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Autore: CriLife    09/03/2012    0 recensioni
- No! No… Non potrei mai aver paura di te… Tu… Tu sei- cercai le parole e intanto gli misi una mano sulla guancia, lui chiuse gli occhi -Tu sei così dolce… Tu sei fantastico… Sei una persona eccezionale… E io non penso di andar bene per te… Io… Io non sono così… Io non sono come te…-.
- Oh, Jo… Ma tu sei molto meglio di me! Credi di non essere alla mia altezza? Ma tu sei mille miglia sopra di me! Jo… Tu sei una persona eccezionale! Sei riuscita a far uscire il meglio di me! Mi hai aiutato a sorridere e vivere la vita positivamente come te! Jo… Io ti amo-.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene, ho deciso di scrivere quest’ultima cosuccia.
In realtà, tutta la storia è nata da questo episodio che, sembrerà incredibile, ma mi sono inventata proprio mentre stendevo la biancheria, come fa qui Jo.
Il fatto particolare è che da qui è nato tutto, ma questo momento della storia non l’ho inserito!
Non c’è, non ho più avuto modo di farcelo entrare e così... Eccolo!
Questo è l’ultimo aggiornamento di “36-Quando le piccole cose fanno la differenza”. Grazie a tutti!
 
Is raining men, hallelujah!
Canticchiavo questa canzone mentre me ne stavo in una stanzetta, vicino al garage dove appendevamo i vestiti di noi domestici, dove c’erano dei grandi container con l’acqua calda che rendevano il piccolo ambiente caldo e accogliente.
Ero persa nei miei pensieri, dopo una lunga giornata per le pulizie di tutta la casa. Erano circa le sei di sera e tra poco sarebbe finita la mia giornata (non occorreva che servissi la cena quella sera) e potuta andare in camera mia, mettermi i pantaloni della tuta da ginnastica e finire il bel libro che stavo leggendo.
- Canti bene, sai?-.
La voce mi colse totalmente di sorpresa, mi girai di scatto e trovai appoggiato allo stipite della porta, Michel.
- Mmm... Grazie!- risposi con un mezzo sorriso, prima di tornare a stendere una camicia che tenevo in mano.
- Dico sul serio, potresti avere un futuro!- disse con un tono di voce strano.
Mi girai di nuovo e mandai un’occhiata critica alla bottiglia di birra quasi vuota che teneva in mano. Così notai la camicia con i primi bottoni sbottonati, la cravatta allentata così dissi: - Perché qualcosa mi dice che non sei stato alla riunione di tuo padre fino alla fine?-.
Lui ridacchiò.
- Ha! Era troppo noiosa- rispose con un’espressione di disappunto.
Non potei fare a meno di ridere, mentre prendevo la cesta vuota e gli passavo accanto per rimetterla a posto.
Quando mi girai per uscire, me lo trovai a pochi centimetri dal viso.
- Mi prendi forse in giro?- mi disse piano, con uno strano sguardo negli occhi.
Bellissimi occhi azzurri, profondi, mi sembrava di poterci cadere dentro.
In un attimo ripresi, ma lui non mi permisi di attraversare l’uscio.
- Michel - dissi seria.
- Sì?- rispose lui con un sorriso furbo, avvicinandosi ancora un po’ al mio viso.
- Sei ubriaco-.
- No, non è vero!- disse fingendosi offeso.
- Michel...- prima che finissi di parlare lui mi afferrò la nuca con una mano e mi attirò a sé, baciandomi.
Non fu un gran bacio, premette le sue labbra sulle mie e basta, ma solo il gesto mi aveva parecchio scossa.
Quando mi allontanai, cercai di ricompormi e gli dissi: - Sì, sei ubriaco. Vai a letto, a domani, Michel!-.
E detto questo uscii.
  
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