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Autore: Invader_from_Hell    15/04/2004    5 recensioni
La mia ispirazione ritrovata, l'omaggio ad una persona che ho ucciso con un bivio che non ho forse voluto. Una svolta che è diventata la mia ragione di esistere, e in questa fanfiction ne celebro il prima. Avanti indietro, il destino di chi non vuole più scegliere, e perde. Io ho vinto. Evvai, ho ritrovato l'sipirazione ^_^
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avanti e indietro

Avanti e indietro

 

Siamo arrivati qua. Ci siamo arrivati con la spinta che ci hanno fornito gli alberi grondanti d’autunno in quel giardino che non avevamo mai visto. Ondeggiavano avanti e indietro,  anche se non potevamo in nessun modo rendercene conto, lo facevano solo per noi, solo perché in questo momento ce ne ricordassimo e capissimo quanto la caduta di quelle foglie colorate di morte rossa sia stata fondamentale per trovare la rincorsa nella prima salita. Se ci penso però, io le vedo cadere dietro di me, le vedo con gli occhi della probabilità e con la voglia di abbracciare una canzone che non ricordo. Forse, è quella che speravo avresti abbracciato quando sarei sparito.

 

Siamo arrivati qua, e se ci siamo riusciti lo dobbiamo sicuramente anche a quel vento che ci attaccava con la voglia di sentire i nostri corpi più uniti di quanto non potessero essere in quel momento. La voglia di tradire il tempo, di non mantenere le promesse fatte qualche giorno prima dell’inizio, il profondo e radicato desiderio di donare i nostri corpi ad una pila ardente che avrebbe rappresentato la nostra porta per l’apoteosi. Quel vento ondeggiava avanti e indietro tra gli alberi rossi, ed arrivò in poche settimane a privarli anche di quell’ultimo avviso sparuto, soffiando via quel rosso. Lo cercai per giorni e giorni, nutrendo la segreta speranza di trovarlo sepolto sotto la tua angoscia, la sola che in men che non si dica può scolorire gli alberi e donare loro il più morbido degli schiaffi. Lo stesso con cui mi hai costretto a rendermi conto che eri arrivato.

 

Qua ci siamo giunti, e parte del merito va anche alle nuvole. Non hanno smesso un attimo di passarci sopra la testa, pensando che fossimo totalmente insensibili ai loro movimenti e alle loro parole, sperando che nelle loro forme non saremmo riusciti a ravvisare la presenza della bellezza. Si sono augurate per tanto tempo che non riuscissimo a trovare l’uscita dai loro campi elisi una volta che vi fossimo entrati. Era un augurio che dipingevo spesso anche io su un vetro appannato, baciandolo col cuore e timbrandolo col sangue, affidandolo ad una canzone che abbracciavo e che adesso non ricordo. Le nuvole, quelle stupende nuvole percorrevano i nostri cieli avanti e indietro, senza mai stancarsi, senza mai fermarsi, senza mai voltarsi a guardare quello che si erano lasciate indietro. Avremmo dovuto fare lo stesso anche noi, prima di salire ognuno su uno sputo di cielo diverso.

 

Ti accorgi che siamo qua? Siamo sullo stesso ponte, in attesa di cadere o morire. Se fin qui abbiamo dato retta alla convenienza è anche merito della strada che abbiamo seguito. Non sai quanto ho desiderato di ringraziare chi l’avesse costruita. È una strada salda, lambita dagli alberi che rosseggiano e muoiono, e rumore di percosse. Nuvole che la seguono e la percorrono insieme con i viaggiatori, accompagnandoli e assecondandoli senza dar troppo peso alla fatica. Ma è una strada dove gli angoli sono trasparenti, dove il sangue è preceduto dal riso, dove la visione è preceduta dalla consapevolezza, dove non ci sono buche e dove ogni ostacolo scompare al nostro passaggio. È una bella strada, quella che abbiamo percorso insieme. Percorre queste nostre terre avanti e indietro, senza mai tornare sui suoi passi. Senza mai guardare indietro, come decisa a prendersi gioco di noi.

 

Se adesso siamo qua, se ci siamo arrivati gloriosi e carichi di medaglie, io voglio accennare la giusta gratitudine al tempo. Con meraviglia e stupore ci ha guidati, sorpreso dal nostro incontro, incapace di comprendere il perché delle nostre azioni. Ci ha visti in due posizioni diverse. È fuggito mentre lo rincorrevo col cuore in gola, mentre respiravo benzina e divoravo il vento per raggiungerti in tempo; ogni volta si compiaceva di quanto fosse più rapido di me, di quanto dovessi faticare per impiegare il doppio del tempo che impiegava lui a compiere lo stesso tragitto. E tu eri sempre sulla collina, stabile sulla montagna, al sicuro nel trofeo. Ti ha visto riposare e svegliarti di soprassalto mentre finalmente lo guardavi in faccia e capivi che stava superando anche te.

Il tempo ci ha giocati, ci ha plagiati, correndo avanti e indietro, a passi alterni ed eterni. A tratti ci è sembrato correre a velocità mai neppure sognate, altre volte siamo stati sul punto di credere che ci volesse prendere per mano e portare a passeggio. Ma il tempo sa fare per natura qualcosa che noi non impareremo mai. Il tempo sa vivere senza stancarsi.

 

E adesso, osservando tutti questi chilometri, non è forse il caso di ringraziare anche noi stessi?

I protagonisti che non si sono mai incontrato, quelli che hanno recitato ognuno la propria parte senza cogliere l’approvazione o lo sdegno dell’altro. Gli stessi che senza accorgersene si sono arrampicati alla ricerca di metalli preziosi in una discarica, proprio quei due che si sono accordati per non vedersi guardandosi. Siamo stati eroi e reduci di guerra, siamo passati avanti e indietro tra alberi, venti inebrianti, strade lisce e ingannevoli, cieli in fuga verso nuvole più lontane, tempi mai vissuti e paradossalmente venturi. Persone stupefatte e preoccupate sono state il nostro contorno, viaggi silenziosi e dolcezze che un’anima stanca non coglie sono stati il sollievo del ragazzino sfinito. Canto ancora quella canzone, la stessa che speravo avresti abbracciato quando sarei sparito, quando i miei capelli non sarebbero più rimasti tra le tue dita, anche solo per errore.

La nostra strada perfetta, meteora indomata, ci ha graziati con un bivio.

Ascolta la nostra ultima canzone prima che diventi un successo.

 

  
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