Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: medius    07/10/2006    0 recensioni
Oblivium Dream è una serie a "puntate" (ogni puntata è composta da un volume di circa 200 pagine) di genere fantasy/fantascientifico/avventura giunta al terzo appuntamento. Finora ho fatto leggere lo scritto ad una ristretta cerchia di amici (sia fuori che dentro internet) ma per migliorare i tanti difetti (soprattutto di coerenza interna) che affliggono la mia "opera" ho assolutamente bisogno del giudizio di un pubblico "neutrale" e spietato. La storia, ambientata ai giorni nostri, narra di un gruppo di persone che si autodefinisce il "Popolo". I membri del Popolo vivono in piccole comunità sparse per l'America, l'Europa e l'Asia cercando di mantenere sia l'anonimato che le loro antiche tradizioni. Essi infatti sono gli eredi della mitica Atlantide, civiltà scomparsa dodicimila anni prima: alcuni di loro, come gli antichi atlantidi, sono in grado di usare la Magia racchiusa nelle Rune, piccoli pezzi di metallo forgiati in tempi antichissimi. Per via dei loro poteri, temono di essere odiati e temuti dagli umani "normali" e vivono nascondendo a tutto il mondo, salvo pochissime eccezioni, le loro doti. Ma c'è un altro e ben più pericoloso nemico che il Popolo teme più di ogni altra cosa: il Predatore, un essere spietato che vive in un'altra dimensione e che ha giurato di sterminarli. Quando Karlos - esploratore proveniente da un altro universo parallelo - attraversa un Portale e giunge nella nostra dimensione, l'oscura minaccia sembra farsi più vicina e concreta...
Genere: Drammatico, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

VII - Conclusione provvisoria

"… Ed ora passiamo alle notizie locali" disse la giovane speaker del telegiornale delle tredici. "Gli inquirenti stanno ancora indagando sull’incredibile evento accaduto due giorni fa in una strada di Brooklyn". Il suo volto venne sostituito da una ripresa aerea del famoso ponte: la telecamera effettuò una zoomata su un pennacchio di fumo che si levava dalla strada. Anche da lontano si potevano scorgere alcune persone che eseguivano strani movimenti. Ogni tanto dei bagliori si accendevano e spegnevano, illuminando la strada.
La speaker continuò: "le autorità non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito all’accaduto. Una fonte interna all’esercito ha però dichiarato che si tratterebbe di un esperimento compiuto dalle forze armate nell’ambito della lotta al terrorismo. Testimoni affermano che i cinque uomini coinvolti nell’incidente si sono dileguati nel nulla. Ed ora le…"
Mediok spense la televisione. "Avete fatto un bel casino" disse a McVes in piedi nel suo studio privato.
"Non potevamo comportarci in maniera diversa".
"Lo so. Ed è questo che mi preoccupa". Mediok si alzò dalla sua poltrona e andò alla finestra panoramica che dava sul centro cittadino. Quando era preoccupato era solito gettare un’occhiata in strada per scacciare i pensieri cattivi. Quella volta non funzionò.
Little Town era una città di tredicimila anime dove tutti si conoscevano e stimavano. Era una piccola comunità isolata dal mondo fatta eccezione per un’unica e poco trafficata strada interstatale. Gli abitanti erano tutte persone selezionate: si trattava di stimati professionisti, artisti, scienziati di tutto il mondo che vi avevano la residenza. Tutti loro appartenevano al Popolo o avevano con esso un grado di parentela piuttosto stretto. Mediok stesso aveva una figlia che aveva sposato un locale, un terrestre. Avevano due figli grandi, entrambi facevano parte a pieno diritto della loro comunità.
D’altronde, molti di quelli che ora facevano parte del Popolo non erano che discendenti alla lontana di quel primo, piccolo gruppo di persone che era sopravvissuto al cataclisma di tredicimila anni prima.
"Forse dovremo prepararci per una evacuazione" disse Mediok continuando a fissare lo scorcio di Little Town visibile dalla sua finestra.
"Maestro, quel Night non era un agente del Predatore. Non era qui per noi. Voleva quel Karlos".
"A proposito: ho letto il tuo rapporto. Tipo interessante. Come sta? Si è ripreso dalle ferite che ha subito?"
"Si. Ha capacità di recupero a dir poco sorprendenti. La sua biologia è simile alla nostra e a quella dei locali, com’è logico che sia ma… ha qualcosa di diverso. Il dottor Simmons lo stava visitando quando sono venuto da te: forse sarà in grado di dirci qualcosa di più preciso".
"E quel Night? Che fine ha fatto?"
"Come ti ho raccontato, dopo lo scontro Dex e io eravamo gli unici in grado di reggerci in piedi. Abbiamo preso Karlos ed Ethan e siamo fuggiti usando un incantesimo di invisibilità. Non ho idea di cosa sia successo a quel cacciatore di taglie".
"Deve essere sopravvissuto" sentenziò Mediok. "L’esercito non ha trovato alcun corpo nel cratere e il vostro attacco non può averlo vaporizzato".
"E tu come lo sai?"
Mediok gli rivolse uno dei suoi sguardi che lo lasciavano perplesso. "Ho qualche amico nelle forze armate. Chi credi che abbia diffuso la voce dell’esperimento con le misure anti-terrorismo? Chi ha coperto la vostra fuga attraverso undici Stati?"
McVes restò in silenzio per qualche minuto, poi disse: "l’evacuazione è necessaria per motivi diversi, vero? Ce ne andiamo perché stanno cominciando a sospettare, non è così?"
Mediok scrollò le spalle. "Loro sospettano sempre. Noi li lasciamo fare. Se sono indecisi su chi e cosa siamo, non agiranno prima di esserne certi. Il dubbio li paralizza".
"E questo è bene o è male?"
"Entrambe le cose".
"Che piani hai per il futuro?"
"Ci occuperemo del signor Karlos. Quando starà meglio voglio scambiare quattro chiacchiere con lui".
"Non penso che gli farà piacere. Uh, avrei una cosa da chiederti, Maestro".
"Sentiamo".
"Come procede l’addestramento dei ragazzi?"
"Bene. Imparano in fretta. Anche troppo: temo che molto presto voi anziani verrete superati". Mediok si lasciò sfuggire un sorriso.
"E Johnny Heremus?"
"Conferma le nostre aspettative. Un paio d’anni e sarà pronto".
"Li abbiamo un paio d’anni?" domandò McVes senza nascondere la sua preoccupazione.
"Vorrei poterti dare una risposta sicura, ma la verità è che non lo so" rispose Mediok.
I due rimasero in silenzio.

"Hai fallito di nuovo".
"Sono accaduti degli imprevisti" si difese Night.
Si trovava di nuovo nel Limbo, in una zona isolata. Aveva usato le ultime energie che gli restavano per sfuggire a chi gli dava la caccia. Non era sicuro di essere sfuggito ai suoi inseguitori, ma doveva approfittare di quell’attimo di tregua per fare rapporto al suo superiore. Il collegamento magico a distanza gli costava energia e fatica, ma non poteva farne a meno. C’erano delle informazioni di vitale importanza che doveva comunicare ad ogni costo.
"Draken non sarebbe contento del tuo operato".
"Lascia stare Draken" sbottò Night irato. "La situazione è più complicata di quanto tu creda. I locali di questo mondo non sono degli sprovveduti".
"Lo sapevamo già".
Gli occhi di Night si spalancarono come se volessero saltar fuori dalle orbite. "Lo sapevate e non mi avete avvertito?"
"Non era necessario farlo. Per te sarebbe stata una informazione superflua che ti avrebbe distolto dal tuo incarico".
"Dannazione! Mi hanno quasi ammazzato! Se avessi saputo che…"
"Cosa? Cosa avresti potuto fare?"
Night non rispose. Stava cominciando ad intuire la verità nascosta sotto le menzogne che i suoi committenti gli avevano propinato fin dall’inizio.
"Dobbiamo rivedere i nostri piani" disse il suo superiore.
"Io sono fuori" disse Night seccamente.
"Nessuno è fuori se non lo decidiamo noi" rispose gelido l’altro.
"Beh, io lo sono".
L’altro rimase in silenzio. "Te ne pentirai".
"Non vi permetterò di usarmi nuovamente come esca. Perché l’avete fatto? Chi o cosa volevate attirare allo scoperto?"
Il suo superiore si lasciò andare ad una risata. "Lo scoprirai fra breve".
Night si guardò attorno nervosamente. Si sentiva addosso lo sguardo di occhi famelici che lo spiavano continuamente. La "cosa" che lo stava braccando era riuscito a trovarlo. "Non finisce qui" disse Night in tono minaccioso. "Prega che non ti riveda mai più".
L’altro rise ancora. "Addio, Night" disse un attimo prima di interrompere il legame magico che li univa.
Night rimase solo, nell’oscurità. La "cosa" era a pochi passi da lui.
Se in quel momento qualcuno si fosse trovato a transitare in quella zona apparentemente tranquilla e isolata del Limbo, avrebbe certamente sentito rimbalzare sulle pareti l’eco di urla terribili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: medius