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Autore: split your soul    06/03/2012    2 recensioni
“La Bibbia è solo un grande racconto fantastico, Dio non esiste. L’unico che comanda è il Grande Arcangelo.
Gli uomini non sono figli del divino, ma umili servi dei Celesti.”
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo delle autrici:  "Siamo due vermi, vermi verminosi...." XD ( cit Hercules)... chiediamo umilmente perdono e spargiamo il nostro capo di cenere... lo sappiamo, avremmo dovuto mettere il capitolo molto tempo fa, ma le "bestiali" incombenze scolastiche e i lunghi pomeriggi di studio( alla fine forse inutili) c'hanno tolto il nostro tempo libero... speriamo che il capitolo vi piaccia e di poter aggiornare più frequentemente...
perdonateci ancora.

baci

CAPITOLO II.


La sera dopo Cassy, finito lo spettacolo, corse a casa. Sapeva che avrebbe causato il finimondo, ma si era fatta una promessa e l’avrebbe mantenuta ad ogni costo.
Si barricò nell’appartamento.
- Ma che stai facendo?- chiese Amy.
- Ho fatto una cazzata.
- Che hai combinato?
- Ho fatto arrabbiare Hyperion e credo che verrà qui- disse in lacrime.
- Tu cosa? Ti sei bevuta il cervello? Hai la minima idea in che guaio ci hai cacciate?
Solo allora Cassy capì che quella non era una questione solo tra lei e l’angelo, ma in mezzo ci sarebbe finita anche Amy.
- Mi dispiace- pianse.
- Non importa. La cosa da fare adesso è scappare.
Un tonfo proveniente dal terrazzo immobilizzò le ragazze.
Un colpo ruppe il vetro in mille pezzi, che partirono come frecce impazzite. Le due si buttarono a terra e, fortunatamente, nessuna scheggia le ferì.
Amy alzò lo sguardo.
L’amica era inginocchiata a terra e aveva un polso bloccato nella ferrea presa dell’angelo.
La ragazza non l’aveva mai visto prima d’ora, ma ne rimase terrorizzata.
Il corpo, possente e muscoloso tremava dall’ira, i lunghi capelli neri erano stati scompigliati per il frenetico volo e gli occhi erano iniettati di sangue.
- Non avresti dovuto provocarmi, ti avevo avvisata. Ora pagherai per la tua insolenza.
Amy non riuscì a spiegarsi come c’era riuscita, ma improvvisamente si trovò tra l’angelo e l’amica.
- Non ti azzardare, non ne hai il diritto.
- Osi contrapporti alla mia ira, stupida umana, non avresti dovuto metterti in mezzo.
La mora vide partire lo schiaffo, chiuse gli occhi, ma non sentì il bruciante dolore.
- Questo è troppo Hyperion! Sei impazzito?
La ragazza riconobbe la voce, era lui, non poteva sbagliarsi, era il suo glaciale angelo.
- Lascia la ragazza, ora.
- Ma, Baltazar…
- Non vorrai disubbidirmi, fratellino?
Amy riaprì gli occhi. Cassy giaceva, singhiozzante, per terra. Subito si piegò su di lei nell’intento di vedere se fosse ferita e di proteggerla.
- Se il suo padrone avesse scoperto tutto, saresti finito in giganteschi guai.
 Hyperion guardava fisso verso loro due. L’ira nel suo sguardo era più nera dell’inferno.
Il Diavolo in persona non sarebbe sembrato così malvagio.
- Ascoltami, mi stai ascoltando?- chiese il biondo irato.
- Sì, dannazione, ti sto ascoltando, ma lei merita di essere punita.
- Solo perché stasera non ha voluto farsi possedere da te? Non è una tua schiava, non è soggetta ai tuoi ORDINI!- la voce di Amy era decisa e tagliente come una lama di un pugnale. Non avrebbe permesso a nessuno di fare del male alla sua amica.
- Anche tu verrai punita per la tua linguaccia!
- Ora basta!- tuonò Baltazar- Le ragazze saranno giudicate dal loro padrone, solo lui può decidere.


In pochi giorni la loro vita cambiò improvvisamente. Fu scoperta la morte del loro padrone e il loro imbroglio. Le ragazze non seppero quale buona stella l’avessero aiutate, ma scamparono la pena di morte.
Forse, però, sarebbe stato meglio morire, perché le due ragazze vennero immediatamente messe all’asta.
Vennero messe in una stanza totalmente fatta di specchi, la loro immagine era ripetuta talmente tante volte, da dare il voltastomaco. Addosso avevano un bikini striminzito di pelle. Cassy, che solitamente riusciva a sembrare a suo agio in ogni situazione, era rannicchiata in un angolo con le ginocchia al petto.
Amy, invece, guardava sprezzante verso la parete, sapeva benissimo di essere osservata, sentiva gli sguardi strisciargli addosso.
- Luridi bastardi!- urlò, dando un pugno al vetro.
Quasi riusciva a percepire le risate di quei vermi, che si prendevano gioco di lei.
- È tutta colpa mia- sussurrò Cassy.
- Non si piange sul latte versato. Ora dobbiamo solo essere forti e mai piegarsi a loro- cercò di confortarla- l’importante è restare insieme.
Cassy alzò la testa, il volto era segnato dalle lacrime, ma gli occhi brillavano di nuova luce. Era ritornata quella di prima: fiera, strafottente e molto cocciuta, forse un po’ troppo impulsiva, ma capace di affrontare le avversità.
Le due si guardarono, due sorrisi complici solcavano i loro visi. Entrambe si girarono e alzarono il dito medio in direzione del loro squallido pubblico.
improvvisamente la porta dell’angusta stanza si aprì. Pensarono che magari quel loro ultimo gesto non fosse stato gradito e sarebbero state punite. Invece, un angelo le incatenò e condusse le due ragazze sul tetto dell’edificio, dove un elicottero le attendeva.

  
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