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Autore: meiousetsuna    06/03/2012    11 recensioni
Bentrovate! Questa è la seconda storia della serie "New wave Heroines", nella quale si racconta l'incontro tra Haruka e Michiru, nella celebre puntata n. 106! Scopriremo qualcosa di più della guerriera di Nettunoe come sia iniziata la loro conoscenza... tra flashback e missing moments... tutte le curiosità rimaste in sospeso! Dal testo: Haruka chiuse gli occhi, aspettando il colpo, mentre Michiru sollevava la mano destra, non sarebbe stata tanto pesante. "Ritieniti schiaffeggiata". Era abituata ad incassare, minacce, o tantomeno un gesto aggressivo non la spaventavano, ma lo sdegno, quello non poteva sopportarlo". Se vi va... R&R! baci dalla vostra Setsuna!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New wave Heroines'
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Documento senza titolo ex Capitolo 3)

Haruka era sempre più perplessa, mentre col mento appoggiato ad una mano, assisteva alla toccante esibizione della sua nuova amica; era a conoscenza della sua crescente fama ma non si aspettava che fosse così pienamente meritata. Le note del violino si inseguivano rapidissime, in un saliscendi di emozioni, passando da toni dolcissimi ad altri acuti, facendole accapponare la pelle.
Inoltre vederla così, vestita di bianco, le trasmetteva l'impressione che fosse talmente fragile, come... ma che le prendeva? Fu un attimo, approfittando dell'intervallo tra un brano e l'altro, mentre tutti i presenti applaudivano entusiasti, si alzò e si diresse spedita verso la scala che conduceva al ponte principale, certa di non essere notata.
Era stata una grave debolezza accettare quell'invito, ma l'importante era tirarsene fuori in tempo; passando davanti ad uno specchio, si osservò con aria divertita.
"Guardati Haruka, ti sei agghindata a festa, volevi forse fare colpo? Sono proprio stupida e.... questo? - si fermò sul pianerottolo della scalinata mentre un senso di freddo la costrinse a restare bloccata in quella posizione - è la fine del Mondo".

Non aveva dubbi, quello scenario apocalittico, il cielo dominato dalle tenebre, distruzione e rovina, erano gli elementi del sogno che la perseguitava. Spaventoso. Era come se avessero fotografato il suo inconscio, ma chi poteva conoscere i segreti della mente degli altri?
"É perchè anche io ho lo stesso incubo". Seduta su di un gradino, Michiru la attendeva, in apparenza calma e sorridente, ma con un gran tumulto che la agitava dentro; le sue supposizioni dovevano rivelarsi esatte, era fermamente convinta che solo prendendola con le buone l'avrebbe convinta a seguirla, in pratica, senza tanti giri di parole, attrarla, o meglio, farla innamorare; tentare di forzare la sua volontà, invece, sarebbe equivalso a lanciarsi a tutta forza contro una parete di roccia, ne era certa.
Era un'interessante sfida con se stessa, fino a quel momento non le era mai capitato di essere rifiutata e anche se adesso si trattava di una ragazza, avvertiva in lei quel tanto di maschile che le lasciava una piccola speranza di buon esito; e per la verità non era nemmeno un'idea troppo spiacevole.
"Cosa ne puoi sapere tu dei miei incubi! Piuttosto non credevo che una persona sensibile come te alimentasse in segreto certe fantasie".
Certo che poteva essere antipatica, però Michiru era un'attrice consumata e riuscì a reprimere un gesto di stizza.

"Non sono invenzioni e tu lo sai quanto me - si sistemò i capelli con fare civettuolo - il mondo è in pericolo, ma noi abbiamo la possibilità di fermare tutto questo, hai le mie stesse visioni, infatti sei stata prescelta".
"Stai vaneggiando! - Haruka si volse dalla sua parte lanciandole un'occhiata dura - Io non so nulla di queste sciocchezze e se ci fosse qualcosa di vero non mi interesserebbe, non ho voglia di giocare agli eroi!"
La sua interlocutrice non riuscì ad evitare che la rabbia trasparisse sul suo volto.
"Non fare finta di niente! Ho cercato per tanto tempo la persona predestinata, non puoi ignorare che la Terra avrà vita breve, se non compiremo la nostra missione!"
"Senti, cercherò di essere più chiara". Haruka era incollerita, ma conservò il suo autocontrollo; che delusione scoprire che quella ragazza la cercava per un motivo tanto lontano da ciò che invece aveva mosso lei, era a dir poco una fanatica, anche se credeva di riuscire a scoprire tra le sue parole una trama intessuta abilmente sia con menzogne che con la verità; ma non era prudente ascoltare a lungo il canto delle sirene. "Lasciami fuori da questa situazione, se ciò che dici è reale hai tutta la mia ammirazione, ma io ho la mia vita da vivere, quindi rinuncia".
"E credi che a me faccia piacere? Io vorrei solo suonare il violino, è la mia unica aspirazione, ma non posso tirarmi indietro e neanche tu, sei una terribile egoista!"
Accidenti! Michiru avrebbe voluto mordersi la lingua.

Dopo aver architettato la serata in tutti i particolari, compreso far appendere il suo quadro in bella vista nell'unica uscita della sala, si era lasciata prendere dai nervi, mandando all'aria la sua brava recitina da saggia ed affascinante consigliera; adesso non le restava che prendersela con se stessa, l'aveva fatta letteralmente scappare. Decise subito che correrle dietro non servirebbe, con poche frasi era riuscita a peggiorare discretamente le cose; era la prima volta che la sua tattica non dava buoni frutti, eppure era stata amichevole, gentile e naturalmente aveva speso varie ore a prepararsi per l'occasione.
Quando l'aveva salutata con un gesto della mano, di spalle, evitando di commentare la sua ultima uscita, aveva taciuto a sua volta, ma per dispetto; non digeriva il disinteresse delle persone che valevano e Tenou era speciale, malgrado tentasse di alienare quell'idea dalla sua mente, in un certo senso le piaceva davvero, ecco, la stimava per non aver abboccato all'amo con la prima esca, l'impressione era che il filo da torcere sarebbe stato parecchio. Volse lo sguardo al famoso quadro, che il giorno seguente avrebbe ritrovato la sua collocazione alla mostra d'Arte contemporanea. E dire che la pittura le piaceva poco da bambina, preferiva la musica e la danza, però quel giorno...

"Voglio entrare mamma perchè mi hai chiusa fuori, fammi salutare la nonna! Apri!"
Michiru piangeva disperata pestando i piedi e battendo sulla porta con le manine, ma nessuno le rispondeva, finchè dopo mezz'ora di quel trambusto sua madre uscì dalla camera con le occhiaie segnate sul viso stanco messo in evidenza dal vestito nero.
"Ti sembra questo il comportamento da tenere durante la veglia della nonna? Dovresti dimostrare delle maniere migliori!
- due occhioni supplicanti si piantarono su di lei - Cerca di capire... ora la stanno vestendo, non è il caso che tu la veda. Ascoltami - si chinò mettendole le mani sulle spalle - io cerco solo di risparmiarti un dispiacere, è meglio che tu te la ricordi com'era, negli ultimi tempi, lo sai, aveva una brutta malattia".
"Quale?"
La donna osservò sua figlia riacquistare la calma all'improvviso, e giudicò che fosse abbastanza grande per sapere.
"Un tumore al midollo osseo... sai di cosa parlo? - un cenno della testa le rispose di sì - Era cominciato dalle gambe, e tentando di fermarlo con dei trapianti l'hanno operata varie volte, quando ti dicevamo che andava qualche settimana alle terme... aspetta che l'abbiano preparata, intesi?"

Altrochè, non c'era davvero pericolo che osasse entrare in quella stanza; non riusciva a pensare ad altro che ad una serie di spaventose ferite, testimoni di atroci sofferenze e nella sua mente si formò la convinzione che le avrebbe viste attraverso qualsiasi vestito, lenzuolo o coperchio, sarebbero trasparite fino ad imprimersi per sempre nelle sue retine. Appena riacquistato un minimo di reattività, corse di sotto, si chiuse a chiave e nascose la testa sotto il cuscino; no, non era giusto, la sua nonna era bellissima... poi le venne l'ispirazione.

Bimbe!!! eccoci al vostro spazio personale!
Un milione di grazie delle vostre incoraggiantissime recensioni, Amaerize,YasV, Fragile guerriera, Jukia98, Skullrose, Fulmineo (new entry!)
E del vostro imperdibile supporto, Franky, Anto62,Shadow_84, Lelou_Tenou, Algida, Sabrycrazy...e le 97 lettrici (anche lettori?) silenziose, restate ancora su questi schermi! Setsuna =^.^=

 ex Capitolo 4)

Michiru tornò in fretta sul piccolo palcoscenico per il secondo tempo del concerto, scacciando, per quanto possibile quei penosi ricordi; era una seria professionista e inoltre ci teneva all'ammirazione del pubblico, a vedersi riflessa in tanti occhi puntati su di lei. Quando finalmente l'autista le aprì lo sportello e potè rientrare a casa, il suo morale era un pochino risalito perchè senza perdere tempo, durante il tragitto in macchina, aveva già ideato un nuovo piano; l'esperienza insegna e ora almeno sapeva cosa evitare, farla sentire in obbligo, esercitare una forma di ricatto morale otteneva l'effetto contrario, la cosa migliore restava commuoverla, o risvegliare in lei il desiderio di aiutarla spontaneamente. Doveva riuscirci.
"Uhmm... maledizione, chi può essere il deficente che chiama a quest'ora? - una mano uscì dal mucchio delle coperte e impadronitasi del ricevitore lo portò di sotto - Sono Haruka... chi? Kaiou Michiru? Ce l'hai un motivo valido per telefonarmi il mattino presto? Ah, è quasi mezzogiorno... ehm, scusami, ieri sono rincasata tardi. Comunque cosa volevi?"
Era una bugia spudorata ma non poteva dirle: "Sai, stanotte non ho chiuso occhio pensando a te, mi sono girata e rigirata nel letto e alla fine sono uscita a correre in macchina, dovevo sfogarmi in qualche modo", anche se la tentazione era forte; lei ce la metteva tutta per tenersi fuori dai disastri di natura sentimentale, ma questa ragazza le si era appiccicata addosso con una tenacia inusuale.

Nell'ultimo anno delle medie ne aveva dovute tenere a bada non poche di ragazzine da quando si era ripresentata a scuola con l'uniforme maschile, i capelli tagliati ed un atteggiamento duro, le cadevano ai piedi con una frequenza imbarazzante, solo che stavolta era diverso; non era certo innamorata, ma l'ipotesi di una avventura la solleticava stranamente.
"Mi dispiace per ieri sera, sono stata impulsiva, ma è che quando ti ho vista la prima volta mi è sembrato di conoscerti già e ho avuto la sensazione che potessi comprendermi, sei talmente simile ad una persona che compare nel mio sogno, ti sarò parsa molto sciocca".
"Ma no, credimi, è il mio carattere, non volevo offenderti andandomene via, è questa storia della visione... a essere onesta hai indovinato, io ne ho una molto somigliante - dall'altro capo dell'apparecchio Michiru sorrise maliziosamente, la tattica stava dando risultati immediati, eccola che confessava - e discuterne mi innervosisce un po', tra l'altro non capisco il motivo, non credo che sia importante, ma cos'hai detto prima? Quella volta che ci siamo incontrate è stato per pochi secondi".
"Oh no, io ti ho osservata a lungo, Haruka... mi permetti di chiamarti così?"
"Fai pure, Michiru-san". Una risatina soffocata raggiunse l'orecchio di Haruka.
"Come sei formale, se non lo faccio io, neanche tu devi usare l'onorifico, ti pare?"
"D'accordo. Posso fare qualcosa per te, Michiru?"
"Sarei così felice se mi dedicassi qualche ora del tuo tempo! Mi è parso che la pittura ti piaccia e per quindici giorni ci saranno delle mie opere esposte nella Galleria d'Arte Contemporanea, un tuo parere mi interesserebbe moltissimo".

"Se ci tieni, proverò a passare prima del termine; ma tu non hai risposto alla mia domanda". Un lungo sospiro e alcuni secondi di silenzio, precedettero le parole. "É molto che ti osservo, sia nelle gare di atletica, che durante le corse di automobilismo, da quando ho visto una tua fotografia sul giornale, saresti prefetta da ritrarre e quindi ho cercato un modo di incontrarti, finché Elza-san mi ha detto di essere euforica perchè si preparava a vincere la più promettente giovane atleta del Giappone, affermandosi definitivamente; invece è successo un imprevisto, quello che ho visto correre era il vento, la povera Elza era senza speranza".
"Be-bene, ci vediamo presto".
"Allora a presto, Haruka".
Pronunciò il suo nome scandendo ogni sillaba lentamente e in ogni vuoto si annidava una promessa; poi riagganciò la cornetta.
"Sei intelligente, ma anche tanto ingenua; non vorrei ingannarti, ma è necessario che cominci a fidarti di me, ne va della salvezza dell'intero pianeta".
E per premiarsi della sua bravura, baciò la sua immagine riflessa nello specchio.

L'oggetto di un freddo blu metallico falciò l'aria, per finire nella mano destra del ragazzo del parcheggio.
"Non si preoccupi, signore, gliela sistemo io l'auto davanti al cancello, al suo ritorno la troverà in perfette condizioni!"
Haruka ormai aveva perso ogni gusto in questo tipo d'atteggiamento, ma all'inizio si divertiva molto a studiare le reazioni delle persone di fronte al denaro, si poteva assistere a scene davvero pietose.
Come questo poteggiatore che l'aveva fatta passare avanti, portando la sua macchina in prima fila, tra il malcontento degli altri, ma se i soldi le evitavano delle noie li usava e basta. Prese un ampio respiro; tre giorni era durata la sua resistenza, giorni passati interamente in compagnia del suo meccanico di fiducia, a fare interminabili giri di prova per una competizione minore che non la appassionava affatto e anche se in qualche momento si divertiva, giungendo anche ad essere allegra, quando la sera doveva rientrare a casa, si sentiva di colpo terribilmente sola, non aveva punta voglia di mangiare.
Però la stanchezza fisica l'aiutava a dormire, finché, stufa di dare battaglia a se stessa, alzò bandiera bianca e decise di recarsi a questa famosa mostra, cioè ad incontrare Michiru, ammesso di essere fortunata, non poteva certo accamparsi due settimane nel salone, di solito l'artista è presente solo all'inaugurazione; pazienza, bisognava tentare la sorte.

Forse non era necessario: ma Haruka non poteva indovinare che dal primo pomeriggio dell'evento Michiru era stata lì ad attenderla come un ragno che osserva dal centro della sua tela una farfalla variopinta, come se per combinazione si fossero trovate nell'unico giorno da lei prescelto per firmare autografi ai suoi ammiratori; era circondata da mercanti d'arte e tutti le chiedevano di acquistare quella particolare opera, ma non era in vendita anzi si era rifiutata ostinatamente di esporla malgrado le preghiere degli organizzatori, finché qualcosa le aveva fatto cambiare idea.

Angolo lettrici: Carissime YasV, Julia98, Fragileguerriera, Skullrose, trovare le vostre dolci recensioni è stato fondamentale!
E sempre mille ringraziamenti anche ad Amaerize, Algida, anto62, Lelou_Tenou,Redribbon (nuova!=^.^=), Sabrycrazy, Shadow_84, spero di avervi ancora... grazie alle 76 lettrici silenziose...spero che sabato ci siano superstiti!

Baci dalla vostra Setsuna!

 

 

 

  
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