussurrò flebilmente, ricominciando a versare piccole lacrime.

Forse ai loro occhi poteva sembrare un’ipocrita visto che aveva sempre dimostrato della collera verso Klaus per averla ammazzata, mentre ora sembrava acconsentire al piano di Esther… Ma lei era diversa da ciò che era 300 prima… ogni cosa era cambiata e non le rimaneva niente per cui lottare. Le sue illusioni di una vita normale e felice erano crollate in pochi giorni e ora ne stava pagando i rischi.

“Qui l’unica pazza sei tu Gwendolyn.. ti rendi conto di quello che dici? Vuoi mollare in questo modo?” domandò Rebekah in tono arrogante.

“No Rebekah. A contrario di voi io sono realista. Nostra madre ci ha maledetti il giorno in cui ci siamo trasformati… ci portiamo dietro soltanto dolore, sofferenza e morte. Questa realtà fa schifo. Come si fa ad essere così illusi? Chiunque ci sta accanto si autodistrugge per colpa nostra!” Gridò in preda alla rabbia che però conteneva soltanto disperazione. Fu come se i suoi sentimenti scoppiassero in un botto, e per colpa di quello sfogo a cui  non era affatto abituata, Gwendolyn decise di volatilizzarsi fuori dalla stanza senza dir più niente.

Ma mentre si dileguò fuori dalla stanza si imbatté in Briony, che era rimasta appostata dietro la porta per tutto il tempo.

La ragazza sgranò gli occhi temendo che stesse per dire qualcosa, ma l'Originaria si fermò a qualche passo da lei e la fissò con sguardo vacuo, il viso si era arrossato per colpa delle lacrime facendo gonfiare i suoi occhi blu - grigi.

Sembrava così spiritata che Briony temette le saltasse addosso e infilasse i denti nel suo collo, per far sbollire la rabbia.

Ma la vampira se ne andò velocemente senza sfiorarla neanche con un dito.

Evidentemente il suo odore non le piaceva proprio.

Elijah nel frattempo rimaneva immobile come la pietra dentro la stanza, e i suoi occhi ritornarono gelidi come i primi giorni in cui Briony lo aveva conosciuto. L’Originario non voleva dar peso alle parole folli della sorella ma qualcosa si mosse dentro lui, qualcosa che aveva dimenticato di provare in tutti quei secoli...

Rebekah però scosse la testa cercando di rimanerne indifferente e se ne andò lanciando un ultimo sguardo ad Elijah, che restò solo nella stanza in balia di se stesso e delle emozioni contrastanti che stava provando in quel momento, come se fosse in lotta con una parte di sé.

Ad un certo punto lui si girò e diede le spalle a Brionyanche se non si era accorto che fosse lì; Elijah si avvicinò sempre di più al muro e appoggiò il braccio alla parete, come se così potesse riuscire a contenere il rammarico, la delusione e la rabbia per ciò che doveva sopportare a causa della madre, e della sua doppia natura.

Briony lo guardò tristemente non riuscendo a sopportare di vederlo così lacerato... Pensò inevitabilmente a ciò che aveva detto Gwendolyn.. Che erano tutti maledetti e che portavano soltanto dolore e morte nella vita di coloro che amavano...

 Ma Elijah non era un mostro... La sua Ombra non gravava su di lei e non era spaventata da ciò che era. A dispetto delle aspettative, la sua vita non era stata oscurata dalla presenza del vampiro, anzi le aveva donato quel motivo per cui valesse la pena vivere e lottare… perché il cuore, prima di incontrare Elijah, lo aveva perso e il giorno in cui si era resa conto di amarlo si era sentita viva, intera. Non più spezzata o sbriciolata.

Se gli altri fossero riuscito a vederlo, come lei vedeva lui, allora avrebbero capito che sotto la facciata Elijah era ancora più nobile e straordinario.

Forse gli altri non lo notavano perché ne erano terrorizzati, ma lei lo sapeva... Lo percepiva... A Elijah importava della vita umana. Più di tutti gli altri.

Allora si avvicinò lentamente a lui, cercando di non far rumore. Voleva con tutto il cuore donargli il suo appoggio e il suo aiuto per dimostrargli che non era solo. Che non era un mostro.

Allungò il braccio verso di lui e appoggiò delicatamente la mano sulla sua spalla. Ma non appena Elijah sentì il suo tocco si scansò come una belva braccata e scacciò via con violenza il suo braccio. Ma facendo così involontariamente schiaffeggiò un angolo della guancia di Briony, che subito si allontanò sorpresa da quel gesto puramente impulsivo.

Tuttavia quello che era sconvolto era lui.

Fu colpito come da una freccia quando si accorse di ciò che aveva fatto e la sua collera, prima rivolta alla madre, si rivolse su se stesso quando vide Briony toccarsi la guancia dolorante.

Sebbene Elijah lo avesse fatto involontariamente, non riusciva a capire come avesse potuto alzare le mani su di lei, che era l'unico essere di cui realmente gli importava, al di fuori della sua famiglia. Si sentiva un mostro più di quel che era già, la sensazione artigliate di poco prima crebbe dentro di lui.

Briony…” La voce di Elijah era così flebile che sembrava disumana, priva di vita.

Lei tuttavia si riscosse e gli sorrise timidamente per dimostrargli che andava tutto bene, che non le aveva fatto niente. Lasciò andare la mano sulla guancia cercando di non dar peso al pizzicore bruciante, di non far sentire Elijah ancora più in colpa e di non aggravare il suo tormento.

“Sei riuscito a trovare un modo per contrastare Esther?” domandò sviando il discorso.

Elijah però distolse lo sguardo da lei, come se non volesse guardarla: “Ho parlato con Rebekah. Riuscirò a fermarla.” Rispose inespressivo.

“Voglio aiutarti, verrò con te.” rispose Briony in tono deciso, ma subito lui la guardò cambiando decisamente espressione.

“Non se ne parla neanche. Sarà un vero inferno quando troveremo Esther per fermarla dal suo intento omicida, e ti voglio lontana il più possibile.” Esclamò in tono autoritario senza ammettere nessuna replica da parte sua; ma Briony rimaneva ferma nelle sue idee perché non voleva risultare inutile.

“Lo so, sarà pericoloso ma non è la prima volta che affronto dei rischi. E poi sarò con te” rispose come se non avesse nulla da temere se lui sarebbe stato al suo fianco.

Ma il volto di Elijah si fece più temibile che mai al fine di cercare di dissuaderla per due motivi estremamente importanti: voleva proteggerla dal pericolo che stava per incombere quella notte… e cosa più importante… non voleva che vedesse ciò di cui lui era capace. Non si sarebbe fermato... non si sarebbe fatto alcuno scrupolo questa volta per ottenere ciò che voleva.

Per questo la voleva lontana quel giorno: non voleva che Briony vedesse quella parte di lui che magari lei aveva sempre ignorato, e averne poi paura. Non voleva scorgere il terrore e il disgusto nei suoi occhi verdi, che lui in parte credeva di meritarsi da sempre.

Perché era vero, Elijah sapeva essere crudele quanto Klaus, forse anche di più. A volte la sua morale non bastava a soppiantare la sua vera natura, il mostro che albergava dentro la sua corazza, e che certe volte rischiava di fuoriuscire con ira terrificante proprio per la freddezza di base del suo carattere.

“Non voglio che tu corra rischi. E su questo non transigo.” Esclamò di nuovo, cercando di convincerla con il suono duro delle sue parole.

Quella voce aveva sempre avuto il potere di smuovere coloro che non lo stavano ad ascoltare e di vincere chi gli si opponeva.  Di solito poi quando  ne alzava il tono, faceva tremare le travi del soffitto e scuoteva il malcapitato interlocutore fin nel profondo. Ma quando l’abbassava l’implicita minaccia che trapelava dal tono sommesso suonava ancora più inquietante.

Briony però rimaneva ferma e determinata, cercando di tenergli testa, ma dopo qualche minuto non riuscì più a sostenere lo sguardo penetrante del vampiro e fu costretta a distogliere lo sguardo: “Ok. Cercherò di non mettermi nei guai.” Mormorò tranquillamente.

Sentì la debole risata del vampiro che finalmente si era ammorbidito: “Questo è chiaramente impossibile”

La ragazza cercò di fingersi offesa e fece una smorfia di disapprovazione, che fece sorridere lievemente Elijah. Anche se nei suoi occhi non c’era alcuna traccia di ironia; si vedeva che la faccenda di Esther lo angustiava terribilmente.

Come se il fatto che la madre volesse rimediare al male che aveva creato, al male che era costituito dai suoi figli, avesse fatto nascere in lui qualcosa di oscuro che non provava da tempo: senso di colpa. Disprezzo per se stesso.

Briony riuscì a percepirlo semplicemente guardando le sue espressioni e la profondità dei suoi occhi. Si sentì spezzata in due dal suo tormento.

“Qualunque cosa farai… io so che sarà quella giusta..” gli sussurrò.

Elijah la guardò per un tempo indefinito, poi sviò lo sguardo come se le sue parole nonostante tutto non avessero scalfito la durezza del suo sguardo. Anzi a dispetto di tutto, l’avevano aumentata.

Briony si inumidì le labbra:

“Voglio che mi prometti una cosa però: che starai attento e che non ti farai ammazzare. Non farmi far ripetere la promessa che mi hai fatto il giorno in cui ti ho tolto il pugnale… per la seconda volta!” esclamò Briony in tono ironico avvicinandosi a lui, che finalmente tornò a guardarla normalmente. “Me lo chiedi soltanto per riscuotere un debito?” la sfidò lui con fare misterioso.

Briony fece un mugolio e gli si avvicinò come per mettergli a posto i bottoni: “Può anche darsi. Non sei l’unico che ci tiene alle promesse” gli disse mettendo piano la testa sul suo petto per poi inclinare la schiena all’indietro in modo casuale.

Ed era vero, a parte ciò che li legava, Briony anche lei ci teneva che qualcuno mantenesse le proprie promesse e lui le aveva giurato che non l’avrebbe lasciata mai più.

Ma nessuno poteva sapere come sarebbe andata a finire… cosa riserbava loro il destino.

La cosa che più desiderava però era poter rimanere con lui, per sempre.

Elijah sembrò che le avesse letto nella mente in quell’istante, infatti si avvicinò a lei e la guardò profondamente negli occhi:

“Stai attenta a ciò che desideri” sussurrò affascinante, accarezzando lievemente con la punta delle dita l’angolo della sua guancia dove l’aveva colpita. 

Briony sussultò all’istante sentendo il viso andare in fiamme e deglutì avvertendo il silenzio che era calato nella stanza. Quel silenzio era intenso, vibrante, come se le impedisse di respirare.

L’espressione di Elijah nel frattempo era diventata strana, e la mente di Briony si svuotò.  

Ma lui era un vampiro, lei un’umana. Il suo desiderio non si sarebbe mai avverato se la situazione rimaneva immutabile.

Elijah abbassò la mano, avvicinandosi lentamente e tenendo sempre uno sguardo serio e intenso che lo rendeva bellissimo, ma suo malgrado fatale.

Lei deglutì ancora pensando a cosa sarebbe potuto accadere in quel frangente, e soprattutto dopo che lui aveva intuito ciò che lei desiderava.

Cercò di non tremare e di rimanere immobile, quando si accorse però che Elijah si stava solamente avvicinando al suo viso per baciarla; di morderla non ne aveva affatto l’intenzione.

Quando sentì le labbra fredde di Elijah sulle sue, lo stomaco le si chiuse per la trepidazione e aprì leggermente le labbra per sentire il respiro inebriante del vampiro.

Inavvertitamente però ricordò il bacio che si erano scambiati la notte del sacrificio, l’autentico bacio d’addio che risultava molto simile a quello che si stavano dando in quel momento, e Briony subito si irrigidì.

Non voleva ricordare quel momento doloroso che le aveva spezzato il cuore; non voleva che una lacrima come quella volta fuoriuscisse dai suoi occhi per avvertirla maligna che non l’avrebbe mai più rivisto.

Si staccò velocemente da lui per non dover subire ancora quel tormento ma continuava comunque a respirare con fatica, il cuore perse dei battiti sentendo la paura invaderle il corpo.

Elijah la guardò confuso perché non aveva mai reagito così con lui, e la tenne comunque stretta a sé. Briony tuttavia si scusò dicendo che doveva andare a casa e abbozzò un sorriso tirato che non convinse per nulla il vampiro, ma comunque la lasciò andare senza farle domande.

La ragazza sentì lo sguardo penetrante di Elijah sulla sua schiena, come se lui si volesse imprimere nella sua infinita memoria ogni parte di lei nell’eventualità che non l’avrebbe mai più rivista. Ma l’avrebbe comunque ricordata per sempre senza doverla guardare un’ultima volta.

Di nuovo Briony non riuscì a respirare e mentre fuoriusciva dalla casa degli Originali cercò di non essere pessimista, di pensare che sarebbe andato tutto bene… ma chissà perché la sua vita le sembrava sempre una partita: testa o croce.

Le situazioni infatti erano come le monete: hanno sempre due facce diverse, un lato vince, l’altro perde. Per lei era uscita testa… la sua testa. Ma sarebbe andata avanti finchè non se la fosse rotta.

 

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Caroline entrò velocemente nella camera da letto di Elena dove c’era anche Bonnie, intenta a preparare un incantesimo, e subito chiuse la porta a chiave così nessuno le avrebbe interrotte. Elena stava avendo dei sensi di colpa per ciò che aveva fatto e voleva rimediare, almeno per Elijah che l’aveva sempre aiutata.

“Elena francamente se non si fa problemi Esther, perché devi farteli tu!” esclamò Caroline, osservando l’amica che aveva dei bernoccoli da ogni angolo della testa. Accipicchia! Per poco Briony non l’aveva resa calva visto che l’aveva tirata fortemente per i capelli la notte scorsa.

“Mia sorella ti ho ridotto molto male eh?”

Elena le lanciò un'occhiataccia.

“Non farmici pensare.”

“Però tu non ti sei tirata indietro.”

Elena sospirò rumorosamente mentre Bonnie fece segno alla biondina di chiudere il becco.

Poi le chiese:

“Sei riuscita a prendere ciò che Damon voleva? Ci sta mettendo molta fretta e sai com’è Damon quando si scalda”

Caroline si irrigidì e improvvisamente lo sguardo divenne cupo, non più radioso.

“Si, l’ho fatto.” mormorò duramente avvicinandosi alle amiche.

Ad un tratto dalle mani della vampira spuntò fuori un oggetto prezioso e letale... Era un pugnale.

Titubante Caroline lo appoggiò sul letto e Bonnie lo afferrò prontamente.

“Continuo a pensare che non sia una buona idea…” sussurrò ancora Elena ma fu subito zittita da Bonnie che la incoraggiò ad andare avanti.

Dopo qualche minuto, Elena si voltò verso la vampira e la guardò timorosamente prima di cominciare a parlare.

“Caroline sai che le conseguenze per te saranno enormi... Tua sorella non ti perdonerà un’altra volta e quello che hai fatto la deluderà moltissimo.”

Caroline infatti deglutì e i suoi occhi chiari si intristirono pensando che avesse ragione.

“Lo so. Mi odierà… ma un giorno mi perdonerà per averla liberata dalle grinfie di uno come Elijah.” rispose decisa, cercando per lo più di convincere se stessa.

 

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Briony nel tardo pomeriggio diede appuntamento a Ylenia a casa sua per chiederle un suo aiuto in tutto quel casino: francamente anche se le teneva nascoste parti della sua vita che aveva condiviso con un Originario, la strega era la persona della quale sentiva di poter riporre la sua totale fiducia in quel momento. Sapeva che l’avrebbe aiutata e che insieme avrebbero trovato un modo magari meno pericoloso e rischioso per fermare Esther.

Briony sono davvero onorata della tua fiducia nei miei confronti, ma io non sono Merlino. Non ho tutto quel potere per bloccare un incantesimo fatto da Esther... insomma lei ha più di 1000 anni…” disse lei sedendosi su un divano.

“Pensavo che tu da super strega fossi altrettanto anziana.” rispose Briony sorridendole amichevole.

“Mi ferisci se pensi che sia così avvizzita“

Le due risero contemporaneamente ma Briony si fece all'improvviso seria e la guardò negli occhi, cercando le parole giuste:

“So che ti sto chiedendo molto… e magari vorresti non avere Finn più tra i piedi dopo come ti ha trattata ma…” Ylenia subito si irrigidì sentendo il nome del vampiro ma fece finta di nulla e lasciò continuare Briony. “Vorrei che tu andassi da lui.” disse infine.

Ylenia sgranò gli occhi per quella richiesta:

“Da Finn??”

“Si. Lui è alleato di Esther in questa storia e se capiamo qualcosa… magari il luogo in cui lei effettuerà l’incantesimo per uccidere i suoi figli e come intende farlo… avremo un margine di vantaggio.”

“Se lo chiedo a Finn, lui mi risponderà con un sonoro insulto al mio posteriore.”

“Ma vale la pena tentare! Penso che tu lo conosca più di chiunque altro e magari puoi prenderlo per il verso giusto… fallo parlare.” mormorò Briony parlando esplicitamente, facendole credere chissà cosa.

Ylenia infatti inarcò un sopracciglio e fece un sorriso furbetto, mentre Briony avendo capito di aver fatto una gaffe avvampò dall'imbarazzo.

“Non ti sto chiedendo nulla di indecente eh!” balbettò scuotendo le mani.

Ylenia scoppiò in una grossa risata, che non Briony non aveva mai udito prima d'ora da lei, ma finì in un attimo perché Ylenia ritornò subito seria.

“Lo farò. Cercherò di capire cosa hanno in mente lui e la sua madre megera.”

Briony sospirò entusiasta per quell'aiuto prezioso e si avvicinò all'amica, prendendole le mani fra le sue.

“Grazie Ylenia… Mi dispiace, io ti chiedo sempre dei favori enormi e in cambio non ti do nulla… se posso ripagarti in qualche modo…” sussurrò dolcemente guardandola negli occhi.

Ylenia fu commossa dalle sue parole, ma allargò semplicemente un angolo della bocca e scosse la testa per dimostrare che non le doveva niente. Faceva sempre così quando si parava in quel discorso e Briony onestamente non sapeva che altro fare per ricambiare in qualche modo.

La donna si alzò silenziosamente dal divano e fu pronta per andarsene, quando all'improvviso si voltò verso la ragazza e chiese:

“Perché lo fai Briony?”

“Cosa?”

“Perché non lasci perdere? Insomma tutta questa storia con Elijah sembra che ti logori invece di farti star bene.” rispose titubante.

Briony ne fu davvero sorpresa perché Ylenia prima d'ora non aveva mai parlato di faccende così private, ma comunque rispose senza tentennamenti.

“Non mi sono mai sentita felice con nessuno, come lo sono con Elijah. E’ una sensazione che non si può descrivere. Ma è anche vero che soffriamo sempre al solo pensiero di perdere qualcuno. Tu non hai mai perso una persona che amavi, Ylenia?”

La strega ebbe un tuffo al cuore sentendo quella domanda e distolse subito lo sguardo per non far vedere il suo turbamento.

Briony in quel momento ebbe l'impressione di aver visto una lacrima scendere sulle guance dell'amica e allora si sentì in colpa.

“Scusami non volevo…

Ylenia però ritornò subito normale e la guardò negli occhi, senza più alcuna traccia di tristezza:

“Non fa niente… Ma lascia che ti una dica una cosa che una persona mi disse tanto tempo fa… una persona a me cara…” sussurrò mestamente prendendo un bicchiere e accarezzandone ogni angolo con le mani.

“Mi disse: I vampiri sono persone fuori dal comune. Hanno potere sul cuore degli umani come se davvero li ammaliassero, non con il loro oscuro potere, ma con ciò che custodiscono e reprimono dentro i loro cuori, che seppur non battendo, esistono ancora. Eppure a volte penso che sarebbe stato meglio se mai li avessimo incontrati… alla loro luce noi ci offuschiamo o bruciamo con la loro stessa fiamma. E il gravare della nostra vita mortale ci pesa sempre di più… sempre di più…

Lo sguardo di Ylenia era assente come se tornasse indietro nel tempo con la mente.

Briony a sua volta restò talmente sconcertata da quelle parole da farla davvero commuovere… erano parole dolci in apparenza, ma tristi fino a farti angosciare. Sembrava come se Ylenia stesse dicendo che i vampiri arrecassero soltanto ferite inguaribili agli umani, e che la loro fiammeggiante oscurità avvelenasse tutto ciò che era bello e puro…

Briony deglutì avvicinandosi all’amica e le mise una mano sulla spalla per rincuorarla perché la strega sembrava essere sul punto di scoppiare a piangere:

”Quando ami qualcuno vale la pena lottare… non importa quali siano i rischi.”

Ylenia la fissò intensamente e infine abbozzò solo un debole sorriso, anche se la faceva apparire più triste che mai. Se ne andò senza dir niente.

Briony rimase un attimo a fissare l’uscio della porta aperta, pensando che dopo che si sarebbe risolto tutto quel casino avrebbe cercato di capire qualcosa di più sul passato della strega. Non per farsi gli affaracci suoi, ma perché voleva davvero aiutarla.

In qualche maniera ce l’avrebbe fatta e dato che Ylenia aveva sicuramente un cuore, valeva la pena tentare.

Ad un tratto la ragazza si accorse di una pila di lettere sul suo comodino, un chilo di posta o bollette da pagare. Sbuffando infilò la mano nell’accumulo di roba per passarsi il tempo fino a sera, ma era tutta ruba inutile visto che il conto finale da pagare veniva automaticamente scalato dal conto del padre. Ma improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione.

Non era una semplice bolletta o la classica pubblicità: era un biglietto che appariva un po’ attorcigliato, forse perché era stato schiacciato da quel cumulo di posta.

Briony lo lesse attentamente ed ebbe un tuffo al cuore. Non sapeva perché ma appena lesse le prime lettere, queste le sembrarono così inquietanti tanto da farla tremare. A prima vista non riconobbe quella scrittura ma appena finì la frase che c’era scritta, lasciò ricadere il biglietto come se fosse veleno ricolmo di vermi.

“So chi sei”

Perché?

Cosa significava? Perché quel biglietto inquietante si trovava a casa sua?

Che scherzo di cattivo gusto…

Immediatamente Briony pensò fosse opera di quell’infido di Damon per farla spaventare, e digrignò arrabbiata pensando che prima o poi l’avrebbe appeso in giardino come uno spaventapasseri.

<< Ma tu guarda che roba. Non ha nient’altro da fare quel bell’imbusto se non venire a rompermi le scatole? >> Pensò la ragazza stracciando in mille pezzi il biglietto. Però non bastò quel gesto per dimenticare ciò che vi era scritto… 

Quelle parole l’avevano spaventata così tanto che dovette andare in bagno per sciacquarsi la faccia bollente e per cercare di riprendere fiato. Finalmente dopo una rinfrescata si sentì meglio e smise di tremare.

Al diavolo Damon Salvatore e i suoi scherzi.

Ma quando alzò il viso verso lo specchio ebbe di nuovo un tuffo al cuore e smise di respirare per così tanto tempo, che temette di sentirsi male. Il vetro dello specchio era stranamente appannato, ma il calore della stanza scioglieva l’appannamento lentamente in piccoli pezzi, che sembravano formare le stesse identiche parole del biglietto.

“So chi sei”

Quei simboli riflessi nel vetro sembravano ancora più terrificanti, come nei classici film horror in cui temi di venir ucciso da un momento all’altro.

Briony aprì la bocca sotto shock ma non emise alcun suono perché il groppo alla gola le impediva di emettere le urla che stavano per frantumarla.

Senza perdere tempo uscì velocemente dal bagno serrando per bene la porta, come per scacciar via quella frase dalla sua mente o scappare da chissà quale pericolo.

Si guardò attorno terrorizzata al pensiero che qualcuno spuntasse fuori all’improvviso.

Ma per fortuna non avvenne niente del genere, e col passare dei secondi Briony ritornò a respirare normalmente pensando che si fosse trattata di un’allucinazione. Così cercò di riprendere il controllo del proprio cuore perché stava tremando letteralmente come una foglia.

Scosse la testa pensando di essersi rincretinita, in fondo era impossibile che fosse accaduto davvero… Cercò di calmarsi quando all’improvviso il suo sguardo venne catapultato dal quadro che aveva di fronte.

Per poco non le venne un altro infarto.

Quel quadro era stato spostato, anche se di poco, e sotto di esso c’era la cassaforte. Briony si fece assalire da mille dubbi e corse verso di esso per controllare; ovviamente il padre non era stato così sprovveduto da inserire una cassaforte sotto un semplice quadro, ma l’aveva inserita al di sotto di una piastrella del muro cosicché se i ladri avessero abbassato il quadro non avrebbero trovato niente.

Briony notò con sgomento che la piastrella era piuttosto movibile, come se fosse stata mossa da poco,  infatti non appena se ne sbarazzò e aprì la cassaforte, si mise sconcertata una mano alla bocca.

Il pugnale non c’era più.

Lo stesso pugnale che Klaus aveva usato per uccidere Elijah, il quale dopo essere risorto dalla morte glielo aveva lasciato in consegna perché dentro casa sua non potevano entrare vampiri senza il suo permesso e così era molto più sicuro.

Invece non lo era affatto. Elijah aveva riposto la sua fiducia in lei ma si era fatta fregare come una stupida! Briony strinse i pugni pensando che quando avrebbe avuto tra le mani Damon Salvatore gli avrebbe fatto pentire di essersi intrufolato in casa sua a nascondere biglietti minatori e a rubare…

Ma improvvisamente le venne in mente che Damon non era mai stato invitato in casa sua… non poteva essere stato lui. Che fosse stato Stefan invece? Per aiutare il fratello e la sua preziosa martire questo e altro.

Briony ne fu davvero delusa perché considerava Stefan un amico leale, ma non si diede affatto per vinta. Nossignore, avrebbe trovato quei cialtroni e si sarebbe ripresa il pugnale prima che lo avessero usato su uno dei fratelli Originari.

Si sarebbe ficcata in un altro guaio. Ovviamente lo avrebbe fatto. Il suo nome sembrava attirare davvero la malasorte, ma cercò di non disperarsi perché Elijah, Rebekah e gli altri potevano morire da un momento all’altro e lei non poteva assolutamente permetterlo.

Prese le chiavi della macchina e partì a tutto gas in cerca dei fratelli Salvatore. Ma mai nella sue mente le venne il dubbio che fosse stata la sorella a tradirla in quel modo…

Mentre sfrecciava per le vie di Mystic Falls Briony ricordò il terrore che aveva provato allo specchio, quando aveva visto quella frase inquietante rivolta a lei…

Era soltanto frutto della sua immaginazione? Stava diventando pazza?

Oppure quella frase nascondeva una verità che lei stessa aveva sempre ignorato?

 

FINE CAPITOLO!

Ovviamente avrete capito che questa è soltanto la prima parte del 4 capitolo, ho deciso come al solito di dividerlo altrimenti veniva lungo come la divina commedia ahah

Perdonate i miei bla-bla e la mia pillola iniziale di depressione XDXD

Voi che dite.. Briony perdonerà Caroline? Diventerà mai un vampiro visto che l’idea le è balenata nella mente per un istante e Elijah l’ha percepito questo..?

E poi quel biglietto… MMM chi sarà mai stato. Booooh!!

Spero che il dialogo fra Ylenia e Briony vi sia piaciuto perché quando lo scrivevo l’ho trovato molto toccante! E ovviamente vi siete fatti delle idee su ciò che avverrà fra lei e Finn nella 2 parte…ihihi Briony è una pervertita depravata XD

 Spero comunque che vi sia piaciuto!! Commentate e fatemi sapere le vostri opinioni così mi rendo conto se sto scrivendo delle cavolate croniche o no :---)

 

   
 
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