Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Sole_    05/03/2012    3 recensioni
Può un mostro amare per sempre?
Sì, se è una scelta involontaria.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Contest Muse - Unintended
You could be the one I’ll always love, you’ll be the one I’ll always love.
 
Uhm, intanto ciao? ;)
Poi, seriamente, questa storia è stata scritta per il contest  ‘Fool’ said my muse to me; ‘look in thy heart and write.’  di Roberta87. Sostanzialmente consisteva nel scegliere una parola che avrebbe dato accesso ad una canzone dei Muse –venero quella band *-* - e poi facoltativamente si poteva scegliere un numero che avrebbe indirizzato ad un personaggio della Saga. Ovviamente non ho sfidato troppo la sorte: con la canzone mi era andata fin troppo bene e avevo già un’ideuzza –quella che state per leggere- e un personaggio diverso mi avrebbe sballato assolutamente, totalmente tutto.
Bene, bene, bene. Il link della canzone –vi assicuro che non ha senso leggere la shot senza- lo trovate più sotto e invece qui c’è il testo e la sua traduzione.
Spero veramente che vi piaccia quanto è piaciuta a me scriverla, o quasi, o anche meno. Insomma spero che vi possa lasciare qualcosa. E vi invogli a lasciarmi una recensioncina, -ina, -ina.
Mary.
 
Nickname: Sole_
Titolo: You could be the one I’ll always love, you’ll be the one I’ll always love.
Genere: introspettivo, romantico, song-fic
Rating: verde
Avvertimenti: One-Shot
Canzone: Unintended – Muse
Introduzione: Può un mostro amare per sempre? Sì, se è una scelta involontaria.
Note dell’autore:
Uhm. Allora. Intanto grazie, Roberta, e complimenti. Grazie perché se non avessi trovato il tuo contest, non credo che avrei mai fatto il “grande salto nel vuoto” e complimenti perché –se ho partecipato- è perché l’idea è troppo bella per non essere apprezzata partecipando. :)
Sinceramente pensavo che scrivere una shot IC con protagonista Edward Cullen fosse mooooolto più difficile, ma usare questa canzone –che non conoscevo, e che ho imparato ad amare *-* - con qualsiasi altro personaggio della saga mi è parso veramente uno spreco, così –pur di sembrare banale ed interessata solo ai personaggi principali- l’ho scritta con un Edward Cullen sofferente in mente, e sono felice del risultato.
L’ispirazione che mi ha portato a completare questa shot in poco più di tre giorni –fra revisioni varie e aggiunte- è dovuta molto alla canzone –e alla fortuna della scelta… ti assicuro: di solito nelle cose a sorteggio non sono per niente fortunata, sigh! Ma appena ho ascoltato la canzone e letto il suo testo mi sono vista Edward in camera di Bella-.
Ancora grazie per l’opportunità. Ti lascio alla lettura sperando che ti piaccia quanto è piaciuto a me scriverla,
Maria Sole.
Ps. Ah. Dimenticavo: la maggior parte dei rifermenti esplici alla canzone sono in fondo, dove c’è la EdwardxBella, ma penso che leggendo si possa trovarne l’influenza in tutta la shot. :)
___________________________________________________________________
 
Muse – Unintended
 
Edward Cullen era un vampiro. Un vampiro la cui vita era stata stravolta da una scelta egoista, una scelta fatta da un altro vampiro: non voleva essere trasformato, non voleva dover sentire la gola ardere a ogni contatto con un umano, non voleva innamorarsi senza poter vivere quell’amore.
Innamorato, un vampiro. Un vampiro d’aspetto, ma nell’animo un semplice ragazzino di diciassette anni.
Una cotta: gli rinfacciarono che il suo amore per l’umana lo fosse, perché tanto cosa può provare un ragazzino, oltre a una banale e umana cotta? Rosalie fu quella che gli diede più filo da torcere: era arrabbiata nera, non riusciva a capire come Edward potesse fare tutto quel trambusto per una semplice ragazzina con una sola vita da vivere.
“Rosalie. Tu, tu cosa hai provato quando hai visto Emmett la prima volta?” Turbato dalla caparbietà di quella vampira, tentava di smuoverla tramite l’unico suo punto debole: il suo amore per il marito.
“Tanta sete!” gli ringhiò in risposta.
“E basta?!” Edward iniziava ad inquietarsi: come poteva non capire! Proprio lei, proprio lei che era quella che più odiava la sua natura, benché fosse quella che nel gruppo rappresentava di più la specie vampira: bellezza sovrumana, egoismo pure.
Edward perché non mi capisci? Metteresti a rischio tutti. Sei egoista!
I pensieri di Rosalie lo assalirono, il pugnale delle sue parole provocò ancora più insicurezze in lui, e rabbia. Rabbia, perché –in fondo- quanto avrebbe potuto proteggere la ragazza che sosteneva di amare dalla sua innegabile natura?
Non ce la faceva più. Non poteva crederci! Da lei! Neanche se ne accorse: spaccò il tavolo tanto amato da Esme e partì per la sua corsa attraverso le foreste verdi di Forks.
Rosalie uscì dalla sala da pranzo cercando di scansare le schegge di legno a terra, andando a cercare Emmett. Quando arrivò da suo marito, ritrovato nel garage di casa Cullen con le mani nel motore, sbuffò ed Emmett capì che c’erano guai in vista.
E mentre i due coniugi si ritrovarono a parlare di Edward e di come Rosalie avrebbe dovuto esporre le sue paure, il primo vampiro si ritrovò nella sua radura, stava per calare il Sole: la fine di un altro giorno. E l’inizio di una nuova notte.
Era ancora imbestialito con Rosalie: quella vampira non riusciva ad essere un po’ meno egoista, ad allontanare lo specchio dal suo bel viso: era stata cresciuta da genitori che volevano usare la sua bellezza per i loro scopi. Ci erano riusciti, ci erano riusciti così tanto che oltre alla proposta del miglior partito in circolazione, si erano ritrovati fra le braccia la bara vuota della figlia stuprata e soccorsa da Carlisle… cosa può fare l’egoismo umano. Lo stesso egoismo che quella ragazza si era portata dietro; non si può uscire lindi da una vita umana come quella che aveva vissuto Rosalie.
Imbestialito.
Neanche la pena per quella povera ragazza, sua sorella, stuprata dal suo promesso in una sera di inverno, l’aveva fatto calmare.
Imbestialito.
Con se stesso, che una bestia, la era. Un animale mostruoso. Cos’altro può essere un vampiro? Un animale che per non morire deve uccidere altre persone.
Edward non ce la faceva proprio a tornare in sé. Era un mostro, e Bella non lo avrebbe mai voluto.
Imbestialito.
Con.. con… con quello stupido esploratore che aveva deciso che sarebbe stato bello visitare la foresta di Forks durante il crepuscolo.
Proprio uno stupido uomo.
Edward sentì prima i suoi pensieri, poi il suo odore.
E a quello non riuscì a resistere.
Il tempo di individuare lo stupido esploratore –ci mise poco anche per un vampiro-, e aveva già affondato i canini nella sua giugulare.
Il sangue.
Quant’è che non assaporava il gusto del vero sangue?
Quanto tempo era passato da che si era privato di quell’immensa goduria?
Troppo.
La mente gli si offuscò.
Gli occhi gli si appannarono.
Il corpo dell’uomo diventava creta sotto la forza priva di freni.
Totalmente abbandonato.
E poi Bella.
E lui si fermò.
Tutto si fermò.
Anche la Terra, forse.
Bella.
Bella cosa ho fatto?
Un mostro.
Perse la presa sul corpo e sentendo l’aria fendersi ancor prima del colpo col terreno, si mosse per adagiarlo senza troppi sbatacchiamenti.
Non l’aveva ucciso, sentiva ancora il battito cardiaco: era flebile, sommesso, ma c’era. Ciò che aveva perso molto tempo prima, c’era.
Un mostro.
Usò un dito dell’uomo per chiamare il 911 e lo abbandonò lì, fra il muschio verde e freddo di quella foresta. Iniziò a correre verso casa, allontanandosi il più possibile dalla prova della sua mostruosità.
Un mostro.
 
Un mostro. Sono un mostro. Carlisle quando mi trasformò, distrusse la mia vita, cambiò tutti i miei sogni e tutto il mio equilibrio. Volevo diventare un semplice soldato, avere una vita normale e invece la Spagnola mi portò via tutto quello che amavo: i miei genitori e Carlisle l’unica cosa che mi rimaneva: la mia umanità.
 
Se qualcuno l’avesse incontrato in quel momento non avrebbe mai detto che avesse quasi dissanguato un uomo poco prima, non di certo guardandolo di sfuggita: abiti perfetti, capelli perfetti. Ma, ma un semplice sguardo un po’ più attento, uno sguardo per cercare di capirlo, di capire quel povero ragazzo innamorato, uno sguardo più accurato l’avrebbe mandato in prigione: aveva gli occhi di un assassino.
Un assassino teso, che scappa, impaurito.
Edward lo era così tanto: aveva tanta paura.
Ogni morte, ogni corpo prosciugato per mano sua era un dolore immenso, un incubo che lo avrebbe perseguitato, se solo avesse potuto dormire.
Un mostro.
 
Senza accorgersene si era ritrovato sui Monti Olimpici, lontano dall’esploratore, lontano dalla sua famiglia, lontano da Bella.
Da lì vedeva tutto e niente: Forks sotto la sua perenne nebbia, e sapere che c’era anche la nebbia a separarlo da Bella gli faceva venir voglia di spazzarla via, tutta.
Un mostro irrazionale.
 
La mia Bella.
Può un mostro amare?
La mia Bella.
 
Neanche il tempo di pensare che si ritrovò sul retro di casa Swan, sotto la finestra di Bella.
Charlie stava guardando una partita di baseball alla televisione, ma ci sarebbe voluto poco, prima che si addormentasse: sentiva i suoi pensieri, i pensieri di Charlie per quella figlia sempre sulle sue, che sembrava non frequentasse nessuno, sempre triste, forse… forse sarebbe dovuta tornare da Renée – riusciva a farla felice – lui no – non era un buon padre – la mia piccola Bella – Jacob – Bella – Jacob – Bella – Bella e Jacob – Bella e Renée – Bella felice.
Si era addormentato.
Edward –con ancora le immagini di Bella e Jacob, felici, nella mente- si concentrò su Bella: la piccola abat-jour era accesa, ma il suo respiro era pesante e regolare. Dormiva.
Con un salto arrivò alla finestra aperta ed entrò nella camera dal soffitto azzurro.
 
La mia Bella.
La ragazza era distesa sul copriletto, con accanto una copia di Cime Tempestose, totalmente scoperta agli occhi di Edward.
Era una bellissima donna, la sua Bella: le gambe lunghe e toniche, i fianchi morbidi, il seno proporzionato al resto del corpo, il viso a cuore: le labbra rosse, il naso dritto, gli occhi cioccolato fuso da cerbiatta ed infine quei capelli castano-rossicci che scendevano ad accarezzarle il collo. Il collo profumato, riusciva a vedere la vena pulsare. Pulsare sangue. Rosso. Come le labbra. Rosso.
Sangue.
Sangue.
Quell’uomo.
 
Bella iniziò ad agitarsi nel sonno.
“Edward!” urlò. E lui si spaventò. Pensava di essere stato scoperto.
Cosa avrebbe potuto dirle? Si trovava nella sua camera.
La guardò pronto ad arrangiare una scusa qualsiasi, ma lei stava ancora dormendo.
Dormiva e lo chiamava.
Lo sognava.
Lo sognava e si agitava.
Aveva paura.
“Edward, no!” urlò ancora più forte.
Charlie al piano di sotto si stava lamentando.
No, non poteva svegliarsi: Edward doveva capire perché Bella urlava il suo nome.
Non poteva svegliarsi.
 
You could be my unintended
  choice to live my life extended
uqjcvd
 
Non se ne era accorto neanche lui: era stata una scelta involontaria: si era seduto accanto a Bella, accarezzando i capelli sudati, iniziando a cantarle dolce una ninna nanna.
Ma quelle parole, quelle parole erano troppo perfette per lui, per loro.
 
You could be the one I’ll always love
 
Aveva una famiglia che lo amava, certo, ma gli mancava qualcosa, e Bella poteva benissimo essere quel qualcosa, o diventarlo.
Se solo fosse possibile innamorarsi di un mostro.
“Se solo potessi innamorarti di me, di un mostro. Un mostro. Sono solo questo: un mostro omicida.”
Imbestialito.
Ma Bella riusciva a calmarlo, anche mentre dormiva e basta.
 
You could be the one who listens
to my deepest inquisitions
 
Troppo, troppo perfette.
Quella ragazza era troppo perfetta per lui: dormiva tranquilla accanto ad un mostro.
Si tranquillizzava, grazie ad un mostro.
Può un mostro non fare paura?
 
You could be the one I’ll always love
 
Per sempre. Per tutta l’esistenza.
Per sempre.
Può un mostro amare per sempre?
Alice e Jasper. Emmett e Rosalie. Esme e Carlisle.
Loro si amavano.
E si sarebbero amati per sempre.
Ma loro non stavano per uccidere un uomo prima.
La sua coscienza.
Può un mostro avere una coscienza?
Edward non lo sapeva, ma era certo che non sarebbe riuscito a vivere senza Bella, non più.
 
She could never be as good as you
 
La sua vita non sarebbe mai potuta tornare a quella apatica, nella quale galleggiava prima.
Aveva conosciuto Bella, e adesso non sarebbe mai riuscito a vivere senza di lei.
I vampiri sono essere egoisti.
 
You should be the one I’ll always love
 
Per sempre.
Alzò gli occhi e li incontrò nello specchio.
Occhi rossi.
Occhi di un omicida.
Occhi di un mostro.
Nessuno ama un mostro.
 
I’ll be there as soon as I can
but I’m busy mending broken
pieces of the life I had before
 
Le lasciò un bacio sulla fronte con gli occhi chiusi, serrati: nessuno avrebbe dovuto vederli.
“Tornerò Bella, devo prima sistemare i cocci della vita che avevo prima.” Glielo soffiò vicino all’orecchio “prima di te.
Fece in tempo a sentire un “Edward” soffiato da labbra distese in un sorriso che saltò nella notte, per cercare di sistemare quei cocci.
 
***
Spero veramente che vi sia piaciuto.
Mary.
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Sole_