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Autore: Angel_19    09/03/2012    1 recensioni
Piccola songfic sui pensieri di Tom Orvoloson Riddle durante la sua infanzia, sulle note di Breathe No More degli Evanescence.
Perchè lui non era cattivo, ma soltanto molto solo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom O. Riddle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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§Mirrors§

Breathe no more   

*********** 

 

 

I've been looking in the mirror for so long.
That I've come to believe my soul's on the other side.

 

 

C’era una sola cosa di cui il duro e spietato Tom aveva paura.

Ogni bambino di undici anni non aveva altro pensiero che giocare schiamazzando come una mandria di pecore, ma lui no, lui era diverso.

Lui era il migliore. Com’era possibile che le sue giornate non avessero il colore della giovinezza, che il sorriso di chi ama la vita fosse ormai svanito dal suo viso, se mai vi era comparso?

 Mai una lacrima, mai un lamento, sempre e solo la stessa espressione vacua di chi non sa nulla di sé stesso. Ma lui non la conosceva, né tantomeno l’aveva mai vista.

 Esatto, Tom Orvoloson Riddle aveva paura degli specchi.

 

All the little pieces falling, shatter.
Shards of me,
Too sharp to put back together.
Too small to matter,
But big enough to cut me into so many little pieces.
If I try to touch her,
And I bleed,
I bleed,
And I breathe,
I breathe no more.

Quante volte, osservando dalla sua finestra il mondo che andava avanti senza di lui, Tom aveva ricacciato indietro una lacrima ancora prima che scendesse a rigargli il viso.

Quante volte,  nella sua cameretta spoglia e fredda immersa nel buio della notte, aveva desiderato un abbraccio che alleviasse la sua sofferenza, una voce che gli sussurrasse “Va tutto bene, non sei solo”

Una volta sola, per non sentirsi più così tremendamente abbandonato.

Una volta sola, per credere davvero che essere diversi non fosse un male.

E di nuovo si ritrovava a urlare in silenzio, mentre la sua fragile anima di bambino andava in frantumi.

Tom ignorava il dolore, perché in fondo nessuno si sarebbe curato dell’agonia che lo stava corrodendo da dentro.

Con tutta probabilità non se ne sarebbero neanche accorti…si sarebbero limitati a fuggire da lui, come avevano sempre fatto.

Fin da quel maledetto giorno in cui la sua cara mammina lo aveva lasciato davanti a quel sudicio orfanotrofio, fatto di persone che non solo non lo capivano, ma nemmeno ci provavano.


Lie to me,
Convince me that I've been sick forever.
And all of this,
Will make sense when I get better.
But I know the difference,
Between myself and my reflection.
I just can't help but to wonder,
Which of us do you love.
So I bleed,
I bleed,
And I breathe no more.

 

La prima volta che si era guardato allo specchio, Tom si era ritrovato faccia a faccia con l’infelicità, ed aumentava sempre di più dentro di lui la convinzione che non sarebbe mai stato meglio.

Era destinato a soffrire, così come gli altri avevano davanti a sé una vita felice e spensierata.

Ma chi era a decidere del destino?

Tom non poteva arrendersi, no, lui era forte, lo era sempre stato.

E anche se non sentiva più l’aria nei polmoni, avrebbe continuato ad andare avanti.

Insegnando agli altri cosa fosse il dolore.

 

 

 

 

 

***Angolino dell'autrice***

Beh, diciamo che per quanto riguarda il fantastico mondo di J.K.Rowling, per me non esistono solo Harry, Ron e Hermione.

Amo Tom Riddle alias Voldemort, e una songfic dedicata ai suoi pensieri se la meritava tutta!

Spero che vi sia piaciuta questa piccola parentesi musicale sul cattivone migliore di sempre! Perchè in fondo non era poi così cattivo, ma soltanto molto solo.

Alla prossima!

                                             Angel

  
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