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Autore: _hangover    05/03/2012    6 recensioni
Lei non capiva, non capiva cosa le stesse succedendo.
Ogni volta che lo vedeva, le farfalle nel suo stomaco facevano giravolte.
No, no, basta. Lei era fidanzata, non poteva pensarci.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 8.

Allison afferrò di fretta il suo telefono e compose un numero. Il numero.
«Pronto, agenzia? Sì, so benissimo che abbiamo sette biglietti di ritorno per dopodomani, ma ne vorrei anticipare uno a domani mattina, presto. E' possibile?» tamburellava velocemente con le dita sulla scrivania della sua camera, nervosa. «Oh, certo. Il biglietto di..?» la signorina dall'altro capo del telefono aveva un aria tranquilla e spensierata.
Probabilmente a casa l'aspettava un ragazzo bellissimo che l'amava davvero, degli amici favolosi e una famiglia.
Già, una famiglia.
Allison e Niall non l'avevano una famiglia, ora Louis, Harry, Liam, Zayn e Janet erano la loro famiglia.
Una famiglia che stava andando letteralmente a puttane, per colpa sua.
Per colpa dei suoi sentimenti, per colpa del suo orgoglio, per colpa sua, e lei questo non l'accettava.
No, non accettava il fatto che stava rovinando la vita ai suoi migliori amici.
Era meglio farla finita, tornare a casa e non uscirne più -oppure cambiare decisamente casa, vita, amici- secondo lei avrebbe risolto le cose. Appunto, secondo lei. Non sapeva quanto male avrebbe fatto agli altri, non sapeva come l'avrebbero presa Louis e Niall, e non voleva saperlo.
«Allison Horan» rispose secca alla ragazza. «Bene, il volo è domani mattina alle tre e un quarto, va bene?» «Benissimo, grazie.» «Arrivederci e grazie per aver scelto..» Allison riattaccò prima che la ragazza potesse finire la frase. Prese il telefono e lo scaraventò contro la porta.
Guardò l'ora: mezzanotte e mezza.
Aveva più o meno un ora e mezza per fare le valige, uscire di casa e andare all'areoporto, dove avrebbe eseguito tutte le pratiche burocratiche per prendere quel dannato aereo.
Aprì leggermente la porta della sua stanza. «Io vado a dormire, buonanotte ragazzi!» la richiuse quasi immediatamente, sentendo a malapena gli altri che la salutavano.
Aprì l'armadio e ne tirò fuori tutti i vestiti, mettendoli alla rinfusa nella grande valigia rossa che si era portata dietro. Si cambiò velocemente, passando da un pigiama ormai pieno di lacrime e mascara sbavato, a dei leggins e una maglia.
Si legò i capelli in una coda bella alta e si infilò le sue amate vans.
Guardò di nuovo l'ora, prima di aprire la porta della sua camera.
Era l'una e quarantacinque e le luci erano spente, tutti dormivano. Trasportò la valigia fino a davanti la porta d'ingresso e si diresse in cucina, una penna nera in mano e un pezzo di carta nell'altra.
Scrisse velocemente, ma era comunque comprensibile. "Ragazzi, so che così non è il massimo ma quando voi leggerete questo biglietto io sarò già partita. Vi chiederete per dove. Torno a casa, ma ho intenzione di trovarmi un lavoro e prendermene una mia, magari con le mie amiche di biologia. Scusate, ma non sopportavo più questa situazione, vi sto rovinando la vita. Vi amo tutti, dal primo all'ultimo. E forse qualcuno anche di più. Ciao. -Allison."
Uscì soddisfatta dalla porta di casa, prendendo un taxi e dirigendosi verso l'aereoporto.
Il suo volo l'aspettava.
Liam si svegliò verso le due e quarantacinque, e si diresse in cucina. Aveva una sete che nemmeno tre cammelli sarebbero bastati, più o meno.
Tutta quella situazione lo metteva in agitazione. Entrò in cucina e accese la luce, aprendo l'anta del frigo e prendendo l'acqua.
Si sedette a tavola, bicchiere in mano e sguardo perso. Solo allora notò un foglietto di carta sulla credenza.
Lo prese, e non appena lo lesse sbarrò impercettibilmente gli occhi, sputando tutta l'acqua nel lavandino di fronte a se.
Corse verso la camera di Allison e la spalancò, non trovando nessuno però. Tornò in camera sua, urlando, in modo che lo potessero sentire tutti. «Allison se n'è andata.» Niall bofonchiò qualcosa e Harry lo guardò storto. «Non dire minchiate, Payne, è tardi torna a dormire su.» Liam alzò gli occhi al cielo, pregando di non saltargli addosso. «Non sto scherzando, è partita, la sua camera è vuota e ha lasciato un biglietto in cucina.» solo in quel momento, Louis scattò in piedi, correndo verso l'amico e strappandogli il pezzetto di carta di mano. Lo lesse avidamente e lo fece passare agli altri, che intanto si erano sistemati intorno a loro, tutti bianchi come cadaveri in faccia.
«Non può essere, mia sorella.. Da sola.. Se n'è andata.» si girò verso Harry e Louis. «Voi due ne siete la causa, è solo colpa vostra!» non era più in se, di sicuro. Lacrime amare gli rigavano le guance pallide, tipiche irlandesi. Zayn lo abbracciò, per calmarlo. «Adesso noi andiamo in aereoporto e fermiamo quella scriteriata, intesi?» Janet era fgià praticamente vestita, e con lei Louis.
«Ultima chiamata per il volo Los Angeles-Doncaster, ultima chiamata per il volo Los Angeles-Doncaster. Uscita A5» Allison si alzò dalla panchina dell'aereoporto e si diresse verso l'uscita, quella che le avrebbe cambiato la vita. «Documenti prego» Allison porse gentilmente il passaporto all'anziana signora che si presentava davanti a lei, e quando li riebbe si diresse con tristezza verso l'aereo.
«Che cazzo di traffico!» Niall era sbottato. Come biasimarlo, intasati nel traffico in sei in un taxi nel centro di Los Angeles. Ormai nessuno più gli diceva niente, cosa avrebbero potuto fare?
Dirgli 'no tranquillo, tanto tua sorella sta solo partendo per cambiare vita e probabilmente non rivederci mai più'?
«Quanto manca all'aereoporto?» Louis non riusciva a stare fermo, il suo cervello -e il suo corpo- non glielo permettevano. «Circa 350 metri, perchè?» Louis non diede nemmeno una risposta. Aprì lo sportello della macchina e corse fuori, verso l'aereoporto.
Okay, forse era un'idea folle ma non poteva lasciare che Allison partisse, non poteva.
Ignorò totalmente le voci che dietro di lui lo chiamavano a gran voce e continuò a correre, fino a che non fu all'interno del gigantesco aereoposto.
«Mi scusi, il volo Los Angeles-Doncaster è già partito?» ticchettava col piede per terra, frenetico. «No, ma hanno già finito di imbarcare. Uscita A5..» Louis fece senno di sì con la testa e corse verso l'uscita che gli avevano indicato.
Quando arrivo, l'hostess si stava dirigendo verso l'aereo, e l'altra stava aspettando solo lei per chiudere la portiera.
«Aspetti, la prego!» l'hostess più anziana lo guardò, sorridente, e fece segno alla collega più giovane di andare a vedere che voleva.
«Devo salire su quell'aereo, devo salire la prego!» l'hostess più giovane, che a quanto pare si chiamava Giusy -dal nome del cartellino- gli fece cenno di no con la testa. «Niente biglietto, niente aereo.» Louis urlò. «Ma io devo salire! Lei non capisce!» Giusy scosse ancora una volta la testa.
A questo punto si avvicinò anche l'hostess più anziana. «Giovanotto, per caso conosci una certa Allison?» Louis annuì. «Giusy, lascialo passare, avanti.» e gli sorrise dolcemente.
Louis la benedì mentalmente e non appena potè corse dentro l'aereo, cercando il posto a sedere di Allison.
Giusy guardò esterrefatta l'altra hostess. «Problemi d'amore. Ah, questi giovani d'oggi!» scoppiò in una piccola risatina e fece cenno a Giusì di seguirla, se non voleva essere mollata lì.
Allison girò la testa, per controllare se sarebbero partiti entro l'anno 2027. Possibile che anche la qualità degli aereoporti si fosse abbassata così tanto?
Si sporse un poco per vedere meglio, e incrociò un paio di occhi azzurri che la fissavano.
Avrebbe riconosciuto quegli occhi azzurri dappertutto, anche se fosse stata in una stanza piena di gente, li avrebbe riconosciuti.
«Allison!» Louis le corse in contro, sedendosi nel posto accanto a lei. «Che cosa ci fai qui?» era isterica, nervosa, ma felice, in un certo senso. «Che cosa ci faccio? Che cosa ci fai tu qui! Come ti è saltato in mente di partire, senza dirci niente, e cambiare tutto della tua vita?!» adesso anche Louis era nervoso.
Allison non rispose, rimase in silenzio. Si contorceva le mani e nella sua mente sperava che da un momento all'altro si sarebbe svegliata e si sarebbe ritrovata nella sua camera, tutto com'era prima. Ma purtroppo, questa era la realtà.
«Perchè sei scappata da tutto Allison, perchè sei scappata da noi, da me?» le si riempirono gli occhi di lacrime.
«Perchè io ti amo, cazzo!» la ragazza sbottò d'un tratto, urlando in mezzo all'aereo, con tutti i presenti che li fissavano.
Louis le sorrise, e le alzò il viso. «Ci voleva tanto?» soffocò una piccola risatina, prima di posare le sue labbra su quelle della ragazza.

 
My space :

Ciao gente!
BOOM!
Questo capitolo è uno schock, vero?
AHAHAHHAHA, SE CI SIETE RIMASTI SAPPIATE CHE ME L'ASPETTAVO ewe.
Cooomunque, mi spiace dirlo ma questo è il penultimo capitolo di questa storia,
il prossimo sarà l'epilogo.
Mi spiace tanto, ma è la fine, cioè, basta, stop, punto (?).
Quiiindi, vi ringrazio di cuore per tutto e vi chiedo di passare
nella mia altra FanFiction, mi fareste felice :)



Un bacione, grazie.
allh (:


 
   
 
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