ONLY A GIFT
Silente, in piedi nel
suo studio, osservava con poca discrezione quel che stava succedendo
qualche
piano più in basso.
Non aveva pensato che
potesse risultare poco gradito ai diretti interessati che lui li
spiasse in
quel modo, dopotutto era il preside della scuola e se lo faceva era
solo per il
bene dei suoi alunni!
Lungi da lui il
desiderio di spifferare tutto alla McGranitt…
Lontano
dal suo ufficio, più precisamente al secondo piano
del castello, Neville Paciock camminava a testa bassa per i corridoi,
sperando
con tutto il cuore che a quell’ora del mattino a nessuno
saltasse in mente di passare
proprio da quelle parti.
“Fai un bel respiro,
Neville” ripetè a se stesso, rallentando
un po’ il passo.
Le
sue mani paffute stringevano tremolanti un mazzetto di
mimose.
Neville
ringraziò mentalmente il preside per averlo aiutato
con quella magia: a lui erano usciti soltanto dei gerani appassiti e
una rosa
senza petali. Quelle mimose invece erano stupende, di un colore
così intenso
che quasi brillavano e il loro profumo riempiva gradevolmente le narici
di
Neville: erano un regalo perfetto!
Il
giovane Grifondoro raggiunse la porta del bagno delle
ragazze e, con non poco imbarazzo, entrò richiamando
l’attenzione dell’unica
abitante del posto.
-Mirtilla?-
chiese con voce tremolante, aspettando che la
ragazza piombasse davanti ai suoi occhi, sedendosi su un rubinetto o
magari
sulla porta di uno dei cubicoli.
Prevedibilmente
la bambina ululò al risuono del suo nome e
si fiondò di fronte all’ospite, sbirciandolo con
curiosità dietro le spesse
lenti.
-Neville!
Ciao… come mai questa visita inaspettata?-domandò
con un timbro di voce alto e starnazzante.
Poggiò
i piedi a terra, o probabilmente finse di farlo per
non sembrare troppo strana, poi iniziò a dondolarsi sulle
gambe, sorridendo
timida al suo interlocutore.
Neville
dal canto suo aveva scritto un bel discorso, sempre
grazie all’aiuto di Silente, ma non riusciva a ricordarlo,
così, senza proferir
parola, allungò i fiori alla ragazza.
Se
fosse stata viva, Mirtilla sarebbe arrossita.
-Per
me?- squittì, fingendosi sorpresa: insomma,
perché
sarebbe venuto con delle mimose nel suo bagno, se non per darle a lei?
–Grazie-
aggiunse, calcando molto le vocali.
Neville
non era innamorato di Mirtilla, voleva solo
ringraziarla e lei questo lo aveva capito, ma tanti anni di solitudine
le
avevano fatto apprezzare quel gesto come il più gradito
segno d’amore.
In
fondo, era pur sempre la festa della donna! E Neville era
l’unico a ricordare che anche Mirtilla era una donna,
nonostante fosse morta.
La
ragazza sorrise al ricordo del Grifondoro che entrava in
quello stesso bagno piangendo, dopo che Malfoy lo aveva preso in giro
per la
storia della ricordella.
“Che ragazzo
imbranato!” aveva pensato Mirtilla quel giorno, poi
si era ricordata
com’era lei da viva e si stupì di essere stata
così simile a quel ragazzino.
Forse
per quello si era risparmiata ogni sorta di battutina
acida e non aveva neppure piagnucolato ricordando la sua morte: si era
seduta al
suo fianco e gli aveva attraversato il viso per un po’, nel
patetico tentativo
di accarezzarlo. Voleva che Neville non si sentisse solo come era stata
lei in
tutti quegli anni, voleva fargli sapere che essere un po’
impacciati non voleva
dire valere poco, ma semplicemente avere un valore diverso che non
tutti
potevano capire.
Neville
sulle prime non aveva fatto caso a lei, gli occhi
rotondi inondati di lacrime che bruciavano per la vergogna, la
ricordella
dimenticata chissà dove, giusto per infierire!
Poi
l’aveva vista e l’aveva trovata tenera, piuttosto
che
spettrale, come gli avevano raccontato Ron ed Harry: lui sapeva solo
che c’era
questo fantasma piagnucolone e si era sempre tenuto ben lontano dai
bagni, un
po’ per paura, un po’ perché gli
bastavano i suoi di problemi e di certo non
voleva ascoltare quelli di una bambina morta.
Ma
non si pentì quel giorno, quando entrando nel bagno vide
quella fantasmina dolce, pronta a consolarlo, i modi goffi ed
impacciati che
gli ricordavano qualcuno di sua conoscenza!
Per
quello voleva ringraziarla: per essere così simile a
lui.
E
così, eccoli lì: Neville con le mimose tese verso
di lei,
un sorriso imbarazzato in volto e le mani che non tremavano
più e Mirtilla di
fronte a lui che aveva smesso di dondolarsi e lo fissava grata e un
po’
intimidita.
Silente sorrise, fiero
del giovane Grifondoro, contemplando con un pizzico di ironia quelle
mimose
così belle e delicate: uno strano contrasto tra il loro
giallo intenso ed il
pallore cadaverico di Mirtilla.
Sorrise, pronto a
raccontare tutto alla McGranitt…
GIUDIZIO DELLA GIUDICIA
Stile e lessico: 9
A parte qualche espressione troppo colloquiale(come "fantasmina"
oppure anche " poi si era ricordata com’era lei da viva " che
mi
sembra poco adatto il "com'era lei" ecco), oltre a scrivere
Ricordellain minuscolo, direi che non ho niente da dire. Si legge molto
bene, è
scorrevole e generalmente corretta.
Ottimo :=)
Grammatica: 9,8
Solo l'accento sbagliato in "ripetè" che andrebbe
"ripeté".
Per il resto va benissimo.
Caratterizzazione personaggi: 9
Non ti dò il massimo perchè Mirtilla mi
è sembrata esulare un pochino
dall'immagine che abbiamo di lei: mi ha sorpreso la sua reazione nel
voler
quasi "consolare" Neville perchè gli ha ricordato lei in
vita.
Anche Silente esula un pochino, eppure ce lo vedo ad andare a
"spiare" Neville per un'azione tanto carina come questa *-*
Neville... mi ricorda tanto il dolce pasticcione dei primi libri,
dovrebbe
essere ambientata in quell'epoca più o meno, no? Davvero
tenero *-*
Originalità: 10
Mi hai sorpresa in positivo. Chi avrebbe mai pensato che Neville
potesse
regalare una mimosa a Mirtilla? Davvero molto toccante, non ho parole!
Gradimento personale: 10
Se avessi potuto, ti avrei addirittura alzato il voto xDDD Bella, dolce
e
persino possibile. Quel leggero tocco di OOC è quasi
giustificato, pertanto
gradito. Fantastica, dico seriamente.
47,8/50