Ehm. Ecco,
salve. Questa è la mia prima fan fiction sulla nuova Generazione, perciò potrei
benissimo fare qualche errore madornale, anche se spero di no. Comunque.
Per ora
non ho niente da dire – è tutto nelle note sotto, infatti –, ma devo dire una cosa, prima di lasciarvi
alla lettura. Il personaggio su cui è incentrato questo prologo non è il
protagonista di questa storia – sono un sacco i protagonisti, a voler essere
sincerissimi –, né è un Gary Stu: vi dico questo perché è bello e tutto, ma no,
vi assicuro che non è un GS, lo potremo capire solo più avanti – non so bene
quanto, ma tant’è.
Hope you like it,
E.
(ci si vede sotto)
A Hayley, perché senza di lei mi sarei persa in un bicchier d’acqua.
A Daphne, con i suoi preziosissimi consigli e l’eterna pazienza.
A Tefnut, perché senza di lei oggi non pubblicherei proprio niente.
A Wynne, perché c’è sempre.
Prologo.
Provenza, Francia.
16 aprile 2022.
Era un ragazzo sui venticinque anni ed era appoggiato al muro esterno di una casa di campagna dall’aria modesta. Aveva i capelli biondi, lui, biondi come il grano baciato da quel sole d’aprile, e gli occhi di un verde brillante, come gli alberi del giardino che aveva di fronte. I lineamenti erano alti e il naso diritto.
Due.
Si staccò dal muro e si sbilanciò in avanti, alzando poi il viso verso il cielo azzurro che si estendeva sopra la Provenza. Non faceva caldo, ed il vento soffiava appena tra le fronde degli alberi e i paesaggi di campagna.
Tre.
Infine sbuffò, mentre si raddrizzava e rientrava in casa con passo lento. Salì le scale che conducevano al piano di sopra e superò le prime due porte a cui passò accanto, fermandosi poi di fronte all’ultima, di legno chiaro e accuratamente levigato.
Posò la mano sulla maniglia e la girò: con un cigolio d’un paio di secondi, la porta si aprì su una stanza da letto dalle pareti color avorio. L’unica finestra che c’era dava sul giardino sottostante, era coperta da velate tende color lavanda e si trovava proprio sopra una scrivania ricoperta quasi interamente da scartoffie e riproduzione in scala di strani oggetti. Sul letto – posto sotto un quadro raffigurante una nave in una tempesta – era sdraiato un uomo
« Eccoti, finalmente » esordì l’uomo, sollevando appena gli angoli della labbra nel principio di un sorriso beffardo. « Che notizie mi porti, Julien? »
« Avevate ragione, padre » rispose il ragazzo, con un tranquillo ed apatico cenno del capo. « Avrà luogo in Inghilterra come l’ultima volta. Hanno preso precauzioni in più – così mi ha detto l’insegnante di Incantesimi ».
Victor – così si chiamava l’uomo – sorrise, compiaciuto del proprio piano e di suo figlio: l’aveva cresciuto bene, in fondo. Julien infatti non aveva frequentato Beaux-Batons, poiché Victor – che dopo la morte della madre si era impegnato per istruirlo a dovere – aveva preferito impartirgli ciò che lui riteneva più importanti. Gli incantesimi appena inventati, alcuni piccoli segreti nell’arte delle Pozioni… non avrebbero potuto insegnarli niente di tutto ciò, in quella scuola per gente comune!
« Precauzioni… » meditò allora, accarezzando il risvolto della coperta con un dito. « Probabilmente solo per proteggere i Campioni. Non si aspettano nient’altro, in fondo. Che sciocchi » Julien annuì e restò in silenzio, come sapeva di dover fare. « Sei stato bravo, Julien. E dimmi, ti stai preparando? »
« Certamente » rispose allora, monocorde. « Ho già un’idea, devo rivedere i dettagli ».
« Perfetto » esclamò l’uomo, prima di tossire rumorosamente e portarsi quindi una mano alla gola. « Devi fare il più in fretta possibile, però, ricordatelo. Non so bene quanto tempo abbiamo. Devi trovare quelle maledette fialette, Julien. Devi trovarle e portarle qui. Ma cosa te lo dico a fare: sei un giovanotto in gamba, sai già cosa fare ».
Julien piegò appena le labbra in un pigro sorriso. Aveva venticinque anni, era svelto e bello: sapeva di avere le carte in regola e di essere, quindi, un ‘giovanotto in gamba’. Stette nuovamente in silenzio, spostando il peso sulla gamba destra.
« Be’? Cosa aspetti? » chiese il padre, poi, quasi stupito. « Puoi andare ».
« D’accordo » si limitò a dire, prima di piegare il capo in un saluto e uscire dalla porta.
E mentre si avviava verso la propria stanza, pensò a cosa si sarebbe dovuto portare per la sua visita di cortesia ad Hogsmeade.
Note:
Ri-ciao. Allora, teoricamente io non dovrei stare qui a
pubblicare una Long fiction, visto che ne ho già un’altra all’attivo, ma
vabbe’. Lavoravo a questo progetto da metà maggio e mi sembrava piuttosto
inutile buttare al vento le ore che ho perso per lavorarci. O no? Comunque. La
fan fiction si svolge nel 2022, durante il Settimo anno di James ad Hogwarts.
Non ho idea di quante storie ci siano con questo espediente (ovvero il Torneo),
ma ormai la storia era nata così e così deve continuare.
Non avendo poi il tempo di rileggermi tutti i libri di
zia Row a causa degli impegni scolastici, le mie fonti principali saranno
PotterPedia, Wikipedia e Lexicon.
Il titolo della fan fiction è preso dall’omonimo libro
di Zafòn.
AH! Guardate, non disprezzo affatto le recensioni. Anzi,
spesso mi spingono a scrivere di più *Sorrisini ammiccanti*
Disclaimer: molti dei personaggi
presenti nella storia appartengono a J. K. Rowling, così come le appartengono
anche i luoghi e tutto il resto. La storia non è scritta a scopo di lucro.
NB: Altri personaggi (come
Logan Hopkins, Yvonne Lefevre, Félix Gallagher, Maddison Harper, Lynda Wespurt,
Margaret Stebbins, eccetera) sono miei, perciò ne detengo tutti i diritti. Se li
‘prendete in prestito’ (e dovete chiedermelo prima, eh) o vi ispirate ad uno di
essi siete pregati di creditarmi. Grazie per l’attenzione!
A presto,
Er.