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Autore: JaseyRae_    06/03/2012    4 recensioni
Louis ed Harry. Penso che tutti voi sappiate di cosa sto parlando.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che questa one shot l’ho scritta così, su due piedi, e devo dire che mi piace com’è uscita *-* Dovete leggerla con questa sotto: http://www.youtube.com/watch?v=cqIYGUhI6uc (canzone e video che mi hanno ispirata); se leggerete con la canzone in sottofondo avrà tutto un altro effetto *-*
Beh, buona lettura u.u  E MI RACCOMANDO, SE LEGGETE RECENSITE, ANCHE NEGATIVAMENTE. :)

***

La neve continuava a scendere lenta e delicata, si appoggiava su Londra dolcemente, ed adoravo trattenermi dietro alla finestra ad osservarla. Mi donava quel senso di tranquillità assoluta, la tranquillità di cui avevo bisogno, quella di cui non ero padrone da troppo tempo.

‘Louie’ il mio cuore prese a fare le capriole, lo stomaco sembrava un mare in tempesta.
‘Harry’ mi voltai, pronto a ritrovarmelo davanti, pronto all’ennesima coltellata. La sua bellezza mi toglieva il respiro ogni volta, i suoi occhi avevano una luce particolare, brillavano così forte da uccidermi.
I ricci perfetti gli contornavano il viso, la bocca contratta in una smorfia. Mi fissava.
‘Hai detto che volevi parlarmi, no?’
Mi cinse i fianchi, chiusi gli occhi. Non potevo guardarlo ancora una volta, o non ce l’avrei fatta.
Mi divincolai dalla sua presa, tornai alla finestra. La neve continuava a cadere delicata, non riusciva a mettermi tranquillità addosso stavolta, però.
‘Louis, che succede?’
Mi aveva chiamato Louis. Non aveva usato alcun nomignolo dolce o amorevole, era preoccupato.
‘Ehi, parla con me’ lo sentii avanzare, raggiungermi alla finestra.
Mi morsi il labbro inferiore, come potevo farlo? Eppure era la cosa giusta, la cosa giusta.
‘Harry, noi non possiamo stare insieme’ dissi tutto d’un fiato.
Chiusi di nuovo gli occhi, cercai di scacciare la brutta sensazione che stavo provando.
Non volevo guardarlo in viso, non volevo incontrare il suo sguardo triste, mi avrebbe ucciso il doppio.
‘Che stai dicendo, Louis? Noi ci amiamo’ lo sentii sibilare.
Spalancai gli occhi e con tutto il coraggio del mondo lo guardai in faccia.
Aveva un’espressione triste, deglutì rumorosamente. Era un bambino indifeso, inerme, senza forze.
Gli sfiorai la mano, che lui ritrasse velocemente.
‘Vedi, Harry. E’ difficile… Se questa cosa uscisse fuori, cosa succederebbe? Non possiamo permettercelo. Dobbiamo chiuderla qui, provare a vederci sotto un’altra luce.’
Silenzio.
‘Harry, di qualcosa…’
Sentivo le lacrime pizzicarmi gli occhi, avrei voluto abbracciarlo, avrei voluto baciarlo ed affondare le mani nei suoi ricci morbidi, avrei voluto dirgli che sarebbe andato tutto bene, ma non era così. Non quella volta.
Dovevamo dimenticarci, tenerci a distanza, tornare ad essere Louis ed Harry, migliori amici, fratelli, niente di più.
 Si voltò, ora mi dava le spalle, continuavo a fissargli la schiena, il maglione bianco lavorato, i ricci che gli scivolavano perfetti sulla nuca, incapace di fare qualsiasi gesto.
Allungai la mano e gli sfiorai il collo, il contatto con la sua pelle mi diede i brividi. Quella sarebbe stata l’ultima volta.
‘Harry, di qualcosa. Sai anche tu che è meglio per tutti, sai che è la cosa giusta…’ sussurrai, mentre ritiravo la mano, e lui si scrollava di dosso il mio tocco.
‘Cosa c’è di sbagliato in noi, Louis? Tu non capisci che va bene essere come siamo. Non lo capisci, vero? Questa non è la tua scelta, questa è la scelta degli altri. Sai anche tu che questo non è il meglio, per noi’.
Lanciai un’occhiata oltre la finestra, era tutto bianco, piatto, calmo.
Il mio stomaco continuava a contorcersi, come se una mandria d’elefanti stesse correndo avanti e indietro, lì dentro.
Riuscivo a sentire il cuore che faceva male. Aveva ragione Harry, quello non era il meglio per noi. Ma questo non cambiava le cose.
‘Mi dispiace, mi dispiace Hazza’
‘Non chiamarmi così’ disse, prima di lanciarmi un’occhiata liquida ed uscire di scatto dalla stanza.
Mi lasciai cadere sul divano, pesantemente, non come la neve che scendeva delicata.

  
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