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Autore: Compostezza    07/03/2012    6 recensioni
Stavo pulendo un tavolo pieno zeppo di birra mescolata a cenere, colpa di alcuni 16enni ancora troppo piccoli da reggere due bicchieri medi, e a togliere centinaia di cicche, carte e fogli per terra sul pavimento, che ormai sembrava tutto all’infuori di un pavimento. L'unico lato positivo era Waking The Demon di sottofondo.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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This is the time to turn down our heads
and turn up our hearts.*








«Dio sono troppo nervoso. Non ce la faccio.»
«Matt, che ci fai qua fuori? Devi entrare!» urlò esasperata vedendo il cantante uscire dalla porta, bianco in volto.
«Ho paura. Eli ha cercato più volte di strangolarmi e mi ha infamato fino ad ora.»
«Sei una femminuccia Sanders.»
Due figure erano sedute sulle poltroncine bianche, quelle poltroncine scomode che basta un minimo movimento ed emettono il classico suono della plastica, che battevano rumorosamente il piede e le dita a ritmo.
«Voi due..» e indicò Brian e Zacky. «Finitela.»
«Quanto ci mettono? Saranno tre ore che sono lì dentro e il mio sedere è quadrato ormai.» disse sbuffando Zacky.
«L’hai vista la pancia? E’ abnorme, c’entriamo anche io e te volendo.» Matt fulminò Brian, che subito smise di ridere.
Il cantante e la ragazza andavano avanti e indietro per la sala d’attesa, senza fermarsi un secondo e creando, da lì a poco, una buca tipica dei cartoni animati.
Matt fece un respirone prima di parlare. «Io entro di nuovo.» i ragazzi annuirono e lo guardarono attraversare la grande porta blindata azzurra.
Brian dopo poco si alzò richiamato dal cellulare e sentendo un amore, la ragazza, dedusse che doveva essere Michelle, la quale, a quanto pare, sarebbe arrivata lì tra qualche momento accompagnata da Johnny.
Ally lanciò la cannuccia masticata dal nervoso dell’estathè nel cestino e guardò Zacky.
«Vieni qui.» con le braccia distese le fece segno di avvicinarsi.
«Sei stanca?» le chiese, avvolgendola in un abbraccio e facendole appoggiare la testa nell’incavo del collo.
«Dici?»
Aumentò la presa sul suo fianco e rimasero in silenzio, sentendo dei lievi “spinga” e degli urli dall’altra parte del muro. Non voleva proprio essere nei panni della sua povera amica, chissà se faceva così tanto male come le era stato detto. L’aveva vista in quei nove mesi cambiare e trasformarsi nella versione femminile di un camionista, poi di una quattordicenne in crisi e di una serial killer professionista. Al settimo mese non le potevi dire niente che si metteva a piangere, aveva iniziato pure a guardarsi tutti i film romantici e drammatici in commercio e non si perdeva neanche una puntata di Beautiful alla tv.
Era giunta pure a credere che la sua migliore amica metallara e fan scazzista fosse stata sostituita da un'altra creatura proveniente da un mondo vicino, pronto a conquistare la terra. Però si era ricreduta quando l’aveva vista sbavare, come al suo solito, davanti a un live registrato di uno degli ultimi concerti di Slash.
L’ansia la stava opprimendo e si alzò di scatto, facendo riscuotere Zacky.
«Vado a prendermi un lunghissimo e caldissimo caffè, vuoi qualcosa?»
«Vorrai dire, il quarto lunghissimo e caldissimo caffè. Io una barretta al cioccolato, sai quelle doppie con il caramello dentro.» aveva già una striscia di brava ai lati della bocca.
«Se ci dicessero qualcosa.» alzò di poco il tono della voce e l’infermiera seduta al bancone in fondo alla stanza le lanciò un’occhiata.
Le diede le spalle e si avviò dalla parte opposta, seguendo le frecce gialle con il numero L, ovvero sala parto e cercò quelle viola che l’avrebbero portata all’entrata e alle macchinette. Alle pareti bianche c’erano attaccati diversi quadri fatti dalle scuole d’arte in città e altri erano semplici disegni di bambini, rappresentanti case, persone, animali e dottori. Più si avvicinava all’entrata, più aumentava la gente o le barelle con anziani o  ragazzi bendati da capo a piedi e, naturalmente, i dottori e infermieri.
Aspettò il suo turno dietro a un bimbo piccolo, che aiutò a pigiare i tasti visto che non ci arrivava e mentre aspettava che il caffè fosse pronto, prese la barretta al bimbo che aveva come ragazzo e tornò sui suoi passi stando attenta a non fare cadere la sua amata bevanda.
All’improvviso sentì il classico tin dell’ascensore e il suo nome risuonare, insieme a dei passi che potevano tranquillamente passare per una mandria di bufali inferociti, nel corridoio.
Il tempo di girarsi e sentire qualcosa di caldo macchiare la maglietta, nuova per l’appunto, della Vengeance University.
«Johnny porca puttana!» urlò facendo girare tutti nella sua direzione.
«Scusa, merda, ma Zack mi ha chiamato adesso dicendomi di correre perché il bambino sta nascendo e di dirti, se ti trovavo, che ha fame.» spalancò gli occhi.
«Eli sta diventando mamma.» la voce le si ruppe dall’emozione, fece cadere il bicchierino ormai vuoto e fu trascinata per il polso dal bassista che aveva ri-iniziato a correre per i corridoi e facendo degli incredibili slalom tra le persone.
«Finalmente, cazzo! Ehi, la mia merendina?» chiese alla ragazza appena arrivarono sudati e con il fiatone.
«Chetati o te la faccio ingoiare.»
Zacky fece per dire qualcosa ma la grande porta blu si aprì, lasciando uscire il cantante sudato, emozionato, tremante e con un grandissimo sorriso stampato sulla sua faccia.
«E’ femmina!» si lasciò abbracciare da tutti e solo in quel momento Ally notò che c’erano anche Brian e la cosa.
Tornò a concentrarsi sul cantante e scoppiò a piangere, saltando e ridendo come una cretina nello stesso tempo.
«Dov’è la piccola Sanders?»
«A proposito che nome le avete messo?»
«Kaylee Finn Sanders.»
Il sorriso di Ally, compreso a quello del resto dei ragazzi, si attenuò: Kaylee era il nome che aveva proposto Jimmy alla notizia della gravidanza.
Era sceso il silenzio e l’aria ricca di dolore, gioia, tensione e felicità si poteva tagliare con il coltello e fortunatamente fu interrotto da Brian che chiedeva di poterla vedere.
«Oh si, la stanno vestendo.» disse orgoglioso e con una luce luminosa negli occhi.
«Eli?»
«E’ in camera, è distrutta. Deve fare la prima poppata poi le potremo vedere entrambe.»


«John, ho vinto io, ha le fossette!»
«Dio è la copia sputata di Matt.»
Erano tutti intorno al letto, dove Eli era seduta tenendo tra le braccia una creaturina piccola con qualche ciuffio biondo che le ricadeva sulla fronte, il faccino roseo raggrinzito, lo stesso naso all’insù della mamma, gli occhi verdi e lo stesso sorriso del padre: la perfezione.
«Che amore!» si lasciò scappare Zacky vedendo che Kaylee gli stringeva l’indice nella sua piccola manino.
«Ally vuoi prenderla in braccio? Sono stanchissima.»
«Hai soltanto partorito una creaturina!»
«Ho soltanto partorito una creaturina di tre chili e mezzo, Brian!» disse acida.
Ally si porse in avanti, senza staccare gli occhi dalla bimba che la scrutava a sua volta ed ebbe come un tuffo al cuore, qualcosa le si mosse nello stomaco e una sorta di amore le si accese e la invase come un fuoco.
Un po’ tremante, ma come se fosse stata la cosa più naturale a questo mondo, la strinse a se, sentendo il corpicino caldo e come aveva fatto con il ragazzo, si lasciò stringere il dito, dondolandola un po’.
«Asdrubala è tra di noi!» disse Johnny facendo scoppiare tutti a ridere. Asdrubala era il tenero soprannome che era stato dato dal resto dei ragazzi in quei mesi e non sapendo come chiamarla avevano deciso a un nome che si adattasse a quella panciona e alla fine erano arrivati a quello.
«Ma Asdrubala non è adatto a una bimba così bella.» sussurrò Allyson.
«Ha ragione la rossa!» si unì Matt.
«Quanto scommettete che continueremo a chiamarla così? E’.. affettuoso.» i ragazzi risero.
Ad un certo punto partì un ohh alla vista della piccola sbadigliare e chiudere pianino gli occhi, cullata dalla ragazza, addormentandosi poi definitivamente.
«Adesso, se permettete, voglio rimanere da solo con le mie donne. Sciolare!»
Matt spinse i ragazzi fuori dalla stanza, piena di palloncini colorati, pupazzi, tutine, bigliettini e rose rosa, sventolando le mani in aria e poi si voltò verso la ragazza, che continuava a coccolare la bimba, incantandosi.
«Matt, sono distrutta, la potresti mettere nella culla? Matt? Tesoro?» schioccò il pollice e l’indice insieme risvegliando il cantante che le sorrise imbarazzato e fece come le aveva chiesto.
«Dio, com’è bella.» disse fissando il faccino angelico della bimba e sistemandole la copertina.
«Tutta il padre.»
Matt si avvicinò al letto e lasciò che la ragazza gli facesse spazio, per accomodarsi vicino a lei e la guardò. Aveva i capelli, tornati biondi miele, sparsi per le spalle, rasati leggermente da una parte con dei dolci boccoli in fondo, le guance ancora arrossate, senza un filo di trucco, sudata, ma rimaneva sempre bella, bella da mozzar il fiato ed era sua, sua moglie. Le strinse una mano sorridendo, in silenzio, perché anche se si fissavano negli occhi al loro posto parlavano i loro colpi, i loro cuori battere all’unisono. Le dita incrociate e strette l’una nell’altra sperando che quel legame non fosse mai spezzato, un filo invisibile che li teneva legati e che non si sarebbe sciolto facilmente.
«Vuoi una foto?» scherzò lei.
«Anche due, grazie!» la baciò a stampo.
Elisa fece un respirone, esausta. «Ci pensi? Abbiamo un figlio.»
A Matt scappò un sorriso. «Già, se me lo avessero detto un anno fa gli avrei sicuramente riso nel viso.»
«La famiglia Sanders, fa strano.»
Matt rise e annuì energicamente. Elisa lo guardò incantata, fissò le fossette ai lati, il sorriso perfetto e gli occhi brillargli intensamente, prima di sprofondare con il viso nel suo petto e godersi quel momento, godersi il suo uomo.
«Quante cose sono cambiate in un anno.» sussurrò.
«Sia in positivo, sia in negativo.» Matt si morse il labbro.
«Come si dice?» si portò un dito sul mento. «La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.»
«Però io ti amo di più.»
«Hai rovinato il mio momento, in cui sembravo davvero seria e intellettuale.» gli tirò un leggero schiaffetto sul braccio.
«Ma amore mio, seria e intellettuale non fanno mica parte del tuo dizionario.»
«Fottiti.»
«Ti amo anche io.»



Had a friend, she once told me
“You got love, you ain’t lonely”
Now she’s gone and left me only
looking for what I knew.






«Brian?» tolse la chiave dalla porta e la rimise nella tasca della giacca.
Chiuse la porta alle sue spalle e si guardò intorno; la casa era completamente al buio e in silenzio.
Salì le scale, saltando gli scalini due alle volta, facendosi luce con lo schermo del suo cellulare, attraversò il lungo corridoio provvisto di fotografie sue e dei ragazzi alle superiori con i primi riconoscimenti ricevuti, che aveva pure lui a casa, e si fermò di fronte alla porta piena di scritte.
«Ehi bro.» il ragazzo, seduto di spalle nella grande sala insonorizzata, si girò di scatto tenendo tra le mani la sua schecter rossa e nera e lo salutò con un cenno del capo.
Zach avanzò lasciandosi cadere sul puffo nero davanti al ragazzo e prese a giocherellare con un cubo di Roubik incompiuto e che lo sarebbe rimasto per molto.
«Allora, qual buon vento ti porta a casa Haner? A quest’ora soprattutto.» chiese il moro, strimpellando le corde e girandosi verso l’orologio appeso al muro che segnava le 20.45.
«Avevo voglia di parlare un po’.»
«Su?»
Sospirò a lungo. «Con Ally le cose stanno iniziando ad andare a rotoli.»
«A rotoli? Se vi vedo perfettamente uniti.» indietreggiò con il busto.
«Lo pensavo anche io. Da quando è nata la bambina si comporta diversamente. Stasera abbiamo parlato, o meglio discusso e questa volta non è stata colpa mia. Sapevi della storia del matrimonio no?» aspettò la risposta del chitarrista e continuò. «Ecco, stasera mi sentivo pronto ma appena sono entrato in casa e l’ho abbracciata, l’ho sentita fredda e distaccata.» disse, guardando il cubo immobile nelle sue mani.
«Forse è ancora scossa per la storia di.. Jimmy. Lo siamo tutti, certo. Non so, bro. Che ti ha detto?»
«Ha detto che le cose stanno andando troppo velocemente, il fatto che Eli e Matt siano già sposati e con una bimba, sua sorella che vuole venire a vivere qua.. è confusa.»
«Tranquillo ti ama e di certo non ti vuole lasciare, sennò lo avrebbe già fatto.» sorrise.
«Mi faccio troppe seghe mentali.» si passò la mano tra i capelli, scompigliandoli.
«Na, sei soltanto innamorato e.. rammollito
«Parli tu che sei sposato!» entrambi scoppiarono a ridere.
«Menomale che tutto si è risolto.» si lasciò scappare.
«Già. Con Michelle?»
Alzò le spalle. «Va.» rispose soltanto. Era, nel profondo, ancora innamorato di Ally e avevano deciso entrambi di non affrontare quell'argomento, dimenticandosi di tutto e andando avanti, come al solito, vivendo le loro vite.
«Non riesco a immaginarti nei panni di un marito, Baker.» continuò, prendendolo in giro e stroncando la tensione che si era creata nella stanza .
Zach alzò un sopracciglio.«Perché, no? Ti sei sposato tu, Synyster Fucking Gates il re delle scopate.»
«Beh io sono sempre il re delle scopate! Però tu, Zacky il ragazzo che odia la luce il sole, si flippa da mattina a sera con i peggiori giochi nerd, che sbava alla vista di ogni sedere messo bene e che ha detto più volte di voler rimanere un eterno adolescente.. adulto e responsabile? Non ti ci vedo.»
Zacky scoppiò a ridere. «E’ vero, hai ragione. Ho incontrato una ragazza con cui voglio passare il resto della mia vita e ne sono sempre più convinto. Perché aspettare?»
Brian annuì sereno.
«Motivo in più per tornartene a casa subito.» lo incalzò.
«Sì, ritornando al discorso di Michelle, dov'è?»
«Sta dormendo, ora la raggiungo.» disse alzandosi e togliendosi la chitarra, per poi posarla con cura all’interno della custodia, nera fuori e rossa dentro.
«Vecchi!» gli disse, prima di fuggire evitando una scarpa tirata dal moro e che prese il muro bianco, lasciando un’impronta bella evidente.
«Merda, questa e’ la volta buona che mi massacra.» sussurrò fissando il muro e grattandosi la testa, disperato.

Mmm, I’m telling you now,
the greatest thing you ever can do now
is trade a smile with someone who’s blue now,
it’s very easy just..




 
 
 
 

Il sole ad Huntington Beach era alto nel cielo, coperto da una leggere e sottile nebbia invernale, batteva sulla sua pelle bianca decorata dai tatuaggi con insistenza, provocando piacere al ragazzo e allo stesso tempo noia. Non gli era mai particolarmente piaciuto il sole, fin da ragazzo, pur vivendo in una città di mare e in uno stato dove il caldo regnava padrone 8 mesi su 12. Non capiva le persone che pensavano soltanto ad avere una bella pelle abbronzata anche quando il sole non c’era e ricorrevano alle creme, spray e solarium: che senso aveva? La pelle ti brucia poco dopo, ti cade e rimani peggio di un serpente alle prese con la muta. Perdere pelle come i capelli ogni due non è carino. Rabbrividiva soltanto al pensiero. Una volta aveva provato a far abbronzare la sua pelle bianco latte in spiaggia, ma aveva resistito neanche dieci minuti e il risultato era stato uno dei peggiori: era rimasto rosso in dei punti che gli avevano fatto male da impazzire per una settimana intera, una settimana infernale.
Però in quel momento il sole gli dava sollievo e il freddo che gli era entrato fin dentro le ossa, si era attenuato.
Era lì, nel mezzo del suo grande giardino, seduto sulla panca a dondolo bianca sotto il gazebo dello stesso colore, a trovare quel coraggio che aveva fino a pochi attimi prima e le parole giuste fuggite via dalla sua mente.
Fissò i prati verdi e le case davanti a lui, gli uccelli volare e cinguettare sui vari alberi secchi e l’erba muoversi lentamente per colpa del vento freddo che proveniva dalle sue spalle e che gli faceva spostare i capelli sulla fronte. Si strinse di più nella felpa nera e sistemò il cappuccio sulla testa, insieme agli occhiali dalla piccola montatura nera sul naso e sospirò rumorosamente.
«Ecco dove eri sparito!» sobbalzò leggermente nell’udire quella voce alle sue spalle.
«Sono venuto qua per schiarirmi un po’ le idee. La bambina?»
La ragazza abbottonò il maglioncino beige e si lasciò abbracciare dal chitarrista, che tentò di riscaldarla con le mani.
«E’ venuta Eli a riprendersela. Che peccato, adoro quella bimba.»
«Già, è stupenda.»
Ally notò che il chitarrista era troppo silenzioso e la sua mente persa in chissà qualche pensiero, non la convinceva molto.
«A che pensi?»
«Tu la vorresti una famiglia?» domandò diretto.
Alzò lo sguardo verso di lui. «Perché?»
«Non si risponde a una domanda con un’altra domanda.»
«Ma tu lo hai appena fatto.»
Ally 1 Zach 0.
Prese un po’ di tempo prima di parlare, iniziando ad accarezzarle, giù e su, il braccio dolcemente. «Perché è quella che desidero insieme a te. Ci sto pensando da un po’.»
«Ne avevamo già parlato, te lo ricordi? E io ti avevo detto che è la stessa cosa che desidero anche io.» disse appoggiando la testa sulla sua spalla.
«Sì, però da quando è nata Kaylee le cose sono cambiate. Quando la prendo in braccio, quando ci gioco insieme, quando ride, mi abbraccia con le sue piccole braccia e quando vedo Matt o Eli insieme a lei, qualcosa si smuove dentro di me. Non lo so. So solo che è una sensazione bellissima ed è una sensazione che voglio provare con te.» girò di poco la testa e puntò lo sguardo verso di lei, mentre la coda gli solleticava la guancia.
«Lo capisco, sai? E’ la stessa cosa che provo io.» sorrise e Zacky sentì il cuore riscaldarsi.
Ally aveva gli occhi, di un verde particolarmente acceso quel giorno, puntati sul suo ragazzo, lo vide sorridere, lo vide staccarsi da lei, lo vide frugare agitatamente nelle tasche, lo vide inginocchiarsi e tenere una scatolina tra le mani, una scatolina che conosceva e che aveva visto tante volte nei film.
«Oh mio santificato Dio, tu stai male.» riuscì soltanto a dire.
Ally 1 Zach 24861.
«Non avrei mai pensato che tu potessi diventare così importante da fottermi letteralmente il cervello. Non pensavo neanche che tu, una bellissima ragazza dai capelli rossi conosciuta per caso in un locale un anno fa, potesse solo considerare me. Ti avevo già inquadrata al fianco di uno come Matt e Brian, per l’appunto. Però tu eri il mio pensiero fisso, un pensiero che non mi mollava mai e che piano piano aumentava, si allargava arrivando fino ad odiarti. Odiavo il tuo carattere così unico, la tua timidezza alternata alla tua risposta sempre pronta, i tuoi occhi così magnifici, le tue labbra che ogni notte sognavo di poter sfiorare e anche il soltanto averti vicino. Ero geloso marcio di Brian. Ma quando tu mi hai baciato e poi sei diventata finalmente mia, la mia vita è cambiata. Quel giorno in cui ci siamo conosciuti era stato uno dei miei peggiori giorni in assoluto all’inizio, ero scazzato per il volo e per il meet, ma quando ti ho visto accanto ad Elisa sorridere e poi giocare come una pazza ai videogiochi ho capito che era uno dei migliori in assoluto.
In vita mia non mi ero mai sentito così.. non mi ero mai innamorato. Io ti amo Allyson Elisabeth Brandi e voglio passare il resto della mia vita con te. Allora, mi vuoi sposare?»
Ally aveva una mano sulla bocca e l’altra ferma immobile a metà aria; stava cercando di capire se quello che stava succedendo era vero o soltanto il frutto della sua mente malata e stanca.
Le erano bastati cinque minuti per farle dimenticare il mondo intorno a lei e cercò di fare capire al suo cervello che per continuare a vivere, i polmoni, dovevano aver bisogno d’aria e di far uscire le parole, invece di suoni, dalla bocca.
Zacky stava torturando il suo labbro per l’ansia e sentiva lo stomaco chiuso in una morsa, farlo piegare. Gli pareva che il cuore gli scoppiasse da un momento all’altro.
«Sì. Per tutti i santi, certo che si!»
«Ho perso cinque anni di vita per colpa tua.» rise istericamente, lasciandosi abbracciare dalla ragazza in preda, ormai, a un pianto di gioia.
In fin dei conti, la gioia più grande e’ quella che non era attesa.


Met a man on the roadside crying,
without a friend, there’s no denying,
you’re incomplete, they’ll be no finding,
looking for what you knew.






Un gradevole raggio di luce aveva fatto capolino attraverso le tapparelle della finestra per andare a finire sulla guancia del ragazzo, il cui petto si muoveva placidamente su e giù. Gli uccelli all’esterno cinguettavano tranquilli mentre un leggero vento soffiava per le strade, non del tutto vuote a quell’ora del mattino e in casa, invece era l’esatto contrario, il silenzio regnava padrone e niente si muoveva.
Il ragazzo si mosse piano e si girò di lato, la cresta era ancora intatta sul cuscino e il petto era “fresco” di un nuovo tatuaggio, fatto da poche settimane, ovvero un enorme teschio nero alato che si estendeva su tutto il torace e che aveva un grande significato. Era in sua memoria, per avere “qualcosa” di lui vicino, e i tatuaggi sono indelebili, proprio come lui. Fare quel magnifico tatuaggio e aver passato 4 ore chiuso in una stanzetta a patire, ne era valsa davvero la pena.
Ad un tratto la porta dell’ingresso si aprì lentamente, chiudendosi nella stessa maniera, e una figura slanciata ne entrò a passò felino, per arrivare in quella grande stanza dove lui dormiva beatamente, dopo una serata passata a festeggiare come ai vecchi tempi, e vi si avvicinò.
Le labbra si stesero in un dolcissimo sorriso e dopo essersi tolta le scarpe, sgattaiolò sotto il piumone e avvolse il corpo del ragazzo con le sue braccia, addormentandosi immediatamente.
Jonathan sentiva il petto pesante, qualcosa solleticargli il mento e un buonissimo profumo. Aveva ancora gli occhi chiusi e non aveva la forza per muovere di un millimetro i muscoli indolenziti. Era come se qualcuno gli stesse dormendo addosso eppure non si ricordava di aver rimorchiato una ragazza la sera precedente, era pur sempre “fidanzato/innamorato/in una relazione a distanza non ben definita”.
Tentò di aprirne prima uno e mise a fuoco quando vide un ammasso di.. capelli? Capelli castani? Aprì completamente gli occhi e il cuore iniziò a battergli più forte. Fissò la proprietaria dei capelli finchè non si svegliò e lo guardava con la faccia ancora impastata dal sonno.
«Buongiorno.»
Non sa quanto rimase fermo immobile, senza dire nulla, impietrito, emozionato e in preda a una tachicardia incredibile.
«John?» gli sventolò una mano in faccia.
Sbattè le ciglia più volte, per capire se quello fosse soltanto uno dei suoi soliti sogni.
«Tesoro?» gli scosse il braccio.
Quel gesto gli scatenò qualcosa e si risvegliò, alzandosi di scatto e mettendosi davanti alla ragazza,  le passò una mano sulla schiena e l’attirò subito a se, avvicinandosi al suo viso e permettendo ai loro nasi di sfiorarsi.
«Buongiorno.» soffiò, nuovamente, lei rossa in viso.
Johnny annullò la loro distanza e la baciò, bramoso di quelle labbra di cui non sentiva il dolce sapore alla pesca da mesi e mesi ormai. Si staccarono per scambiarsi un tenero sorriso e si baciarono ancora, ancora e ancora, abbracciati e con la speranza che non fosse l’ultimo.
«Quando sei arrivata? Perché non me lo hai detto? Come? Oddio Beth non ci posso credere, tua sorella? Lo sa? Sai del suo matrimonio? E di Kaylee?» parlava a raffica e la sua vena sotto il collo pulsava.
«John calmati.» ridacchiò. «Sono arrivata vediamo..» guardò il piccolo orologio al polso. «..circa tre ore fa. Se te lo dicevo non era più una sorpresa, non trovi? E sai quanto mi piacciono le sorprese! Ally lo sa naturalmente e so tutto quello che è successo. E poi caro mio me lo hai detto te di Kaylee, stiamo perdendo colpi eh Seward?» il bassista arrossì subito, grattandosi la testa e abbassando lo sguardo.
«Ehm.. che cretino.» Beth scoppiò a ridere, raccogliendo i lunghi capelli in una coda alta e appoggiandosi al ragazzo, delineando con un dito i tratti del tatuaggio.
 «Aspetta..» disse dopo qualche minuto. «se tu sei qua vuol dire che..» la ragazza annuì energicamente.
«Oh mio dio! Che aspettavi a dirmi anche questo? Con quanto?» chiese emozionato, dandole tanti baci sulla testa.
«Con 91.» Johnny l’abbracciò.
«E brava la mia secchioncella.» le scompigliò i capelli.
«Dai, fermo!»
«Adesso devo soltanto trovare un lavoro.» continuò sospirando.
«Oh avanti lo troverai gnoma.»
«Disse lo gnomo.» Johnny spalancò la bocca e le saltò addosso, iniziando a farle il solletico ovunque. Le dita scivolavano veloci sulla pancia e i fianchi, mentre Beth rideva, piangeva e lo implorava di smetterla, scalciando ovunque e facendo delle buffe facce che non poterono non far ridere, a sua volta, il bassista.
«Basta!» disse per l’ennesima volta.
«Sei uno stronzo.» continuò, con il fiatone e le lacrime agli occhi.
«Poverino il mio amore.» sottolineò l’ultima parola.
La ragazza si fece seria in volto. «Ecco, volevo parlare anche di questo.» si tirò su, ricomponendosi.
Il cuore del ragazzo batteva talmente forte che lo sentiva rimbombare nelle orecchie.
«Cosa siamo?»
«Beh, penso fidanzati.» rispose imbarazzato.
«Pensi?»
«Quello che provo per te lo sai e sai che sono innamorato. Insomma, si, siamo fidanzati.»
«Imbarazzato, Seward?» lo prese in giro.
«Giusto un po’. Quindi, rimarrai da me, è ufficiale.»
«Sai che non starò sempre qui, vero? Che devo tornare qualche volta in italia? Che tu avrai dei tour che ci terranno lontani mesi e mesi? Ne sei consapevole?»
Beth era una di quelle persone senza peli sulla lingua, che puntualizzava e metteva ogni cosa in chiaro, senza rigiri e, dura e fredda, ti rinfacciava le cose in faccia come uno schiaffo dato all’improvviso sul viso. Era abituata a vedere le cose in positivo e in negativo, pensare a quale sarebbero state le conseguenze e pianificare la sua vita, pensando già, all’età di otto anni, che sarebbe diventata, sicuramente, una professoressa ed era pronta a tutto per difendere i suoi sogni.
«Si, consapevolissimo e sono pronto a rischiare. Abbiamo passato tutti questi mesi senza vederci, parlando soltanto al cellulare o in web, ce la posso fare. E poi ce l’hanno fatta Baker e tua sorella, ho capito che tutto è possibile
Beth rise e lo baciò sulla guancia lasciando il bassista con un sorriso ebete sul viso.
I suoi occhi caddero sulla collana che le stava dando noia alla spalla e se la rigirò tra le mani, osservandola: aveva una forma strana, come un proiettile schiacciato e già l’aveva vista, solo che non se lo ricordava.
«Ho questa collana da sempre. Ce l’abbiamo tutti, io, Brian, Matt, Zacky e.. Jimmy. Ce la regalò proprio lui quando gli Avenged Sevenfold si erano formati, alla fine delle superiori, proprio poco dopo che sono entrato a far parte della band.» l’anticipò, come se le avesse letto nella mente. «Non me la sono mai tolta e penso che ci abbia portato molta fortuna, è un oggetto importantissimo e non ha senso.» rise.
«E’ una pallottola?»
«Si una sottospecie, sono quelle pallottole che usano la polizia e ognuna ha una forma diversa dall’altra, non chiedermi dove è andato a cercarle perché non lo so assolutamente ed ho sempre avuto paura a chiederglielo.» Johnny scoppiò a ridere a quel ricordo e Beth, pensò, quanto fosse bello mentre rideva e quanto gli dovesse mancare Jimmy.
«Ti manca?» chiese in un sussurro.
«Ogni secondo.»


So anytime someboydy, needs you,
don’t let them down, although it grieves you,
some day you’ll need someone like they do
looking for what you knew.





«Ehi, buongiorno, sono tornata a trovarti. Beh, allora come va lassù? Qua la vita scorre come sempre.. più o meno. Sai che Kaylee ha iniziato a parlare? Prima emetteva qualche parola storpiata e adesso che ha imparato per bene, non smette un secondo! Sta crescendo a vista d’occhio ed è bellissima. E’ uguale a Matt e per alcune cose a Elisa, dio, poi ha dei capelli biondissimi e liscissimi. Potessi me la divorerei viva! Ah, tieniti forte, già inizia ad avere qualche interesse per la musica ed impazzisce ogni volta che i ragazzi suonano e si mette a cantare insieme a Matt, è buffissima. E ogni volta che sente una vostra canzone vecchia chiede di te, del suo zio fantastico in cielo. Beh.. che ti sei perso? Johnny si è finalmente lasciato andare con mia sorella e adesso convivono. Sono innamoratissimi e troppo sdolcinati, come avresti detto tu. Beth è totalmente partita di cervello per quel ragazzo e in più è riuscita a trovare un lavoro alla vostra scuola superiore, non era esattamente il suo sogno ma è un buon inizio. A quanto pare sono decisi a sposarsi, prima o poi. Per quanto riguarda Brian, si è sposato con Michelle qualche mese fa e per ora non vogliono nessun bimbo. Da quando non.. non ci sei più, io e Haner non abbiamo più toccato l’argomento “provi ancora qualcosa per me” e siamo amici. Parliamo pochissimo ma la voglia di strangolarlo con le mie mani è scomparsa. Sai che ho provato a fare come hai detto te? Mi sono fatta coraggio ed ho chiesto alla cosa di uscire per un po’ di shopping. Forse era meglio se non lo facevo, però si è rivelata una ragazza con il cervello e a quanto pare abbiamo li stessi gusti sia in fatto di libri che di vestiti. Si, queste parole sono uscite dalla mia bocca! Io e Zacky, dici? Il nostro rapporto sta facendo grandissimi progressi e non siamo stati così bene insieme. Abbiamo ampliato la villa, come se tre persone non ci stessero. Si, hai capito bene: saremo in tre! Non era nei nostri piani ovvio, ci siamo appena sposati e tornati dalla luna di miele però non ho mai visto Zacky così eccitato. Già da ora sta progettando tutto e quale chitarra comprare al bimbo, te ne rendi conto? E la mia pancia sta prendendo la forma di una mongolfiera! Comunque passiamo alle cose serie. Nightmare è arrivato al primo posto nelle classifiche americane e anche in Europa sta facendo un incredibile successo. Mike non c’è più, vuole risolvere i problemi con i Dream e tutto, quindi i ragazzi sono riusciti a trovare Arin, è giovane ma spacca i culi. Oh giusto, ho un nuovo tatuaggio. Sono andata qualche settimana, di nascosto, e l'ho fatto. Ho fatto proprio quel tatuaggio. La cosa più importante che tu possa mai fare è inseguire i tuoi sogni. Quante volte me l'hai ripetuta? L'ho qui, tatuata sul braccio e ogni volta che la guarderò penserò a te, penserò alla persona che più mi è stata vicina in quei mesi, la persona più sincera e splendida che io abbia mai incontrato. E per questo ti ringrazio James, ti ringrazio per aver creduto in me e per avermi aiutato, ti ringrazio per essere stato quel fratello maggiore che non ho mai avuto, ti ringrazio per tutto il tempo che ti ho fatto perdere a parlare dei miei problemi. Grazie, Jimbo, buon trentunesimo compleanno.» lasciò la rosa bianca sulla lapide, spostando qualche foglia caduta, fece il segno della croce e la baciò.
C'è una storia nella vita di tutti gli uomini.


Mmm, I’m telling you now,
the greatest thing you ever can do now
is trade a smile with someone who’s blue now
it’s very easy just..**
















 





*Indonesia-August Burns Red
**Friends-Led Zeppelin.
(la storia della collana è frutto della mia fantasia, come il resto e scusate gli eventuali errori.)

Ed eccoci con l'ultimo, orribile, noioso capitolo e quasi sono commossa.
Non ci credo, è finita... wow. Non so che dire, non pensavo di arrivare fino a qui, anzi non pensavo proprio di proseguire dal secondo capitolo e questo è un traguardo! A dire la verità Allyson mi mancherà, non so se ci sarà il continuo, poichè, come avete capito, le idee mi vengono fuori quando ne hanno voglia e non saprei proprio cosa scrivere. Ci devo pensare su *si gratta la testa* Mamma mia, ripensandoci ho fatto incavolare ed ho "ucciso" molte persone con i miei ritardi e le mie sorprese, si lo sono sono odiosa :3
Insomma, tutto bene quel che finisce bene!
PEEEERRRRO' non vi liberete facilmente della sottoscritta! Ebbene sì, ho in mente un'altra ff e prima di pubblicarla voglio scrivere due o tre capitolo, poi se farà schifo me ne farò una ragione e rimarrò forevvah alone (?)
E adesso.. diamo il via ai miei soliti ringraziamenti :DD!
Ringrazio:
CristinaSuicidePunk (anche sei hai smesso di leggerla) ti adoro troppo e se non era per questa ff non avremmo festeggiato il nostro quarto mesiversario <3
 SilentMoon mi hai dato tantissimi consigli, sei stata meravigliosa e senza peli sulla lingua <3
 Naomi_A7X io ho rischiato di perdere ogni volta qualche anno di vita con le tue bellissime recensioni, giuro. **
 GiuliaVengeance7  mi fai arrossire come una cretina con i tuoi complimenti AHAHAH <3
 Vengeance_AS  sai che quando scrivevo un capitolo avevo sempre la costante paura di deluderti? ahah, scherzo. Sei vreubyuertby.♥ 
 Heartless Mindnon so quando arriverai a leggere questo, e se mai ci arriverai, però grazie lo stesso ashis, ci si becca a scuola LOL
 AllieSanders  te sei quella figa u.u
Spero di aver scritto tutte D: sennò chiedo perdono!
Ringrazio chi l'ha letta soltanto, chi l'ha messa tra le seguite, preferite e ricordate. GRAZE ABBESTIA, come si dice da me :)
Beh, ho finito di bimbeminchiare (?)
Alla prossima, beautiful people.

  
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