Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: gottabekidrauhl    06/03/2012    4 recensioni
allora, è la mia 'prima' ff che scrivo qui, ma ne ho scritte molte altre, solo che non le ho mai pubblicate.
in questa ff i protagonisti saranno Savannah, una semplice ragazza e Justin (Justin Bieber) che da semplice ragazzo come lei diventerà grande, in tutti i sensi; diventerà così grande che persino il suo cuore crescerà, e ci sarà spazio non solo per Savannah.
spero vi piaccia gente c: in ogni caso potete seguirmi su twitter (@gottabekidrauhl) se vi fa piacere.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                  capitolo 2. 

Sav's flashback.

Straltford, Ontario, Canada, 10 anni fa. 
Ebbe tutto inizio qui, in quella cittadina di poco più di mille abitanti dove un bambino biondo a cui piaceva spalare la neve da solo e la musica e una bimba, forse lei non era un granché, forse lei non aveva delle qualità così speciali, ma nei suoi occhi verdi smerlado si notava uno sbrilluccichio che poteva significare solo:'vita'. 
Si conobbero così, perché forse il destino lo volevo, forse era già tutto scritto, ma il fatto resta che queste due piccole creature presero a socializzare, a sorridersi, di quei sorrisi che non si temono, che non riescono ad aspettare, dei sorrisi teneri ed innocenti. Continuavano a crescere, e a quindici anni ognuno si resero conto che quello che tutti quei sorrisi che si erano dedicati, incominciavano a mancare di appartenenza, non erano più dolci ed innocenti, più che altro invitavano l'altro a scoprire qualcosa di più sul loro rapporto. Eravamo solo bambini, poi siamo cresciuti e l'adolescenza è venuta a bussare anche alle nostre porte, e con Justin il mio rapporto fu ancora più stretto, eravamo ancora più legati, finalmente quando aprivamo la bocca non c'erano solo sorrisi, ma anche parole, parole d'amore, parole di conforto, e prese in giro, scherzi, risate. Stavamo maturando, e con noi il nostro sorriso. Poi quel piccolo adolescente divenne presto un uomo, un uomo di grande successo, il mio piccolo grande uomo... era ancora mio? Forse sarebbe diventato delle fans che tenevano così tanto a lui, che continuano a tenerci e che penso ci terranno per sempre. Ora il suo sorriso è dedicato solo a loro, ora quando loro sorridono lui sorride e viceversa. 
Avevo perso il sorriso del mio migliore amico, e quello del mio ragazzo. 



-Madonna Justin, ma che fila che c'è dentro sto macdonald! 
-Calmati, ma certo che quando stavamo assieme eri molto meno isterica, cosa ti succede hai le tue cose?
-Ero felice. E poi ah-ah, ma no. Mi da fastidio la folla lo sai bene. 
-Certi particolari non si scordano. Apettami in macchina, torno appena mi avranno dato i panini. -le porse le chiavi- Tieni, ed evita di partire senza di me. 
-Mai, non ti lascerò qui, non di nuovo. 
Sorrise, rieccolo quel bambino che avevo conosciuto. 

Andai in macchina, e aspettai, aspettai e aspettai, odiavo aspettare e lui sapeva anche questo, ma preferivo per le poche volte che lo vedevo all'anno quando rimpatriava soffrire un po' di più, senza dare nell'occhio, senza farglielo capire, perché tutto potevo riuscire a sopportare tranne lui ed il suo musino infelici. 
Justin fece in fretta graziando il cielo. 

-Ehi, cos'è sta faccia Sav?
Sinceramente non ho idea di che faccia avevo, so solo che stavo vedendo la pioggia che cadeva sul finestrino, le gocce che piano piano scendevano e scomparivano dalla mia visuale, chissà se sarebbero cadute sull'asfalto o sarebbero scivolate sulla macchina. 
-Penso.
Straltford quel giorno era grigia, e l'unica cosa che in quel momento la colorava erano i lampi gialli accesi in cielo. 
-Pensi che se non portiamo i panini a casa subito si raffredderanno e noi ci bagneremo?
-No. 
-E a cosa pensi? Mi fai paura quando eserciti le tue capacità celebrali. 
-Oh, mi scusi signor io ho swag e niente cervello! 
-Beh, almeno ho swag. 
-E niente cervello. 
-Tu non hai swag. 
-Meglio, posso usare il tuo!
-Savannah.. 
-Si?
-Andiamo a casa, mangiamo e poi ci sediamo sul divano, il vecchio programma.
-Okay, swagger. 

Passavamo pomeriggi interi,quando eravamo diventati una coppia, sul divano; guardavamo film, mangiavamo, i baci.
Quei baci che sapevano di buono, l'odore della sua pelle che ormai non assaporavi più da quasi un anno, per quella stupida distanza che rovina i rapporti, eppure riesci anche a fortificarli. Justin ed io ci eravamo fatti una promessa:'Non importa della distanza, continueremo a vederci, sentirci e amarci anche se fisicamente non potremmo stare insieme, questa volta non gliela voglio dare vinta, questa volta voglio che sia l'amore a vincere' 
Beh, si quella promessa la stavamo ancora mantenendo, e ogni volta che Justin poteva tornava a casa per stare con me, Chaz e Ryan, capitava due volte all'anno e restava più o meno un mese per volta. 
Ma mi manca, anche in momenti come questi in cui è vicino a me. 
Mi manca come fossero i vechhi Savannah e Justin, quelli innamorati. 














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p.s

questo è il secondo capitolo, spero che vi piaccia abbastanza c: l'ho fatto più lungo così siete più felici, amatemi ahahahah. 
se volete seguirmi su twitter questo è il mio account (@gottabekidrauhl) 
spero che continuate a seguire la mia storia.
ENJOOOOOOOOOOOY. 
un bacio, vostra val. 





  
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