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Autore: Fflang    05/03/2012    2 recensioni
Quanti segreti e quanta sofferenza si possono nascondere nella vita di una persona? Isabella Swan nasconde un segreto, un segreto più grande di quello dei Cullen, un segreto malvagio e potente ma allo stesso tempo buono e puro, che pochi conoscono e molti vorrebbero avere.
Un guerra è facile da cominciare ma ancor più difficile da finire, lei deve scegliere da che parte stare. Un equilibrio così fragile da potere essere distrutto con un battito da ali, costruito per caso, ma custodito con cura e venerazione.Salverà se stessa o salverà l'umanità e l'equilibrio ad un carissimo prezzo?
"Non voglio più essere la fine di qualcosa, voglio essere un'inizio..."
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec, Altro personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: New Moon
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CAPITOLO 3 KISS THE RAIN
 

Ho chiuso gli occhi e ho visto il tuo sorriso
e mi sono sentita come se fossi in paradiso
ma poi sei andato via nel buio della notte
ti ho chiamato ma non hai risposto
ed ogni notte penso a te
pensando che forse mi hai mentito dicendo di amarmi
e le promesse che abbiamo fatto
di stare insieme per sempre non hai mantenuto
la pioggia scende calma
mi fa ricordare noi come eravamo piccoli
come baciavamo la pioggia
ma quei ricordi spariscono
adesso che sei andato via
mi mancherà il tuo amore
e anche il tuo calore
guardando dalla finestra mi manchi tanto
mi mancano le tue mani
e il suono della tua voce
ed ogni notte penso a te
pensando che forse mi hai mentito dicendo di amarmi
e le promesse che abbiamo fatto
di stare insieme per sempre non hai mantenuto
la pioggia scende calma
mi fa ricordare noi come eravamo piccoli
come baciavamo la pioggia
e nel profondo del mio cuore
in qualche modo so che ti amo per sempre
chiudo i miei occhi e vedo il tuo sorriso
e mi sento come se fossi in paradiso
poi mi sveglio dal mio sogno e mi accorgo
che non ho mai avuto il tuo amore.
ed è per questo che resto qui sotto la pioggia.
 

Appena scendo dal taxi cerco di avviarmi verso l’entrata dell’albergo ma un argano freddo ma conosciuto mi travolge 

-Bella,sono così felice che tu sia qui,ti prego parlagli,convincilo ci abbiamo provato tutti ma lo sai com’è!- sorrido sembra una macchinetta, Alice Cullen non cambierà mai.

-Ci proverò ma non ti prometto nulla- le dico sorridendole triste.
In ascensore mi guardo in torno.

 -Gli altri dove sono?- le domando guardandomi le scarpe. 

-Sono in Alaska,da degli amici, un loro amico è scomparso. Lorante, il terzo vampiro che stava con James e Victoria, ricordi?- dice Alice, al nome del vampiro m'irrigidisco e lei se ne accorge. Le sorrido rassicurandola.

 -Magari la vita vegetariana non fa per lui ed è tornato da Victoria.- le dico sorridendole.

 -Spero di no, una nostra amica era innamorata persa di lui.- mi risponde lei imbronciandosi. Sospiro. Fantastico, un motivo in più per sentirmi in colpa. Usciamo dall'ascensore e seguendo Alice arriviamo davanti ad una porta, la apre e senza che me ne accorga mi ha spinto dentro chiudendola a chiave. La stanza è completamente al buio fatta eccezione per una lampada accesa appoggiata su una scrivania. 

-Alice,aprimi subito,ti prego,non c’era bisogno di chiudermi qui,Alice!- mi giro cercando l'interruttore della luce ma vado a finire contro il muro. Mi irrigidisco, questo non è il muro. Il suo profumo. 

-Edward- sussurro 

-Che cosa ci fai qui?! Alice aprì immediatamente questa porta! - urla battendo i pugni sulla porta. Quello che Edward ottenne fu solo la risata cristallina di sua sorella che se ne andava 

-Dannata vampira- sussurra 

-TI HO SENTITO- urla l'altra in risposta. Edward senza degnarmi di uno sguardo si avvicina al telefono e chiama alla reception con un perfetto francese

 -Mi scusi per il disturbo, ma sono rimasto chiuso all’interno della mia stanza per un pessimo scherzo, di mia sorella, potrebbe venirmi a liberare?- la voce del consierge risponde educatamente che sarà qui tra pochi minuti per farci uscire. Sospiro, venire qui è stata una pessima idea, come ho anche solo potuto pensare che sarebbe potuto andare tutto bene. "Vogliono solo divertirsi, non lo vedi, tu sei solo il loro giocattolino." dice la voce, cattiva, scoppiando a ridere. All'improvviso Edward inizia a parlare 

-Bella io,mi scuso per quello che ti ha fatto Alice oggi,ti giuro che quando verranno a tirarci fuori ti faro accompagnare direttamente all'aeroporto,e lo dico per te non vorrei che Charlie si preoccupasse inutilmente.- mi dice velocemente senza guardarmi. Sgrano gli occhi. 

-Edward ma che cosa stai diciend…- ma lui mi interrompe 

-Bella mi dispiace ma io non posso continuare ad essere quello che non sono e non sarò io quello con qui tu passerai il resto della tua vita che io lo voglia o meno.- sono sbalordita

- MI STAI DICENDO CHE TU SEI DISPOSTO A DIMENTICARE TUTTO QUELLO CHE NOI ABBIAMO PASSATO INSIEME??- urlo ma non me ne fregava nulla 

-BELLA TU SEI UMANA,TU PUOI DIMENTICARE E ANCH’IO,QUELLI COME NOI TROVANO PRESTO UNA DISTRAZIONE.- ribatte lui, abbasso la testa 

-Tu…non…mi..vuoi?- sussurro ma per il suo udito la mia domanda è molto chiara.

 -No.- rispose lui fissandomi serio e gelido.
Senza dire nulla mi avvicino alla porta, ma arrivatavi di fronte, mi volto verso di lui, senza guardarlo negli occhi.

 -Devi promettermi CHE NON TI IMPICCERAI PIU' DELLA MIA VITA E SE NON SEI VERAMENTE CERTO CHE IO NON SIA A FORKS NON DEVI TORNARe, INTESI?-gli dico seria. 

-Promesso.- risponde.

 -Addio Edward.- apro la porta e velocemente esco dalla sua camera e dall'albergo. Di Alice nessuna traccia. "Te l'avevo detto." mi dice la voce. Ha ragione, ha sempre avuto ragione. E io non l ho mai ascoltata. Forse se l'avessi fatto adesso sarei felice.

Camminando arrivo in un parco, ormai totalmente al buio, con qualche lampione a illuminarne alcuni punti. Mi siedo su una panchina mentre le lacrime iniziano a scendere e con loro anche la pioggia.

 

**

-Ti è mai sembrato che ogni volta che sei triste piova?- 

-Chiunque è triste quando piove..- 

-Io ti dico che il cielo piange perché Tu sei triste bambina mia.-

**

 

E' passata un’ora e non riesco a smettere di piangere, la pioggia aumenta sempre di più e io sono bagnata fradicia. Una mano si appoggia sulla mia spalla. Mi volto di scatto.

 -Edward.- sussurro. Ma la persona che mi ritrovo davanti non è lui. Sospiro. E l'uomo mi sorride. 

-Salve Isabella.- sussurra al mio orecchio. Mi alzo di scatto dalla panchina guardando l'uomo terrorizzata. 

-Non ti farò della male piccola, mi conosci.- dice sedendosi sulla panca. Lo guardo sospettosa ma mi siedo comunque al suo fianco. 

-Cosa vuoi?- domando fredda. 

-Sono preoccupato, siamo preoccupati tutti in realtà.- mi dice incrociando le braccia al petto. 

-Non c'è nulla da preoccuparsi.- dico abbassando la testa. 

-Non direi, e sai benissimo di cosa parlo. E non sarebbe la prima...- dice ma lo interrompo prima di farlo finire. 

-Smettila, ok? Voglio solo essere lasciata in pace è così difficile da capire?- urlo. Un lampo illumina il cielo rivelando per pochi secondi il vero aspetto del mio interlocutore. Lui sorride. 

-Abel ti vuole, questo l'hai capito. Vuole i tuoi poteri, ne vuole sempre di più.- mi dice. 

-E con ciò?- domando.

 -Isabella, conosci quelli come noi, nessuna pietà. Se vogliamo qualcosa noi la prendiamo. Punto. Forse il tuo padre umano rischia la vita. Non ti importa?- mi domanda. Resto in silenzio. 

-Tua madre è preoccupata, e anche tuo padre.- mi dice ancora. Stringo i pugni e ringhio facendolo ridere. 

-Lei non è mia madre. Mia madre è a Jacksonville e mio padre a Forks.- rispondo stringendo i pugni sempre più forte. 

-Hahaha non negare ciò che sei veramente. Tu sei speciale, le persone che ami non se ne sono accorte e ti hanno abbandonata. Vuoi davvero restare qui? - le dice l'uomo ironico. 

-Ti ripeterò la stessa cosa che ti ho detto due anni fa. Non verrò ne con te ne con loro. Ne voi ne loro siete la mia famiglia, io c'è lo già ed è umana come lo sono io.- disse Bella alzandosi in piedi. 

-Isabella andiamo, chi vuoi prendere in giro? Tu non sei umana. Non lo sei e non lo sarai mai.- dice l'uomo senza smettere di sorridere. 

-Non sono umana, già. Ma non sono neanche altro.- risponde Bella. 

-Non ti costringerò a tornare a casa. Non posso. Ma se vuoi bene agli umani, farai la scelta giusta.- dice l'uomo incrociando le braccia al petto. 

-Che vuoi dire?- gli domanda lei guardandolo attenta. - Abel, beh ecco vedi ha trovato il contratto di San Venganza.- mi dice osservandomi seriamente. Spalanco gli occhi. Senza parole. 

-Come diavolo ha fatto?- domando disorientata. Quel idiota alla fine è riuscito davvero a fottere suo padre. 

-Diciamo che si è fatto aiutare.- mi risponde senza rispondermi. Sbuffo. So già dove vuole arrivare. Vuole il mio aiuto.

-Non ti darò una mano.- gli dico schietta. 

-Mille anime malvagie devono essere nutrite per dare potere. Con chi pensi che se la prenderà Abel? Con i tuoi preziosissimi umani.- mi dice. Merda, ha ragione. Ma non posso, non voglio. Troverà qualcun'altro per sistemare suo figlio, in fondo non è poi così potente.

 -No.- rispondo. Lui annuisce e scompare.

E' troppo tardi per prendere un aereo, sono stanchissima e ho bisogno di riposarmi. Appena trovo un albergo mi ci fiondo dentro affittando una stanza per la notte. Entro all'interno della stanza e mi tolgo i vestiti rimanendo in intimo. Mi dirigo verso il bagno. Davanti a me, un enorme parete a specchio riflette la mia immagine. Mi osservo, sto tremando come una foglia. Perché deve succedere tutto questo? Perché tutto adesso? Sembra che tutta la sfortuna si sia buttata su di me. Mi avvicino allo specchio e mi volto osservandomi la schiena. Due tagli arrossati si riflettono nello specchio. So benissimo cosa c'era lì, cosa ci sarà sempre. È la mia natura, è quello che sono. Sarò sempre io, non la Bella umana. Ma la Bella, metà angelo e metà demone.

Termino di spogliarmi e mi infilo nella doccia. Appoggio la testa contro le mattonelle della doccia facendomi avvolgere dal calore dell'acqua. I Cullen mi hanno uccisa, sì, ma ci sono altre persone che invece a modo loro mi vogliono bene. Forse dovrei aiutarli. "Sciocca, anche se gli aiuti quei bambini non torneranno in vita." dannata voce. Urlo e il pugno si schianta contro il puro creando un buco fino al mio gomito. Merda. Sospiro ed esco dalla doccia. Mi avvolgo un asciugamano intorno al corpo e mi butto sul letto chiudendo gli occhi.

§
Una spiaggia. Sono in una spiaggia completamente deserta. Un flash mi colpisce. È la spiaggia di La Push, quella dove ho incontrato Jacob. Mi avvicino al mare e il cielo si fa sempre più buio.

 Guardo in alto. Uccelli. No, angeli...angeli neri e qualcos’altro.

 Anime nere. Anime oscure. Questa è la guerra, e si terrà a Forks. 

Un urlo. Mi volto, sono io. Ho le mani sporche di sangue e sorrido cattiva mentre una donna abbraccia un uomo privo di vita. Spalanco gli occhi perché quella donna è Reneè e quell'uomo è Charlie e io gli ho appena strappato il cuore dal petto. 

Io non sono la buona, sono cattiva. Come ha detto Abel. Forse ha ragione lui. Se mi arrendo, se cedo starò bene; Dimenticherò tutto. 

Una manina piccola tocca la mia e la stringe. Guardo me stessa da bambina che mi sorride. I suoi occhi sono innocenti, i miei no. 

- Non sei cattiva, e non sei buona. Ma puoi sceglierei, puoi scegliere di sacrificare te stessa per un equilibrio maggiore, puoi rendere tante persone felici, puoi cercare di dare agli altri quello che tu non hai avuto. Oppure puoi togliere ogni cosa, dare vita a un mondo dove ogni cosa vive e muore per mano tua, dove il caos regna sovrano. Tu sei il nulla ma sei anche il tutto. Devi saper bilanciare le due cose o esse ti si ritorceranno contro. E sarà la fine del mondo che conosciamo.- dice la bambina. 

Annuisco e il sole ritorna a risplendere sulla spiaggia. Alle mie spalle due maestose ali neri si aprono sbattendo ripetutamente. La bambina al mio fianco sorride e io con lei. All'improvviso però un dolore fortissimo al petto mi fa cadere sulle ginocchia. Urlo. Urlo sempre più forte e la bambina mi abbraccia e io la stringo fino a che non scompare. Dentro di me. §

 

 

   
 
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