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Autore: ek_directioner    05/03/2012    7 recensioni
Il suo respiro iniziò ad affannarsi sul mio collo, e piano piano iniziava a scendere.
Le mie lacrime continuavano a scorrere come un torrente e non riuscivo a fare altro che subire.
Subire, subire, subire.
Aprivo la bocca, ma l'unica cosa che riusciva ad uscire, era un respiro affannoso che si mischiava alle gocce di pianto.
La situazione continuava uguale a tutte le altre storie.
Il suo corpo premeva sul mio e le sue labbra sfioravano la mia pelle che riaffiorava laddove non c'era il tessuto dei vestiti.
Riuscii a dire una semplice frase.
-Louis ti scongiuro, lasciami-
Volevo morire.
Appena aver finito di dire la frase, ebbi come la sensazione di non averla mai voluta dire.
Ora era come se volevo che tutto quello continuasse, anche se sapevo che non potevo permettermelo.
Si fermò.
Si era fermato?
Non mi sembrava vero.
Il suo respiro affannava ancora sul mio collo, ma le mani avevano mollato la presa.
In quel momento, riuscii finalmente a sentire anche il battito del suo cuore, che non ero riuscita a sentire fino ad ora.
Perchè non avevo provato altro che voglia?
No, non potevo.
Non potevo innamorarmi di Louis. No.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 CAPITOLO IX
Tutti i miei pensieri diventavano lacrime.

 

 
 
PICCOLLO SPAZIO AUTRICE: prima che inizi il capitolo voglio dirvi una cosa: Siete pronte per il colpo di scena?!
WOOOO (?)

Ok basta, vi lascio al capitolo u.u
 
 
 
Non feci in tempo a vederlo andarsene dietro l'angolo che subito Niall mi raggiunse.
-stai tremando Isabel, tieni il giubbotto-mi disse porgendomi il suo.
-no-
Lo scansai e mi diressi verso la tavola calda.
Entrai nel locale e mi avvicinai al nostro tavolo ancora tutta zuppa.
Zayn fissava il mondo oltre la vetrata, mentre Sam stuzzicava i resti di pizza con la forchetta.
Mi sedetti sulla mia vecchia sedia, senza accennare parola.
-Sei fradicia, ti rendi conto almeno di questo?-mi domandò Zayn deluso.
Non risposi, rimanendo a fissare un punto morto del tavolo.
-come hai potuto?-mi chiese Sam buttando la forchetta nel piatto.
Il rumore rimbombò in tutta la sala.
-è stato lui-mi limitai a rispondere.
-e noi dovremmo crederti?-disse Zayn.
-ragazzi, lo so che ho sbagliato ma vi prego non mettetevici anche voi-dissi scoppiando in un pianto isterico.
-ah ora dobbiamo anche lasciar stare?-
-no, non ho detto questo-
-e cos'hai detto allora?-m'interruppe Sam.
Sospirai.
-Dio ragazzi! il porco della scuola mi ha baciata, mi manda messaggini e non fa altro che dirmi che un giorno cadrò ai suoi piedi, i miei migliori amici non mi sostengono e ciliegina sulla torta?!: mio fratello mi dice che ho tradito anche la fiducia dei miei genitori-sbottai singhiozzando.
Rimasero pietrificati.
I nostri discorsi non interferivano minimamente con il mondo esterno, eppure la pioggia, sembrava contribuire alla tristezza che mi uccideva.
Il silenzio regnava nel tavolo, fino a quando non strusciai la sedia e uscii dal locale, lasciandoli con un semplice: 'scusatemi, a domani'.
Feci tutta la strada sotto la pioggia, con il cappuccio della felpa che si riempiva inutilmente di acqua.
Arrivai a casa e sbattei la porta, per far sentire il mio arrivo.
Mi diressi in cucina lasciando tutte le impronte di acqua per il corridoio.
Trovai Liam che sorseggiava un bicchiere di succo, seduto su uno sgabello, mentre fissava il vuoto.
-sei qui-gli dissi spogliandomi della felpa.
-potevi benissimo non sbattere la porta-disse freddamente.
Non risposi.
In realtà, il fatto di sbatterla per far sentire che ero arrivata, lo facevo quando non mi andava di parlare con nessuno.
-che mi crederai o no, mi ha baciata lui-dissi cercando di chiarire.
-vale il fatto che tu ci sei stata e non l'hai scansato-rispose.
Aveva pienamente ragione.
Silenzio.
Perchè non l'avevo spostato?
Perchè?
Perchè soltanto pensare a quel ragazzo, da quel fottuto giorno mi mandava in cortocircuito la mente?
Perchè?
Ci stavo soltanto cascando. Soltanto questo.
Presi un bicchiere di latte e mi infilai sotto le coperte, rimanendoci fino alla mattina seguente.
Mi svegliai il giorno dopo con 'Daughter' di John Mayer.
Non c'era modo migliore per iniziare una giornata così tristemente.
Mi vestii e quando scesi giù in cucina, notai un bigliettino di Liam.
'sono andato a scuola. ci vedremo prima o poi'
Dio, quella situazione stava diventando sempre più pesante.
La notte avevo sognato che Louis mi baciava e io non riuscivo a scansarlo, e la cosa non mi rassicurava affatto.
Uscii di casa e mi diressi a scuola soltanto con la mia solitudine; che bella cosa.
Arrivai davanti all'inferno, che mancavano ormai cinque minuti al suono della campana e raggiunsi subito gli altri, che si trovavano sempre al solito posto.
-buongiorno ragazzi- salutai ricevendo soltanto silenzio.
Soltanto Niall mi guardò e mi sorrise, per poi 'regalarmi' un ''buongiorno!''.
Almeno lui mi aveva capita.
 
*ZAYN*
Ero rimasto davvero deluso dal comportamento di Isabel, e non avrei davvero mai pensato che potesse arrivare a tanto.
Non appena suonò la campanella, presi Sam per un braccio e la tirai a me.
-non ce la faccio a comportarmi così-gli dissi all'orecchio.
-ti rendi conto di quello che ha fatto?- rispose
-si Sam, ma mettiti nei suoi panni. Anche tu avresti esitato un attimo prima di raccontare tutto agli altri- commentai lasciando la presa.
-si, ma io..-
-TU AVRESTI FATTO LA STESSA COSA-ripetei marcando le parole.
mi sorrise.
-fatto sta che-
-non fare come Liam!-la interruppi.
-andremo a dirle che siamo dalla sua parte, soltanto alla fine della giornata, così riflette un po' su quanto accaduto-continuai facendole l'occhiolino.
-come se già non ci avesse riflettuto-commentò ridendo.
Gli sorrisi e poi me la presi sottobraccio, per andare nell'aula di chimica dove avevamo lezione insieme.
 
*ISABEL*
Entrai insieme agli altri, cercando di essere meno fastidiosa possibile.
Appena dopo aver superato la soglia del portone, si dileguarono salutandosi e lasciandomi da sola alla folla del corridoio.
Lo percorsi tutto fino alla fine per arrivare al mio armadietto.
Aprii quest'ultimo e posai tutti i libri, per poi prendere soltanto quelli della prima ora.
Lo chiusi e nel girarmi mi ritrovati Louis ad un palmo di distanza.
-buongiorno bellezza!-mi disse accarezzandomi la guancia con il pollice.
-levati Tomlinson- risposi cercando di spostarlo da me.
-beh che c'è? ieri non sembrava ti disgustassi tanto quando mi hai baciato-continuò con un tono irritante.
-TU mi hai baciata Tomlinson, NON IO-puntualizzai.
-è uguale. Per caso tuo fratello ti ha fatto il lavaggio del cervello?-ironizzò con una risatina che dava ai nervi.
Ora tutto era chiaro.
L'aveva detto lui a mio fratello.
-Louis, se non mi levi questa mano disgustosa di dosso, ti faccio cacciare dalla scuola, intesi?-dissi spostando la sua mano dalla mia pelle.
-mano disgustosa? ora ti faccio vedere io!- disse.
Mi prese per il polso e mi trascinò con sé, non lasciandomi fiato per urlare.
Attraversammo un'altra ala dell'istituto ormai desolata, dato che i ragazzi erano tutti nelle classi.
Durante tutto il tragitto, sono faceva altro che camminare a passo spedito, e stringere il mio polso nella sua mano.
Capì di doversi fermare solo dopo aver attraversato praticamente tutta la scuola.
Ci fermammo davanti ad una porta.
-cazzo Louis ce l'hai fatta a fermarti!-dissi massaggiandomi il polso che fino a quel momento era stato stritolato.
-entra, forza-mi ordinò indicando la porta davanti alla quale ci eravamo fermati.
Spalancai gli occhi.
Dio; era arrivato anche il mio momento.
-no, Louis-
-sbrigati-m'interruppe con un'aria inferocita, spingendomi verso la porta.
I libri mi caddero da terra e la sua forza non mi lasciò il tempo di raccoglierli.
-Non hai capito Louis, io con te lì dentro non ci entro-obiettai cercando di allontanarmi, ma la sua mano riprese a stringere di nuovo, ma questa volta il braccio.
-no dolcezza tu non hai capito me. ENTRA IN QUESTA PORTA, SUBITO- mi ordinò nuovamente.
Nei suoi occhi, la cattiveria si mischiava alla malizia.
Non riuscii più ad oppormi, e dovetti attraversare la porta.
Il buio dello stanzino era riempito soltanto dagli immensi scaffali di prodotti che lo abitavano.
Oltrepassai la soglia, e Louis chiuse la porta alle nostre spalle.
Non avevo mai vissuto un momento del genere, e tantomeno avrei pensato di poterlo mai vivere.
Il silenzio regnava in quegli attimi, in cui tutti i miei pensieri si trasformavano in lacrime.
-L-Louis..-riuscii a spiccicare.
-Lo so benissimo come mi chiamo-replicò avvicinandosi alle mie labbra.
Indietreggiai fino a sbattere la schiena contro uno scaffale.
Il suo corpo era poggiato al mio, e seguiva ogni mia singola curva.
Mi prese le mani e le poggiò sulla superficie alla quale sbattevo e iniziò a stringerle fortissimo.
-Ti prego Louis-urlai piangendo.
Il suo respiro iniziò ad affannarsi sul mio collo, e piano piano iniziava a scendere.
Le mie lacrime continuavano a scorrere come un torrente e non riuscivo a fare altro che subire.
Subire, subire, subire.
Aprivo la bocca, ma l'unica cosa che riusciva ad uscire, era un respiro affannoso che si mischiava alle gocce di pianto.
La situazione continuava uguale a tutte le altre storie.
Il suo corpo premeva sul mio e le sue labbra sfioravano la mia pelle che riaffiorava laddove non c'era il tessuto dei vestiti.
Riuscii a dire una semplice frase.
-Louis ti scongiuro, lasciami-
Volevo morire.
Appena aver finito di dire la frase, ebbi come la sensazione di non averla mai voluta dire.
Ora era come se volevo che tutto quello continuasse, anche se sapevo che non potevo permettermelo. 
Si fermò.
Si era fermato?
Non mi sembrava vero.
Il suo respiro affannava ancora sul mio collo, ma le mani avevano mollato la presa.
In quel momento, riuscii finalmente a sentire anche il battito del suo cuore, che non ero riuscita a sentire fino ad allora.
Perchè non avevo provato altro che voglia?
No, non potevo.
Non potevo innamorarmi di Louis.
No.
Eppure l'unica cosa che speravo in quel momento, era che riprendesse a fare quello che stava facendo cinque secondi prima.
Si allontanò leggermente, arrivando a sfiorarmi il naso.
Ci guardammo negli occhi per un tempo indeterminato.
-Perchè mi sono fermato?-si domandò ad un certo punto.
Indietreggiava scuotendo la testa, come per dimenticare quanto appena successo.
Sembrava quasi che quello che aveva fatto, fosse stata una cosa che avrebbe scombussolato la sua vita.
Eppure lo faceva sempre.
Mi asciugai una lacrima chiedendo spiegazioni con lo sguardo.
-Io..io non l'ho mai fatto-affermò incredulo fissando per terra.
-Louis, tu l'hai sempre fatto-balbettai con la voce tremante.
-Isabel, io non ho mai sentito il bisogno di fermarmi durante un momento del genere- disse rialzando gli occhi verso di me.
Non risposi.
Feci uno sguardo confuso, che rappresentava la mia mente: confusa.
Volevo uscire dal quel posto buio e silenzioso. Troppo silenzioso.
-ho visto che stavi soffrendo-continuò spostandomi una ciocca di capelli che ricadeva davanti agli occhi.
-giusto?-domandò nuovamente cercando di essere capito.
Annuii con il capo, semplicemente.
-Isabel, scusami.. cioè.. se vuoi andare, beh io..-
Non gli diedi il tempo di finire la frase balbettata che subito mi fiondai fuori dalla porta.
Corsi nell'ala della scuola che comprendeva la mia classe di quell'ora e mi avvicinai ad un muro, poggiandomici con la schiena.
Cos'era successo?
Non lo sapevo.
Non esistevano parole per descrivere quello che avevo appena vissuto.
L'unica cosa che riuscivo a realizzare è che stavo soltanto morendo dentro.
 
 
 

******************************************
Spaaaaazio alle carote :3  (per Ryana ahahah)
V’è piaciuto questo capitolo, eeeeh!
Diciamo che questo è stato un colpo di scena un po’ forte (almeno, secondo me .___.).
Secondo voi, come verrà a sapere Liam ti quanto appena successo?
TADAAAAAAN (?)

Lo scopriremo nei prossimi capitoli :3
Muaahahahah (?)
Il prossimo capitolo a cinque recensioni :)
Sciao bele <3
 
p.s. vi scongiuro recensite l’altra FF che sta decandendo ?!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=972275

grazie mille :3

  
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