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Autore: Carla Volturi    05/03/2012    5 recensioni
Lei, Lucilla insegnante di italiano trentanovenne, sposata con due figli; lui, Antonio, avvocato quarantenne divorziato. Tutto avviene a Vietri, città del sole, del mare e di un incontro: il loro!
ATTENZIONE: I PERSONAGGI DI QUESTO RACCONTO SONO PRESENTI NELLA MIA ULTIMA STORIA “LA STAGIONE DEL CUORE-PARTE SECONDA-”.
TUTTAVIA “SOLO PER AMORE” PUO’ ESSER LETTO INDIPENDENTEMENTE DAL RACCONTO APPENA CITATO, POICHE’ I PROTAGONISTI PRINCIPALI CAMBIANO, DUNQUE NON SI PUO’ PARLARE DI UN VERO E PROPRIO SEGUITO.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic E dopo giorni posto un nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Un bacio da Carla.


CAPITOLO 10 (SECONDA PARTE)- ISOLATI NOI ALLA SPIAGGETTA!

La spiaggetta, presso la quale un imbarcazione del lido gentilmente ci ha condotto con altre dieci persone, è davvero magnifica. Stranamente non so come si chiami, devo chiederlo a Cristiano: se non lo sa lui, significa che è senza nome!.
Ciò nonostante è bellissima: la sabbia sembra riso bianco, friabile e caldo. E’ raro trovare del materiale cosi particolare su una comune spiaggia. Ma questa, forse, di comune ha ben poco, visto l’acqua marina trasparente a riva e un misto di verde ed azzurro al largo. Tanto chiara è che puoi specchiarti, riuscendo a vedere di te stessa anche il dettaglio piu’ futile. Immancabile la roccia che sovrasta questo piccolo paradiso, tenuto con estrema cura e pulizia dal Comune di Vietri. Penso che se deturpassero qualcosa qui, verrebbe un infarto al sindaco Russo, che lo tramortirebbe a terra in un nanosecondo. E’un chiacchierone, questo è vero, ma ci tiene molto alla sua città: da quel che mi hanno detto a Vietri c’è nata e vissuta la sua intera famiglia, dunque il nostro caro sindaco, politico a tempo pieno, ha un legame speciale con la sua terra d’origine. Se si ricandida, gli do il mio voto.
Non fa molto caldo, ma gli scogli a mare e la roccia fanno si che i raggi solari si incollino sulla mia pelle. Chi ha voglia di darsi letteralmente fuoco può recarsi tranquillamente qui, magari in dolce compagnia. Abbasso lo sguardo: in dolce compagnia, eh?. Di giorno non ci rifletto molto, ma quando arriva la notte e le tenebre mi avvolgono totalmente, allora si che penso. Allora si che mi rendo conto di esser sola, come moglie si intende. Come donna assolutamente no: non ho mai permesso a nessun uomo di cambiarmi la vita, se non a mio padre. Lui in parte l’ha fatto, quando scappò di casa. Certe volte osservo delle vecchie foto, in particolar modo quella in cui ci siamo tutti: io, Adriano e i piccoli. Piu’ la miro e piu’ mi rendo conto che la figura di mio marito scompare senza preavviso: un giorno i suoi occhi, un altro le sue labbra, un altro ancora il viso ed infine il suo corpo…sino a lasciare un vuoto accanto a me. Ma sono convinta che se non fosse stato per il lavoro, si sarebbe presentato un altro problema a dividerci, forse perché non vi è piu’ un valido sentimento a legarci, ad unirci. Il tempo trascorre e le persone cambiano: lo vedo con Adriano, lo vedo con me stessa. Le mie esigenze sono diverse, cosi come le mie aspettative. Gli vorrò sempre bene, ma solo come padre della mia Marta e del mio Luca, niente di piu’.
I miei pensieri svaniscono, quando sento una mano calda sulla mia spalla. Mi volto: Antonio mi sorride. Ricambio il gesto.
Ho trovato un bel posto”, esordisce, inclinando il busto verso destra.
Fammi vedere un pò”, gli dico, curiosa della fantomatica posizione scovata dal mio vicino.
Lo seguo, camminando con i bikini sulla sabbia rovente. Due bambini cercano invano di creare una piccola costruzione, ma con queste pietre minuscole è difficile fare anche un solo castello. Guardo dinanzi e l’occhio casca sulle natiche di Antonio: però, mica male!. Ha un bel fondoschiena il ragazzo…e come si muove bene: gamba destra in avanti, la sinistra indietro, con tanto di muscolatura in tensione. Polpaccio ben visibile. Caspita non è neanche assai peloso: vi è mai capitato di vedere l’uomo-scimmia? Io mi imbattei in uno che aveva la mantella di lana merinos sulle spalle e sul busto. Ovvio che il maschio per eccellenza deve avere il pelo, ma non cosi tanti. Chi sa se quel tipo si è mai fatto una passata di rasoio elettrico sulla sua trapunta matrimoniale. Ummm chi sa!.
Allora ti piace?”, chiede Antonio, indicandomi con la mano destra il luogo X.
Ancora sovrappensiero rispondo con una domanda: “Chè?”.
Qui, va bene? Se hai caldo ti metti all’ombra della roccia, se hai voglia di sole ti sposti un pò”: i suoi occhi sono puntati su di me, attende l’agognato responso.
Annuisco: “Sisi va benissimo”. Aggrotto il sopracciglio: “Hai pensato a ogni dettaglio”.
Porta la mano dietro la nuca, tra i capelli: “Fosse stato per me mi sarei messo ovunque, ma ci sei tu”. Tentenna: “Insomma ho tentato di trovare un posticino che potesse andar bene anche a te”.
Stendo il telo mare arancione, sorridendo lusingata: “Va benissimo, grazie”.
Tolgo in un battibaleno il mio copricostume blu, stesso colore peraltro del mio “due pezzi”. Piego il vestito , cosi da riporlo nella borsa. Mi abbasso, apro la sacca, chiusa precedentemente con la zip di ferro, e ci adagio l’abito. Silenzio tombale. Alzo gli occhi e me lo ritrovo li, dinanzi, mezzo imbambolato, nuovamente in costume scuro. Scuoto la testa, come per dirgli “che hai passato?”. Ma nulla, è ancora in trans. Si risveglia dopo alcuni secondi e l’unica risposta è: “No, niente”.
Mi sdraio sul mio asciugamano, cosi come fa lui. Entrambi con gomito sulla sabbia e mano tra tempia e zigomo. L’uno difonte l’altro.
Come mai avevi tu le chiavi di casa mia?”: Antonio decide di intavolare la discussione.. e fa bene: proprio non so con cosa avrei iniziato.
L’ex proprietaria è una mia cara amica”, rispondo, dopo aver schiarito la voce, “i nostri figli frequentavano la stessa scuola, stavano sempre insieme”.
Sono piccoli i tuoi figli?”, domanda curioso.
Non molto: Marta 13 anni e Luca 8”, rispondo, mentre verso per entrambi un po’ d’acqua fresca.
Poggia il capo sul suo telo giallo. Sguardo in alto: “Deve essere bello esser genitore, mia moglie non ne voleva di figli”. Punta i suoi occhi su di me: ”La prima donna che non vuole esser madre!”.
Credimi, non è mica la prima. Apprezza almeno il fatto che sia stata sincera con te. Immagina se avesse messo a mondo dei bambini, per poi non prendersene cura”, esclamo totalmente sincera.
Ah su questo hai ragione”, dichiara Antonio, “anche per questo motivo abbiamo divorziato, non c’era nulla che ci tenesse insieme”.
Sorrido alla sua affermazione: “Ascolta Antonio, i figli non sono il collante del matrimonio. Ci si lascia per altre motivazioni,  ma non perché non si ha figli. Magari su te ha inferito la scelta di tua moglie di non allargare la famiglia, proprio perché tu sei di un altro punto di vista. Ma scordati del figlio come garanzia del matrimonio”.
Si porta alla precedente posizione: “Come mai sei cosi pessimista?”.
Non sono pessimista, ma realista. Io ho due figli ma sono in procinto di separazione da mio marito”. Spalanco le braccia: “Diciamo che sono l’esempio che confuta la mia tesi”.
Scusa non volevo esser…”, interrompo la sua frase, “Non è nulla Antonio, fossero questi i mali della vita per cui scusarsi”.
Il tempo passa eppure non ce ne rendiamo conto, poiché presi dai nostri infiniti discorsi. Dalle nostre infinite parole. Quasi ho come l’impressione di conoscerlo da un secolo, potrei dirgli qualunque cosa, proprio perché a mio agio. E credo che la cosa sia reciproca, visto che anche lui non si risparmia in nulla. Ha scelto un ottimo posto: all’ombra io e lui, isolati, senza lasciarci coinvolgere dagli altri. Senza permettere alle chiacchiere altrui di contaminare le nostre. Proprio cosi…noi due all’ombra, isolati da tutto e da tutti!. 
  
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