Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Iwantasmile    08/03/2012    3 recensioni
Mi amavi, ti amavo, mi ami e ti amo ancora adesso.
Avevo due felpe ma accanto a luii bruciavo.
Mi spogliò.
Mi vergognavo a farmi vedere, insomma era l'unico uomo che amavo e l'unico a cui mi mostravo; mi disse: non vergognarti sono solo io.
Eravamo nudi l'uno davanti all'altro.
Era la prima volta per me, e fu davvero bella perchè lo feci con la persona che amavo veramente.
E con un filo di voce mi disse: sei bellissima
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Saliamo le scale uno affianco all’altro, come avrei fatto la pipì dato che avevamo la mano incatenata? Cioè, lui sarebbe entrato in bagno con me?..
Arrivimo davanti al bagno..
“Prometto che mi giro” disse ridendo..
“Cosa?  Non posso fare la pipì con te in bagno, non mi scapperebbe.”
“Senti non trovo un’altra soluzione, e francamente non credo che ci sia” disse divertito.
“Ti diverte molto questa situazione? Ricordati che è colpa tua se non troviamo più la chiave.”
“Si Erin, ma ricordati che sei stata tu a chiedermi di “Annoiarti””.. Aveva ragione..
Il biogno di andare in bagno iniziava a farsi sentire, per trattenermi stringevo le gambe. Justin lo notò immediatamente.
“Erin vogliamo muoverci? Tra poco dovrai cambiarti perché te la sarai fatta addosso, e sarà ancora più imbarazzante.”
“Ok andiamo.”
Entriamo in bagno all’unisono, ci guardiamo per qualche istante dopodichè lui prende e si contorce il braccio in modo da potersi girare dall’altra parte..Io rido e lo tiro in modo che entrambi potessimo avvicinarci al water..Che situazione imbarazzante, la mia mente si affola di problemi, avrebbe sentito il rumore della mia pipì, e se avrebbe sentito cattivo odore? Senza pensarci di getto abbasso le cortissime Cool-Hot che avevo addosso mi siedo e nel tempo che ho avrei impiegato per rispondere a quelle domando, avevo già finito.
Non ho mai odiato tanto fare pipì in vita mia come in questo momento. Tiro l’acqua.
Trascino Justin vicino al lavandino che nel frattempo  ritorna con il braccio apposto, apro l’acqua e mi lavo le mani. Avendo la mano legata molto vicina alla sua anche lui si bagna le mani. Lo vedo alzare gli occhi e fare qualche smorfia.
Mi asciugo le mani lo guardo e sorrido. Quanto non lo sopportavo, eppure stare “incatenata” alla sua mano non era così male.
“Finalmente possiamo scendere.”Disse sbuffando.
“Certo ma..C’è qualche problema?” gli chiesi.
“No, solo che io dovrei andare a lavoro oggi, sto lavorando su un nuovo brano e dovrei andare in studio.”
“Certo, va pure qui ci penso io..Ah vero.” Dissi alzando la mano per indicare la catena…
“Comunque devo andarci per forza, andiamo a vestirci”
“Justin aspetta, cosa farò io mentre tu lavorerai?”
“Erin, non possiamo dividerci per non più di dieci centimetri, cosa vorresti fare? Andare al centro commerciale? Non so..Ahahahah” Si divertiva così tanto a trovarsi in questa situazione?
“Certo. Giusto. Andiamo a cambiarci.”
Usciamo dal bagno e passiamo prima dalla camera mia, prendo  la biancheria, dei Jeans e una camicia rossa.
Entriamo nella sua stanza e vedo Justin soffermarsi davanti all’armadio.
“Ti ci vuole sempre così tanto per scegliere come vestirti?” dissi paragonangolo mentalmente ad una ragazza.
“Anzi questa volta sono stato molto svelto” prende della robba dall’armadio e me la sbatte addosso..
Lo guardo da dietro la robba che mi ha lanciato..
“E  questo per che cos’era?”chiesi inarcando un sopracciglio.
“Bhe  perchè chissà a quale ragazza mi hai paragonato.” Si divertiva, comunque ci voltiamo e ci vestiamo, mi vesto prima io, mi sfilo la canottiera e il regiseno, per infilare la biancheria pulita e la camicia, dopodichè infilo i Jeans..Dopo tocca a lui, ci impiega minimo dieci miuti  dopodiche ci voltiamo e ci guardiamo, lo vedo avvicinarsi a me, me lo ritrovo appiccicato al viso.
Afferra la mia camicia..
“Justin che stai facendo?”dissi allarmata.
“Hai abbottonato male la camicia, te la sto aggiustando”
Con tocco delicato aprì gli ultimi bottoni della mia camicia scoprendomi l’addome, un brivido si diverte a giocare a nascondino nella mia schiena quando la sua pelle incotra la mia..

“Oh grazie mille.”
“Andiamo?”
Dopo esserci lavati i denti insieme e finalmente aver ragiunto il suo studio di regitrazione, quando varchiamo la soglia della struttura enorme, tutti gli occhi finiscono su di noi. Justin inizia ad accellerare il passo finchè non raggiungiamo una stanza dove c’è un microfono e davanti un vetro da dove presumo stia il produttore.
I miei pensieri sono interrotti da una risata metallica. Viene da un microfono.
“Ehi Justin, ma allora la storia della catena era vera?”
“Certo Roman, ridi pure. Lei è Erin, la mia sorellastra.”
Sorrido e alzo la mano incatenata che trascina con se anche quella di Justin, in sengo di saluto.
“Ciao Erin.”


Passiamo il resto della mattinata lì, dopodichè usciamo per pranzo. Appena fuori dallo studio,prendiamo due frullati e ci sediamo in un parco vicino casa.
“Erin, non abbiamo mai parlato molto noi due e lo so bene,  ma non ti ho mai sentita nominare tua madre, non hai un buon rapporto con lei?.” Disse abbassado lo sguardo.
“No, non ci vediamo mai, lei non mi cerca, lei vive più serena senza me.Io le sarei solo da intralcio.” Non ne avevo mai parlato con nessuno, com’era possibile che riuscissi ad esprimermi proprio con lui?
Era la verità. Da quando ho compiuto dieci anni per mia mamma sono diventata un peso, una spina nel fianco, solitamente anche se i genitori divorziano, lottano per stare con  i propri figli, ma non nel mio caso.

Justin nota la tristezza che mi vela gli occhi e che da qualche momento all’altro potrebbe percorrermi il viso, per cui cerca di cambiare discorso pensado che io non me ne accorgessi.
“Ok posso farti un’altra domanda più personale?”
“Si Justin, sono vergine.” Sgrana gli occhi e ridacchia.
“Ehi non ti avevo ancora fatto la domanda come sapevi che sarebbe stata questa?”
“Ogni ragazzo inferiore ai 30 anni prima o poi te lo chiede.”
Nonostante tutto, sento ancora l’argomento di mia madre pesarmi negli occhi che sono umidi. Non voglio che mi veda piangere, quindi mi alzo dalla panchina, seguita da Justin, e cerco di evitarlo lasciadnolo dietro accellerando il passo. Lui si blocca di colpo e di conseguenza mi blocco anch’io.
“Ehi perché ti sei fermato?”
Senza rispondere si avvicina a me e mi abbraccia. O meglio mi avvolge con le sue braccia.
Affondo la mia testa nel suo petto caldo, e mi abbandono a questo abbraccio.
Dopo un po’ ci allontaniamo ma prima di incamminarci verso casa mi afferra la mano. Ed è così che stiamo durante il tragitto: per mano, con la testa bassa.


Passiamo il pomeriggio a cercare la chiave.
“Jusitn potremmo andare da un fabbro che ne pensi?”
“Hai ragione.”
“Ok andiamo ora.”
“Aspetta Erin, avrò anche io il diritto di andare in bagno?”
“…Andiamo..”
Lui fa tranquillamente pipì davanti a me senza darmi il tempo di girarmi e senza chiedermi di farlo. Evidentemente solo noi donne ci faccimo certi complessi.. Ok usciamo.
Arriviamo dal fabbro che sistematicamente apre la nostra catena. Ed ora? Ora che non eravamo più “incatenati” che sarebbe successo? Avrebbe organizzato altre feste? Si sarebbe messo nei guai?.. Spero di no era pur sempre il mio fratellastro. No?



Ehiiiii che ne pensateee? :D Mi raccomando fatemi sapere :D

  
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