- You could be the one
I’ll always love, you’ll be the one I’ll
always love.
- Uhm,
intanto ciao? ;)
- Poi,
seriamente, questa storia è stata scritta
per il contest ‘Fool’
said my muse to me; ‘look in thy heart
and write.’ di
Roberta87.
Sostanzialmente consisteva nel scegliere una parola che avrebbe dato
accesso ad
una canzone dei Muse –venero quella band *-* - e poi
facoltativamente si poteva
scegliere un numero che avrebbe indirizzato ad un personaggio della
Saga.
Ovviamente non ho sfidato troppo la sorte: con la canzone mi era andata
fin
troppo bene e avevo già un’ideuzza
–quella che state per leggere- e un personaggio
diverso mi avrebbe sballato assolutamente,
totalmente tutto.
- Bene,
bene, bene. Il link della canzone –vi
assicuro che non ha senso leggere la shot senza- lo trovate
più sotto e invece
qui c’è il testo
e la sua traduzione.
- Spero
veramente che vi piaccia quanto è
piaciuta a me scriverla, o quasi, o anche meno. Insomma spero che vi
possa
lasciare qualcosa. E vi invogli a lasciarmi una recensioncina,
-ina, -ina.
- Mary.
- Nickname: Sole_
- Titolo: You
could be
the one I’ll always love, you’ll
be the one I’ll always love.
- Genere:
introspettivo, romantico,
song-fic
- Rating: verde
- Avvertimenti: One-Shot
- Canzone: Unintended
– Muse
- Introduzione: Può
un mostro amare per
sempre? Sì,
se
è una scelta involontaria.
- Note
dell’autore:
- Uhm.
Allora. Intanto grazie, Roberta, e complimenti. Grazie
perché se non avessi
trovato il tuo contest, non credo che avrei mai fatto il
“grande salto nel
vuoto” e complimenti perché –se ho
partecipato- è perché l’idea
è troppo bella
per non essere apprezzata partecipando. :)
- Sinceramente
pensavo che scrivere una shot IC con protagonista Edward Cullen fosse
mooooolto
più difficile, ma usare questa canzone –che non
conoscevo, e che ho imparato ad
amare *-* - con qualsiasi altro personaggio della saga mi è
parso veramente uno
spreco, così –pur di sembrare banale ed
interessata solo ai personaggi
principali- l’ho scritta con un Edward Cullen sofferente in
mente, e sono
felice del risultato.
- L’ispirazione
che mi ha portato a completare questa shot in poco più di
tre giorni –fra
revisioni varie e aggiunte- è dovuta molto alla canzone
–e alla fortuna della
scelta… ti assicuro: di solito nelle cose a sorteggio non
sono per niente
fortunata, sigh! Ma appena ho ascoltato la canzone e letto il suo testo
mi sono
vista Edward in camera di Bella-.
- Ancora
grazie per l’opportunità. Ti lascio alla lettura
sperando che ti piaccia quanto
è piaciuto a me scriverla,
- Maria
Sole.
- Ps.
Ah. Dimenticavo: la maggior parte dei rifermenti esplici
alla canzone sono in fondo, dove c’è la
EdwardxBella, ma
penso che leggendo si possa trovarne l’influenza in tutta la
shot. :)
- ___________________________________________________________________
- Muse – Unintended
- Edward
Cullen era un vampiro. Un vampiro la cui vita era
stata stravolta
da
una scelta egoista, una scelta fatta
da un altro vampiro: non voleva essere trasformato, non voleva dover sentire la gola ardere a ogni
contatto con un umano, non voleva innamorarsi senza poter vivere
quell’amore.
- Innamorato,
un vampiro. Un vampiro d’aspetto, ma nell’animo un
semplice ragazzino di
diciassette anni.
- Una
cotta: gli rinfacciarono che il suo amore per l’umana
lo fosse, perché tanto cosa può provare un
ragazzino, oltre
a una banale e umana cotta?
Rosalie
fu quella che gli diede più filo da torcere: era arrabbiata
nera, non riusciva
a capire come Edward potesse fare tutto quel trambusto per una semplice
ragazzina con una sola vita da
vivere.
- “Rosalie.
Tu, tu cosa hai provato quando hai visto Emmett la prima
volta?” Turbato dalla
caparbietà di quella
vampira, tentava di smuoverla tramite l’unico suo punto
debole: il suo amore
per il marito.
- “Tanta
sete!” gli ringhiò in risposta.
- “E
basta?!” Edward iniziava ad inquietarsi: come poteva non
capire! Proprio lei,
proprio lei che era quella che più odiava la sua natura,
benché fosse quella
che nel gruppo rappresentava di più la specie vampira:
bellezza sovrumana,
egoismo pure.
- Edward
perché non mi capisci? Metteresti a rischio tutti.
Sei egoista!
- I
pensieri di Rosalie lo assalirono, il pugnale delle sue parole
provocò ancora
più insicurezze in lui, e rabbia. Rabbia, perché
–in fondo- quanto avrebbe
potuto proteggere la ragazza che sosteneva di amare dalla sua
innegabile
natura?
- Non ce
la faceva più. Non poteva crederci! Da lei! Neanche se ne
accorse: spaccò il
tavolo tanto amato da Esme e partì per la sua corsa
attraverso le foreste verdi
di Forks.
- Rosalie
uscì dalla sala da pranzo cercando di scansare le schegge di
legno a terra,
andando a cercare Emmett. Quando arrivò da suo marito,
ritrovato nel garage di
casa Cullen con le mani nel motore, sbuffò ed Emmett
capì che c’erano guai in
vista.
- E
mentre i due coniugi si ritrovarono a parlare di Edward e di come
Rosalie
avrebbe dovuto esporre le sue paure, il primo vampiro si
ritrovò nella sua
radura, stava per calare il Sole: la fine di un altro giorno. E
l’inizio di una
nuova notte.
- Era
ancora imbestialito con Rosalie: quella vampira non riusciva ad essere
un po’
meno egoista, ad allontanare lo specchio dal suo bel viso: era stata
cresciuta da
genitori che volevano usare la sua bellezza per i loro scopi. Ci erano
riusciti, ci erano riusciti così tanto che oltre alla
proposta del miglior
partito in circolazione, si erano ritrovati fra le braccia la bara vuota della figlia stuprata e soccorsa
da Carlisle… cosa può fare l’egoismo
umano. Lo stesso egoismo che quella
ragazza si era portata dietro; non si può uscire lindi da una vita umana
come quella che aveva vissuto Rosalie.
- Imbestialito.
- Neanche
la pena per quella povera ragazza, sua sorella, stuprata dal suo
promesso in
una sera di inverno, l’aveva fatto calmare.
- Imbestialito.
- Con se
stesso, che una bestia, la era. Un animale mostruoso.
Cos’altro può essere un
vampiro? Un animale che per non morire deve uccidere altre persone.
- Edward
non ce la faceva proprio a tornare in sé. Era un mostro, e Bella non lo avrebbe mai voluto.
- Imbestialito.
- Con..
con… con quello stupido esploratore che aveva deciso che
sarebbe stato bello
visitare la foresta di Forks durante il crepuscolo.
- Proprio
uno stupido uomo.
- Edward
sentì prima i suoi pensieri, poi il suo odore.
- E a
quello non riuscì a resistere.
- Il
tempo di individuare lo stupido esploratore –ci mise poco
anche per un
vampiro-, e aveva già affondato i canini nella sua
giugulare.
- Il sangue.
- Quant’è
che non assaporava il gusto del vero sangue?
- Quanto
tempo era passato da che si era privato di quell’immensa
goduria?
- Troppo.
- La
mente gli si offuscò.
- Gli
occhi gli si appannarono.
- Il
corpo dell’uomo diventava creta sotto la forza priva di
freni.
- Totalmente
abbandonato.
- E poi Bella.
- E lui
si fermò.
- Tutto
si fermò.
- Anche
la Terra, forse.
- Bella.
- Bella cosa ho
fatto?
- Un mostro.
- Perse
la presa sul corpo e sentendo l’aria fendersi ancor prima del
colpo col
terreno, si mosse per adagiarlo senza troppi sbatacchiamenti.
- Non
l’aveva ucciso, sentiva ancora il battito cardiaco: era
flebile, sommesso, ma
c’era. Ciò che aveva perso molto tempo
prima, c’era.
- Un mostro.
- Usò
un
dito dell’uomo per chiamare il 911 e lo abbandonò
lì, fra il muschio verde e
freddo di quella foresta. Iniziò a correre verso casa,
allontanandosi il più
possibile dalla prova della sua mostruosità.
- Un mostro.
- Un
mostro. Sono un mostro. Carlisle quando
mi trasformò, distrusse la mia vita, cambiò
tutti i miei sogni e tutto il mio equilibrio. Volevo
diventare un semplice
soldato, avere una vita normale e invece la Spagnola mi
portò via tutto quello
che amavo: i miei genitori e Carlisle l’unica cosa che mi
rimaneva: la mia umanità.
- Se
qualcuno l’avesse incontrato in quel momento non avrebbe mai
detto che avesse quasi
dissanguato un uomo poco prima, non di certo guardandolo di sfuggita:
abiti
perfetti, capelli perfetti. Ma, ma un semplice sguardo un po’
più attento, uno
sguardo per cercare di capirlo, di capire quel povero ragazzo
innamorato, uno sguardo più accurato l’avrebbe
mandato in
prigione: aveva gli occhi di un assassino.
- Un
assassino teso, che scappa, impaurito.
- Edward
lo era così tanto: aveva tanta paura.
- Ogni
morte, ogni corpo prosciugato per mano sua era un dolore immenso, un
incubo che
lo avrebbe perseguitato, se solo avesse
potuto dormire.
- Un mostro.
- Senza
accorgersene si era ritrovato sui Monti Olimpici, lontano
dall’esploratore,
lontano dalla sua famiglia, lontano da Bella.
- Da lì
vedeva tutto e niente: Forks sotto la sua perenne nebbia, e sapere che
c’era
anche la nebbia a separarlo da Bella gli faceva venir voglia di
spazzarla via,
tutta.
- Un mostro
irrazionale.
- La mia Bella.
- Può
un
mostro amare?
- La mia Bella.
- Neanche
il tempo di pensare che si ritrovò sul retro di casa Swan,
sotto la finestra di
Bella.
- Charlie
stava guardando una partita di baseball alla televisione, ma ci sarebbe
voluto
poco, prima che si addormentasse: sentiva i suoi pensieri, i pensieri
di
Charlie per quella figlia sempre sulle sue, che sembrava non
frequentasse
nessuno, sempre triste, forse… forse sarebbe dovuta tornare
da Renée – riusciva
a farla felice – lui no – non era un buon padre
– la mia piccola Bella
– Jacob – Bella – Jacob – Bella
– Bella e
Jacob – Bella e Renée – Bella felice.
- Si era
addormentato.
- Edward
–con ancora le immagini di Bella e Jacob, felici, nella
mente- si concentrò su
Bella: la piccola abat-jour era accesa, ma il suo respiro era pesante e
regolare. Dormiva.
- Con un
salto arrivò alla finestra aperta ed entrò nella
camera dal soffitto azzurro.
- La mia Bella.
- La
ragazza era distesa sul copriletto, con accanto una copia di Cime Tempestose, totalmente scoperta
agli occhi di Edward.
- Era
una bellissima donna, la sua Bella: le gambe lunghe e toniche, i
fianchi
morbidi, il seno proporzionato al resto del corpo, il viso a cuore: le
labbra
rosse, il naso dritto, gli occhi cioccolato fuso da cerbiatta ed infine
quei
capelli castano-rossicci che scendevano ad accarezzarle il collo. Il
collo
profumato, riusciva a vedere la vena pulsare. Pulsare sangue. Rosso.
Come le
labbra. Rosso.
- Sangue.
- Sangue.
- Quell’uomo.
- Bella
iniziò ad agitarsi nel sonno.
- “Edward!”
urlò. E lui si spaventò. Pensava di essere stato
scoperto.
- Cosa
avrebbe potuto dirle? Si trovava nella sua camera.
- La
guardò pronto ad arrangiare una scusa qualsiasi, ma lei
stava ancora dormendo.
- Dormiva
e lo chiamava.
- Lo sognava.
- Lo
sognava e si agitava.
- Aveva
paura.
- “Edward,
no!” urlò ancora
più forte.
- Charlie al piano
di sotto
si stava lamentando.
- No, non poteva
svegliarsi:
Edward doveva capire perché Bella
urlava il suo nome.
- Non
poteva svegliarsi.
- “You could be
my unintended
- choice
to live my life extended”
-
- Non se
ne era accorto neanche lui: era stata una scelta involontaria: si era
seduto
accanto a Bella, accarezzando i capelli sudati, iniziando a cantarle
dolce una
ninna nanna.
- Ma
quelle parole, quelle parole erano troppo
perfette per lui, per loro.
- “You could be
the one I’ll always love”
- Aveva
una famiglia che lo amava, certo, ma gli mancava qualcosa, e Bella
poteva
benissimo essere quel qualcosa, o diventarlo.
- Se solo fosse
possibile innamorarsi di un mostro.
- “Se
solo potessi innamorarti di me, di un
mostro. Un mostro. Sono solo questo: un mostro
omicida.”
- Imbestialito.
- Ma
Bella riusciva a calmarlo, anche mentre dormiva e
basta.
- “You could be
the one who listens
- to
my deepest inquisitions”
- Troppo,
troppo perfette.
- Quella ragazza
era troppo
perfetta per lui: dormiva tranquilla accanto ad un
mostro.
- Si
tranquillizzava, grazie
ad un mostro.
- Può
un mostro non fare paura?
- “You could be
the one I’ll always love”
- Per
sempre. Per tutta l’esistenza.
- Per sempre.
- Può
un mostro amare per sempre?
- Alice
e Jasper. Emmett e Rosalie. Esme e Carlisle.
- Loro
si amavano.
- E si
sarebbero amati per sempre.
- Ma loro non
stavano per uccidere un uomo prima.
- La sua
coscienza.
- Può
un mostro avere una coscienza?
- Edward
non lo sapeva, ma era certo che non sarebbe riuscito a vivere senza
Bella, non
più.
- “She could
never be as good as you”
- La sua
vita non sarebbe mai potuta tornare a quella
apatica, nella quale galleggiava prima.
- Aveva
conosciuto Bella, e adesso non sarebbe mai riuscito a vivere senza di
lei.
- I vampiri sono
essere egoisti.
- “You should be
the one I’ll always love”
- Per
sempre.
- Alzò
gli occhi e li
incontrò nello specchio.
- Occhi rossi.
- Occhi di un
omicida.
- Occhi di un
mostro.
- Nessuno
ama un mostro.
- “I’ll be there
as soon as I can
- but
I’m busy mending broken
- pieces
of the life I had before”
- Le
lasciò un bacio sulla fronte con gli occhi chiusi, serrati:
nessuno avrebbe
dovuto vederli.
- “Tornerò
Bella, devo prima sistemare i cocci
della vita che avevo prima.” Glielo
soffiò vicino all’orecchio “prima di te.”
- Fece
in tempo a sentire un “Edward” soffiato da labbra
distese in un sorriso che
saltò nella notte, per cercare di sistemare quei cocci.
- ***
- Spero
veramente che
vi sia piaciuto.
- Mary.