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Autore: Piperita Patty    09/03/2012    2 recensioni
Alle porte della seconda guerra mondiale, un gruppo di ragazzi di una ricca cittadina italiana, spensieratamente ignari della tragedia che incombe, si gode i piaceri della gioventù. Uno di loro, Alex, conoscerà Luna, ragazza speciale con un sacco di sogni e idee strampalate, di cui si innamorerà e con la quale vivrà un'avventura meravigliosa.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al collegio femminile di Santa Maria Ausiliatrice le giovani donne senza famiglia venivano educate secondo una ferrea disciplina. Ragazze orfane dai dieci ai diciotto anni vivevano sotto la stretta sorveglianza di un vero e proprio esercito di suore, che impartiva loro l’istruzione necessaria e le sottoponeva un rigido codice di comportamento. Era da lì che uscivano le ragazze per bene, quelle capaci di tenere in piedi una famiglia e affrontare qualsiasi tipo di situazione mantenendo sempre una certa classe. Loro erano quelle che imparavano a cucire, cucinare, stare sedute bene a tavola, gestire una conversazione formale…comportarsi come conviene a una donna per bene. Le ragazze del collegio crescevano in un ambiente rigido e tradizionale, ben lontano dalle futili volgarità dei ragazzi comuni…
 
-“Sei un idiota!”
Per tutta risposta il mio compagno mi fece segno di tacere.
-“Andiamo Rudy!” sibilai guardandomi intorno preoccupato “Non dovremmo essere qui, se solo una di queste dannate suore dovesse scoprirci… oh no ti prego filiamocela o finirà davvero male!”.
Se in quel momento qualcuna  si fosse affacciata per caso a una delle finestre dell’ultimo piano, avrebbe visto due giovani accucciati dietro alla fontana del cortile, e avrebbe immediatamente chiamato le suore, e…oh, lì avrebbe avuto inizio la carneficina!
Era assolutamente inaudito che dei ragazzi osassero anche solo avvicinarsi al collegio, se ci avessero presi sarebbe stato scandalo per mesi, nonna l’avrebbe saputo e…
-“Ti prego andiamo via non voglio finire di nuovo a dormire fuori di casa…!”. Rudy, che evidentemente non aveva seguito il filo dei miei pensieri, mi lanciò uno sguardo perplesso, prima di ribattere -“ Ancora un secondo, tra poco le ragazze dovrebbero uscire per il turno in giardino, voglio vedere Emma e dirle che la amo!”.
Lo fissai esasperato. –“Ma per favore! Se soltanto settimana scorsa eri …”
Una mano sulla mia spalla mi fece rabbrividire più di quanto non lo facessero i calzoni fradici in mezzo alla neve.
Ci siamo, ci avevano scoperti! Nonna mi avrebbe di nuovo chiuso fuori di casa, questa volta minimo per una settimana, sarei morto assiderato…
-“Ehi ma che ci fate qui?” una voce femminile mi scrollò dai miei pensieri, e mi ritrovai faccia a faccia con una ragazza dagli occhi verdissimi, la pelle bianca e una lunghissima treccia color rame.
Mi ci volle un istante per ricompormi e ribattere, gelido –“Potrei fare la stessa domanda a te…”.
Luna non era un’orfana delle suore, quindi tecnicamente era un’intrusa quanto me e Rudy, con la differenza che era femmina e forse qualcuno avrebbe avuto pietà di lei…
-“Devo parlare con madre Costanza del battesimo per il mio cuginetto… beh sì, sarei dovuta andarci dopo la scuola, ma la faccenda mi sembrava troppo urgente per starmene lì seduta a fare matematica…” sorrise colpevole.
Una ragazza che marinava? Inaudito! Forse se ci avessero scoperti la mia colpa sarebbe passata in secondo piano…
-“Beh, qual è il vostro alibi?”
- “Oh, Rudy voleva…” una gomitata in pancia mi tolse il fiato per parlare.
-“Devo parlare con suor… Piera?” nemmeno lui sembrava convinto della propria uscita.
-“Bene, allora vi accompagno io…seguitemi, andiamo dalla madre!”
                                                                         * * * *
Camminavamo silenziosamente per i corridoi del convitto, scambiandoci occhiate angosciate mentre seguivamo Luna, che pareva orientarsi molto bene in quel labirinto di stanze.
Ad un tratto incrociammo una vecchia dall’aria severa e un paio di occhialetti tondi, che ci squadrò da capo a piedi prima che la nostra accompagnatrice le chiedesse –“Buongiorno madre! Sapete dov’è suor Costanza? E suor Piera?”  
La donna la  guardò perplessa.
–“Sì, suor Piera, questo ragazzo ha bisogno di parlarle…”
-“Oh, ma non è urgente, posso tranquillamente aspettare…” si affrettò Rudy, ma lo sguardo improvvisamente preoccupato di Luna lo bloccò.
-“Quella…”sussurrò “…quella è suor Carla…conosce i miei…sapranno tutto…” Prima che potessimo renderci conto di cosa succedeva, lei scappò a gambe levate in una direzione a caso, e noi, senza sapere che fare, la seguimmo.
Ci ritrovammo a correre disperatamente per i corridoi strettissimi, troppo preoccupati dalle suore che ci inseguivano gridando per fare attenzione a non urtare oggetti e soprammobili che si trovavano sul nostro percorso.
Luna infilò in una porticina laterale dell’ultimo piano, e tutti ci precipitammo nella stanza barricandoci dietro un mobile.
Quando fummo certi di essere al sicuro, mi guardai intorno: eravamo nella cappella principale, e fortunatamente a quell’ora non c’era nessuno che pregava.
-“Questo mi costerà almeno altri vent’anni di purgatorio...!”bisbigliai con ancora il fiatone.
Luna rise, pareva quasi a suo agio in quella situazione assurda.
Mentre si guardava intorno con la sua tipica curiosità infantile, mi soffermai a osservarla. Non era niente male: aveva lunghi capelli rossi, ma proprio rossi, non arancione come la mia odiosa vicina di casa, Sara, che puzzava di prosciutto. I suoi erano più scuri, quasi bordeaux, come il riflesso infuocato del sole sull’acqua un attimo prima di tramontare. “ Come la ruggine” li aveva definiti Rudy. Non era per niente poetico ma…sì, erano più o meno così! Li portava legati in una lunghissima treccia laterale, che ricadeva morbida sulla spalla destra per scendere quasi fino all’ombelico. La pelle era chiarissima, quasi bianca, illuminata da due enormi occhi verdi dai riflessi dorati.
Era irritante.
Il suo modo di fare, il suo sorriso enigmatico…semplicemente il fatto di sentirmi affascinato da lei e non riuscire a staccarle gli occhi di dosso mi innervosiva.
Ma chi si credeva di essere? Non rispettava le regole, faceva la strana… tutto per attirare l’attenzione…che faccia tosta!
-“Beh, e adesso che facciamo?” la voce dura di Rudy mi riscosse.
-“Aspettiamo. Per ora non possiamo muoverci, quando le acque si saranno calmate mi inventerò qualcosa…”
-“Già, e noi dovremmo stare a sentire te! Ci hai già fatto finire in un mare di guai, che vuoi ancora?”  Prima che potessi fare qualcosa per trattenermi, le parole erano già uscite, fredde e taglienti.
Lei mi guardò indispettita e stava per replicare ,quando un rumore ci fece sobbalzare.
Una figura scura e minacciosa comparve dall’oscurità nell’altro lato della stanza; ammantata e imponente, avanzava rapidamente nella nostra direzione. Non se ne distinguevamo i tratti, avrebbe potuto essere chiunque: un assassino, un fantasma…una suora!
-“Chi va là? Che ci fate qui? Aiuto! Ladri! Profanatori! ...Luna?!”
-“Emmh…salve suor Caterina! Io e i miei amici stavamo giusto cercandola, quando ci siamo persi e…”.
-“Fermate quei delinquenti!!”. La porta si spalancò e la madre superiora fece irruzione nella cappella, con uno sguardo che avrebbe messo fuori gioco anche un branco di lupi affamati.
Pensieri catastrofici come “Sono rovinato!”, “Signore pietà” o “Morirò” cominciarono a farsi strada nella mia mente, mentre la suora-killer mi trascinava per le orecchie fuori dall’edificio.
-“Due settimane. Presterete servizio qui per i prossimi quindici giorni, e per “prestare servizio” intendo che qualunque ragazza o sorella residente al collegio  potrà affidarvi qualsiasi tipo di incarico, me compresa, naturalmente…” le labbra le si piegarono in un sorrisetto sadico.
Ma che razza di suore! Questi sarebbero il perdono e la tolleranza verso il prossimo? E’ forse questo l’insegnamento di Gesù Cristo? Dove sono finite la misericordia e la carità??
Mi guardai bene dal pronunciare queste frasi, anche se lessi gli stessi pensieri nell’espressione contrariata di Luna.
-“Suor Costanza, suor Costanza! Una ragazza si è sentita male a pranzo, a dato di stomaco per tutto il refettorio…”.
La madre passò lo sguardo dalla donnetta che era appena intervenuta a noi tre;
non ci fu bisogno di parole.
Mi aspettavano due settimane d’Inferno.
Due settimane diverse.
Due settimane che avrebbero cambiato la mia vita per sempre.
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Buongiorno miei cari!!
Sì, come capitolo non è proprio il massimo, ma mi serviva un modo per sbloccare la storia, per dare inizio davvero a tutto quanto…
Dalla prossima volta- che spero sarà presto, se il latino o altre inutili lingue morte e  sepolte me lo permettono- dovrei darvi maggiori informazioni sui protagonisti…
Chiedo umilmente perdono a tutte le suore che leggeranno questo capitolo (ma non credo proprio che succederà…) e, ovviamente, non può mancare la dedica alle mie Muse ispiratrici, il Trio dei Gufi!!
Eloise con le sue poesie che fanno sembrare qualsiasi cosa scritta da me una barzelletta di Geronimo Stilton…;
Joan, che odio perché mi ha somministrato una droga di nome Hunger Games;
Claire, sulla cui mente il greco ha avuto cattivi effetti: non mi stupirei se trasformasse casa sua in un tempio a Zeus o qualcosa del genere…
Bene, non ho altro…
Ciaociao con la mano
Piperita…
  
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