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Autore: Linn_CullenBass    07/03/2012    2 recensioni
- "Tu as un beau chien -. Era una vocina squillante, come un leggero scampanellio.
Tenera e piccolissima, una bambina di circa 5 anni, mi fissava con i suoi occhioni verdi scuro.
I capelli erano soffici, scuri, color cioccolato. Le ricadevano dolcemente come un’onda delicata sulla schiena. Con la pelle rosea e le labbra rosse, la bambina si era voltata verso di me, mostrandomi un delizioso baschetto rossiccio, il cappottino firmato, la sciarpa e gli stivaletti di vernice rossa. “Alta società”, pensai.
-merci- le risposi, accennando un debole sorriso. E lei mi rispose altrettanto.
E in un attimo tutto ciò che avevo intorno di fece nitido.
Il cuore, freddo, ghiacciato, di pietra, di “Charles Bass” tornò quello di “Chuck”, preso da un piacevolissimo torpore, non fastidioso. E io mi sentii bene. "
5 anni dopo
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blair Waldorf, Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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                                     Capitolo 17


Please, don’t let me stay here alone.

 
 



 
«No, non ti lascio andare via.
No, non abbandono il mio cuore ancora una volta.
No, non andare via. Non lasciarmi qui da solo».
 
 




 

Serena, dopo il suo racconto super-dettagliato ed incredibile, se n’era andata portandosi con se un Dan ancora confuso.

Non che la cosa non mi andasse a genio, anzi, non vedevo l’ora di vederlo su tutte le furie. Non vedevo l’ora di vedelo arrabbiato.

Mi dava un tale senso di vendetta, che solo io probabilmente potevo capire. Solo io potevo gustare, lasciando probabilmente fuori Blair.

Non avrebbe capito.

Tra di me, ridacchiavo.

Nate si era fermato da me e, mentre Blair era sotto la doccia,  continuava a pormi domande. Talvolta, inopportune.

- Allora, siete tornati insieme?-

Si stava versando un po’ d’alcool nel bicchiere. Feci cenno di versarne anche a me.

- Beh…-

La risposta, poteva essere diversa ascoltando Blair.

Per me, ovviamente, le cose non erano cambiate. L’amavo allo stesso modo, se non di più. Ed ero sicuro che anche lei mi amasse terribilmente, ma magari non stavamo ancora davvero “insieme”:

- Perché non lo chiedi a lei?-

Dissi, quando mi porse il bicchiere.

Non fece caso alla mia risposta, e si limitò a fissare Monkey che tenero giocava con la sua pallina rumorosa.

- E Dan e Serena?-

Mi colse impreparato.

Non mi ero ficcato davvero in mezzo ai loro casini. Erano questioni private. Anche questo, era un discorso da fare a Blair, io avevo già le mie pene al cuore per farci caso.

- Penso che anche questo sia da Blair che lo devi sapere. Io sinceramente, oltre che a Dan, non faccio caso ad altro.-

Nate mi guardò male, quasi credendo che avessi perso il lume della ragione.

- Parlo in senso negativo-

Precisai.

Non avrei mai pensato davvero di preoccuparmi per Dan. Era solo una fonte di problemi, l’essere più spregievole in questo mondo. Colui che era mio amico, eppure voleva la donna che amavo. E la bramava, lo capivo dai dettagli.

Il sangue s’inacidì, e strinsi con forza il bicchere.

- Dovrebbero stare insieme. Ehi, dico dovrebbero perché non si sa mai con loro. Va tu da lei.

Momento, Archibald. Capisco che il divertimento ormai è un Hobby per te, ma Charlotte che fine ha fatto?-

Era la nuova “fiamma” di Nate. Lui diceva di “amarla con tutto se stesso” o ancora di “essere tremendamente preso da quella ragazza”.

 

In realtà l’aveva detto di tutte le decine e decine di ragazze prima di lei, ormai le parole del genere, o un banale ma impegnativo “ti amo” erano sulla sua bocca con ogni ragazza che appena ci sapeva fare.

Povero Nate.

- Sì, ma chiedevo soltanto.-

Rispose, visibilmente imbarazzato.

Ne seguii un silenzio totale, di quelli che mettono un po’ a disagio. Riuscivamo addirittura a sentire il suono della doccia di Blair.

Poi, anche quello cessò. Non sentimmo più nulla, tranne i flebili sospiri di entrambe.

Blair, convinta che in casa ci fossi solo io, uscì tranquilla, con solo un asciugamano addosso.

Un ghigno mi uscì spontaneo, quando il suo volto si fece imbarazzato.

- Oh, scusate.-

Incrociò le braccia, chiusa in se stessa.

Nate, che non riusciva mai a trattenersi, le rivolse uno sguardo del tutto eloquente.

Il fastidio, mi faceva prudere addirittura le mani, ma dovetti trattenermi dal fare commenti inutili.

Lo fulminai solo con gli occhi, e si impietrì lì, con lo sguardo di scuse che dominava il volto.

- Torno di là…-

Un sussurro del tutto impercettibile.

L’imbarazzo di Nate, l’eco del suo.

Non appena la porta di legno massiccio si chiuse alle sue spalle, Nate rincominciò a parlarmi.

Mi sistemai la giacca.

- Scusa.-

Guardava in basso, non sapeva nemmeno cosa dirmi.

E nemmeno io sapevo cosa dirgli.

Ero solo… innamorato, per quanto alla fine davvero mi costava ammetterlo. E dannatamente geloso. Blair era mia.

E come mi aveva dato fastidio Humphrey, i suoi sguardi, le sue paroline tanto vomitevoli quasi quanto il suo senso del gusto, anche le occhiatine degli altri mi davano sui nervi. Non potevo farci nulla.

In più Nate era mio amico.

Il mio migliore amico. Ed era stato anche con lei.

Un brivido mi percosse la schiena, e lo cacciai via prima che s’impadronisse della mia foga.

- Non ti preoccupare, Nathaniel, non ce l’ho con te. Solo trova un altro modo per soddisfare i tuoi bisogni. Che ne dici di qualche mammina con il latte pronto per te?-

Rise, divertito.

- Sai bene che fa parte del passato, vero Chuck?-

Non risposi.

Nate era solito, di recente, preferire ragazze più giovani rispetto a 5 o 6 anni fa. Ricordavo benissimo la madre di Marcus, il suo nome rievocò ricordi troppo dolorosi e un mancato “ti amo”,

o quell’altra, della quale ora mi sfuggiva il nome.

- Comunque, puoi stare tranquillo. Questo lo sai, no? Blair è indubbiamente bellissima, ma ho altro per la testa- ridacchiava, ancora.

- Tipo qualcuno con i capelli lunghi e biondi, gambe chilometriche… vecchia fiamma del passato?-

Inclinai la testa, rivolgendogli un insolente sorriso.

Non rispose, avevo centrato il punto.

Prese la giacca, mi mimò un “ciao” con le labbra, uno ironico a Blair nell’altra stanza, e poi se ne andò, lasciando la porta chiusa alle sue spalle.

                                                                           

                                                                        **

 

Blair era sdraiata sul divano, impeccabile come al solito.

I capelli, sciolti sulle spalle. I boccoli cioccolato che ricordavano tremendamente quelli di Evelyn.

Il ricordo della bimba meravigliosa, era ancora nitido dentro di me.

Indossava un vestito, corto, che lasciava intravedere le gambe perfette.

La fissai in volto, incrociando i suoi occhi castani. Un sorriso, si fece largo sul volto segnato dal dolore e dalla mancanza della figlia.

- Ti manca tanto?-

Chiesi, dopo minuti d’interminabile silenzio.

Impiegò un po’ a rispondere. Forse non sapeva cosa dire, o forse, semplicemente stava formulando un discorso normale senza incasinarlo più del dovuto.

- Sempre.-

Una parola.

- Non ti ho chiesto questo- le feci notare, guardandola teneramente. – ma se non vuoi non ne parliamo.-

Feci per alzarmi, la lei mi fermò posando la sua mano sulla mia. Non voleva che me ne andassi. Non ora, per lo meno.

Sapere che mi voleva con lei, era un passo avanti.

- Come ti sentiresti, Chuck, se avessi un polmone anziché due? Come ti sentiresti se vedessi solo da un occhio? Senza lunghezza o profondità? Senza due braccia, due gambe? Come ti sentiresti, se non ci fosse l’ossigeno? Sai cosa si prova Chuck? -

“Si…” volevo mormorare.

Ma avevo paura di farla star male, ricordandole quando lei se n’era andata.

Blair era scomparsa, sparita dalla mia vita, con la stessa velocità di una cometa. La differenza era che però io non riuscivo a seguirla. Si era volatilizzata con la stessa velocità di come era passata.

L’avevo vista morire dietro l’orizzonte, e sapevo che avrei dovuto aspettare altri 100 anni per vederla di nuovo.

Sempre se, l’avrei rivista.

E questo, oltre che togliere il pavimento da sotto i piedi, aveva bruciato una parte di me.

Aveva mandato al rogo quasi tutto quello che di buono avevo costruito con tanta fatica.

- non penso che tu lo sappia davvero. Perciò penso che provare a spiegarti sarebbe inutile.

È una bambina, Chuck. È intelligente, ma rimane una piccola creatura di 5 anni. E come tale, va protetta.

Evelyn doveva stare con me per sempre, glielo avevo promesso. Louis, ha giocato a suo favore, semplicemente vendicandosi. Ma così le fa del male, è proprio questo che non mi sarei aspettata.

Ed è proprio questo che lui non capisce.-

Non riusciva a guardarmi negli occhi. Era troppo presa da ricordi che aveva nella testa, e che ero sicuro gliela percorressero quasi fosse un film.

Ricordi dei quali non facevo parte, che non mi appartenevano.

Ma nei quali spesso forzavo per entrare, sbagliando come mai prima d’ora.

- No, hai ragione. Non posso capire.-

Confessai, infine, amareggiato.

- No però so che vorresti. E ti sono grata che tu sia qui, Chuck. Credimi.-

Sorrise.

Ci avvicinammo, quel tanto che bastava per sentire il suo dolce profumo inebriarmi il volto, e i suoi occhi entrare nei miei senza il bisogno delle chiavi.

Entravano così, ogni tanto, senza preavviso.

E poi, le nostre labbra s’incontrarono, ed io riuscii a sentire il suo sapore. Un sapore che mi dava alla testa, per il quale avevo lottato, anche con me stesso.

Le mie labbra si modellavano sulle sue quasi fossero fatte per stare insieme.

Erano fatte per stare insieme.

Mi sporsi un tantino più avanti, ed avvertii le sue braccia legarsi intorno al mio collo, passare poi nei miei capelli.

Non volevo nemmeno provare ad esagerare.

Non era il momento, non era il tempo.

Così, con un dolce buffetto sui capelli morbidi, mi staccai, sebbene di malavoglia.

- signorina Waldorf, lei dovrebbe essere bandita da questa terra.-

Le dissi, scherzoso.

Aveva il potere di farmi dimenticare le cose negative.

La guardai, probabilmente con uno sguardo intriso di sentimenti, anche contraddittori.

- Perché?-

Mi rispose, torva.

- Beh, lei è ufficialmente troppo…-

Non terminai la frase, lei capì da sola.

Rise, come non la vedevo fare da tempo.

Le passai un braccio attorno alle spalle, e la sentii rannicchiarsi. Probabilmente, aveva bisogno di un po’ di protezione in più.

E non ci furono parole, perché sarebbero state di troppo.

E non ci furono che i battiti del cuore all’unisono e i respiri sommessi. La cosa più importante.

E il tempo che scorreva, quasi veloce quanto il battito di ali della farfalla. Quelle farfalle.

Dio, mi ricordo di loro.

Sono qui, ancora. Le sento, perché vivono in me, ci hanno preso residenza. Ormai, non mi lasciano libero.

- Chuck, tu pensi che riuscirò a vederla?-

Sembrava una bambina.

Come mai prima d’ora l’avevo vista in quello stato. Una bambina con il bisogno di essere rassicurata.

Il senso instintivo di protezione prese il sopravvento, e la strinsi appena un po’ più forte a me.

- Certo. Troveremo un modo. Troverò un modo. Tu rivedrai tua figlia, Blair.-

Le accarezzai la schiena, per tranquillizzarla.

- E se non la rivedessi mai più?-

Con la voce spezzata dal dolore, la ragazza mi rivolse questa domanda.

Il cuore mi si fermò per un momento.

Incredibile, però, come quella bambina facesse parte di noi.

Come quella bambina, nonostante non tutti l’avessimo vissuta fino in fondo, era figlia di tutti noi.

In qualche modo anche mia.

- Non devi pensare a queste cose, Blair. Smettila di torturarti.-

Le dissi, girandole il volto in modo che guardasse il mio.

 

 

 

 

POV SERENA.

Dan stava ritto di fianco a me. Mi fissava, in modo strano, addirittura pensavo ce l’avesse con me.

In un modo davvero fastidioso, per giunta.

I suoi occhi addosso erano come macigni, e mi davano sui nervi.

Se c’era una cosa della quale ero convinta, era che da quando ci eravamo conosciuti, Dan era cambiato parecchio.

Era diventato addirittura un po’ capriccioso, egoista. E poi, la liason con Blair.

Digrignai i denti.

Mi ricordo benissimo la loro “love-story” o meglio, il loro “flirt”. Con Blair!

Scossi la testa.

Ormai, non mi sorprendevo più di nulla.

- Perché continui a guardarmi?-

Chiesi, alla fine, davvero stizzita.

Non rispose, sgranò a malapena gli occhi.

-  Dan, sul serio, la puoi piantare?-

Dopo alcuni minuti, in cui davvero non ne potevo più, mi limitai ad alzarmi e a dirigermi verso camera mia. Incurante del ragazzo che con lo sguardo continuava a seguirmi.

- No, aspetta.-

Mi disse, afferrandomi un braccio. – Serena..-

Cominciò così, la sua frase.

Con il mio nome.

- Stavo solo pensando a cosa dirti di preciso. Ecco, vedi… io ti amo. Credo. No, aspetta… io ti amo, sì. Però… Blair è la mia migliore amica. Le voglio bene, molto, molto bene. E mi da fastidio vederla infelice, e al fianco di Chuck per giunta. Sappiamo entrambe che la farà soffrire, è fatto così.-

Si giustificò.

Quindi, il suo punto di vista era questo, vero?

Lui vedeva la sua amica? Lui vedeva la sua amica Blair infelice e voleva che Chuck non la facesse soffrire? Strano, io la pensavo diversamente.

- No Dan, è diverso. Tu provi qualcosa per lei. E poco importa che io ci sia di mezzo. Tu … -

Mi passai una mano tra i capelli. Scompigliandoli un po’.

- Io cosa, Serena? Se avessi provato qualcosa per Blair… di davvero forte, intendo, ne avrei approfittato, non credi?-

Esordì.

- Ma tu ne hai approfittato, Dan! Dio, sono l’unica qui che ricorda che vi siete baciati?-

Ormai avevo alzato la voce.

Il suo sguardo, ancora una volta, puntava il basso. Ero quasi sicura che mi stesse prendendo in giro.

- Sì, è vero. Ma non ne ho approfittato, comunque. Ho semplicemente baciato una ragazza consenziente, che era piuttosto fragile. Non l’ho supplicata di farlo, Serena. È successo da sé.-

Sbuffai. Allora non capiva proprio.

- Ma ora amo te, Serena. Te.-

La sua voce, però, era tentennante. Ed io lo notai.

Mi prese il viso tra le mani. Quel contatto era tale da stimolare in me l’elettricità necessaria per lasciarmi andare.

Posai delicatamente le mie mani sulle sue, e quella situazione aumentò.

Mentre i nostri occhi s’incontravano, abbracciandosi, tenendosi per mano, le nostre bocche fecero lo stesso, come due fiumi in piena.

Mi ci volle tutta la forza di volontà che avevo per staccarmi da lì e mollargli una cinquina sulla guancia.

Me ne pentii subito. Avevo rovinato il suo faccino.

- Perché l’hai fatto?-

Chiese, massaggiandosi il lato destro del viso.

- Perché non è me che vuoi. Ed io lo so. E pretendo di chiudere questa cosa una volta per tutte. E pretendo che tu glielo dica, una volta per tutte. Tu diglielo Dan, okey? Poi tra noi si vedrà. Ma diglielo, e non essergli amico solo per comodità.-

Parlavo. A vanvera, a ruota libera, con il cuore che batteva quanto il battito di ali di un colibrì. Con gli occhi che sbattevano per evitare alle lacrime di scendere.

- Stai scherzando vero? Allora non hai capito nulla di…-

Gli feci cenno di tacere.

- Smettila. Smettila e va da lei. È quello che vuoi Dan, ed io non posso farci nulla.-

Mi voltai, con la sensazione di andare sotto terra. Di venire sepolta viva.

Di respirare terra e di soffocare.

Di grattare per uscire e non riuscirci.

Ecco come mi sentivo. Avevo appena mandato l’amore della mia vita tra le braccia della mia migliore amica.

Una migliore amica che c’era sempre stata.

Una migliore amica che nonostante tutto ora se ne sarebbe potuta andare solo per riuscire a vedere di nuovo sua figlia.

Una migliore amica che, comunque, il suo amore della vita già ce lo aveva.

Questo pensiero mi fece rallegrare un po’. Sapevo che avrebbe respinto Dan, perché ormai il suo cuore era incatenato a quello di Chuck.

Non potevo che esserne felice.

Ma io non ero un ripiego.

Non potevo permettere che Dan stesse con me solo perché il cuore di Blair apparteneva a qualcun altro.. O potevo? Dopotutto, era meglio di nulla.

Ma non era mia volontà esserlo, per questo avrei rinunciato anche solo a stargli vicino.

La porta si chiuse alle mie spalle.

Mi buttai a capofitto sul divano, con i capelli che mi  oscuravano la vista e le guance piene di lacrime.

 

 

 

POV BLAIR.

Stavo bene.

Stavo anche meglio, a dirla tutta.

Le sua braccia mi tenevano stretta in una morsa tanto tenera quanto amorevole.

Ed ero al mio posto, nel mondo. Finalmente libera.

Non c’erano state cose “troppo” passionali. Certo, poteva sembrare strano per due come noi.

Per una volta eravamo solo Chuck e Blair, Blair  e Chuck. Uniti, forti. Noi due e solo poi il resto del mondo.

E questo, bastava a farmi capire che era così che doveva essere sempre.

- Senti, posso chiederti una cosa?-

Disse, poi. La sua voce era così vicina da ricordarmi ancora di più che tutto era reale.

Annuii, con un sorriso stampato in volto.

- Si tratta di Humphrey. Non voglio allontanarti, ne tantomento mettermi a fare la predica. Solo..c’è stato alla fine qualcosa di vero, tra di voi, o era solo un qualcosa che si era creato con le circostanze?-

Il suo sguardo, sincero, era addirittura preoccupato.

Risposi, attenta a non ferire i suoi sentimenti, (perché di questo si parlava, sebbene si trattasse di Chuck Bass) e diedi una risposta del tutto sincera.

- In realtà, non c’è stato davvero “qualcosa”. Cioè si, può darsi.Beh, non so nemmeno io cosa c’era. Eravamo amici, molto amici. Poi, d’un tratto qualcosa mi ha detto che di lui potevo fidarmi. Che non importava fosse Dan. Che non contava che fosse lui un cane e io un gatto. Che le due cose potevano davvero funzionare.

Non lo so, forse è stata un illusione. Forse.. ho fatto uso di sostanze e non me ne sono resa conto.

So che poi c’è stato un bacio.

So che c’è stato il matrimonio, e lui era lì. Non che tu non ci fossi eh.. ma forse, avevo bisogno di un “ragazzo-amico” ecco cosa. Ecco io penso… che siano state le circostanze, sì.-

Sembrò sollevato.

Quindi, ancora, credeva che io e Dan potessimo stare insieme?

- Perché me lo chiedi?-

Mi avvicinai, sempre di più.

- Nulla. È che .. beh, credevo che i ritorni di fiamma potessero sempre esserci, no?-

Lo guardai, sorridendo.

- Ma perfavore… quale fiamma?...- risi, mentre parlavo tranquilla.

- Con noi è successo.-

Mi fece notare.

Non azzardai a non rispondergli a tono.

- Con noi non è mai andata via.-

E il bacio che ne seguì fu solo uno dei tanti che c’erano stati. E solo uno dei milioni che il futuro avrebbe portato con se.

 

                                                                   **

 

- Però devi prendere una decisione.-

Mi spronò, Chuck, dall’altra stanza.

Mi fiondai da lui, confusa.

- Mi pare di averla già presa e di avertela già comunicata.-

Risposi, alzando gli occhi al cielo.

Si alzò, e camminò fino da me per abbracciarmi. Risposi all’abbraccio, con un piacere incredibile.

-  Non intendevo questo.-

Ci misi un po’ a capire a cosa si riferisse.

-Oh.- sussurrai, con un filo di voce. Il mio sguardo continuava ad essere fisso sul pavimento lucido, mentre la mia mente vagava alla disperata ricerca di un qualcosa che mi desse la forza di decidere.

A cosa potevo rinunciare?

“ A nulla” mi risposi.

Come potevo abbandonare mia figlia? Non l’avrei mai fatto, questo era fuori discussione.

Ma potevo andarmene da Chuck? Proprio ora, che finalmente c’eravamo ritrovati? Non l’avrei permesso.

Era parte di me.

Tutto ciò che riguardava lui era parte di me.

Il suo cuore.

La sua aria.

Era un continuo condividere.

Ricordi, emozioni. Tutto.

Questa volta, me ne sarei dovuta andare con la consapevolezza che non ci sarebbe mai stato nessun altro in grado di sostituirlo.

Che io volevo la mia famiglia, con la mia bambina, ma con Chuck. Con lui al mio fianco.

Prima che avessi tempo per razionalizzare, milioni e milioni ( o al meno così parvero a me) di lacrime mi scivolarono sul volto, non lasciando spazio a fraintendimenti.

-  Hei..-

Si avvicinò.

-tutto bene?-

La sua voce provocava in me altri ricordi uno dietro l’altro.

“No ti prego, smettila di parlare” avrei voluto dirgli. Ma non l’avrei fatto soffrire. Era il MIO CHUCK.

-  Si.-

Soffocai. Mi portai le mani sugli occhi, sebbene volessi scoppiare in un pianto diverso da quello che ora animava il mio volto. Uno isterico.

- No, aspetta. Siediti. Sono stato uno sciocco, non volevo farti stare male… perdonami…-

Si affannava.

“ No, amore. Il problema non sei tu” mormoravo, tra me e me. La mia testa non stava zitta, e continuava a sussurrarmi parole che avrei dovuto dirgli.

E che non potevo, perché forse già sapevo la risposta alla sua prima domanda.

Sapevo cosa avrei scelto.

Mi fece sedere.

- Chuck.. io…-

Non trovavo le parole.

Non l’avrei lasciato.

Non l’avrei fatto ora.

No.

- .. Io non so cosa scegliere.-

Sputai, mentre la voce si inumidiva di altre lacrime.

Non osavo guardarlo negli occhi.

- Blair.-

Mormorò, dopo pochi minuti.

- Blair..-

Ripeteva.

Non potevo guardarlo. Il mio cervello si rifiutava. Il mio cuore minacciava di spezzarsi se solo l’avessi fatto.

- Mi guardi, per favore?-

Sussurrò.

Ero talmente in sintonia con lui, che sapevo che era scosso, nonostante tendesse a nasconderlo.

Accettai, poi. Sul suo volto, un debole sorriso.

-  Io non ti costringo a scegliere. E lo faccio perché ti amo. Hai capito Blair Waldorf? Io ti amo. E non posso accettare che tu ti riduca così. Dov’è finita Queen B? Avanti, tirala fuori. Lei sa reagire a queste cose. Io so che tu puoi reagire a queste cose. E questo perché ti conosco, e ho fiducia in te.

Qualunque sarà la tua scelta. Anzi no… la tua scelta. È giusta. Perché è così che deve essere.

Perché io sarei fin troppo egoista, per toglierti tua figlia. Perché sarei un mostro. E perché non posso.

Quindi, ora… Smettila di piangere e non pensarci. Hai un mese di tempo. Un mese da passare in armonia con me. Senza Humphrey, cavolo. È un’occasione da cogliere al volo, no?-

Sorrise.

Non sapevo cosa dire.

Dov’era il Chuck Bass che conoscevo io? Perché adoravo questo, e lo avrei voluto tenere con me per sempre.

Non avevo parole. L’unica cosa che potevo fare, era abbracciarlo e portarlo nel mio cuore. Chiuso nel cassetto, del tutto incancellabile.

 

 

 

POV CHUCK.

Dio, non lasciarmi da solo.

No, non farlo.

Sento che sto per morire. Anzi no, forse sto morendo.

Di nuovo. Ancora? Perché?

Non ci sono risposte.

So solo che guardo la luna filtrare i raggi luminosi sulla tua pelle.

E penso a come sarebbe stata la mia vita se non ti avessi mai conosciuta. Sarebbe stata uguale? No, sicuramente no.

Sarebbe stata peggiore, però. Questo è sicuro.

Perchè non avrei ritrovato il lato umano di me. Quello che per indole avevo nascosto, avevo sabotato. Quello che tu sei riuscita a tirar fuori. No, non è il peggio, amore mio. È la parte migliore, quella che ti appartiene.

La sofferenza mi sta divorando da dentro.

Di nuovo, ti devo perdere.

Devo accettarlo. Tu hai la tua vita. Tu hai la tua bambina.

Ma tu sei mia…

Mi sento un bambino a ripeterlo. E forse è così.

No, non sono egoista. Io ti lascio andare. Va per la tua strada.

Se due persone sono destinate a stare insieme, prima o poi, troveranno un modo per ritrovarsi, no?

 

 

 

POV BLAIR.

Erano le 3 di notte, all’incirca, quando sentimmo il campanello suonare.

Io e Chuck, avvinghiati l’uno all’altra, ci alzammo controvoglia.

Chi doveva disturbare la nostra quiete nel cuore della notte?

- Humphrey…-

Mormorò scocciato.

Gli presi la mano, e lo intimai a chiudergli la porta in faccia.

Sfortunatamente, però, lo lasciò entrare.

- Io devo parlare con Blair.-

Alzai gli occhi al cielo e lo mandai via. Indossavo biancheria intima, e non mi andava di passare del tempo con lui. Dopotutto, era soltanto Humphrey.

Mi maledii quando realizzai che lui c’era sempre stato.

- Ti ascolto.-

Dissi, indossando una vestaglia e sedendomi sul divano in pelle.

- Ok.-

Riflettee per due minuti. Al punto che quasi, nell’aspettare, mi si chiusero gli occhi.

- Ho girato per ore, perché non avevo idea di come dirtelo.- fece una pausa, mentre agitava la gamba.

- Io ti amo, Blair. Okey? Ecco io penso che tu sia meravigliosa. Che tu abbia bisogno di qualcuno che si prenda cura di te e non ti faccia soffrire. Che Chuck ha già sbagliato molte volte in passato, e potrebbe rifarlo, che cavolo. Quindi, ora, ti andrebbe di… provare ad uscire… con…me?-

Tentennò sulle ultime parole.

Trattenni una risata, e cercai di sfoggiare la parte più nobile di me.

- Io ti voglio bene, Dan. Sei il mio migliore amico, forse effettivamente l’unico. E non ho paura ad ammetterlo.

Ma dio, l’amore che provo per Chuck è qualcosa che mi consuma al punto che a volte non riesco nemmeno a respirare…- sapevo che era lì ad ascoltare. E la cosa non mi dispiaceva.

-.. perciò, mi vedo costretta a declinare la tua offerta.-

E dalla sua faccia s’intuirono i suoi sentimenti. Si credeva uno stupido.

 

 

 

Eccomi!

Allora, mi scuso infinitamente per il ritardo. Ma non lo trovavo completo, sabato. Avevo bisogno di arrivare fino in fondo.

Così eccomi qui.

Come al solito, ringrazio tutti i recensori e chi ha letto zitto zitto e ha inserito la storia nelle varie cartelle. *-* dio, il mio amore per voi è grande quanto il mio odio per Humphrey di questi tempi! Ahah xD

 

Sapete che ho letto proprio oggi?

Avvistamento di Ed e Leight sul set, che si baciavano *-* quindi … questo vuol dire… CHAIR is BACK ! Oddio… speriamo non siano solo illusioni! :D

 

Vi lascio con una frase, nella speranza che vi possa piacere questo capitolo.

“ I suoi occhi erano talmente gonfi che avrei preferito non vederli”

 

XoXo,

 

C.

   
 
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