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Autore: Elizabeth_Tempest    06/03/2012    4 recensioni
Draco Malfoy ed Hermione Granger, li abbiamo conosciuti come nemici… e se tra loro nascesse quel dolce sentimento che tanti poeti e scrittori hanno decantato?
Scritta per il contest "Draco/Hermione? Why not, but..." di Violet Acquarius.
Draco/Hermione, pg minori: Ginny Weasley, Luna Lovegood, Blaise Zabini accenni a Luna/Rolf e Ginny/Harry.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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II.

Dopo quell’incontro in biblioteca, Draco ed Hermione, per mesi, s’incrociarono solo a lezione. I MAGO, come veniva loro costantemente ricordato, erano alle porte e anche la ragazza, in certi momenti, avvertiva lo stress che scaturiva da quell’enorme mole di studio.

Ormai viveva in biblioteca e arrancava per i corridoi della scuola trascinandosi dietro pile su pile di libri di ogni forma e volume, su qualsiasi argomento conosciuto. Ginny la riprendeva spesso, dicendo che tutto quel peso non le faceva certo bene, ma la brunetta rispondeva con un gesto stizzito per poi rituffarsi nello studio.

Anche Malfoy era preso dallo studio e iniziava sinceramente a chiedersi come facesse la Mezzosangue zannuta a non dar di matto: a breve, egli avrebbe iniziato a dare i numeri! Più studiava, più pareva che la mole di studio aumentasse, come per dispetto; almeno in Trasfigurazione e Pozioni, iniziò a perdere colpi.

Moltiplicò le ore dedicate allo studio, ritirandosi ufficialmente dalla squadra di Quidditch e si asserragliò in biblioteca.

Si sedeva ad un tavolo, nell’angolo meno frequentato, sotto una vecchia finestra che pareva aver visto giorni migliori, tirava fuori pergamena, inchiostro e piume e studiava fino a sera tardi, quando Mrs Pince lo cacciava di malo modo. Eppure con Trasfigurazione era una lotta persa in partenza: non riusciva a comprendere alcune lezioni, che si erano rivelate molto importanti e quindi gli mancavano le fondamenta per i nuovi incantesimi da imparare.

-Disperato, Malfoy?

Alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo, fucilando la Granger.

-Ciao zannuta. Comunque non sono disperato, cosa te lo fa pensare?- le disse scontrosamente. Hermione posò lo sguardo sul libro di Trasfigurazione e sul compito del biondo.

-Malfoy, guarda che hai sbagliato. Se fai così, per forza non riesci a trasfigurare nemmeno un lombrico.

-Tsk, miss So-Tutto-Io che si abbassa ad aiutarmi, che onore.- commentò, ironico.

-Senti furetto, perché invece di rompere non ringrazi? O, per lo meno, taci? Un grazie detto da te sarebbe chiedere troppo.- ribatté Hermione, seccata. Malfoy assunse un’espressione truce che le ricordò quella di un bambino troppo orgoglioso per ammettere una malefatta. Le venne da ridere. –Guardati, il grande Draco Malfoy…

-Se devi insultarmi, vattene.

-Io non sono te, Malfoy, mi pareva di avertelo chiarito. Sono venuta ad aiutarti.- gli rispose sedendosi a debita distanza da lui.

-A che devo questo onore?

-La McGranitt teme che tu stia rimanendo troppo indietro col programma.- disse Hermione, estraendo i suoi appunti.

-Insomma, se non te l’avesse ordinato la preside non ti saresti abbassata ad aiutarmi.- concluse Draco.

La ragazza tacque, riflettendo. In effetti, se la McGranitt non glielo avesse chiesto, avrebbe mai aiutato Draco Malfoy? Il ragazzo che le aveva reso la vita difficile per anni, assieme al suo gruppetto di Serpeverde? Il nipote di Bellatrix Lestrange, la sua aguzzina? Quel codardo che non aveva mosso un dito per salvarla? No, questo era ingiusto. Aveva visto gli occhi di Malfoy mentre quella pazza la torturava. Erano pieni di orrore e colpa, lo stesso sguardo che, ci scommetteva l’anima, aveva mentre Piton uccideva (sì, insomma, uccideva) Silente.

Forse non lo avrebbe aiutato spontaneamente, non poteva dire di essere tanto buona, ma se il ragazzo glielo avesse chiesto, l’avrebbe fatto. Dopo tutto, nemmeno lui si meritava tutto quel disprezzo: aveva sbagliato, ma probabilmente nemmeno lui si era reso conto del quanto finchè Tiger non aveva perso la vita nella Stanza delle Necessità.

-No. Non credo che lo avrei fatto.

-Almeno sei sincera. Sai, questo mi piace: non ti atteggi a eroina perfettina, tutta buona e gentile con tutti.- commentò Draco, guardandola.

Sì, decisamente la Granger era una ragazza scialba, una di quelle che non attira l’attenzione a prima vista: capelli crespi e ribelli legati in una coda, occhi scuri, in tono con la chioma castana (un castano scuro banalissimo, tra l’altro) e tratti anonimi, la postura un po’ ingobbita per tutto il peso che soleva portarsi appresso.

Eppure aveva apprezzato la sua sincerità: forse era l’unica, in tutta la scuola, ad avergli detto la verità in faccia. Almeno lei, la Mezzosangue.

Anche i suoi presunti amici, escluso Blaise, forse, gli mentivano, gli parlavano bene davanti e lo pugnalavano appena voltava loro la schiena. Tutti si fingevano dei santi, ad Hogwarts ed invece la persona che più di tutte ne avrebbe avuto diritto, con quella semplice frase, gli faceva capire di non essere perfetta. Certe volte si diceva di non doverla sottovalutare: la Granger era una strana, che sapeva riservare molte sorprese. Bastava vedere il pugno che era stata in grado di tirargli anni prima.

 

-Malfoy, guarda che hai sbagliato di nuovo.- sospirò Hermione, correggendo il suo tema di Pozioni. Certo, il biondo Serpeverde non era precisissimo, ma, lo doveva ammettere, non era nemmeno un pessimo studente. Certo, alcuni errori, in gran parte di distrazione, lo fregavano, però era un bravo studente e le dava soddisfazioni: era riuscito a comprendere quelle leggi e regole che aveva appreso male precedentemente (Malfoy era un nullafacente come Harry, quello sì e si era accontentato di mandarle a memoria o di impararle sbagliate dagli appunti di Blaise Zabini), tornando al livello preteso dalla McGranitt e dal professor Lumacorno, che le aveva chiesto di dare una mano al furetto anche nella sua materia. Certo, all’inizio era stato peggio di una spina nel fianco, lamentandosi sempre della sua “sfortuna”, del fatto che fosse stato messo nelle mani della zannuta (quanto avrebbe voluto emulare Moody e trasformarlo in un furetto!) o asserendo che fosse talmente insopportabile da causargli un mal di testa atroce.

“Oh, ma è un bene! Significa che c’è ancora abbastanza materia grigia, in quella zuccaccia.” gli aveva risposto.

Più che furetto, quello era una donnola, ormai ne era sicura: furbo e rompiscatole uguale.

-Mezzosangue, piantala di rompere.- le disse Malfoy, tirando una riga sul paragrafo errato e riscrivendolo secondo le indicazioni della compagna di scuola.

Certe volte la Granger era insopportabilmente pignola e perfettina, ma come compagnia, dopo Pansy Parkinson, Millicent Bulstrode, Tiger (al pensiero dell’”amico”, sentì un forte dispiacere montargli dentro, dopotutto non meritava una morte tanto atroce, arso vivo dall’Ardemonio) e Goyle, i cui cervelli sommati ne davano metà di uno sano, la Grifondoro sapeva essere quasi piacevole: dopo i primi giorni, in cui entrambi avevano ben impresso nella memoria Villa Malfoy e Bellatrix, la ragazza aveva tentato di rompere il ghiaccio, o, per lo meno, di instaurare una conversazione simil-civile col nemico di un tempo.

“Granger, ma chi te lo fa fare?!” aveva chiesto Draco, massaggiandosi le tempie.

“La buona educazione, Malfoy. Sai, quella cosa che serve ai fini della civile convivenza e che tu, evidentemente, non conosci.”

“Ti devo schiantare, Mezzosangue?”

“Chiamami ancora Mezzosangue e sarò io a schiantare te, Malfoy.” aveva ribattuto la Granger, con una tale aria da prendingiro che non sapeva come avesse fatto a non Schiantarla davvero.

E così avevano iniziato a parlare, scambiandosi quasi cordialmente i saluti e chiedendosi vicendevolmente come stavano. Di solito la conversazione di fermava lì, se si escludevano poi delle frecciatine e degli insulti qua e là.

Certe volte Draco si fermava a riflettere su quella bizzarra situazione: lui, Draco Malfoy, che conversava quasi educatamente con una Sanguesporco, una di quegli esseri inferiori che gli era stato insegnato ad odiare. Con quella Sanguesporco che per anni era riuscito a metterlo in ridicolo con quella lingua lunga come quella di una biscia e che pure era lì ad aiutarlo.

Si sentiva confuso: da una parte, quella forse più ragionevole del suo essere, sapeva di stare nel giusto, sapeva che quelle nozioni sulla purezza del sangue erano errate, ma d’altro canto, per troppo tempo gli era stato insegnato che solo i Purosangue erano degni della magia. Stava disonorando la sua stirpe e suo padre e quel pensiero gli provocava una gran vergogna.

Certo, non stava certo dicendo che tutto d’un tratto amava i Mezzosangue, ma già il trattare la Granger con un minimo di rispetto era tradire gli insegnamenti del suo genitore.

-Malfoy, ma mi stai ascoltando o dormi?!- chiese Hermione, sventolandogli la mano davanti agli occhi grigio ferro. Aveva già avuto modo di osservarli, trovando che fossero normalissimi occhi grigi e non quelle pietre cangianti che certe ragazzine di Serpeverde, negli anni precedenti, avevano decantato.

Certo che l’amore faceva proprio male… e lei con Ron ne aveva saputo qualcosa… probabilmente non erano davvero fatti per stare assieme, ma ci aveva sofferto molto.

“Prendiamoci una pausa, Hermione. Insomma, questo è un periodo così per tutti e due… non vorrei che ti stessi buttando troppo in fretta in questa relazione.”

Quella frase di Ron l’aveva molto colpita, non sembrava nemmeno lui; forse era stato per quello che non aveva ribattuto, annuendo. Alla fine quella pausa di un mese era diventata di due, di tre, di quattro, finchè Ron, in una lettera, le aveva scritto che, riflettendo, non ricambiava i suoi sentimenti come avrebbe dovuto. Non l’aveva nemmeno terminata: l’aveva bruciata, mentre lacrime di cocente delusione le rigavano le guance.

-Senti Granger, la pianti di pigolarmi con quella fastidiosa vocetta nell’orecchio?- sbottò Draco, guardandola male.

-Ah, la mia voce sarebbe fastidiosa? Perché la tua no?

-Ma io non sono una sporca Mezzosangue che ha la pretesa di insegnare la magia a un Purosangue!- sbottò, esasperato. Si rese conto tardi di quello che aveva detto: precisamente quando vide lo sguardo ferito della Granger.

Cosa gli aveva detto sua madre, nell’ultima lettera che gli aveva mandato? “So che stai facendo amicizia con una Mezzosangue, anzi, nientemeno che Hermione Granger! Che dire? Sono orgogliosa di te, figlio mio. Insomma, trovo sciocco, ormai, che tuo padre rimanga ancorato a quegl’insegnamenti insensati che gli hanno riempito la testa per tutta la vita: il mondo sta cambiando e noi Purosangue siamo sempre meno. Il mondo magico non è più di nostra proprietà e se sapremo abituarci, allora le nostre linee di sangue non si estingueranno. In più, ho saputo dalla signora Zabini che la Granger è una cara ragazza e la mia cara Andromeda me l’ha confermato: dice che sia molto gentile e abbia un gran cuore. In momenti come questo, mio caro figlio, sono queste le persone su cui bisogna contare. Guardati dalle cattive amicizie e cerca gente adatta a te.”

Questa volta avrebbe davvero deluso sua madre, pensò, guardando la compagna di corso alzarsi, afferrare alla rinfusa le sue cose e scappare via, trattenendo le lacrime.

 

 

 

 

Note

Buondì, come va? Allora, nelle mie intenzioni avrei dovuto pubblicare questo capitolo venerdì, ma visto che oggi avevo voglia di far qualcosa, eccomi.

  1. Ovviamente so che Malocchio Moody non era Malocchio ma Barty Crouch jr.;
  2. Ron, il caro, carissimo (ma anche no) Ron. Ovviamente in questa storia doveva togliersi di torno, ma ho cercato di farlo uscir di scena nel modo migliore. Diciamo che con tutto quello che è successo durante l'anno in cui il Trio si è dato alla macchia e con la morte di Fred, ha avuto bisogno di un po' di pausa e che, finita la pausa, non si sentiva pronto per una storia seria. Non per cattiveria, ma doveva mettere in ordine i pensieri e cercare la sua strada. Purtroppo ha sbagliato sia il mezzo che il momento per comunicarlo ad Hermione. Tipico di Ron.
  3. Narcissa Malfoy (<3). Ecco, questo pg, per quanto ne dica la Rowlings, non mi è mai parsa una fan di Voldemort come la sorella, anzi, mi è sempre sembrato che avesse poco da spartire con Bellatrix, al contrario che con Andromeda Tonks.
Ringrazio chi ha messo questa storia tra le seguite (*^*), chi l'ha messa tra le preferite e chi l'ha solo letta. Ringrazio anche chi ha recensito lo scorso capitolo e, be', se volete recensire pure questo, io mica mi offendo >.<
Be', vi lascio, alla prossima =)

   
 
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