Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Electra    09/10/2006    7 recensioni
…“Il fato già preme per venire alla luce e portare le tenebre…nulla sarà come fu…ciò che è morirà…ciò che non è nascerà…” Una voce proveniente dalle oscurità più profonde...tre vite unite da un solo destino...momenti, istanti, capaci di modificare i corsi degli eventi...
Genere: Dark, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 16

LA COLPA

 

CAPITOLO 16

 

Ingoio un paio di volte a vuoto. Sento i palmi delle mani sudati. Hermione, sei un’imbecille!!

Draco sarà pure un bulletto egocentrico ma di certo non è uno stupido. Come ho potuto pensare di fargli bere una simile balla?

-Cammina muoviti!- cordialmente, come suo solito, mi invita a scendere la scalinata che dal portone d’ingresso del suo maniero conduce al giardino circostante.

-Draco, a dire il vero… - cerco di balbettare qualche scusa che mi permetta di defilarmi il più velocemente possibile -… dovrei proprio andare ora… - mi volto, immobile, ai piedi della scalinata.

Draco annulla rapidamente la distanza che ci separa.

-Tu non vai da nessuna parte. Non prima di avermi detto perché sei qui. Cosa state architettando, eh?- mi fa cenno di continuare a camminare. State?... pensa che io sia qui per giocargli un brutto tiro con la complicità di Harry e Ron?? Scuoto la testa.

-Draco, Harry e Ron non c’entrano. A dire il vero non sanno nemmeno che sono qui… - rimane in silenzio guidandomi attraverso un vialetto ciottolato.

Ci fermiamo dietro un grosso salice piangente i cui rami nascondono completamente a chiunque la nostra presenza.  Infila le mani nelle tasche, fissandomi tanto a lungo da mettermi a disagio.

-Non c’entrano, dici? Mi credi così stupido Granger? Da quando in qua tu fai qualcosa senza l’appoggio dei tuoi due compagni?- una risatina strafottente ha la capacità di farmi saltare i nervi. Gli punto l’indice destro contro il petto. La mano sinistra posata sul fianco.

-Cosa vorresti dire con questo? Non è affatto vero! Sei solo pieno di veleno per il semplice motivo che tu a scuola eri sempre solo come un cane, se escludiamo quelle tre o quattro persone prive di personalità propria che ti portavi sempre dietro- appena finisco di parlare il mio viso diventa scarlatto. Ma che sto dicendo? Mi metto a litigare come quando eravamo bimbi? E oltretutto dopo che gli sono piombata a casa senza permesso alcuno?

-Sc… scusami Draco. Davvero. Non ho nessun diritto di sparare sentenze di questo tipo- il ragazzo continua a fissarmi, assolutamente privo di espressione. Questa situazione sta diventato sempre più surreale. Sebbene siano ormai quasi due anni che non lo vedo, sono talmente confusa dal sogno che ho l’impressione di averlo visto l’ultima volta appena qualche ora fa.

Draco, sedutosi a terra sull’erba, appoggia la schiena al tronco del grande salice. Incrocia le braccia dietro la testa.

-Beh, sebbene la tua affermazione cadesse a sproposito, non si può dire che non sia vera… - rimane un po’ in silenzio. Improvvisamente mi sento in colpa.

-Comunque… - si volta nuovamente verso di me assumendo un’espressione decisa -… mi pare non si stesse parlando di questo- non sapendo cosa dire o cosa fare, mi lascio cadere al suo fianco, portando le ginocchia al petto e abbracciandomele.

-Se Potter e Weasley non c’entrano nulla, sono proprio curioso di sapere il motivo della tua visita e… - solleva la mano, in un chiaro gesto di avvertimento -… non propinarmi altre frottole!- rimango in silenzio per un lungo istante, gli occhi puntati di fronte a me, nel nulla, poi… li chiudo un secondo e rivivo il tempo trascorso con l’altro Draco, quello del sogno…

Riapro gli occhi. Un sorriso amaro mi piega le labbra. Finalmente decido di rispondere all’ex-Serpeverde.

-A dire il vero… - parlo senza voltarmi nella sua direzione, lo sguardo perso in altre immagini -… non lo so. Mi spiace. Solo… dovevo… dovevo venire. Dovevo… - mi volto, finalmente, nella sua direzione e, nel farlo, per un solo piccolissimo secondo l’immagine del Draco del mio sogno si sovrappone a quello della realtà. Sbatto le palpebre. Il cuore perde un battito, un’improvvisa speranza… poi… sento le lacrime inondarmi gli occhi… un’illusione. Una stupida illusione.

Fingo di sbadigliare e mi strofino gli occhi per mascherarne il luccichio. Ci manca solo che mi metta a frignare davanti a lui.

-Dovevi… ? Cosa?- Malfoy inclina la testa di lato tra l’incuriosito e lo scocciato. Decido di raccontargli le cose così come stanno, o almeno in parte. Chiudo gli occhi e lascio che le immagini del “mio” Draco mi scorrano nella mente.

-Dovevo provare a ritrovare una persona… - mi stringo le ginocchia al petto -… una persona per me molto importante- anche con gli occhi chiusi riesco a percepire lo sconcerto del ragazzo seduto al mio fianco.

-E vieni a cercarla qui?- cerco di nascondere dietro una risatina sarcastica il groppo alla gola che questa sua esclamazione mi ha procurato.

-Già- appoggio il mento sulle ginocchia strette tra le mie braccia e stringo forte gli occhi, ben attenta a non farmi vedere, nel tentativo di impedire alle lacrime di sgorgare. Non avrei mai pensato mi mancasse così tanto. Decido di scuotermi. Non posso sentirmi tanto a pezzi per un sogno. Mi alzo in piedi e allungo le braccia sopra la mia testa, stirandole. Mi volto verso Draco, ancora seduto. La sua espressione è un misto di curiosità e… disprezzo! Un tonfo al cuore… solo ora mi rendo conto che negli occhi del mio Malfoy il disprezzo nei miei confronti, quello vero e sentito, era scomparso.

-Beh, che altro dire? Scusami ancora per l’intrusione… - Draco si solleva e mi si avvicina -… addio… - la parola mi nasce in gola e la sento scivolare fuori dalle mie labbra carica del suo reale e grave significato. Addio…

Mi volto e mi incammino a passi stanchi verso il cancello di ferro battuto che mi lascerà alle spalle definitivamente il mio sogno. Una voce mi immobilizza.

-Ehi, Granger!- passi veloci calpestano l’erba del giardino nella mia direzione. Mi volto e per un istante vedo il “mio” Draco muoversi verso di me, poi… poi sorrido. Non è lui. Durante il mio sogno ho imparato a conoscere i suoi occhi, i diversi sentimenti e moti dell’animo che si susseguivano frenetici nelle sue iridi gelate. In quelle che mi trovo davanti non riconosco nulla…

-Ancora non capisco cosa io centri con la persona che stai cercando- noto, tra il divertito e l’infastidito, che Malfoy è profondamente incuriosito. Voglio andarmene il prima possibile da qui. Averlo davanti agli occhi e sapere che non è lui mi sta distruggendo. Sospiro, fissandolo.

-Ti somigliava molto… moltissimo… - Malfoy solleva un sopraciglio e un leggero ghigno divertito gli piega le labbra sottili.

-Un innamorato che ti ha respinta?- scuoto la testa seriamente.

-No, non era un innamorato ma… - mi mordo leggermente il labbro inferiore -… un amico. Uno dei migliori amici che abbia mai avuto… - mi volto e con passo deciso mi dirigo verso l’uscita di questa situazione paradossale. Una domanda si fa largo in me, una domanda all’apparenza senza senso. Non mi volto mentre gliela pongo.

-Draco? Posso farti una sola domanda?- non sento provenire nessuna risposta e lo prendo per un si.

-Sei felice?... - sento il mio corpo fremere in attesa della risposta che spero di sentire. Alcuni secondi di silenzio mi convincono che Draco non abbia la minima intenzone di rispondermi, poi…

-Non capisco il senso di questa tua domanda, ma… si. Direi che sono felice- una lacrima ribelle mi scivola giù, lungo la guancia prima di precipitare a terra.

Almeno qui, nella realtà, sei felice….

 

Quando torno a casa ormai è buio. La giornata è volata via prima che me ne rendessi conto e, purtroppo, non ho fatto a tempo a passare al Ghirigoro per quell’annuncio. Pazienza! Ci andrò domani.

Mi chiudo la porta alle spalle e mi lascio cadere sul divano. Lancio un’occhiata annoiata alla pendola. Le 19:35. A momenti Harry e Ron dovrebbero essere di ritorno dal lavoro.

Lascio la mia mente vagare. Dopo essermi risvegliata da quell’incubo, credevo di avere tutte le ragioni per trarre un sospiro di sollievo e tranquillizzarmi e invece… per la milionesima volta nell’arco di questa giornata sospiro. Sento un gran senso di vuoto…

Chiudo gli occhi e ripercorro mentalmente alcune vicende del sogno. La complicità instaurata con Fred e George; la promessa fatta a Piton che, ora, inspiegabilmente, mi pare di stare tradendo; lo strano rapporto instaurato con Draco che è stato al mio fianco nei momenti più difficili; la finta arroganza di Michael e la gentilezza di Wide; la confessione di Ron, i suoi occhi colmi di lacrime; il bacio con Harry… mi porto l’indice della mano destra alle labbra… mi sembra ancora di percepire la sua bocca sulla mia, le sue mani sulla mia schiena… stringo gli occhi energicamente.

La porta di casa, alle mie spalle, si apre e le voci allegre di Harry e Ron riecheggiano nella stanza silenziosa.

Mi sfrego energicamente gli occhi perché non si accorgano della loro umidità. Mi sollevo leggermente, quel tanto che mi permetta di vedere i loro visi.

-Heilà!- li saluto con un sorrisone da idiota stampato in faccia. Non voglio si accorgano del mio stato d’animo.

-Heilà, Hermy!- sbuffo spazientita.

-Ron quante volte ti ho detto di non chiamarmi Hermy?- Ron sorride. Mi si avvicina e si siede accanto a me sul divano. La sua mano comincia a spettinarmi i lunghi capelli.

-Lo so, per questo continuo- mi strizza l’occhio e io non posso fare a meno di sorridere.

Harry si avvicina al tavolo e nota i giornali che stamattina ho dimenticato di mettere via.

-Ah, stai cercando un altro lavoro dal quale farti cacciare il giorno stesso di assunzione?- ridacchia afferrando la Gazzetta del Profeta e leggendo gli annunci che ho cerchiato.

-Molto gentile Harry, come al solito!... - mi siedo sul divano, accanto a Ron -… In effetti sto valutando qualche annuncio. Penso che domani andrò al Ghirigoro. Cercano una commessa e non mi spiacerebbe lavorare in un ambiente pieno di libri- rimango in silenzio e la mente mi torna al sogno. Mi piaceva l’idea di essere un’A.E.

-Ehi Hermione! Tutto bene?- Ron mi da un leggero pizzico sulla guancia. Mi volto verso di lui ricordandomi di mostrare un’espressione lieta e felice.

-Certo! Perché?-

-Non sembri più tu… - il rosso mi osserva attentamente -… sembri lontana, persa nei tuoi pensieri-

Sospiro. Non posso fingere con lui, è una delle due persone al mondo che mi conosce meglio.

-Già, credo sia il sogno sai?... - mi gratto la nuca cercando il modo migliore per esprimere ciò che sento -… non riesco a capirne il motivo ma… - è difficile trovare le parole giuste quando tu stessa stenti a comprenderti. Sospiro. -… ma è tutto il giorno che vivo nel ricordo di quel sogno. Non riesco a capacitarmi del fatto che non sia vero-

Osservo i miei amici. Ron si è alzato e, dopo essere sparito in cucina, ne torna con tre bottiglie di burrobirra. Ne lancia una al moro che l’afferra al volo. Poi torna a sedersi accanto a me.

-Bevi, dai- l’afferro e, dopo averla aperta, ne bevo un lungo sorso. Dopo un breve istante di silenzio, continuo a spiegare.

-Mi sembra non sia questa la realtà. O meglio… il ricordo del sogno è reale tanto quanto lo stare seduta qui con voi ora… - li guardo io stessa sconcertata. Perché continuo a scervellarmi per un semplice sogno?

-Beh… evidentemente in quel sogno c’era qualcosa che non vuoi perdere… - l’osservazione di Harry pare colpire nel segno. In effetti ci sono un sacco di cose che mi mancano. Rimango in silenzio.

-Ora comunque non devi più pensarci. Ragiona Hermione, lo hai detto tu stessa che vivevamo in una situazione drammatica nel tuo sogno… - mi volto verso Ron che mi osserva seriamente -… insomma, a me sembra che sia molto meglio così, non credi?- sorrido. In effetti il mio senso di disagio è completamente anormale. Era un incubo spaventoso dove sono accadute una miriade di eventi terribili. Non ha alcun senso che mi angusti.

-Hai ragione. Ok, d’accordo! Basta! Non ci penserò più!- mi alzo e mi volto verso i miei due amici.

-Che ne dite di una bella cenetta? Non so voi ma io ho una fame da lupo!- sorrido e, finalmente, sento scivolare via tutta la tensione accumulata durante la giornata.

-Oh! Finalmente si ragiona!! Ovviamente cucini tu, vero?- Harry, coi piedi accavallati sul tavolo, si sta dondolando avanti e indietro.

-Harry! Metti subito giù i piedi! Non è educazione e fa schifo!!... - cammino velocemente verso di lui e, una volta raggiuntolo, gli afferro i piedi e glieli sospingo giù dal tavolo -… e poi perché dovrei cucinare io?- Harry rimane in silenzio ma fa un cenno con la mano verso Ron invitandolo a rispondere.

Ron ridacchia.

-Beh, mi pare piuttosto ovvio… - mi volto a guardarlo. Il rosso piega le labbra in un sorrisetto sardonico -… tu, al contrario di noi due, hai ciambellato tutto il giorno e quindi ora è giusto e dovuto che sia tu a cucinare per i due uomini che portano a casa il denaro- Harry, evidentemente compiaciuto della risposta data dall’amico, comincia ad applaudire. Gli lancio un’occhiataccia veloce prima di tornare con l’attenzione a Ron.

-Come prego? Vuoi ripetere?- mi avvicino di qualche passo. Il rosso si alza in piedi, le labbra piegate in una risata che è sul punto di nascere. Poi, di colpo, solleva il braccio e punta l’indice verso la cucina.

-Donna! Ai fornelli, subito! Gli uomini sono affamati!!!- non riesco a rimanere seria e scoppio a ridere, subito imitata da lui.

-Ma io ti… - scatto verso di lui. Ron, veloce come una saetta fa il giro del divano. Comincia l’inseguimento -… vieni qui! Non scappare!! Cosa dovrei fare io??? Lurido maschilista!!- come due cretini continuiamo a correre ridendo attorno al divano, io nel tentativo di afferrarlo e lui in quello di scappare. Di tanto in tanto noto Harry scuotere la testa con aria di sufficienza anche se le labbra sono visibilmente piegate verso l’alto.

Dopo dieci minuti di risate e corse crollo sfinita sul divano. Mi asciugo gli occhi che lacrimano a causa dell’ilarità.

-Beh, uomini… - tossicchio, nel tentativo di reprimere un altro attacco di risa -… la donna è stanca, quindi credo proprio che toccherà a voi due preparare la cena- mi acciambello sul divano e ridacchio.

Harry si alza in piedi mentre Ron, appoggiato allo schienale del divano, tenta di recuperare fiato.

-Ron credo che in effetti ci convenga farci da mangiare da soli, sai…- mi indica col pollice -… non mi piace l’idea di dover essere trasportato d’urgenza al San Mungo per un’intossicazione da avvelenamento- corruccio la fronte.

-Non è vero! Io cucino benissimo! Benissimo!!- incrocio le braccia guardando i miei due amici di fronte a me. La loro reazione a questa mia affermazione è sincrona: sollevamento della sopraciglia destra e repentino scatto verso la cucina…

 

Rumori ovattati mi giungono alle orecchie. Urla e stridii e poi… voci… persone che parlano…

Spalanco gli occhi di colpo sollevandomi a sedere sul letto. Mi guardo attorno… devo avere sognato. Tutto intorno a me la stanza è  avvolta dalla penombra notturna. Mi massaggio le tempie, appoggiando i gomiti alle ginocchia. Muovo la testa in un lento movimento rotatorio per stirarmi un poco i nervi del collo, poi guardo la sveglia posto accanto al letto. Le 07:45? Sposto velocemente lo sguardo alla stanza. Non è possibile, dovrebbe filtrare la luce del giorno dalle finestre. Torno all’orologio… le 03:45… scuoto la testa. Dovevo avere visto male.

Appoggio i piedi sul pavimento e mi alzo. Cerco le pantofole e, una volta indossatele attraverso la stanza in direzione della porta. L’apro e stando attenta a non svegliare i ragazzi, mi muovo verso le scale. Ho appena posto un piede sul primo gradino quando una voce mi blocca.

-Non hai sonno?-  mi volto e mi ritrovo il viso di Harry a pochi centimetri dal mio. Sobbalzo e, automaticamente, faccio un passo all’indietro… mossa evidentemente errata dato che sto per rovinare giù dalle scale. Harry, per mia fortuna, anche appena sveglio ha riflessi piuttosto veloci perché mi afferra per l’avambraccio sinistro.

-Ehi! Hermione attenta!- credo di essere arrossita violentemente, perché sento il viso avvampare.

-Scusa, è che mi hai spaventata, non mi aspettavo di vederti… - abbasso leggermente il viso, ringraziando il buio attorno a noi -… non ti ho sentito arrivare-

Harry mi osserva qualche secondo in silenzio.

-Non hai sonno?- ripete la domanda, allontanandosi di qualche passo.

-Mi sono svegliata… devo avere fatto un sogno un po’ agitato- sollevo le spalle.

-Non dormi molto bene in questo periodo. C’è qualcosa che ti preoccupa?- sollevo nuovamente le spalle mantenendo il viso puntato a terra.

-Deve essere un po’ di stress causato dal licenziamento. Nulla di preoccupante. Scusa se ti ho svegliato- Harry si volta in direzione della stanza sua e di Ron.

-Tranquilla, non dormivo. Vieni?- Sollevo il viso di scatto e mi ritrovo a guardargli la schiena.

-Come?- la voce deve essermi uscita un po’ acuta perché Harry ridacchia. Mi lancia un’occhiata da sopra la spalla.

-Ehi, mica è una proposta. Ron non c’è e dato che siamo svegli entrambi e non abbiamo sonno possiamo chiacchierare un po’- riprende a camminare fino alla sua porta e una volta apertala si volta nuovamente verso di me.

-Allora vieni?- Sento il cuore che comincia a galopparmi nel petto. Mentre lo seguo all’interno della stanza mi insulto mentalmente. Suvvia Hermione! Calmati! Non è la prima volta che chiacchieri con Harry e Ron di notte nella loro stanza, no? E allora perché ti senti così nervosa?... mi blocco di colpo. Con Harry e… Ron… infatti…

-Dov’è Ron?- Harry appoggia la schiena alla testiera del suo letto, allungandosi sopra le lenzuola sfatte.

-In questi giorni non mi sembri molto presente. Come dov’è? Te lo ha detto a cena che stanotte sarebbe stato di turno all’Ordine- mi siedo sul letto di Ron, perfettamente intatto. Socchiudo leggermente gli occhi. Non ricordo questo particolare… a ben pensarci non ricordo proprio nulla della cena…

Scuoto la testa.

-Non mi ricordo… - il moro ridacchia.

-Ci credo! Hai bevuto parecchio vino stasera a cena. Ron te lo diceva di andarci piano, ma tu hai insistito che non ti avrebbe fatto nulla… - mi lancia un’occhiata vagamente ironica -… lo vedo che non ti ha fatto nulla- ride e io mi ritrovo incantata a guardargli i lineamenti del viso, gli occhi, i capelli scompigliati…

Il mio amico se ne accorge perché inarca un sopraciglio.

-Che c’è? Perché mi guardi così?- Sbatto un paio di volte gli occhi e volto velocemente la testa da un’altra parte. Una parte di me registra l’anomalia della situazione… da quando mi perdo a fissare Harry in modo tanto melenso?

-Io?? No, no! Io, no! Io… - Harry mi guarda sempre più stranito. Prendo fiato.

-No, scusa non ti stavo guardando in modo strano. Stavo… stavo… - è Harry a togliermi dagli impicci.

-Hermione?... - pronuncia il mio nome, poi si ferma. Attendo per qualche secondo che riprenda a parlare, ma ciò non accade.

-Si? Che c’è?- Harry si volta verso di me, un leggero sorriso gli si dipinge sulle labbra -… ieri… ricordi? Quando parlavi del tuo sogno…- si interrompe e mi osserva.

-Si… - non so perché, ma il tono della conversazione comincia a mettermi ansia.

-Ecco… ad un certo punto hai detto che io stavo con Cho Chang… ricordi?- Harry parla volutamente in modo lento, provocatorio e io mi sento improvvisamente avvampare. Non può essere quello… non può essersene accorto. Mi sono bloccata e…

-Si… - balbetto e deglutisco. Improvvisamente ho voglia di sotterrarmi.

-Stavo con Cho Chang e tu eri… - i suoi occhi incatenano i miei. Un velo di malizia e provocazione li attraversa -… che cosa?- credo di essermi immobilizzata con un espressione da perfetta deficiente in volto. Apro un paio di volte la bocca per rispondere, ma sembro annaspare in cerca di una qualsiasi bugia credibile. Faccio un respiro profondo.

-Ero… ero meravigliata, ecco!- appunto, ecco! Sufficientemente credibile, no? Piego le labbra in un sorriso che deve essere assai più simile ad uno spasmo. Harry rimane in silenzio ad osservarmi. Il sorriso sulle sue labbra si allarga ancora di più. Solleva l’indice della mano destra muovendolo a destra e a sinistra.

-No, no… non era “meravigliata”. Ricordo, sai? Era qualcosa del tipo… - l’indice si sposta sotto il suo mento ed il ragazzo pare concentrarsi, poi… -… ah, ecco! Era qualcosa del tipo “gel… ”- solleva un sopraciglio -… “gel” e che cosa?- sento il viso prendere fuoco.

-Gelidamente meravigliata!!!- abbasso il viso. Bene, direi che gelidamente meravigliata sia un’espressione normalissima, no? Chiudo gli occhi per un istante. Perché non può aprirsi un’improvvisa voragine sotto i miei piedi?

Sollevo lentamente le palpebre e scruto il mio amico. Il moro è tranquillamente sdraiato sul suo letto, le braccia incrociate. Il viso è leggermente piegato e mi osserva evidentemente divertito.

-Io direi piuttosto… gelosa!- Balzo in piedi.

-No! No! Perché…? Perché dovrei essere gelosa? No, no!- Harry si alza in piedi e si ferma davanti a me.

-Forse perché non ti piaceva l’idea?- ora, dico, Harry non è mai stato un asso nel comprendere al volo le situazioni, perché deve diventarlo proprio ora?

Decido di improvvisare e raccontare una mezza verità.

-Beh, ecco… - mi tormento una ciocca di capelli attorcigliata attorno all’indice -… in effetti ero gelosa perché sai… - lo guardo con l’espressione più innocente che posso - … mi sentivo tenuta fuori. Insomma tu, Ron ed io siamo sempre stati insieme e tu, nel sogno, non ti preoccupavi più di me, ci lasciavi spesso soli… - intimamente sorrido, la bugia sta risultando verosimile -… e quindi, capisci, io mi sentivo un po’ gelosa, ecco tutto- rimango in silenzio in attesa. Harry mi scruta attentamente, poi mi fa cenno di sedermi accanto a lui. Mi sento strana. E’ come se… se non fossi io, non fosse lui, non fossimo noi…

Mi siedo a gambe incrociate sul letto di Harry, accanto a lui. Il mio amico rimane ancora in silenzio, gli occhi chiusi. Dopo quella che mi sembra un’eternità parla.

-Quindi era solo per quello?... - apre gli occhi e li punta nei miei. Sento le guance infiammarsi e il cuore accelerare un poco -...  peccato, perchè sai, speravo fosse qualcosa di più… - si solleva, appoggiando la schiena alla testiera del letto. Rimango immobile di fronte a lui e ancora quella sensazione… qualcosa non .

Harry mi fissa a lungo, poi, inaspettatamente, allunga una mano ad accarezzarmi i lunghi capelli spettinati.

-Ti amo… - appena un sussurro e sento il cuore fermarsi -… ti amo, Hermione, ti amo da sempre-

Rimango intontita una manciata di secondi. Non… non può essere… Harry non mi ama… è impossibile…

Come se assistessi ad un film percepisco la sua mano, che prima scorreva sui miei capelli, fermarsi dietro la mia nuca. Il suo volto si fa più vicino ed io sento il cuore cominciare a battere come non aveva mai fatto. E’ un battito veloce, troppo veloce e irregolare. Di tanto in tanto pompa eccessivo sangue per poi fermarsi. Mi blocco… no, no questo non è possibile! Il mio cuore non può avere battiti così strani! Anche se io fossi agitatissima non potrebbe. Sento la testa che comincia a girarmi, il fiato si fa corto, tanto che respiro a fatica… sto… sto male!

La vista improvvisamente mi si appanna offuscando i lineamenti di Harry davanti a me. Sembra bloccarsi, come se ci fosse stato un fermo immagine, poi… poi tutto si fa buio e opprimente… delle voci.

Sento delle voci provenire da lontano, lontanissimo. Il mio corpo si irrigidisce. Mi rendo conto di essere sdraiata, ma non riesco a muovere un solo muscolo.

-… non voglio scuse!!... - una voce maschile, una voce che mi pare di conoscere. Percepisco il mio corpo freddo. Il cuore continua a battere in quello strano modo anomalo -… è una cosa impossibile, non dovrebbe riuscirci. Fermatela!!- la voce di prima pare furiosa e anche agitata. Poi… poi tutto si fa di nuovo indefinito. Il mio corpo torna caldo ed io sono di nuovo seduta sul letto di Harry.

-Quindi era solo per quello?...- apre gli occhi e li punta nei miei. Sobbalzo. Questo lo ha già detto! Mi alzo di scatto. Harry ancora coricato sul letto, si solleva, appoggiando la schiena alla testiera del letto. Apre la bocca per parlare. Sollevo una mano a zittirlo.

-Vuoi dirmi che mi ami, vero? Che mi hai sempre amato- gli occhi mi si inumidiscono di lacrime. Harry pare sorpreso.

-Come… come fai a saperlo?- mi strofino il dorso della mano destra sugli occhi per asciugarli. Sorrido tristemente. Non era vero, non era vero nulla. Ho capito, finalmente.

Gli rivolgo un sorriso senza gioia. Avrei tanto voluto che…

Mi avvicino e mi chino lentamente su di lui che mi osserva stupito.

-Perché tu non sei lui… - sussurro tanto debolmente queste parole che benché lui sia a pochi centimetri è impossibile che mi senta.

-Cosa?- scuoto la testa. Non può capire, lui… lui non esiste… non qui.

Rimango chinata su di lui per qualche istante, osservandolo con le lacrime che premono per sgorgare.

-Dimmelo… - la mia voce esce debole e stanca -… dimmelo, ti prego… - Harry mi scruta, poi mi sorride.

-Ti amo! Ti ho sempre amato, Hermione… - chiudo gli occhi un istante, fingendo che sia vero, poi li riapro. Separo la distanza che ci divide e lo bacio. Un bacio leggero, sulle labbra. Un bacio infinitamente triste.

Mi sollevo e, senza guardarlo negli occhi, mi volto, allontanandomi da lui.

-Dove vai? Che accade Hermione?- La voce di Harry mi giunge preoccupata. Un sorriso mesto mi piega le labbra. Addio sogno…

 

Chiudo gli occhi, li stringo tanto da farmi male. Mi concentro. Un prato verde, il sole, nessuno attorno a me. Solo quando riesco a visionare queste immagine nella mia mente mi decido a riaprirli e… ecco… come pensavo. Non mi trovo più nella stanza dei miei due amici, non c’è più Harry sdraiato sul letto. Sono sola, sola e circondata da un prato senza fine. Il sole splende alto nel cielo.

Mi siedo a terra. Strappo un ciuffo di erba e lo stringo nella mano. Che stupida sono stata a non accorgermene quando invece era tutto così chiaro e palese. I miei capelli, il mio stato tornato a prima di tutto quello che mi ha scombussolato la vita. La facilità con la quale ho trovato l’indirizzo di Draco, la Proff. McGrannit che non mi pone domande, i buchi di memoria… era tutto così dannatamente palese! Ed io, piccola sciocca, ho preferito non rendermi conto di nulla trastullandomi nell’idea di vivere una vita perfetta, dove la madre di Draco è ancora viva e lui è felice, dove Harry e Ron non hanno a che fare tutti i giorni con situazioni terrificanti, dove… dove Harry mi ama… mi ama da sempre…

Mi rialzo, scotendo la testa. Disiunctionis Captivitas… prigionia dissociativa… avrei dovuto capirlo subito. Evidentemente dopo essere entrata nella Porta dell’Illusione devo essere stata schiantata dai Mangiamorte e poi portata in chissà quale luogo dove mi hanno sottoposto a questo maleficio. Non possono averlo fatto immediatamente, è una magia che ha bisogno di calma e tempo. Alla memoria mi sovviene un particolare alla quale non avevo badato. Sono entrata nella Porta e ho sentito un pavimento sotto di me, sicuramente il pavimento della nostra cucina dove, poi, ho visto Ron, ma… appena dopo avere toccato il pavimento… mi sono trovata in un bosco… che significa? La Disiunctionis Captivitas deve essere cominciata con l’immagine della cucina. Cosa era quel bosco? Dove sono andata nei secondi tra l’ingresso nella Porta e l’inizio della maledizione? Mi stringo la testa tra le mani, cercando di capire, ma sebbene mi sforzi non ci riesco. Sollevo il viso verso il cielo azzurro. Non importa. Ora devo pensare come fare ad uscire da questa prigione della mente.

Comincio a camminare senza meta, ripercorrendo gli ultimi avvenimenti. Dunque, le voci che ho percepito lontane dovevano provenire dai Mangiamorte attorno a me. In qualche modo devo avere fatto ritorno nella realtà il tempo necessario per sentirle… ma come? Quella voce… quella voce la conosco…

Mi blocco battendo un pugno sul palmo della mano sinistra. Ma certo! Era Lucius malfoy! Era la sua la voce che sentivo irritata e agitata!

Riprendo a camminare. Perché Malfoy padre era così alterato? Cerco di ricordare le sue parole. Sento una fitta alla testa ma non ci bado. Dunque… chiudo gli occhi. La fitta diventa sempre più forte. Stringo i denti, non posso mollare! L’unica mia speranza di spezzare l’incanto è ricordare il più possibile. Era furioso… “non voglio scuse”… era agitato… “è una cosa impossibile, non dovrebbe riuscirci. Fermatela!!” Sorrido. Mi massaggio la tempia destra che pulsa dolorosamente. Si sono accorti che qualcosa non funzionava, che stavo riprendendo coscienza.

Mi siedo e cerco di recuperare tutte le mie conoscenze circa la Disiunctionis Captivitas. So che è una maledizione che blocca, come fosse pietrificata, la vittima. Ma fa molto di più, la conduce in una sorta di coma auto-indotto. Infatti la vittima colpita entra in una realtà alternativa che la rassicura e la conforta. Nessuno vorrebbe scambiare una vita perfetta con la vita reale, soprattutto se questa è densa di eventi drammatici… e ovviamente coloro che la utilizzano contano proprio su questo. Ma perché i Mangiamorte non mi hanno uccisa subito? Perché hanno preferito usare questa magia invece che scegliere la soluzione più facile? Scuoto la testa.

Ecco un altro quesito alla quale cercherò di rispondere più tardi. Ora devo capire come ho fatto a spezzare l’incanto, seppur per breve tempo. Ero con Harry e.. e mi ha detto che mi amava e stava per baciarmi. Mi stringo le mani cercando di esaminare la situazione il più distaccatamente possibile. Io ovviamente sono arrossita e… come uno schiaffo in pieno viso vengo colpita dalla soluzione. Ecco come ho fatto! Mi sono agitata, il mio cuore ha cominciato a battere più velocemente per una situazione che mi atterriva e emozionava al tempo stesso. Harry mi amava, me lo stava dicendo e mi stava per baciare. Nel momento in cui il mio cuore ha cominciato a battere velocemente ha pompato più sangue e ossigeno scotendo lo stato comatoso nella quale mi trovo. Ecco perché poi ho cominciato a sentirmi male, a sentire che quel battito non era normale.

Deve essere così. Se riesco a procurarmi uno stato di terrore e agitazione tale da riprodurre effetti ancora più potenti dovrei riuscire a risvegliarmi.

Il problema ora è… come fare accadere una cosa simile? Il pensiero di Harry che mi amava non è stato abbastanza violento da risvegliarmi definitivamente. Ovvio, non era un pensiero terrificante. Mi agitava, mi emozionava, ma non mi terrificava tanto da sconquassarmi il cuore. Devo trovare qualcosa… qualcosa che sia tanto veloce nel causarmi l’accelerazione del flusso sanguigno e dei battiti da non dare il tempo ai Mangiamorte di accorgersene e correre ai ripari ripetendo l’incanto, come di certo devono avere fatto prima. Rimango qualche secondo a pensare alle varie ipotesi, poi… stringo gli occhi. E’ un’idea pericolosa. Potrebbe causarmi una tale accelerazione dei battiti da risultare deleteria, ma… d’altronde è l’unica mia possibilità!

Mi alzo in piedi, chiudo gli occhi e mi concentro. Quando li riapro sono sul bordo di un precipizio. In bilico su uno spuntone di roccia che si erge a strapiombo su un abisso del quale non vedo il fondo. Il vento attorno a me è tanto forte da rimbombarmi nelle orecchie. Faccio un respiro profondo. E’ la mia sola possibilità. Se funziona devo essere rapida nel reagire non appena mi sarò risvegliata. Sono circondata da un numero imprecisato di Mangiamorte.

Guardo il precipizio sotto di me. Certo sarà un bel volo. A me poi non è mai piaciuto non avere i piedi ben fermi a terra… ok, Hermione! Coraggio! Spalanco le braccia e chiudo gli occhi, facendo ricadere la testa all’indietro, poi… mi lancio. Sento di cadere ad una velocità impressionante. Il cuore comincia a battere velocemente. Apro gli occhi. Inizialmente non riesco a vedere la fine del precipizio, poi, a poco a poco, comincio a distinguere degli spuntoni di roccia venirmi incontro ad una velocità folle. Comincio ad urlare, terrorizzata. Mi ci schianterò! Morirò! Mi sfracellerò contro quelle rocce riducendo il mio corpo ad un ammasso di carne e ossa sparpagliate!! Ho paura! Ho paura! Non funziona! Perché non funziona?? Oddio, noooooooo!!!! Non voglio morire! Non voglio!! Urlo come non ho mai urlato in vita mia, poi… mi sollevo a sedere di scatto, spalancando gli occhi. I polmoni cercano febbrilmente aria da poter assurgere. Non passa neppure un secondo e mi rendo conto di esserci riuscita. Muovo di scatto gli occhi a cercare i miei nemici. Due Mangiamorte, un uomo grassoccio e pelato sulla cinquantina e una ragazza di non più di trent’anni, sono balzati dalle sedie. La loro espressione è di puro sgomento. Non lo avevano previsto. Mi rendo conto di essere seduta in quella che è una sorta di bara di vetro. Fulminea allungo una mano saltando fuori dalla bara.

-Accio bacchetta!!- con mia enorme sorpresa mi si fionda nella mano proprio la mia bacchetta. Strano, pensavo l’avessero distrutta. Evidentemente erano troppo sicuri di sé e l’hanno poggiata nella stessa stanza nella quale mi trovo. Meglio così, mi sento più a mio agio utilizzando la mia piuttosto che quella di un lurido Mangiamorte.

I due Mangiamorte si avventano verso di me, le bacchette in pugno. La ragazza la punta nella mia direzione.

-Crucio! - mi getto a terra evitando l’attacco. Rotolo su me stessa e punto la mia bacchetta contro di lei.

-Petrificus Totalus!!- la ragazza crolla a terra. Mi rialzo con un colpo di reni.

-Stupeficium!!- il getto di luce rossa si abbatte contro l’uomo che viene sbalzato contro la parete opposta.

Mi guardo velocemente attorno. E’ una stanzetta piccola. I muri sono di pietra. Non vi è arredamento… sembra la segreta di un castello. Sento delle voci concitate venire in questa direzione. Mi fiondo verso la porta di ferro. Con un misto di felicità e di disappunto percepisco di nuovo il mio corpo dolorante per le miriadi di ferite ed ecchimosi.

-Alohomora!!- la porta si spalanca permettendomi di guizzare fuori appena in tempo per vedere un gruppo di Mangiamorte svoltare un angolo nella mia direzione.

-Incendio!!- un boato esplode dalla punta della mia bacchetta riversando addosso ai miei nemici una luce arancione che si trasforma in un inferno di fiamme. Sento delle urla e intravedo alcuni di loro gettarsi a terra nel tentativo di spegnere il fuoco che gli divora le vesti. Mi volto e imbocco di corsa il primo corridoio che incontro.

Mi trovo sicuramente nelle prigioni di un castello. Le mura di pietra sono umide e fredde e il pavimento è ricoperto da un sottile strato d’acqua. Devo trovare delle scale. Sicuramente ce ne erano dalla parte dalla quale provenivano i Mangiamorte, ma un castello ha sempre più uscite, giusto?

Stringo la bacchetta con più foga e aumento la corsa quando sento chiaramente le voci e i passi dei Mangiamorte che si sono sbarazzati della mia magia. Svolto in un corridoio a destra scoprendo, con mia somma gioia, delle scale a chiocciola in fondo a questo. Improvvisamente tre Mangiamorte sbucano fuori da un angolo alla mia sinistra. Uno dei tre mi si getta addosso. Con la coda dell’occhio individuo uno degli altri due puntare la bacchetta nella mia direzione.

-Avad… - non ho tempo per pensare. Passo la bacchetta nella mano sinistra. Praticamente mi lancio contro quello che mi è quasi addosso, sfoderandogli un pugno alla bocca dello stomaco con quanta più forza riesco. In realtà non pare che il mio colpo gli abbia procurato molto danno, ma fortunatamente sortisce l’effetto voluto di sbilanciarlo quel tanto che io possa strattonarlo davanti a me di modo da farmi scudo del suo corpo. Il raggio verde colpisce in pieno la schiena dell’uomo. Che si affloscia, morto, ai miei piedi. Punto la bacchetta davanti a me.

-Stupeficium! Stupeficium!!- il primo raggio di luce viene subito seguito dal secondo e si abbattono quasi contemporaneamente contro gli altri due che vengono gettati a qualche metro di distanza. Senza perdere un solo istante comincio a salire i gradini a tre e tre. Sento la ferita alla testa che si è riaperta. Mi passo una mano sugli occhi per togliere il sangue che comincia a scivolarmi dalla fronte. La gamba destra improvvisamente cede. Rischio di cadere ma faccio a tempo ad appoggiare una mano su uno scalino. Rimango in ginocchio un secondo, respirando a pieni polmoni. Che mi aspettavo? L’incantesimo Annulla Malo evidentemente sta per finire i suoi effetti. Scrollo la testa. Questa maledetta notte sembra non finire mai! Solo una disperata volontà mi aiuta a rialzarmi. Devo trovare Harry e Ron! Sono ancora qui, da qualche parte!! Riprendo la mia corsa su per le scale. Mi schiaccio contro il muro appena in tempo per evitare un Mangiamorte che è sbucato dalla svolta. Allungo semplicemente un piede e quello vola giù per le scale a chiocciola. Un suono gutturale poi un colpo secco. Probabilmente si deve essere rotto il collo nella caduta. Punto la bacchetta davanti a me. I mangiamorte non sono mai soli. Pochi secondi ed un altro mi si para davanti, la bacchetta puntata, ma sono più veloce io.

-Impedimenta!- il Mangiamorte mette in fallo un piede rovinando anch’esso giù dalle scale. Lo supero aiutandolo, con una spinta, a cadere per bene.

Finalmente arrivo in cima alle scale. Mi sento esausta. Devo risparmiare le forze fino a che non avrò trovato Harry e Ron.

Ai miei occhi si mostra una scena terrificante. Evidentemente l’Ordine deve avere trovato un modo per entrare nel magazzino e, di conseguenza, poi, nella Porta dell’Illusione perché, di fronte a me, decine di Auror Special combattono violentemente contro decide di Mangiamorte. L’ambiente è illuminato dalle luci della battaglia. Mi guardo attorno alla ricerca dei miei due amici, ma ve ne è traccia. Comincio a correre scansando alla meglio i vari attacchi amici e nemici. Intravedo volti di Auror a me noti ma molti mi sono sconosciuti. Una capigliatura verde pisello attira la mia attenzione. Tonks!! E’ intenta a dare battaglia contro due Mangiamorte contemporaneamente. Ne abbatte uno, ma l’altro sembra un osso duro. Tonks purtroppo sceglie il momento sbagliato per inciampare e cadere a terra. Il Mangiamorte ride sonoramente puntandogli, a pochi centimetri dal viso la bacchetta.

-Ora ti ricongiungerai con tuo cugino, strega!- la giovane stringe gli occhi, il suo sguardo rivela puro odio.

-Expelliarmus!!!- urlo l’incantesimo, scagliando lontano il Mangiamorte. Tonks si volta nella mia direzione. Sul suo volto appare lo stupore.

-Hermione! Hermione, grazie al cielo sei viva… ma… ma come sei conciata?- le corro accanto aiutandola ad alzarsi.

-Non c’è tempo. Dove sono Harry e Ron?- nel frattempo evitiamo di farci ammazzare dalle maledizioni che rimbalzano in tutto il luogo. Ci mettiamo al riparo dietro una colonna.

-Non lo so, sono spariti. Nessuno li ha più visti!- Mi mordo il labbro inferiore. Devo trovarli. Sono vivi me lo sento.

I miei occhi si fermano su un arazzo a muro, sul lato opposto della stanza. Si muove un poco, come se provenisse dell’aria dietro di esso. Scatto verso quella direzione. Sento Tonks che mi chiama, cerca di seguirmi ma viene fermata da dei Mangiamorte che cominciano ad attaccarla. Con un grido fra il rabbioso e lo scocciato comincia ad ingaggiare battaglia.

Arrivata all’arazzo lo scosto leggermente, rivelando una piccola porta. L’apro senza l’uso della magia ed entro.

 

FINE CAPITOLO.

 

Salve a tutti! Scusate se non rispondo singolarmente a coloro che mi hanno recensito ma, come avrete immaginato, non ho tutto il tempo che vorrei. Risponderò in maniera più dettagliata nel prossimo capitolo.

Un grazie quindi a:

Marygenoana, Clo87, Emma_88, Lelichan, Snivella, Stella.

Vi rubo solo qualche altro secondo per spiegare in dettaglio i motivi che mi tengono tanto lontano dal computer. Mi spiace continuare a deludere le aspettative di molti di voi, ma purtroppo ritengo di non poter fare molto più che tentare di spiegarvi.

Sicuramente non mi crederete, ma questa ff ha un significato molto profondo per me. Un significato che va ben oltre la semplice passione. Ha avuto un ruolo fondamentale nella mia vita (esatto! E non credete che io stia esagerando) e per questo ci terrei veramente molto a finirla. Tuttavia i miei impegni in questi ultimi anni sono andati via via aumentando. Sono vicina alla laurea e di conseguenza passo parecchio tempo a cercare di barcamenarmi tra i vari testi, seguo corsi di varie cose (per studio), abito da sola e lavoro. In tutto questo si aggiunge il particolare che il mio compagno abita a centinaia di km di distanza e quindi cerchiamo, come meglio possiamo, di vederci il più possibile (per quanto la distanza lo permetta).

Probabilmente molte persone sono nella mia situazione o peggio e se la cavano tuttavia meglio… mi spiace. Probabilmente non sono così brava a organizzare il mio tempo.

Cercherò di portare avanti la ff ma non posso promettervi nulla circa i tempi. Sono spiacente se la cosa può provocare irritazione (più che comprensibile), ma questo è quanto riesco a fare in questo frangente.

Un bacio e un grazie a quanti continuano a leggere la storia. Comprendo coloro che invece hanno o lasceranno perdere.

Bye, Electra.

 

 

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Electra