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Autore: ek_directioner    08/03/2012    8 recensioni
Il suo respiro iniziò ad affannarsi sul mio collo, e piano piano iniziava a scendere.
Le mie lacrime continuavano a scorrere come un torrente e non riuscivo a fare altro che subire.
Subire, subire, subire.
Aprivo la bocca, ma l'unica cosa che riusciva ad uscire, era un respiro affannoso che si mischiava alle gocce di pianto.
La situazione continuava uguale a tutte le altre storie.
Il suo corpo premeva sul mio e le sue labbra sfioravano la mia pelle che riaffiorava laddove non c'era il tessuto dei vestiti.
Riuscii a dire una semplice frase.
-Louis ti scongiuro, lasciami-
Volevo morire.
Appena aver finito di dire la frase, ebbi come la sensazione di non averla mai voluta dire.
Ora era come se volevo che tutto quello continuasse, anche se sapevo che non potevo permettermelo.
Si fermò.
Si era fermato?
Non mi sembrava vero.
Il suo respiro affannava ancora sul mio collo, ma le mani avevano mollato la presa.
In quel momento, riuscii finalmente a sentire anche il battito del suo cuore, che non ero riuscita a sentire fino ad ora.
Perchè non avevo provato altro che voglia?
No, non potevo.
Non potevo innamorarmi di Louis. No.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XI
Non puoi permettere che io mi innamori di te.

 
 
*LIAM*
La vidi allontanarsi preceduta da quel mostro.
Era la prima volta che si era comportato decentemente, senza fare lo spaccone.
-perché?-domandò ad un tratto Zayn.
-cosa perché?-domandò Niall confuso.
Il mio sguardo era fermo nel piatto di pasta rimasto a metà dopo quella scena.
-perché va da lui? Cioè ci sono molti altri ragazzi che-
-molti tipo te?-lo interruppe ironica Sam.
-anche! Molti ragazzi che la meritano, e lei che fa? Va da lui!-continuò quasi sclerando.
-ragazzi io vi avverto, succede un’altra cosa di queste e lo prendo a cazzotti-sbottai mollando un pugno al tavolo.
-calmati Liam, Isabel sa come comportarsi-mi rispose Niall.
-noncredo proprio, altrimenti non ci ritroveremmo in questa situazione- risposi indicando i libri che le aveva riportato il ragazzo.
-io la penso come Liam-appoggiò Sam.
-anche io-rispose Zayn.
Perchè le aveva riportato i libri?
Perchè lei non l'aveva degnato nemmeno di uno sguardo?
Qualcosa non quadrava e io dovevo scoprire cosa.
 
*ISABEL*
Sentivo un nodo allo stomaco che piano piano saliva alla gola.
Avevo paura; troppa paura.
Paura che riaccadesse quanto già successo.
Paura che mi trattasse male.
Paura che mi facesse piangere.
Paura di tutto.
Arrivammo davanti al campo da baseball, dove si stavano allenando dei ragazzi, e ci accomodammo sugli spalti.
Dal mio sguardo trapelava il mio stato d’animo, tanto che lui riuscì ad apprenderlo.
-Ti ho portata qui, così stai tranquilla che non.. beh, insomma.- balbettò.
La vergogna fuoriusciva dalle parole.
Annuii con il capo per far capire che ero arrivata a fine del suo ragionamento.
Seguirono attimi di silenzio, in cui i nostri sguardi erano fissi sui tanti omini che correvano per il campo.
-volevo chiederti scusa-disse.
Presi un grande respiro e poi risposi.
-perché mi chiedi scusa? Non l’hai mai fatto-
Era vero.
Non aveva mai chiesto scusa a nessuna, perché ora chiedeva scusa proprio a me?
-è proprio questo il punto. Io non ho mai chiesto scusa a nessuna. Insomma queste ‘cose’ le faccio con tutte, ma con te mi sento in dovere di chiederti scusa-continuò quasi vergognandosi di quello che stava facendo.
-non è perché sono più piccola, allora ti devi sentire un verme-commentai.
-io non mi sento un verme perché sei più piccola, mi sento un verme perché stavo per stuprare la ragazza che mi piace- rispose.
-Pff.. Louis tu stupri tutte!-
-Si, ma con nessuna mi sono fermato lasciandola andare-
Cosa?
Cioè era la prima volta che si fermava e lasciava andare una ragazza che stava subendo quel ‘trattamento’?
Perché?
Perché a me si, e alle altre no?
-Perché?-domandai confusa.
-ecco. Non lo so. Quando stavamo.. insomma, quando eravamo in quello sgabuzzino, ti ho sentita piangere, ti ho sentita implorare pietà, ho sentito il tuo respiro, il tuo cuore, il tuo profumo. Ho visto i tuoi occhi e.. DIO NO-
Alle ultime due parole scattò in piedi e si mise le mani tra i capelli.
-Non capisco se ti stai disperando perché mi stavi per stuprare o perché ti sei fermato- affermai fissandolo.
Si mise davanti a me e posandomi le mani sulle ginocchia.
-Isabel è questo il problema. Non lo so! Non so perché mi sono fermato, non so perché ti sto chiedendo scusa. Non so perché mi attrai così tanto!-disse.
-E’ come se avessi un istinto di protezione verso di te-continuò .
Lo fissai incredula.
Lui?
Un istinto di protezione verso di me?
Non poteva essere.
Gli occhi dell’uno rimanevano fermi in quelli dell’altra, mentre il mondo intorno andava avanti.
-quindi?-mi azzardai a cercare conclusioni.
Prese fiato come per iniziare una frase, ma poi si tirò indietro.
Ritornò in piedi e iniziò a mordersi il labbro, fissando infiniti punti sconosciuti.
-Non lo so. Quando ti ho chiesto di conoscerti meglio, pensavo diventassi una delle tante. Ma ora perché sei diventata così? Perché sono diventato.. Dio, io non posso farlo. Voglio dire, sono il figo della scuola, non posso..-
-innamorarti?-dissi interrompendo la sua frase incerta.
-non puoi innamorarti?-continuai specificando.
-non posso innamorarmi..-affermò arreso.
Lo fissavo negli occhi, mentre lui guardava per terra.
Non avevo mai conosciuto questo suo lato sentimentale.
Nessuno l’aveva mai conosciuto.
-Tomlinson, che fai, te ne conquisti un’altra?-urlò un ragazzo dall’altra parte degli spalti.
Lui si girò e gli fece un cenno di mano, per poi tornare a me.
-Non può lasciare che io mi innamori di te-mi sussurrò all’orecchio.
Scese gli enormi scaloni e andò dal ragazzo che poco prima l’aveva chiamato, facendo finta di niente.
Di punto in bianco era diventato freddo, agghiacciante.
Quello che mi stava dicendo era vero?
Per quanto ne sappia non aveva mai fatto con nessuna questa ‘scenetta’; ma perché doveva farla proprio con me?
Dopo aver riflettuto per qualche minuto, raccolsi il giubbotto, la borsa e scesi dagli spalti, per tornare al tavolo.
Risalii tutti gli scaloni di cui vi ho già parlato e mi avvicinai al tavolo.
Me ne resi conto; oltre a Louis, quel giorno non avevo parlato con nessun altro.
Sinceramente, poca era voglia di parlare con qualcuno.
Le uniche cose che mi passavano per la mente, erano quei momenti nello sgabuzzino.
Non ero mai stata 'violentata' e mai avrei creduto di poterlo essere stata un giorno.
In quei momenti ti senti come una bambola che viene buttata, schiacciata, rotta, da un bambino che non capisce il valore di essa.
Ti senti vuota, impotente, quasi come se il mondo intorno a te non potesse fare altro che osservare la scena come un pubblico al cinema.
 
 
 

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Hola genteee :D
Allora, vi sta piacendo? :3
WOOOOOW il capitolo prima ha avuto sette recensioooni :’)
Che cosa lkrsngltiklòn <3

Grazie Mille :D
Beh, allora il prossimo capitolo arriverà non appena questo avrà sette recensioni :)
Ricordatevi che tra poco arriverà la scena dolciosa tra persone che non immaginate :D

Sciao bele <3
 

 
 
 
 
  
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