Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Niniane_88    09/03/2012    7 recensioni
Che cosa sarebbe successo se Jasper fosse riuscito a mordere Bella durante la festa per il suo diciottesimo compleanno raccontata all'inizio di New Moon? La mia storia parte proprio da questo presupposto. Bella si trasforma in vampiro e la famiglia Cullen è costretta a farla sparire. In Alaska, a Denali, la ragazza si risveglierà: ma riuscirà a essere felice nella sua nuova esistenza? Edward non riesce ad accettare la sua trasformazione e si allontana gradualmente da lei; Jasper invece, in preda ai sensi di colpa, ma anche animato dalla volontà di riscattarsi, si adopera per starle accanto ed educarla alla dieta dei Cullen. Lentamente, gli equilibri della famiglia si spostano e un nuovo, inaspettato sentimento d'amore inizia a fiorire. Intanto Victoria è ancora nell'ombra, intenzionata a vendicare James e i Quileute sospettano la rottura del patto. A far luce sul lontano futuro, solo una confusa visione di Alice...
La voce rotta e disperata taceva. Taceva da ore. Ne sentivo la nostalgia e la cercavo. Ero certa che appartenesse a qualcuno di importante… Edward? Ma non capivo perché Edward avrebbe dovuto sentirsi disperato.
Tre giorni… quanto mancava perché mi trasformassi del tutto? Perché mi stavo trasformando, vero? Saremmo stati insieme per sempre, ne ero certa, insieme come avevo sempre desiderato. Allora perché non mi parlava più? Perché? Edward, dove sei?
L’altra voce, quella tenebrosa e pacata mi parlava spesso.
- Coraggio, Bella, manca poco.
Mi aggrappavo a quel suono senza poter comprendere chi mi parlasse. Non avevo mai udito quella voce.
- Coraggio, cara…
… era una voce così bella…

Disclaimer: i personaggi di questa storia non mi appartengono, sono stati tutti creati da Stepheny Meyer.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Jasper
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Successivo alla saga
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiorno e ben ritrovate! Scusate l'attesa, è un periodo davvero complicato, potrebbe essere che la pubblicazione dei capitoli proceda più lentamente di prima. Dunque abbiamo lasciato Jasper in preda alla rabbia a causa di ciò che Edward ha detto contro di lui, mentre i lupi sembrano ben disposti a collaborare con i Cullen, in particolare Jake, che sta ricominciando a fidarsi di Bella. Victoria tornerà, come avrete già intuito: in che modo, lo vedremo nei prossimi capitoli!
Grazie alle mie lettrici fedelissime e meravigliose: Dills Nightmare, nanerottola, Camilla L, Argentea, Orsacchiotta Potta Potta, maura 77, Serenitatis, miss_yuuki, Lesley_Gore, ladyanyablu, Frego, fede cullen e tutte coloro che hanno recensito qualche volta, oltre che, naturalmetne alle lettrici silenziose, ma comunque presenti. Buona lettura!


Capitolo XXXIII: All’alba

This is how you remind me,
of what I really am...
it's not like you to say sorry,
I was waiting on a different story,
this time i'm mistaken
for handing you a heart worth breaken
And I've been wrong, I've been down
into the bottom of every bottle
This five words in my head
scream "Are we having fun yet?"

                                     !Nickelback, "How you remind me")




Jasper

   Lasciai che Bella mi guidasse lontano da quella che era ormai diventata la casa dei miei incubi, e che mi portasse con sé, dove voleva. Mi parve di essere tornato indietro nel tempo: anche la sera del suo compleanno ero stato portato fuori dai miei fratelli, dopo che avevo perso il controllo. Allora, la mia impulsività aveva causato la morte dell’umana Bella Swan e la nascita della vampira Bella Cullen; questa volta, grazie a Dio, non era successo nulla di irreparabile, ma rabbrividivo nel ripensare a ciò che avevo fatto. Se Emmett, Gabriel e Bella non mi avessero fermato avrei ucciso Edward. L’avrei ucciso perché era iperprotettivo nei confronti di quella che adesso era sua sorella, perché si era preoccupato per lei, perché era, infondo, profondamente buono e giustamente mi considerava ancora un mostro… e l’avrei ucciso perché mi aveva accusato di qualcosa che non avrei mai e poi mai potuto fare, bastardo, bastardo maledetto…
   Posai lo sguardo su Bella che camminava un passo avanti a me, silenziosa, la mano intrecciata alla mia. Che cosa mi avrebbe detto il mio piccolo cigno? Mi aveva difeso, certo, aveva parlato a Edward in modo chiaro e deciso, ma poi, quando avesse riflettuto, cos’avrebbe pensato di me? Che ero inaffidabile, che ero una creatura infernale, senza speranza di redenzione.
   Mi sentii attanagliare dall’angoscia: se Bella mi avesse rimproverato, se non si fosse più fidata di me, se mi avesse lasciato… sarei morto. Lo sapevo. In un modo o nell’altro avrei attirato l’attenzione dei Volturi e mi sarei fatto uccidere da loro. Senza Bella non avrei potuto sopravvivere all’eternità.
   Il sole stava ormai sorgendo e sarebbe stata una bella giornata, come Alice aveva previsto. I capelli di Bella mandavano riflessi ramati e io mi persi a guardarli, mentre ancora stavamo camminando tra gli alberi, lontano dalla casa, dal fiume, dalla nostra famiglia, dal mio ennesimo errore.
   D’un tratto la mia ragazza si voltò a guardami e disse, serenamente:
   - Andiamo a caccia, Jazz.
   Annuii, incapace di parlare. Una caccia era proprio quello di cui avevo bisogno per calmarmi.
   Bella mi tirò per il polso e ci mettemmo a correre, verso ovest, seguendo le deboli scie dei cervi. Ripensai alla nostra prima caccia insieme… anche allora ci eravamo tenuti per mano. Sembravano passati secoli da quel tramonto luminoso in Alaska.
   I cervi non erano lontani, raggiungemmo presto il branco e li attaccammo. Come avevo sperato, nutrirmi mi aiutò a tornare lucido, almeno in parte. Il sangue, anche quello animale, aveva sempre quel potere su di me; probabilmente era così per tutti i vampiri, dato che senza di esso non possiamo sopravvivere.
   Anche Bella era più tranquilla di prima, lo potevo percepire con chiarezza: le emozioni che mi mandava erano tranquille, positive. Una dominava su tutte: l’amore. Ancora una volta, l’amore.
   Mi avvicinai a lei e, delicatamente la presi tra le braccia:
   - Bella, tesoro… - cominciai.
   - Shhh… - sussurrò – Non dire niente, amore.
   - Scossi la testa con decisione: - Invece devo parlare. – dissi – Sento le tue emozioni, sento quanto mi sei vicina in questo momento e ciò che tu provi mi fa sentire ancora più disgustato da me stesso… non avrei voluto aggredire Edward, Bells, te lo giuro…
   - Lo so, tesoro, lo so… - mormorò lei, accarezzandomi una guancia, dolce e consolante.
   - No, non lo sai. Tu sei troppo buona, troppo pura per sapere cosa voglia dire provare una rabbia cieca e non saperla controllare. Io non potevo sopportare che mi accusasse di averti manipolata, ho commesso dei crimini in passato, ma questo… no, lo giuro sul nostro amore, non l’ho mai fatto…
   Bella mi guardò, un po’ spaventata: - Jazz, smettila di giurare, non ce n’è bisogno, so benissimo che non l’hai mai fatto, non hai sentito quello che ho detto a Edward?
   - Sì e ti ringrazio di avermi difeso… ma adesso, comunque, cosa penserai di me?
   - Che ti amo e che non conosco nessun vampiro che sia umano come te.
   Risi amaramente: - Umano? Bella, non sai quello che dici. Nutrirsi di sangue non è umano; né lo è trasformare in vampiro una ragazza, né tantomeno cercare di uccidere il proprio fratello.
   - Non l’hai ucciso, è questo ciò che conta.
   - Ma avrei potuto!
   - Lo so e credimi, se fossi stata al posto tuo, anch’io ci avrei provato.
   - Quello che ha detto sul mio dono mi ha fatto perdere la testa. – mormorai, disperato.
   - L’avrebbe fatta perdere a chiunque. – disse Bella, decisa, guardandomi negli occhi. – Jazz, non dico che tu abbia fatto una cosa giusta o ragionevole, hai sbagliato, certo e io spero che non accadrà mai più un incidente del genere. Me lo prometti?
   - Per quello che può valere, sì, te lo prometto.
   - Detto questo, sappi che è finito il tempo in cui potevo amare la perfezione, che per me era rappresentata da Edward. Ora sono cresciuta, Jasper e so che amare non significa adorare qualcuno e bearsi della sua bellezza e delle sue qualità; amare vuol dire accettare l’altro esattamente così com’è, con i suoi pregi e con i suoi difetti. Io ti ho accettato, Jazz, per come sei, ti ho accettato con il tuo passato difficile, le tue debolezze, i tuoi scatti d’ira… e tutto ciò che hai di bello.
   Sostenni lo sguardo di Bella: - E se dovesse accadere di nuovo? – chiesi – Se per qualche ragione dovessi ricadere nei miei vecchi errori?
   Bella sorrise, sempre serena: - Allora io sarò lì a prenderti per mano e a riportarti alla ragione, proprio come oggi.
   - Oh, Bells! – sospirai, abbracciandola – Sono talmente fortunato…
   Ci baciammo, con dolcezza e a me parve che in quel bacio fosse racchiusa una nuova promessa di amore eterno, bella quanto la prima, più matura e consapevole.
   Bella mi sorrise, radiosa: - Andiamo a casa, amore. Non facciamo preoccupare Esme e Carlisle.
   Feci una smorfia: - Non so se sia una buona idea, Bells… Edward potrebbe irritarsi.
   Lei ridacchiò: - Non credo che ci proverà, Jazz, in tal caso dovrebbe vedersela con me e non penso che la prospettiva lo diverta.
   Mi unii alla sua risata, anche se mi sentivo ancora scosso: - Allora andiamo. Dopotutto ci sono tante cose a cui pensare… Mi sembra incredibile che stasera insegnerò a un branco di licantropi come ci si difende da un neonato.
   - Sai, credo che Jacob ti abbia preso in simpatia. – commentò Bella, incamminandosi lentamente – E’ stato più gentile con te che con Edward. Mi dispiace che creda ancora che io sia insieme a lui, a maggior ragione dopo quello che è successo.
   Le accarezzai i capelli: - Vedrai che un giorno glielo diremo. Se tutto andrà come speriamo, Jacob tornerà a fidarsi di te, se non di tutti noi.
   - Sarebbe bello che diventaste amici… - rifletté Bella – Ma forse sto esagerando con le pretese.
   Sospirai: - Bells, amore, non credo che potrei diventare amico di un licantropo. Il massimo che posso prometterti è che se Jacob si dimostrerà degno di rispetto, io non gli farò mancare il mio.
   - Grazie, Jazz. Significa molto per me. – disse Bella, sorridendomi.
   Un raggio di sole ci colpì in pieno, mentre continuavamo a camminare e la nostra pelle si illuminò. Guardai la mia compagna e pensai che era la cosa più bella che avessi mai visto. Mille volte più bella di Alice. Perfino più bella di Rosalie. Sarei rimasto fermo a guardarla in eterno, senza stancarmi.
   La casa sul fiume sembrava addormentata, ma Esme ci venne incontro, sorridendo, materna come sempre.
   - Venite. – disse – Jazz, come stai?
   - Meglio, mamma. – risposi.
   Esme spalancò gli occhioni dorati, sbalordita:
   - Jazz… tu non mi chiami quasi mai mamma
   Le sorrisi: - Lo so, perché per molto tempo non sono riuscito a vederti davvero in questo modo e allora, il più delle volte ho evitato di farlo. Negli ultimi mesi, però, la mia vita è talmente cambiata… tu mi sei stata vicino quando Alice mi ha lasciato, come solo una madre avrebbe potuto fare e io non l’ho dimenticato. Se non fosse stato per te e per Bella, non so dove sarei adesso.
   Esme sembrava sul punto di piangere: - Jazz, non sai quanto queste tue parole mi rendano felice. Certo che mi sono presa cura di te, come avrei potuto non farlo? E lo farò sempre, tutte le volte che tu ne avrai bisogno.
   Sorrisi a fatica, commosso quanto lei. Non c’era nulla di premeditato in quel dialogo: mi era venuto spontaneo, finalmente, chiamare Esme mamma appena l’avevo vista; era un modo per farle capire quanto le volessi bene.
   - Lo spero, - dissi – perché ho bisogno anche adesso di mia madre.
   - Jazz! – Esme mi strinse in un abbraccio che mi avrebbe stritolato, se non fossi stato ben più forte di lei. Ricambiai e provai una profonda sensazione di pace. Come se fossi tornato bambino e lei, mia madre mi stesse cullando mentre dormivo.
   Bella si unì al nostro abbraccio e in cima alle scale apparve Carlisle, sorridente ed emozionato: aveva sentito tutto, naturalmente. Gli feci un cenno e lui ci raggiunse. Mi staccai da Esme per rivolgermi a lui.
   - Scusa, papà. – dissi con gli occhi bassi – Non succederà più.
   Carlisle mi batté una mano sulla spalla: - Sei perdonato, figliolo.
   - Bella, Jazz! – chiamò Alice, sollecita, dal piano superiore – Venite su, Rose ci vuole parlare!  
   - Arriviamo! – dissi, contagiato dall’ allegria che traspariva dalla sua voce. Alice era sempre la stessa, la sua vitalità era qualcosa di unico al mondo: era bello che fosse di nuovo tra noi, la nostra sorellina pestifera. Lanciai un’ultima occhiata ai miei genitori adottivi, silenziosi e sorridenti, poi presi per mano Bella e insieme salimmo le scale.

Bella

   Rosalie ci aspettava nella sua stanza, che era tre volte più grande della mia cameretta a casa di Charlie e arredata in modo infinitamente più lussuoso. Alice e Gabriel erano accanto ala finestra e sorridevano; Emmett non c’era.
   - Edward si è chiuso in camera sua. – esordì Rose, perfettamente a suo agio – Si è scusato con Esme e Carlisle per ciò che ha detto nei riguardi di Jasper, ma credo che sia ancora piuttosto scettico riguardo al fatto che uno dei suoi fratelli stia insieme a Bella.
   - Non sono affari suoi. – sbottai, subito seccata.
   - Lascia stare, Bells, rinsavirà, ormai sai anche tu com’è fatto, - disse Rosalie, con noncuranza - ha bisogno di assecondare il suo lato più teatrale per un po’, prima di ammettere che non c’è proprio nulla di male nella vostra storia.
   - Speriamo che lo capisca in fretta. – borbottai.
   - A questo proposito, Rosalie ha deciso di farci un prestito. – intervenne Alice, con entusiasmo.
   La guardai confusa: - Di che genere? – chiesi. Non mi risultava che alcun membro della famiglia Cullen, me compresa, avesse bisogno di denaro.
   - Non si tratta di soldi. – spiegò Rose, intuendo i miei pensieri – E’ di una casa che sto parlando.
   - Una casa?! – fece Jasper, incredulo.
   - Proprio così. – confermò mia sorella con un sorriso – Emmett e io abbiamo pensato che adesso che Gabriel e Bella si sono uniti a noi, questa casa è un po’ troppo stretta… non c’è spazio per due camere matrimoniali e in ogni caso credo che nessuno di voi abbia voglia di installarsi nella stanza che è stata di Alice e Jasper, quand’erano insieme.
   Se avessi potuto, sarei arrossita: l’argomento “camere matrimoniali” mi faceva pensare a qualcosa che non aveva nulla a che fare con gli spazi della casa e che occupava quasi costantemente i miei pensieri. Dato che le camere non ci sarebbero servite per dormire, l’affermazione di Rosalie si riferiva senz’altro a quella cosa. Certo, Alice e Gabriel si erano appena sposati, a quanto avevo capito in fretta e furia e avevano sicuramente bisogno di un po’ d’intimità, era facilmente intuibile dagli sguardi furtivi che si lanciavano. Quanto a me e Jasper… non avevamo ancora affrontato certi argomenti, in parte perché non ne avevamo avuto il tempo, in parte perché io ero troppo timida per parlarne e Jasper troppo gentiluomo per esercitare la benché minima pressione su di me al riguardo. Immaginavo che ciò che mi era successo con Randall l’avesse indotto ad essere estremamente cauto, perlomeno fino a dopo il nostro allenamento improvvisato, quando ci eravamo lasciati andare davvero per la prima volta. Da allora non avevo fatto che desiderare di potermi trovare di nuovo sola con lui, in un luogo che fosse soltanto nostro, dove potessimo, finalmente, conoscerci anche sul piano fisico. Volevo fare l’amore con lui e appartenergli così in modo totale, per sempre.
   Non che non avessi un pizzico di paura: dopotutto cos’ero io, se non una ragazza vergine, di appena diciotto anni?
   Però… però Jasper era la mia anima gemella, non un estraneo. Non avevo bisogno di lunghe riflessioni per rendermi conto che mi avrebbe aiutata, con la sua infinita dolcezza, a superare ogni minimo dubbio che la mia inesperienza avrebbe fatto nascere in me.
   L’offerta di Rosalie mi appariva ancora un po’ confusa, ma di una cosa ero certa: mi sarebbe sembrato di mancare di rispetto ad Alice, facendo l’amore con Jasper nella stanza dove loro due avevano condiviso tanti momenti di intimità e senza dubbio, anche a lei sarebbe sembrato di cattivo gusto riutilizzare con suo marito il letto dove tante volte si era data a Jasper. Dunque Rosalie aveva ragione, la villa che a me era sempre sembrata immensa, d’un tratto era diventata piccolissima.
   - Di quale casa stai parlando? – chiese Jasper, distraendomi dai miei pensieri.
   - Mi riferisco a quella che si trova a qualche chilometro da qui, una delle prime che Esme ha costruito per me ed Emmett. E’ piuttosto grande, voi quattro potrete trasferirvi lì, temporaneamente e vi basterebbero cinque minuti di corsa veloce per tornare a Forks, nel caso ce ne fosse bisogno. Finché dobbiamo restare qui e non possiamo comprare una casa che soddisfi tutte le nostre esigenze, mi sembra una buona soluzione. Che ne dite? Vi assicuro che è davvero spaziosa…
   - Non è spaziosa, è immensa… - rettificò Alice, sorridendo – C’è da perdersi, lì dentro. Questa, ci sta dentro comodamente tre volte, tutta intera.
   - Potrete prendervi i vostri spazi senza intralciarvi a vicenda. – continuò Rosalie – Sarà pronta tra un paio d’ore, Emmett è andato a sistemare alcune cose che noi… beh… ecco… diciamo che abbiamo lasciato un po’ di disordine…
   - Okay, Rose, risparmiaci i particolari, ti prego! - rise Alice – Non voglio sapere che cosa avete fatto tu ed Emmett lì dentro! Comunque noi accettiamo l’offerta, naturalmente!
   - Grazie, Rosalie. – aggiunse Gabriel, educatamente – Ti prometto che lasceremo ogni oggetto al suo posto, che non romperemo nulla e che se, per caso, non riuscissimo ad evitare di danneggiare qualcosa, ripareremo o ricompreremo tutto.
   - Ho solo una richiesta: - disse Rose – Emmett ha chiuso a chiave una stanza, che si trova al centro del secondo piano, gli ho chiesto io di farlo, perché quella è l’unica stanza dove non voglio che si entri, per nessuna ragione. Quella è solo mia e di Emm.
   - Naturalmente. – disse Alice, comprensiva.
   Rosalie si voltò verso me e Jazz: - E voi? Non vi piace la mia proposta?
   Jasper mi guardò interrogativamente, come a chiedermi una conferma, prima di rispondere alla sua gemella, per cui dissi:
   - Sei gentile, Rose, è una proposta generosa e se davvero non ti dispiace cederci per un po’ a tua casa, ci andremo volentieri. Però, non voglio che tu lo faccia di malavoglia, non sentirti in obbligo, o qualcosa del genere…
   Rose rise: - Bella, ho più case io che certe star del cinema, non ti preoccupare, mi fa davvero piacere darvi le chiavi!
   - Ma Emmett è d’accordo? – chiesi, ancora dubbiosa.
   - Certo, anche lui è convinto che in questo momento abitare tutti insieme provocherebbe solo disagio. Naturalmente aspettatevi qualche battuta piccante su quello che combinerete nella nostra casa, ma credo che possiate sopportarlo, vero? Mentre voi sarete lontani, noi potremo anche parlare con Edward e cercare di farlo ragionare.
   - E’ davvero un bel pensiero. – disse Jasper, sorridendo – Non so come ringraziarti, Rose.
   Rosalie batté le mani: - Allora su, preparatevi, so che avete poche cose con voi, ma ho chiamato Tanya e le ho chiesto di impacchettare tutti i nostri effetti personali che riusciva a trovare. Lei ed Eleazar ce li porteranno questa sera, andrò io stessa loro incontro, per evitare che i lupi si insospettiscano vedendo arrivare due vampiri sconosciuti.
   - Davvero? – chiesi, stupita – Hai pensato proprio a tutto!
   - Io porterò Gabriel a fare shopping! – cinguettò Alice - siamo scappati da Parigi senza fare i bagagli! E dato che a Forks, incredibile, ma vero, splenderà il sole, andremo a Portland!
   - Va bene, piccola, - disse il marito, con un ghigno – ma se dovessi stancarmi, tornerò a casa di corsa, hai capito?
   Alice gli pizzicò scherzosamente una guancia: - Io so già che non ti stancherai! – disse, prima di baciarlo con dolcezza sulle labbra.
   - Molto bene, la giornata è stata organizzata. – concluse Rosalie – Prima che tutti noi ci dedichiamo a mettere in atto i nostri propositi, però, vorrei parlare un po’ da sola con Alice e Bella.
   La guardai interrogativamente, ma Jasper diede una pacca sulla spalla a Gabriel, dicendo: - E’ meglio che ce ne andiamo di sotto, le donne hanno bisogno di parlare di noi, in privato.
   - Chi ti dice che parleremo di voi? – scherzò Alice.
   - Semplice intuizione. – replicò Jasper, facendomi l’occhiolino. Si chinò a baciarmi leggermente sulle labbra e insieme a un sorridente Gabriel lasciò la stanza.
   Rosalie si sedette sul letto, quasi rimbalzando, come una ragazzina che non vede l’ora di confidare qualcosa alle sua amiche. Ci guardò entrambe con gli occhi che brillavano e disse in tono cospiratorio:
   - E adesso che siamo sole, parliamo di cose serie!
   Da sotto il letto, tirò fuori una scatola e me la porse con un sorriso birichino.
   - Questo è un regalo per te, sorellina.
   - Un regalo? Ma mi hai appena messo a dispossizione casa tua, Rose, non dovevi farmi anche un regalo... - protestai. L'antipatia verso le sorprese non mi aveva abbandonata.
   - Aprila, che aspetti? - incalzò mia sorella.
   Obbedii e scoperchiai la scatola, che portava il logo di una sartoria che non conoscevo. Il contenuto mi lasciò allibilta: una camicia da notte, in seta, lunga, fluente e bianchissima.
   - Ma... - balbettai - ma... è per me?
  .- Certo! - cinguettò Alice - E non l'abbiamo comprata, la scatola serviva solo per nasconderla. Te l'abbiamo appena cucita, con della seta che in passato avevo conservato, con il presentimento che sarebbe servita, prima o poi. Un regalo da parte delle tue sorelle per la tua prima notte d'amore con Jasper!
   Mi voltai a guardarla, attonita:
   - Vuoi dire che hai partecipato anche tu? - chiesi - Ma, Alice... io apprezzo tutto questo, ma... insomma...
  - Ti stai chiedendo come sia possibile che a me non dia fastidio che tu e Jasper stiate insieme? - chiese Alice, seria - La risposta è molto semplice, Bella.
   Alice mi circondò le spalle con un braccio: - Io adesso ho Gabriel, è lui la mia anima gemella; Jasper ha te, siete felici e lo sarete sempre di più. Credimi, Bells, il vostro futuro è un bel futuro. 
   - Davvero? - chiesi, ansiosa - Ne sei certa?
   - Fintanto che voi siete certi del vostro amore, io sono certa del vostro futuro. E dato che il vostro amore non vacillerà, perché questo non accade mai tra due anime gemelle, posso dirti con sicurezza che la felicità, per voi, è appena iniziata. - Alice sorrise, radiosa - Ora tutti i pezzi del puzzle stanno andando al loro posto e io non ho alcun motivo per invidiare te e Jasper. Sono tanto felice per voi, davvero, siete i miei fratelli, proprio come Emm e Rose. Gabriel è tutto ciò che potessi desiderare per me e non rimpiango Jazz, anche se gli vorrò sempre bene, naturalmente.
   Le sorrisi, commossa dalle sue parole: - Alice, non pretenderei mai che tu e Jasper non vi voleste bene, avete vissuto insieme per tanti anni: so che avrai sempre un posto speciale nel suo cuore, perché gli hai dato un'amore, una famiglia, una nuova vita. E' giusto che sia così e io non sarò gelosa del vostro affetto.
   - Grazie, Bella. - mormorò Alice - era ciò che speravo mi dicessi.
   - Su, basta con la commozione! - intervenne Rose, sorridente - Abbiamo un sacco di lavoro da fare prima che arrivi stasera!
   - Intendi dire... shopping? - suggerì Alice, eccitata.
   - Anche. - rispose Rose, vaga, lanciandomi un'occhiata significativa.
   Qualsiasi cosa intendesse Rosalie, per una volta, non mi sentii a disagio o mal disposta: anche se lei e Alice mi avessero trascinata da un negozio all'altro per tutto il giorno, non me la sarei presa. Mai come in quel momento mi ero resa conto di quanto fosse bello avere due sorelle come loro.


Ok, cos'avrà in mente Rosalie?
E' in arrivo il famoso capitolo 34, che potrete leggere la settimana prossima!

Il momento tra Esme e Jasper è dedicato a una mia lettrice a cui auguro di essere presto chiamata mamma. Non dico chi è, per non metterla a disagio, ma lei capirà. Un abbraccio, cara.

E un abbraccio anche a voi!

Alla prossima!
Nini



  
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Niniane_88