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Autore: OpheliaWS    09/03/2012    0 recensioni
In questo episodio vengono fuori pezzi del passato di Drake e intanto Paris e le sue sorelle iniziano a riporre un minimo di fiducia in lui.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era già mattina e i raggi del sole illuminavano la mia stanza. Dovevano essere almeno le 8:00. Mi stiracchiai nel letto e mi tirai su, poi tolsi la mascherina e mi stropicciai gli occhi accompagnando il movimento con uno sbadglio. Sembrava una bella giornata e l'aria era frizzante al punto giusto, così balzai giù dal letto e andai verso il bagno a piedi nudi, quasi saltellando per non sentire troppo il contatto col freddo pavimento. Mentre stavo per raggiungere la porta un rumore simile a un fruscio mi bloccò. Ero da sempre abituata a pensare al peggio, così mi preparai nel caso si trattasse di un demone, alora contai fino a tre e vidi che non accadeva niente, quindi mi voltai e contemporaneamente con un gesto della mano scaraventai contro il muro il responsabile di quello strano rumore.
Non ero riuscita a vedere chi fosse, ma mi bastò qualche istante per capire che si trattava di Drake. Corsi subito in fondo alla stanza dove avevo lo avevo lanciato e lo vidi disteso per terra dolorante.
-Oddio, Drake, scusami, io..-
-Sta tranquilla, devo imparare ad avvisare..- Mi interruppe lui sforzandosi per parlare e tirandosi su per appoggiarsi al muro.
Io mi piegai per terra e lo aiutai a sollevvarsi.
-Io... credevo fosse un demone e... sono troppo abituata al peggio, scusami...-
-Ehi... sta tranquilla, io lo capisco. Dopotutto sei una strega che vive nel pericolo e stai imparando a difenderti, è normale.-
Io annuii e lui mi prese il viso fra le mani.
-Io chiedo scusa a te. Volevo esserci quando ti saresti svegliata e non solo ho tardato ma mi sono anche fratturato qualche vertebra-
Io lo guardai con compassione e mi sentivo terribilmente in colpa.
-Fai vedere, girati-
-No,non è necessario. Sono già guarito-
Io mi ricordai del fatto che non si trattava di un ragazzo normale, ma di uno dei peggiori demoni,ma decisi di non pensarci troppo.
-Già, vero. E come mai hai tardato?- Chiesi andando verso il bagno e chiudendo la porta.
-Inconveniente con James- Rispose lui.
-Cosa è successo ancora?- Chiesi io mentre mi lavavo i denti.
-Credo che ci saranno molte aggressioni finchè mio fratello si fermerà in città-
Io ucii dal bagno con ancora lo spazzolino in mano.
-Vuoi dire che ha aggredito ancora?-
Drake mi guardò avvilito.
-Paris,è la sua natura. Lo farà finchè il suo desiderio di vendetta o il suo istinto bestiale non si placherà-
-E come è possibile che accada?-
-Deve riscoprire la sua umanità interiore, ma credimi sono almeno cento anni che ci provo senza alcun risultato. James è morto, ormai. Mio fratello, il mio vero fratello, non esiste più e non c'è modo per ripotarlo indietro-
Notai una nota di rammarico nelle parole di Drake, doveva aver sofferto molto.
-Io credo che non tutto sia perduto- 
Drake mi guardò scettico.
-Insomma, prima di diventare un vampiro lui era un uomo, quindi la sua parte umana è solo nascosata da qualche parte, ma non morta, non del tutto. Quel poco che so sui vampiri e sul processo di trasformazione è che la vostra parte umana resta immutata; è solo difficile farla riemergere-
Tentai di spiegare a Drake sedendomi sul letto accanto a lui.
-E'proprio questa la nostra maledizione. Trattenere la parte umana; se morisse nel momento in cui il nostro cuore cessa di battere, bè, sarebbe molto più semplice-
-Niente è semplice della vita, Drake. Non è semplice essere streghe, non è semplice vivere con la responsabilità di tenere al sicuro gli innocenti, non è semplice anteporre alla tua stessa vita quella dei protetti. Essere quello che siamo. Drake,non è semplice, ma non per questo noi smettiamo di credere in qualcosa, di avere degli obiettivi- 
Lui mi guardò con quegli enormi occhi castani, dolci e ammalianti.
Mi avvicinai lentamente al suo viso, chiusi gli occhi e lo baciai, sfiorandgli leggermente le labbra fredde e sottili.
-Abbi fiducia in me, aiuteremo tuo fratello- Gli sussurrai all'orecchio.
-Come... come fai ad essere così buona?! Da quando James è in città ha fatto fuori decine di innocenti e tu vuoi ancora aiutarlo?- 
-E' la mia natura, anche lui va aiutato. E ora devo andare, Grace vuole vedermi- 
-Se vuoi ti accompagno io, devo passare dall'ufficio a prendere dei documenti...-
-No, ci andrò da sola, tu pensa a qualcosa per James-
Così mi alzai e aprii l'armadio, infilai il primo vestito che trovai e indossai le scarpe di fretta; con un elastico legai i capelli velocemente e andai verso la porta, mi voltai e Drake era ancora seduto sul letto pensieroso.
-Non ti invito a scendere oppure Piper mi tartasserà di domande convinta che dormi qui tutte le notti e non credo sia il caso-
-Certo... va pure, esco dalla finestra- Sorrisi e chiusi la porta alle mie spalle.
Doveva trovare una soluzione e ritrovare il suo passato, sapevo cosa significasse perdere una sorella e non volevo che soffrisse quanto avevo sofferto io, dovevo aiutarlo a tutti i costi.
Scesi in cucina di fretta e ci trovai Piper intenta a preparare una pozione ed era decisamente super esplosiva a giudicare dal forte odore di bruciato che veniva dai fornelli.
-Che... che diavolo stai combinando a quest'ora?- Chiesi sconcertata.
-Faccio la scorta di pozioni, per le emergenze- 
Io andai a sedermi come al solito al secondo sgabello e afferrai una mela dalla cesta di frutta al centro del tavolo.
-Emergenze? Piper... mi nascondi forse qualcosa?- 
Piper mi guardò, incapace di mentirmi, mentre mescolava l'intruglio puzzolente che traboccava dal pentolone.
Mi bastò un secondo per capire che cosa stesse facendo mia sorella.
-Piper... Drake è un vampiro... una semplice pozione esplosiva non basterà e poi io non gli farei mai del male perchè lui non ne farebbe mai a me. Inizia ad accettare che lui non è malvagio e probabilmente non dovrai andare dal parrucchiere tre volte alla settimana per i danni che combini con quelle pozioni!-
Così mi alzai, andai verso di lei e le diedi un bacio sulla guancia. 
-Ti voglio bene, ma cerca di capire...- 
Così presi la giacca e la borsa e uscii fuori di casa. Phoebe doveva già essere andata in ufficio,la sua macchina non c'era.
                                                         *
 
Ero in folle ritardo e conoscevo bene Grace, quando tardavo non era molto... affabile. Correvo per le scale e avevo il fiatone, avevo la mia Reflex a tracolla su una spalla e sull'altra la borsa. Giunsi all'entrata, spalancai la porta e corsi diretta verso l'ufficio di Grace che per fortuna non era ancora arrivata.
Posai tutto sulla scrivania del mio capo e mi accomodai per riprendere fiato su una di quelle orrende poltrone in pelle, color prugna, che le avrò detto almeno cento volte di cambiare.
-Ciao!- Tuonò la voce di Grace dall'entrata dell'ufficio.
-E' molto che aspetti?- Mi chiese.
-Ehm... no, sono arrivata da poco anch'io- Risposi io sentendomi meno in colpa per il clamoroso ritardo.
Lei si accomodò dall'altra parte della scrivania e posò tutti i suoi documenti su una già di per sè altissima pila di scartoffie.
-Allora, premmetto una cosa Paris- Iniziò. Io tirai un respiro e mi misi in ascolto. -Drake è un ottimo elemento e anche se può sembrare che ti abbia soffiato il posto, bè, non è così. Tu mi hai chiesto un periodo di vacanza e io te l'ho accordato perchè credevo lo meritassi dopo anni che lavori per me in modo sempre impeccabile, ma quando quel ragazzo mi ha fatto vedere di cosa è capace, bè, ho pensato che lasciarmelo scappare sarebbe stato un affronto e...-
-Grace- La interruppi mentre lei cercava di giustificare le sue decisioni.
-Ti ho portato il progetto sul quale ho lavorato in questi tre mesi- Aggiunsi tirando fuori dalla borsa una cartella blu e posandola sulla scrivania.
-Mi conosci, sai che anche quando sono in pausa non riesco a non pensare al lavoro e il periodo che ho superato mi è stato di grande aiuto per trovare la giusta ispirazione-
Grace mi guardò esterefatta e prese la cartella e la aprì. In ogni pagina c'era una foto diversa. Scatti che mi ricordavano dei momenti di dolore, di desolazione, ma anche di conforto e di speranza. La policromia, le forme, i paesaggi, ogni cosa aveva il suo significato ed era percettibile all' animo limitatamente sensibile del mio capo.
-Paris, sono a dir poco sensazionali. Sono perfetti per la campagna "Nature". Sei una professionista Halliwell, l'ho sempre saputo io!- Esclamò compiaciuta.
Si. l'hai sempre saputo, come mi spieghi allora il fatto che mi hai sosatnzialmente rimpiazzata? Ma non volevo pensarci, mi faceva piacere che il mio lavoro fosse stato apprezzato.
-Allora? Sono ancora a bordo?- Chiesi.
-Ma certo che lo sei! Vai a farti spazio nel tuo ufficio e da domani ti aspetto alle otto in punto, come sempre!- 
Ero entusiasta per aver riottenuto il mio lavoro. Dovevo chiamare Piper, così presi il cellulare dalla borsa e in fretta composi il numero. Squillava.
-Paris! Vieni immediatamente a casa c'è qualcosa che devi... vedere-
-Ehm, quanto urgente?-
-Abbastanza urgente. Paris se entro due minuti non sei a casa...-
-Arrivo, arrivo. Phoebe è lì?-
-Phoebe è qui, sbrigati!-
Riattaccai e in fretta mi nacosi per bene e orbitai. Dopo qualche istante apparsi nel soggiorno di casa mia.
Piper era seduta sul bordo del divano e Phoebe era in piedi vicino alla finestra.
-Allora? Che diavolo succ...- Un cenno di Phoebe mi fermò, diceva di guardare a destra; mi voltai e vidi che quasi accanto a me c'era un uomo vestito tutto di nero e con le mani dietro la schiena.
-Ehm... mi sono persa qualcosa, vedo..- 
-E' un Noxon- Mi delucidò Phoebe. -...un demone di bassa lega, senza offesa- Aggiunse voltandosi al demone che la guardò torvo.
Io mi sedetti sul bracciolo del divano. -E da quando teniamo Noxon vivi e vegeti per casa?- Chiesi con molta non chalance, quasi ignorando il fatto che l'uomo mi stesse ascoltando.
-Ci vuole proporre un accordo- Mi rispose Piper.
-Che tipo di accordo?- Chiesi nuovamente.
-Abbiamo un obiettivo comune. Quello di distruggere un vampiro, quel James- Mi rispose il Noxon.
Io mi voltai verso Piper e Phoebe ed era tutto molto confuso.
-Un attimo. Tu ci stai proponendo di aiutarti ad uccidere James?-
-Esattamente- 
-E cosa ti fa pensare che noi siamo interessate al tuo accordo?-
-Avanti, voi siete le streghe del Trio, uccidete i demoni e lui è un pericolo per voi e i vostri innocenti, ucciderlo è anche un vostro obiettivo-
Piper sembrava convinta, Phoebe invece un pò meno ed era spiegabile col fatto che ogni tre secondi mi rivolgeva uno sguardo come per cercare la mia approvazione.
Io mi guardai intorno e vidi che sul mobile della credenza erano poggiate le fiale con la pozione che Piper aveva preparato.
-No, non credo che l'accordo ci interessi- Mentre pronunciavo queste parole con un cenno della mano feci arrivare sul mio palmo destro una di quelle fiale, pronta a scaraventarla contro il demone e farlo esplodere, ma Piper mi fermò.
-No! Ci serve tempo, entro questa sera ti daremo una risposta- Esclamò mia sorella maggiore rivolgendosi verso il Noxon,il quale ci rivolse un rispettoso inchino, nonostante il mio tentativo di incenerirlo, e si dissolse.
-Piper, ma stai scherzando spero?!- Urlai io.
-Affatto, Paris. Il mio compito da sorella maggiore e da madre è quello di proteggere la mia famiglia e un vampiro affamato in circolazione di certo non è una sicurezza-
-Si, ma non mi sembra il caso di trattare con un altro demone senza contare che tutto questo avverrebbe alle spalle di Drake che è l'unico che ha il diritto di avercela con James, visto che guarda caso è suo fratello!-
-Avanti Paris, ha quasi provato ad uccidermi, se non fosse stato per te e per Leo, ora non sarei qui a parlare con te!- Ora Piper era in piedi di fronte a me ed era arrabbiata.
-Ragazze, nessuna delle due sta dicendo cose sbagliate, ma dobbiamo trovare un compromesso- Intervenne Phoebe.
-Phoebe, i Noxon, anche se demoni abbastanza sciocchi, hanno collaborato con la Triade in passato e ci hanno portato un bel pò di problemi, non credo sia la cosa migliore entrare in accordi con loro. E poi James è il fratello del mio ragazzo, non gli farebbe piacere se lo uccidessimo così-
-Ma se anche lui lo detesta!- Intervenne ancora Piper.
-Mi dispiace Piper, se questa è la tua decisione, bè, dovrai fare a meno del potere del Trio, perchè io non farò mai niente di simile- Così dicendo, abbandonai la riunione di famiglia e salii in camera mia, decisamente arrabbiata.
Esattamente come mi aspettavo dopo qualche minuto, qualcuno bussava alla porta della mia stanza. Con un cenno della mano la porta si aprii e Piper era sull' uscio.
-Posso entrare?- Mi chiese, visibilmente dispiaciuta per la discussione avvenuta in soggiorno.
-Certo- Risposi io che me ne stavo seduta sul mio letto.
Lei si sedette accanto a me e mi abbracciò forte. -E' difficile per me essere come Prue. Non sarò mai forte, sicura, comprensiva come lei e questo mi fa male-
-Tu sei Piper e io ti voglio bene perchè sei tu, non perchè vuoi assomigliare a lei-
L'abbraccio si strinse ancora di più a queste parole. Dopo la morte di Prue, il timone passava nelle mani di Piper, ma lei non era pronta, anche se era passato più di un anno ormai, in ogni occasione non potevamo fare a meno di ricordarla. 
In quell'istante arrivò anche Phoebe, si appoggiò alla porta a braccia conserte per osservare la scena, sorrise e si unì a noi.
-Cerchiamo di restare unite... sempre!- Disse Phoebe aggiungendosi all'abbraccio.
 Dopo qualche istante ci staccamo e ci sedemmo di nuovo sul letto.
-Allora, cosa facciamo?- Chiese Piper.
-Credo che tu debba parlare con Drake- Rispose Phoebe rivolgendosi a me.
-No, è escluso. Proprio stamattina gli ho detto di pensare a qualcosa per aiutare James a tornare sui suoi passi. Insomma, dopo aver fatto i salti mortali per ridargli una minima speranza, non voglio creare altra confusione in lui-
-Riconosci però il rischio che comporta lasciare in libertà un... mostro come lui?- Aggiunse Piper apprensiva.
-Si, infatti ho pensato di andare a parlare con James e cercare di capire se c'è qualcosa da fare per aiutarlo, magari con una pozione o con un incantesimo-
-Stai scherzando? E' troppo rischioso!- Esclamò Phoebe preoccupata.
-Voglio fare un tentativo, anche se è rischioso. E poi ho dei poteri, anche molto forti, posso difendermi quindi, state tranquille, è una cosa che devo fare io- Risposi tranquillizzando le mie sorelle.
-Credo sia l'unica soluzione- Disse Piper.
-Ok, allora devo rintracciare James, fare una pozione, scrivere un incantesimo e cercare di capire se ci sono speranze e tutto questo prima di sera, sarà meglio mettermi a lavoro! Ah! Ovviamente Drake non deve sapere nulla, perciò se dovesse chiamare, ditegli che sono impegnata con un cliente e non posso essere disturbata-
-Paris, ti rendi conto che non far sapere niente a Drake potrebbe essere un tantino... indelicato?- Mi chiese Piper scettica.
-Non ho scelta, Piper. Se dovessi rendermi conto che James non può essere aiutato, parlerò con Drake e deciderà lui cosa fare-
Così facendo uscii dalla mia stanza e andai in soffitta. Forse parlare con Drake era la cosa giusta da fare, ma come avrebbe reagito all'idea di avere la possibilità di uccidere suo fratello? Decisi di non pensarci più e iniziai a preparare l'incantesimo che mi sarebbe servito per capire se la parte umana di James fosse abbastanza forte per riemergere. Lo scrissi su un piccolo pezzetto di carta che attorcigliai e infilai subito nella borsa. Subito dopo presi il cristallo e la cartina, anche se non avevo niente di lui, cercai di sforzarmi concentrandomi affinchè il pendolo che oscillava su San Francisco, lo localizzasse e così fu. Il cristallo si fermò nel punto rosso che indicava il cimitero a qualche isolato da casa.
-Ho pensato che magari posso aiutarti a preparare la pozione- Mi disse Piper, entrando in soffitta e prendendo il calderone dalla credenza.
-...Phoebe è corsa in ufficio, Elise non era molto... felice della pausa pranzo troppo prolungata- Aggiunse.
-Io ho riavuto il mio lavoro, finalmente! E ho anche localizzato James, pare che sia in un cimitero- Risposi io.
-Bene allora, ti accompagno appena finita la pozione-
-No, non è necessario, credo che l'incantesimo basterà ed è meglio che tu rimanga a casa. Se dovesse succedere qualcosa... e poi è compito mio-
-Ma fa attenzione. Se dovesse succederti qualcosa, chiama Leo, ok?- 
-Si, stai tranquilla- La rassicurai dandole un bacio sulla guancia e subito dopo, col solito scintillio svanii. Fu questione di qualche istante e subito mi ritrovai nel cimitero; l'atmosfera era inquietante, faceva freddo e il sole era nascosto dalle nuvole. Mi feci coraggio e iniziai a camminare, sperando di incontrare James, prima che lui incontrasse me. Mentre camminavo, mi guardavo intorno, tutto taceva, nessun rumore, solo il fruscio del vento che ininterrottamente muoveva i miei capelli. D'un tratto mi fermai, sentii dei passi e il cuore batteva all'impazzata, esattamente come quella notte in cui ero stata aggredita. Per una frazione di secondo pensai a tutta la mia vita, a Piper, a Phoebe, ai bambini, a Leo, a Prue, a Chris e a Drake. Ma poi l'istinto di strega fu più forte di me  e mi voltai di scatto.
Un uomo, alto, vestito di nero, con degli occhi di ghiaccio era a qualche passo da me. Mi fissava e stava immobile, senza neanche muovere gli occhi.
Non sapevo cosa fare, così decisi di tentare un approccio.
-Ciao- Dissi con voce tremante. -... sono qui per parlare con te- Continuai.
Lui mi fissò per qualche altro istante, mentre io aspettavo che lui mi desse un segno di vita.
-Sei la strega, vero? Quella che crede che mio fratello sia una gran brava persona- Rispose  lui sarcastico. Io non sapevo che cosa rispondere, mi aveva decisamente colto alla sprovvista.
-Si, sono Paris. Devo parlarti di una cosa importante- Risposi io, facendo finta di non essere rimasta turbata da ciò che mi era stato detto.
-Bè, cosa può volermi dire...- Per un attimo si interruppe e fu un secondo, lui era dietro di me che parlava sottovoce a qualche centimetro dal mio orecchio.Era così vicino da farmi sentire i brivdi.
-... la splendida streghetta, fidanzata del mio fratellino?- Concluse.
Io fui altrettanto veloce e mi voltai.
-Riprovaci e sei finito- Dissi io col dito puntato verso di lui. Non mi era piaciuto affatto il suo modo di trattarmi, mi aveva fatto sentire come una delle sue prede esattamente come la notte dell'aggressione.
Lui mi guardava sorridendo, come se volesse prendermi in giro.
-Stai calma, strega, non ti farei mai del male, sei la ragazza di mio fratello e...-
-Non ho paura di te- Lo inetrruppi io. -Sono qui per parlare, non mettermi nelle condizioni di farti veramente paura- 
Ora rideva. -Perdonami, ehm... come hai detto di chiamarti? Paris?- 
-Dimmi dove possiamo andare a parlare con calma-
-Scherzi? Che posto più calmo di un cimitero conosci?- Rispose lui sarcastico.
-Bene, sarò breve- Ora ero nervosa e tutta la buona volontà si era dissolta nel momento in cui lui mi aveva espressamente fatto capire che voleva sbranarmi.
-... posso farti fuori come e quando voglio, mi basta solo volerlo- 
-Ahahahahaha, e lo vuoi?- Mi chiese, sorprendendomi ancora.
-Sono qui per capire se ne valga la pena salvarti, sai- 
-E come credi di farcela?- Aveva le braccia conserte e un'aria a dir poco arrogante.
-Mi basterebbe poco-
In quel momento, vidi a qualche metro da noi, apparire un demone, era di sicuro un Noxon, almeno mi sembrava di averlo risconosciuto dall'apparizione che li distingue l'uno dall'altro. Fu un attimo e dalle sue mani una sfera infuocata si dirigeva verso James che era voltato di spalle e parlava con me. 
Fui velocissima e con un cenno della mano scaraventai James lontano dal Noxon e rispedii indietro la sfera di fuoco, che si ritorse contro il demone, incenerendolo.
Tirai un respiro ma fu un secondo e sentii un urlo di dolore proprio dietro di me. Un altro demone mi aveva lanciato una sfera di fuoco, ma James si era scaraventato contro ed era rimasto ferito al mio posto.
Mi guardai intorno e vidi delle grandi spranghe di ferro appuntite che reggevano il cancello della cappella alle mie spalle, mossi velocemente la mano e una delle spranghe volò, fino a conficcarsi nel petto del demone tanto da fargli prendere fuoco.
Ero sconvolta e avevo paura che ne spuntasse un altro da qualche parte. James era steso per terra ai miei piedi e si lamentava per il forte dolore. Mi chinai e vidi la ferita, era profonda.
-Perchè non guarisce da sola?- Chiesi.
-Perchè è fuoco, non sono immune al fuoco-
Non sapevo cosa fare, se chiamare Leo o se cercare di aiutarlo in qualche altro modo.
-Andiamo, ti porto a casa mia- 
Mi cinsi il suo braccio al collo e orbitai via da quel cimitero per poi apparire nel soggiorno di casa mia.
Piper era in cucina e parlava con Leo, così la chiamai, tentando di adagiare sul divano James che continuava a lamentarsi per il dolore.
Piper venne subito in soggiorno e Leo la seguì.
-O mio Dio, che diavolo succede?- Chiese correndo verso il divano.
Io avevo le mani piene di sangue e cercavo inutilmente di fare qualcosa per aiutarlo, ma lui non voleva che lo toccassi e continuava a lamentarsi.
-Leo, puoi fare qualcosa, vero?- Chiesi io sconvolta.
Leo si avvicinò al divano e si chinò per guardare la ferita, ma appena avvicinò la mano per vedere quato fosse profonda, ci fu come una scossa tanto forte da allontanarlo bruscamente.
Io e Piper ci guardammo e poi ci rivolsimo entrambe a Leo.
-Mi dispiace ragazze, non posso farci nulla, lui non è una creatura compatibile con i miei poteri e non posso guarirlo-
Leo non poteva fare nulla e la ferita era troppo profonda, non potevo lasciarlo morire.
-Ora mi dirai come fare a guarirla- Chiesi a James.
-No, non voglio sentirmi in debito con te perchè mi hai salvato- Mi rispose.
-Ora ci dirai come fare a guarire quella ferita, oppure la tua morte sarà lenta e dolorosa- Intervenne Piper.
James si stiracchiò sul divano, cercando una posizione più comoda.
-Lavanda. La lavanda mi può guarire- Disse finalmente.
Piper andò in cucina a cercare la lavanda fra le spezie che usavamo per preparare le pozioni. Phoebe arrivò poco dopo che le telefonai e ci aiutò a medicare la ferita di James, poi la fasciammo e lo orbitai di sopra, in camera mia, e lo feci sistemare nel mio letto. Mentre aspettavo che si addormentasse, guardai il cellulare, cercando le eventuali chiamate di Drake. Aveva provato a chiamarmi un paio di volte.
-Perchè lo fai?- Mi chiese James mentre ero seduta sul davanzale e guardavo fuori dalla finestra.
-Non lo so- Risposi io.
-Non ha alcun senso tutto questo-
-Sarà meglio che ti riposi, non posso trattenerti qui a lungo, devi guarire in fretta e...-
-stai tranquilla, domattina andrò via- Mi interruppe.
-Vuoi che ti porti un pò di pozione soporifera? Magari dormire un pò ti farà bene- Chiesi.
-Si, te ne sarei grato-
Così scesi di sotto e Phoebe e Piper erano sul divano. La cosa bella della mia famiglia era la comprensione. Non c'era bisogno di spiegare alle mie sorelle come fosse andata perchè era come se lo avessero sempre saputo, perchè riponevamo da sempre tanta fiducia l'una nell'altra.
Andai in cucina e versai della tisana calda in una tazza e ci aggiunsi della pozione soporifera che prendevo qualche mese prima, per poter riposare. Salii nuovamente le scale, ma quando giunsi in camera, vidi che nel letto non c'era più nessuno e che la finestra era aperta e le tende erano mosse dal vento. James era andato via e non sapevo cosa fare; l'istinto mi diceva di prendere il cristallo e di localizzarlo. Non avrebbe resistito a lungo senza qualcuno che gli medicasse la ferita, era troppo debole. Non volevo coinvolgere Drake, ma mi sembrò l'unica cosa sensata da fare. Così presi il cellulare e composi il numero.
-Paris, ho provato a chiamarti, ma cosa è successo?- Mi chiese preoccupato.
-Devi assolutamente correre a casa mia! Ah, entra dalla finestra come al solito!- Subito riattaccai.
Il tempo di posare il cellulare sul comodino che Drake era già nella mia camera. 
Lo abbracciai e finalmente mi sentii al sicuro, presi un bel respiro senza pensare alle conseguenze di ciò che facevo e gli raccontai tutto, dall'accordo con i Noxon al loro attacco. Lui mi ascoltava in silenzio e questo mi metteva una tremenda agitazione.
-Dì qualcosa, ti prego- Dissi io agitatissima.
-Paris, cosa vuoi che ti dica ora? Hai fatto praticamente tutto da sola, senza consultarmi. A cosa ti serve ora il mio parere?- Mi rispose con calma, ma visibilmente irritato.
-Dimmi dov'è, aiutami a trovarlo. Non può farcela da solo, Drake- Risposi io.
-E' andato via perchè non vuole il vostro aiuto, non capisco perchè andargli dietro e..-
-Drake, è tuo fratello!- Lo interruppi urlando.
-Non puoi lasciare che muoia, lui merita di essere aiutato, mi ha salvato la vita!- Terminai.
-Che cosa ha fatto?- Mi chiese stupito.
-E' rimasto ferito al mio posto, cosciente che il fuoco può essere letale a lui, ma non a me- 
-Come... com'è possibile?- Drake era a dir poco sbalordito.
-Non ne ho idea, ma ora devi dirmi dove credi possa essere andato- 
Drake si fermò a pensare qualche secondo. -Ma certo, alla villa!-Disse.
-Alla villa?-
-Si, villa Coleridge è casa nostra. Io non ci abito più da secoli, ma lui l'ha affidata ad un nostro pronipote e sicuramente deve averlo divorato per riprendersi la casa-
-Non bastava cacciarlo via? Comunque vado di sotto a chiamare Phoebe e Piper e ci andiamo- 
Feci per andarmene, ma lui mi trattenne afferrandomi il braccio.
-Non ho mai incontrato qualcuno come te- 
Io sorrisi e mi staccai dalla presa come per dire "non è il momento" e scesi di fretta le scale.
Prendemmo la lavanda e alcune pozioni esplosive e orbitammo dove Drake ci indicò. Qualche istante dopo ci trovammo in una casa immensa, molto scura, ma molto di classe, anche se mi guardai intorno solo per qualche secondo, poichè la mia attenzione fu catturata dalle tracce di sangue seminate per tutta la scalinata in marmo nero.
-Guardate lì- Indicai le scale.
-E' il suo sangue, riconosco l'odore- Disse Drake correndo con velocità vampiresca verso il piano superiore. 
Io e le mie sorelle lo seguimmo correndo e giungemmo in una grande camera con una grande finestra e un letto a baldacchino. James era sdraiato lì e si lamentava per il dolore e intanto la ferita continuava a sanguinare. Drake era in ginocchio ai piedi del letto e gli bagnava la fronte sudata con un fazzoletto bianco zuppo d'acqua. Io mi avvicinai coraggiosamente e gli scoprii la ferita, era decisamente peggiorata. Phoebe iniziò a preparare la mistura di lavanda che lo avrebbe guarito e Piper lo aiutò a mettersi seduto, sistemando bene i cuscini. Facemmo allontanare Drake che sembrava molto preoccupato, dimostrando ciò che avevo sempre pensato e cioè che il legame fraterno è qualcosa di infrangibile.
James delirava, doveva avere la febbre molto alta e la ferita andava assolutamente medicata al più presto. Applicammo il concentrato di lavanda sulla piaga e Phoebe si preoccupò di fasciarla bene, poi gli sciolsi in dell'acqua della pozione soporifera e lo abbligai con la forza ad ingerirla; mi assicurai che avesse preso sonno e poi scesi in salotto dove Drake, Piper e Phoebe parlavano dell'accaduto. Quando mi videro arrivare smisero subito di parlottare e mi guardarono come se volessero chiedermi cosa avrei voluto fare a quel punto.
Sedetti sul divano accanto a Drake e di fronte alle mie sorelle. 
-Dorme. Al suo risveglio la ferita dovrebbe essere già molto migliorata- Dissi io per rompere quel silenzio ambiguo.
-Dobbiamo capire per conto di chi agiscono i Noxon che vogliono James morto e quindi perchè non hanno rispettato l'accordo- Mi rispose Piper con la sua solita incisiva schiettezza. 
-Insomma, pensavamo che un Noxon non agisce mai di sua iniziativa, non ha il potere per farlo. Quindi ci chiedevamo chi ci potrebbe essere dietro- Intervenne Phoebe spiegando in altre parole il pensiero di Piper.
-Bè, chiunque sia il responsabile, crede che James rappresenti un pericolo o peggio un ostacolo. E per quanto riguarda l'accordo, è molto strano. Non capita spesso che dei demoni ci chiedano di fare un accordo per poi non rispettarlo. Sanno che comporta la loro morte certa-
-Credi che James sia coinvolto in qualche affare con dei demoni quindi?- Mi chiese Drake.
-Credo che dovremmo aspettare che si svegli prima di...-
-Non conosci mio fratello. Quando sarà sveglio sarà più arrogante e ingrato di sempre. Lui è così- Mi interruppe.
-Staremo a vedere. Intanto aspettiamo che si riprenda- Risposi io insistendo.
-E se vi dovessero attaccare perchè lo avete aiutato?- Chiese Drake.
-Vedi, è un pò che abbiamo a che fare con i demoni, sappiamo come comportarci in quelle situazioni- Intervenne Piper.
-Credo che io e Piper dovremmo andare a casa ora- Aggiunse Phoebe.
-Si, andiamo. Se avete bisogno di qualcosa, sapete dove trovarci- Rispose Piper.
Drake fece un cenno di ringraziamento e io mi sollevai dal divano e abbracciai le mie sorelle.
-Grazie- Sussurrai.
-Fa attenzione, sei in una casa immensa con due vampiri- Mi disse Piper all'orecchio sottovoce e sarcastica.
Io sorrisi e mi voltai verso Drake che anche se era a qualche metro da noi, aveva ovviamente sentito tutto.
Phoebe e Piper si presero per mano e io con un cenno della mano sussurrai "A casa" ed entrambe svanirono.
Tornai sul divano e mi accoccolai fra le braccia forti di Drake e mi bastò un attimo per sentirmi di nuovo al sicuro.
-Scusa se non ti ho detto niente e ho agito da sola, ma non volevo confonderti... io volevo solo aiutarlo...-
-Lo so- Mi interruppe lui. -Sei la prima persona dopo secoli che è riuscita ad estrapolare quella briciola di umanità che c'è in James e questo ti rende una persona buona, con un'anima pura ed estremamente sensibile. Io credo che... -
Lo interruppi con un bacio. Bello, morbido, intenso, dolce, bagnato e sincero.
                                       *
 
Trascorremmo la serata a vedere il resto della casa. Era immensa e arredata con gusto e ogni stanza ricordava a Drake qualcosa di diverso della sua infanzia, della sua adolescenza, fino agli ultimi anni. Non tornava in quella casa da almeno duecento secoli.
Mentre eravamo immersi nei ricordi mi ricordai del vero motivo per cui eravamo lì e pensai di ritornare di sopra a vedere se James stesse ancora dormendo.
Drake andò in cucina a preparare qualcosa da mangiare e io andai al piano superiore.
James sembrava riposare ora, non era più sudato e l'espressione del volto era decisamente più rilassata. Mi sedetti sulla poltroncina in velluto blu accanto al suo letto e dopo qualche istante i suoi occhi si aprirono e si illuminarono di una luce mai vista.
-Sono morto? Che cavolo...- Borbottò.
-No, non sei morto. Sei solo ferito- Risposi io ridendo.
-Ah, tu sei la samaritana con i poteri, si certo. Mi porteresti qualche bella fanciulla da addentare?- 
-Non pensarci neanche. Drake mi ha detto di darti questo- Così dicendo gli passai un'enorme tazza con un liquido denso color rosso scuro. Lui l'afferrò e annusò il contenuto.
-Oh che diavolo... ma quando la smetterà di essere vegetariano? Bambi... -
Io capii che quello che mi aveva dato Drake era sangue animale e non umano come lo avrebbe voluto James. 
-Avanti, bevi- Gli suggerii io.
Velocemente svuotò la tazza e io la riposi sul comodino. Lui si pulì le labbra con il braccio e nel frattempo mi guardava in modo strano, abbastanza da mettermi in soggezione.
-Mi dici solo perchè lo fai?- Mi chiese, ora senza nessuna vena ironica.
-Lo faccio perchè è la mia natura- Risposi forse un pò troppo impulsivamente.
Lui si tirò su faticosamente e sedette appoggiandosi alla marea di cuscini che Piper gli aveva sistemato dietro la schiena.
-E allora perchè se io faccio ciò che è nella mia natura, vengo considerato pericoloso?- 
-Non è esattamente la stessa cosa... - Risposi io impacciata.
-Tu non stai facendo tutto questo per me, o per Drake o peggio perchè è nella tua natura-
-E sentiamo, perchè lo farei?- Risposi io.
I suoi occhi erano così azzurri, sembravano di ghiaccio ed era quasi ipnotizzante quel suo sguardo di sfida.
-Credo che lo capirai presto- Le sue parole interruppero i miei pensieri un pò troppo fuori luogo, così balzai giù dalla poltroncina e mi infilai la giacca che avevo sistemato sul divano in fondo alla stanza. 
-Vedo che stai meglio, io e Drake andiamo via. Ti lascio la lavanda qui, medica spesso la ferita e... buona fortuna- Mi avvicinai alla porta e uscii. Dovevo trovare Drake e andare via. Mi sentivo come se ogni mio pensiero potesse essere svelato. James aveva visto che dentro me c'era un vuoto incolmabile, aveva visto tutto ciò che ero e questo mi spaventava. Non credevo mi sarebbe mai successa una cosa del genere, ma ero sicura che lui sapeva; lui sapeva del dolore che cercavo di reprimere da mesi per la morte di Prue, per l'abbandono di Chris e dell'incertezza dei miei sentimenti per Drake. Dovevo andare via da lì, oppure James avrebbe anche saputo del brivido che mi ha pervaso l'anima nell'istante in cui i nostri sguardi si sono incrociati la prima volta.
CONTINUA... 
  
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