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Autore: BlueMoon1996    07/03/2012    2 recensioni
io e lui ci siamo pacificamente ignorati da quando ci
siamo conosciuti. D'accordo, devo riconoscere che non è precisamente vero dato il fatto che una volta quasi non finiva in infermeria perchè lo avevo affatturato di brutto, ma poi lui si era scansato. O quella volta che gli ho buttato tutto il porridge della colazione in testa solo perchè aveva fatto una battuta sarcastica sul mio conto. Diciamo che non siamo in buoni rapporti ma per la maggior parte del tempo ci ignoriamo, anche se condividiamo Al, che poveraccio, spesso non sa come comportarsi con noi, perchè, anche quando siamo noi tre insieme, io e Malfoy evitiamo accuratamente di parlarci, in quanto sappiamo che la discussione finirebbe con qualche fattura o qualche ciotola di porridge volante.
Però a volte sappiamo convivere pacificamente...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Salve! So di essere in ritardo, di nuovo, ma avevo scritto questo capitolo e non mi piaceva, così l’ho riscritto e mentre lo scrivevo ho capito che era l’ultimo. Infatti finisce qua. Questo è l’ultimo capitolo di questa storia che, devo ammetterlo, ultimamente ho fatto un po’ fatica a scrivere perché non mi venivano idee. Ma posso dirvi una cosa: ogni storia che scrivo è come un pezzo di me stessa, e  anche se potrà non piacere o fare schifo mi rimarrà sempre dentro. Perché questi personaggi sono stati parte della mia infanzia e ogni cosa che li riguarda sarà sempre con me.
d’accordo, dopo questa vena poetica lacrimosa vi lascio all’ultimo capitolo di “A total eclipse of the heart”.
                                                                                                                                                                                                                                 Buona lettura.
                                                                                                                                                                                                                                    BlueMoon

 

 

 

Happiness

Quando sento la sveglia suonare sono nell’assoluta impossibilità di alzarmi.

Ok, questo è esagerato, lo ammetto. Tutte le mattine è la stessa storia e Alice e Camille sono davvero stufe.

< Rose alzati che è tardi. Rose arriveremo in ritardo. ROSE ALZATI SUBITO! >

< ok, ok, non ti scaldare bionda adesso mi alzo > dico strascicandomi fino al bagno.

< e datti una mossa! > urla di nuovo Camille.

Questo è quello che succede pressappoco ogni mattina, a parte il sabato e la domenica. Oggi non ho particolarmente voglia di alzarmi poi. È vero che non ho mai voglia di svegliarmi presto la mattina ma tra quattro ore sarà precisamente passato un mese da quando ho pianto tra le braccia di Al e litigato con il suo fedele compagno (che, per la cronaca non mi rivolge più la parola da quel giorno e se ne va imbronciato in giro). Comunque credo che il fatto che sia passato un mese possa significare due cose: la prima è che non importa quanto tempo è passato, lui mi aspetterà; la seconda è che si aspetta che io faccia qualcosa. In termini di logica credo che la prima sia alquanto improbabile, ciò significa che sono spacciata.

Lo so che in questo mese avrei dovuto pensare e riflettere ma sono stata così bene senza pressione e senza pensieri (o quasi) che non vorrei proprio tornare a quei giorni di cupa riflessione. D’altra parte, in questo mese ho sempre sentito la mancanza di un pezzo del puzzle, perché dopo averlo rimesso a posto, c’è sempre qualche pezzo perso.

Esco dal bagno lavata e vestita (non sveglia) e mi avvio, più a memoria che guardando dove vado, verso la Sala Grande. Mi siedo al tavolo dei Grifondoro e comincio ad aggrapparmi alla brocca del caffè che sembra essere la mia unica ancora di salvezza.

< ehi Rose? nottataccia? > mi chiede James, sedendomi di fronte a me e addentando un pezzo di bacon dal suo piatto.

< diciamo > rispondo.

< cos’è successo? >

< andiamo Jamie, vuoi davvero farmi da confidente? >

< in realtà no. ci vediamo cugina! > e se ne va.

Ma quanto può essere insensibile un essere del genere? Voglio dire, so che non l’ho proprio invitato ad ascoltarmi ma per Merlino, sono sua cugina! Vorrei capire che ci trova Cami in  lui.

< oh è così bello > commenta una ragazzina del primo anno che lo guarda andare via.

Ah ecco. Adesso mi è tutto chiaro.

< giorno Rosie! È arrivato il tuo cugino preferito! >

< grazie al cielo Al! James non è proprio di compagnia! > ecco, Albus si che è un cugino, si è seduto al tavolo dei grifondoro anche se a quello dei serpeverde c’è il suo fidato compare.

< eh già, non dirlo a me. Allora, è un mese che… >

Ok, vuole davvero intavolare questo discorso?

< ti prego Al, non cominciare > lo interrompo.

< brutto argomento? >

< direi di si >

< ok. Lo sai che Elizabeth partorisce tra tre mesi? >

< ma non mi dire! Non avevo fatto il conto > dico sarcasticamente. Lo so, poverino, è solo che oggi sono particolarmente acida.

< ehi ti sei alzata con Marte di traverso? > chiede.

< scusa sono un po’ suscettibile >

< capisco. A proposito di questo io… >

< AL! > grido.

< ok, ok, ma non strillare, si sono girati tutti. E poi volevo dirti solo che Scorpius vorrebbe parlarti > dice.

< ah. Bè se vuole parlarmi che venga e parli >

< andiamo Rose, vedi di fartela girare bene perché non è che tu sei proprio innocente! > esclama Al.

All’inizio lo guardo un po’ arrabbiata, poi però capisco che ha ragione.

 < e va bene >

< così si fa? >

<  già. Quindi? >

< quindi cosa? >

< dove lo devo incontrare Al? >

< ah! E che ne so io! >

Mi do uno schiaffo sulla fronte e poi alzo gli occhi al cielo prima di salutare Albus e dirigermi verso l’aula di pozioni. Ecco, quello che volevo evitare è ormai diventato inevitabile. D’altronde finalmente l’ho capito: è colpa mia. All’inizio magari no, ma col passare del tempo lo è diventata perché sono stata io a lasciare tutto in sospeso e a declinare ogni offerta di chiarirsi in quest’ultimo mese, perché lui ci ha provato qualche volta. Io ho rifiutato. Dicevo di non sentirmi pronta ma non c’è niente per cui essere pronti quindi la ragione è un’altra. Ho paura. Davvero, una paura tremenda. Insomma, mettetevi nei miei panni, dovrei chiarire una relazione molto confusa con una persona con la quale non avrei mai immaginato di doverlo fare. Stiamo parlando di Scorpius Malfoy, il ragazzo con cui ho avuto il rapporto più complicato della mia vita. Prima eravamo nemici, poi estranei, dopo conoscenti, poi mezzi amici, dopo quasi amici, siamo diventati amici, complici e poi… infatuati? Bè ora credo quasi innamorati. Senza il quasi, io lo sono, l’ho ammesso. Ma questo lo so solo io, Alice, Camille e? Philip, ovviamente, il quale è tornato alla sua vita da imbecille. Comunque è davvero strano il nostro rapporto non riuscirei a definirlo. So di essermi innamorata di lui ma non mi ci vedo a stringergli la mano per i corridoi o a baciarlo o cose del genere. Siamo stati troppe cose prima di piacerci.

Mentre penso a tutto ciò mi accorgo di essere arrivata a destinazione, così prendo posto in fondo alla classe e comincio a sfogliare la Gazzetta del Profeta.

Ci sono solo un paio di ragazze serpeverde nell’aula e dal loro continuo ridere e indicarmi deduco che ce l’abbiano con me. Bah, non mi importa proprio sinceramente. Dicano quello che vogliono, sono solo delle ochette.

< Ti sei sbrigata a fare colazione vedo. Forse non volevi incontrarmi >

Sento la sua voce arrivare da dietro e infatti me lo ritrovo alle spalle. Mi giro ma lui si sposta davanti al banco dove sono seduta.

< a quanto pare non sono riuscita nell’intento >

< no. Albus ti ha detto che vorrei parlarti? > chiede.

< si >

< bene. Adesso io ti dico anche che se non vuoi parlare con me nemmeno stavolta, considererò tutto finito perché sono stanco. > dice.

< già. “ti aspetterò Rose”> ribatto imitandolo.

< bè è passato un mese e tu hai quindici anni, credo che tu ce la faccia a superare le cose. E poi non mi sei sembrata particolarmente cupa in questo periodo. O sbaglio? Ti sei lasciata tutto alle spalle ma non volevi comunque parlare con me >

< io… ecco… per la prima volta dopo tanto tempo mi sono sentita libera da tutto quel casino che mi si era riversato addosso. Stavo bene. Ma sentivo anche che mi mancava qualcosa > dopo quest’affermazione alzo lo sguardo per vedere la sua reazione. Sembra sorpreso.

< almeno ti sei ricordata che avevi ancora un conto in sospeso. Ti aspetto al Lago oggi pomeriggio dopo pranzo > e se ne va come al solito, questa volta però dall’altra parte dell’aula.

Rimango imbambolata per qualche minuto fino a quando Lumacorno entra nell’aula e comincia a parlare di radici e infusi vari anche se sinceramente, forse per la prima volta, non lo sto davvero ascoltando.

Le ore passano troppo in fretta per i miei gusti e anche se non mi ha precisamente detto l’orario so che si riferiva al dopo pranzo, quindi appena finisco di mangiare mi alzo e mi dirigo al Lago dove, come prevedevo, mi sta già aspettando.

< credevo avrei dovuto aspettare di più o che me ne  sarei andato con la coda tra le gambe questa sera > dice.

< sono qui >

< si >

< allora. Di cosa mi volevi parlare? Di preciso intendo… da dove vuoi cominciare? > chiedo.

< mah, non lo so Rose, forse dovremmo parlare di quello che è successo in quest’ultimo mese. O prima di quest’ultimo mese > risponde.

< già, lo credo anche io >

Rimaniamo in silenzio per un po’. Si vede che c’è un po’ di imbarazzo e che nessuno dei due sa effettivamente cosa dire e da dove cominciare. Così sono io a cominciare un po’ titubante.

< bè, io volevo prendermi del tempo per me stessa e tu ti sei arrabbiato e basta > dico.

< tutto qui? >

< che c’è? Cosa dovrei dire? >

< forse che c’è ancora qualcosa hai lasciato in sospeso perché dicevi che non era il momento giusto. Qualcosa che dovresti dirmi adesso >

< oh. Quello. Non credo abbia importanza ormai > affermo. Ce l’ha l’importanza, eccome. Solo che sento le mie gambe un po’ strane, come fossero gelatina,  e sono seduta!

< vorrei saperlo comunque > dice.

Mi sa che sono un po’ nei guai.

< non credo sia il caso >

< per te non è mai il caso Rose! > comincia, alzandosi in piedi. Così mi alzo anche io   < pensi che questa vita sia eterna? Che rimarrai eternamente una quindicenne? Che non crescerai e non sbaglierai come fanno tutti? Perché non mi dici le cose esattamente come stanno? Siamo giovani, abbiamo tutta la vita davanti, ma perché aspettare e vederla scorrere senza viverla? Sei una ragazza, non un’adulta, nonostante a volte lo sembri. E ti serve sempre tempo! Tempo per pensare, per riflettere, per decidere, per chiarire. Il problema è che non ci rimetti solo tu. Ci rimettono anche gli altri e in questo caso ci ho rimesso io. Sai che ho ragione, lo sai > conclude.

< è vero > rispondo di getto.

< quindi? >

< quindi cosa? >

< vuoi dirmi o no quello che devi dirmi? >  chiede.

< è che non è una cosa semplice > cerco di spiegarmi.

< non è mai semplice! Oltre che non è mai il caso! >

< tu non capisci…>

< io capisco eccome > mi interrompe < vuoi solo temporeggiare per rimandare questa discussione per l’ennesima volta! SONO STANCO! >

Lui continua a dire cose come “non ce la faccio più” o  “mi sono stufato” e dentro di me comincia a nascere qualcosa che non posso controllare, come se fosse un peso sullo stomaco che non riesco a trattenere. E aumenta sempre di più il senso di oppressione, devo assolutamente interromperlo non riesco più a tenermelo dentro.

< MI SONO INNAMORATA DI TE! > urlo. Credo che il mio cervello stia ancora realizzando quello che ho appena fatto e così il suo dato che mi guarda come se avessi appena annunciato chissà quale enorme novità.

L’ho detto. E mi sento finalmente libera di poterlo ammettere perché non mi importa quante persone cercheranno di dissuadermi, ho sofferto fin troppo in questi ultimi tempi e credo di meritarmi un po’ di felicità.

< i-io… tu… > Scorpius sta balbettando e ancora mi guarda perplesso e sorpreso ma in senso positivo, spero.

< puoi ripeterlo perché credo di non aver capito bene > chiede.

< mi sono innamorata di te > ribadisco < e l’ho capito solo poco tempo fa, quando invece mandavo dei segnali a me stessa già da tanto. Forse da quando Philip mi ha chiesto di uscire la prima volta e tu non l’hai presa bene. O quando ho scoperto di sapere tutto di te anche se credevo di non conoscerti affatto. Quando mi  hai baciata e sono rimasta sorpresa nello scoprire che in realtà me l’aspettavo e che lo volevo anche io >

Lui mi guarda ancora un po’ spaesato e io mi rendo conto che non mi ha ancora dato una risposta. Io l’ho ammesso. Ma lui cosa prova per me?

Non so come sembra carpire il mio disappunto perché invece di rispondermi mi bacia e da lì capisco tutto.

Non c’è bisogno di cercare il principe azzurro o l’eroe mascherato perché le persone che veramente sapranno stare al tuo fianco ed amarti sono quelle che ci sono sempre state.

Ci stacchiamo per riprendere fiato e io mi siedo sull’erba, guardando davanti a me. Pochi secondi dopo lui fa lo stesso.

< a cosa stai pensando? > chiede.

< a come sarà strano da oggi in poi. Voglio dire ti ci vedi a prendermi per mano o cose del genere? > rispondo ridacchiando.

Lui si mette a ridere e risponde < non lo so. Ho sempre creduto sia una delle cose più naturali del mondo >

< già. Lo sai che se ci faremo vedere dai miei cugini entro domani anche i miei sapranno tutto? > chiedo.

< si. Sarà un po’ complicato >

< non riesco a capire questa assurda rivalità. Voglio dire, erano nemici a scuola ed era una lotta continua ma mio padre una volta mi ha detto che c’era di più ma ha sempre chiesto a mio zio di non dirmi niente. Tu ne sai qualcosa? >

< forse ti riferisci al fatto che tuo padre e tuo zio hanno salvato la vita a mio padre e a mio zio? > dice sorridendo.

< davvero? Io non ne sapevo nulla. Adesso mi è tutto chiaro >

< già. Se sono qui è anche per merito della tua famiglia no? > afferma

< bè quindi sono loro la causa di tutti i miei problemi! > esclamo ridendo.

< che vuoi dire? >

< che suppongo di doverli ringraziare >

< già. Anche io >  dice ridendo.

Per un attimo rimaniamo lì senza dire nulla. So che sarà difficile affrontare mio padre specialmente ma dovrò riuscirci se voglio essere felice.

< che ne dici di rientrare? Si sta facendo buio > chiede Scorpius dopo un po’.

Sospiro pesantemente e prendo la mano che mi sta offrendo alzandomi e pulendomi la gonna che si è tutta sporcata d’erba.

< andiamo > dico.

Ci incamminiamo verso il castello sapendo che probabilmente ci sarà un bel via vai  dato che è quasi ora di cena.

Infatti avevamo ragione. Varchiamo la soglia della Sala Grande e mentre mi incammino io al tavolo dei grifondoro e lui a quello di serpeverde sento gli occhi di mezza sala puntati su di me.

< Rose, noi dobbiamo parlare > mi dice James appena mi siedo. Ecco, nemmeno la cena in pace. Forse avrei dovuto evitare di baciarlo davanti a tutti ( si ho tralasciato questo piccolo dettaglio prima. Quisquilie )

< avanti spara > dico.

< hai appena baciato Malfoy davanti a tutta la Sala Grande! > esclama facendo girare tutto il tavolo.

Eccoci qua. Comincerà con la ramanzina dicendomi di tutto, che non dovevo bla bla bla.

< sei una grande! >

Apro la bocca pronta a ribattere ma quello che mi ha detto mio cugino non è lontanamente vicino a quello che pensavo. Mi ha appena detto che sono una grande? Lo guardo perplessa con la bocca ancora aperta e lui mi spiega.

< hai un gran coraggio! Voglio dire, al posto tuo sarei stata terrorizzato dalla  mia famiglia e da mio padre invece tu no! ti stimo cugina! >

< ah… bè, grazie. Quindi non t’importa? > chiedo sorpresa e, bè si, sollevata anche.

< no. insomma io lo so cosa vuol dire essere innamorati > comincia guardando Camille < e non posso di certo romperti perché ti piace Malfoy. a me non importa con chi stai o cosa fai, basta che ti renda felice >

Oddio sono commossa. Così tanto che abbraccio James e lui più sorpreso di me mi stringe.

< ti voglio bene decelebrato >

< anche io rossa >

Sono così contenta! Anche se dopo James quello di cui mi dovrei preoccupare è Hugo. Infatti mi giro e vedo che mi guarda in maniera strana.

< a me neanche importa Rose > mi dice così tiro un sospiro di sollievo. Sto per abbracciarlo quando mi dice un’altra cosa < però scriverò a papà >

Fermo, fermo. Riavvolgi. Cosa ha detto? Se papà lo scopre adesso che non sono lontanamente pronta psicologicamente e anche fisicamente (schivare incantesimi o cose del genere. Ci vuole esercizio, mio padre è un’auror!) farà fuori sia me che Scorpius.

< non puoi Hugo, per favore non puoi > dico supplicandolo.

< troppo tardi sorellona. Ho detto che scriverò ma per la partita. Di te già ho scritto nella lettera di due ore fa e papino sta venendo proprio qui. Vi ho visti al lago prima >  dice con un sorriso beffardo.

< cosaaaaaaaaa? Ti stai vendicando per la figura che ti ho fatto fare a Natale? È così? Come puoi paragonare un bagno gelato davanti a tutti dopo aver perso contro di me con il farmi uccidere? > chiedo esterrefatta.

< è così che funziona tra fratelli > commenta.

< TU! LURIDO FARABUTTO… >

Sto per buttare le mani al collo di mio fratello quando James mi richiama.

< Rose? ehm.. rose? >

< che vuoi James? >

< credo che tu abbia un problema più grosso! > dice indicando timidamente mio padre, mia madre e i coniugi Malfoy davanti alla porta della sala grande con al seguito una McGranitt trafelata e preoccupata.

Mi blocco con ancora le mani al collo di Hugo e Scorpius credo sia pietrificato come me mentre mio padre è tutt’altro che tranquillo così come Draco Malfoy e mia madre sembra agitata più per lo stato d’animo di mio padre che per la situazione. La Sala Grande si è bloccata e l’unico a muoversi per ora è Albus che sta correndo verso di me. L’unica cosa che riesco a dire in questo momento è < oh porco Salazar! >

< ROSE WEASLEY! VIENI SUBITO CON ME > urla papà.

Tolgo a fatica le mani dal collo di mio fratello e mi dirigo ancora più a fatica verso i miei con al seguito Al e il resto dei cugini. Con la coda dell’occhio vedo che anche Scorpius sta venendo verso di noi.

Continuo a camminare con tutti al seguito seguendo i miei che hanno deciso di parlare con noi in un’aula senza troppi occhi indiscreti (come se tutti i miei cugini non bastassero)

< mi è giunta voce > comincia mio padre e io lancio un’occhiataccia a Hugo < che tu staresti frequentando il figlio di Malfoy. è vero? > chiede e io deglutisco rumorosamente.

< ehm… io… bè diciamo che… si > ammetto infine.

< lo sapevo che sarebbe finita così! È tutta colpa tua Albus! > urla mio padre a mio cugino che terrorizzato cerca di nascondersi dietro ad Angel (si c’è anche lei. E Alice e Camille. E Dawson. Ok, c’è un po’ di gente lo so)

< non prendertela con mio figlio Ron! > urla zio Harry che è sbucato da chissà dove con mia zia Ginny, che guarda Angel e Camille incuriosita.

< bè se Al non fosse amico di Malfoy questo non sarebbe successo! > esclama papà indicando prima me e poi Scorpius.

< Ronald smettila! > si intromette mia madre < cosa vuol dire non sarebbe successo? Magari sarebbe successo prima che ne sai! E poi parli di loro come se avessero commesso chissà quale crimine! > conclude.

< Weasley, tuo marito non ha tutti i torti sai? > si intromette il signor Malfoy.

E così cominciamo a fissarci in cagnesco per non so quanto tempo.

< e così tu sei la fidanzatina di Al eh? > sento zia Ginny chiedere ad Angel.

< mamma ti pare il momento? > si intromette James.

< si! E lei è la tua Jamie? > chiede osservando Camille. < due bionde eh? >

< Ginny! > stavolta è zio Harry a riprenderla.

Oddio, qui è un manicomio. Peggio del ballo.

< sentite > comincio io < non capisco perché siate qua stasera. Davvero non lo comprendo. Non abbiamo fatto niente di male. Pensate a come vi sentireste se venissero da voi dicendovi che non potete stare con la persona che amate perché è sbagliato per chissà quale pregiudizio o chissà quale differenza famigliare? Ditemelo? Come vi sentireste? > chiedo quasi commossa.

< io non so nemmeno perché siamo qui > dice la signora Malfoy.

< nemmeno io > dice mia madre.

< noi siamo qui per impedire a tuo padre di fare sciocchezze Rose > dice zio Harry.

< e per conoscere le fidanzate di Al e James >

< basta mamma! > esclama Al stringendo la mano di Angel che sembra un po’ spaesata. Camille è abituata a stare in mezzo alla mia famiglia.

< tu papà? > chiedo a mio padre e Scorpius fa lo stesso col suo.

< e-eh… io… non voglio vederti infelice Rose >

< ed io sono felice adesso papà. Lascia che lo sia >

< credo che siamo venuti qui inutilmente no Weasley? Tanto non credo possiamo fare niente > ammette il signor Malfoy e poi se ne va. Ecco da chi ha ripreso il figlio. La mamma di Scorpius mi fa l’occhiolino, poi saluta e segue il marito.

< scusami Rose > mi dice mio padre.

< sapevo che sarebbe successo > ammetto.

Dopo aver salutato i miei genitori e i miei zii (zia Ginny ha rifatto la radiografia ad Angel e Camille che credo l’abbiano presa per pazza) loro se ne vanno e io e Scorpius facciamo un giro per il castello.

< bè almeno è andata bene no? > chiede.

< già >

< e come ti senti adesso Rose? >

< sollevata e… felice >

Continuiamo a camminare e penso che dopo tutto quello che è successo mi sembra assurdo sentirmi così in pace con me stessa. Per tutto questo tempo è stato come se non riuscissi più a ritrovarmi. Come se avessi lasciato partire un amico per un paese lontano per poi farlo tornare solo molto tempo dopo. Quell’amico credo fosse la mia serenità. Adesso sono davvero felice. Tutto si è sistemato e l’unica preoccupazione sono gli esami.

 

 

D’altronde tutti in questo mondo, meritano un po’ di felicità. E io sto vivendo la mia. È come se dopo una totale eclissi del cuore, fosse tornato di nuovo a splendere il sole.

Grazie a tutti coloro che mi hanno seguito e che hanno recensito questa storia! Sono un po' dispiaciuta che sia finita ma di certo non sto con le mani in mano! Infatti volevo informarmi che tra poco pubblicherò una storia nuova dal titolo "Somehow, someday, somewhere" che ha come protagonista Albus Severus Potter, in assoluto il figlio dei Potter che preferisco *___*. Non so dirvi con precisione quando posterò la storia ma non sarà così tardi... Grazie ancora a tutti! A presto, Bluemoon
  
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