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Autore: ek_directioner    09/03/2012    12 recensioni
Il suo respiro iniziò ad affannarsi sul mio collo, e piano piano iniziava a scendere.
Le mie lacrime continuavano a scorrere come un torrente e non riuscivo a fare altro che subire.
Subire, subire, subire.
Aprivo la bocca, ma l'unica cosa che riusciva ad uscire, era un respiro affannoso che si mischiava alle gocce di pianto.
La situazione continuava uguale a tutte le altre storie.
Il suo corpo premeva sul mio e le sue labbra sfioravano la mia pelle che riaffiorava laddove non c'era il tessuto dei vestiti.
Riuscii a dire una semplice frase.
-Louis ti scongiuro, lasciami-
Volevo morire.
Appena aver finito di dire la frase, ebbi come la sensazione di non averla mai voluta dire.
Ora era come se volevo che tutto quello continuasse, anche se sapevo che non potevo permettermelo.
Si fermò.
Si era fermato?
Non mi sembrava vero.
Il suo respiro affannava ancora sul mio collo, ma le mani avevano mollato la presa.
In quel momento, riuscii finalmente a sentire anche il battito del suo cuore, che non ero riuscita a sentire fino ad ora.
Perchè non avevo provato altro che voglia?
No, non potevo.
Non potevo innamorarmi di Louis. No.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XII
Mi rispecchiavo in testimonianze innocenti.
 
 
 
PICCOLA NOTA DELL’AUTRICE: Scusatemi bella gente, ma mi ero dimenticata di dirvi che prima della scena dolciosa ci sarà un bel colpo di scena u.u
Mi dispiace ma questo nuovo SHOCK (?) non avverrà in questo capitolo :3
Lo so, sono cattiva u.u
BUONA LETTURA E SCUSATEMI PER LA MIA CRETINAGGINE :D
<3

 
 
 
*LIAM*
Andammo a lezione, dove le due ore passarono molto velocemente.
Al suono della campanella, mi fiondai fuori dalla classe insieme a Zayn, e correndo, attraversammo tutte le ale della scuola e arrivammo alla solita uscita.
Lo facevamo ogni volta che finivamo una lezione dall'altra parte della scuola.
Era una cosa che ci divertiva, correre in mezzo ai ragazzi e schivarli, e poi era anche un modo per arrivare prima, altrimenti cronometrati, camminando normalmente ci avremmo messo quasi 10 minuti in più D:
Mentre correvamo ridevano a crepapelle, così da scacciare tutti i pensieri negativi che affollavano le nostre menti.
Arrivammo con il fiatone vicino agli altri.
Mi poggiai con tutto il peso su Sam, che tirò un urlo di paura.
-Ti chiamavano 'peso piuma' eh!-urlò soffrendo per il mio peso.
-La parte più bella della lezione, è quando usciamo e corriamo!-disse Zayn provocando una risata generale.
Vedemmo da lontano arrivare Isabel, con i libri in un braccio e il giubbotto nell'altro.
-Forza lumaaaca-le urlò Niall ridendo.
Lei saltò gli ultimi tre scalini dell'enorme gradinata e si avvicinò a noi.
Decisi che quando saremmo arrivati a casa le avrei parlato; che lei lo avesse voluto o no.
Dopo essere arrivata, salutammo gli altri e ci incamminammo verso casa.
Penso che quei dieci minuti, siano stati i più lunghi della mia vita.
Non facevo altro che alternare lo sguardo tra il marciapiede e l'orizzonte, girandomi raramente, per guardare il suo viso.
Lei invece fissava soltanto la strada sotto i suoi piedi, quasi come se il mondo accanto a lei non le appartenesse.
Avevo comunque deciso di perdonarla.
Infondo non potevo fare l'arrabbiato a vita; aveva anche bisogno del mio aiuto in quel momento.
 
*ISABEL*
Entrammo in casa, e dopo esserci accomodati sul divano, accendemmo la televisione.
Per la prima volta, dopo la morte dei nostri genitori, ci ritrovavamo in due parti opposte del divano, a guardare in silenzio la televisione.
Ogni tanto si voltava verso di me e guardava la mia espressione, quasi come volesse aprire un discorso che non riusciva ad avere.
Avevo le ginocchia portate al viso, e le mie braccia le abbracciavano auto-coccolandosi (?)
Avevo davvero bisogno di un abbraccio e di una carezza di mio fratello, ma la situazione non me lo permetteva.
Con uno scatto, lui prese il telecomando posto a metà strada tra noi due e girò su un canale.
Maledetto il momento in cui gli passò per la testa di vedere un'altra cosa.
MTV: 'Ragazze Stuprate.'
Era un nuovo programma di quel canale, che raccontava storie di ragazze stuprate da ragazzi ubriachi, pazzi e altre volte anche sobri e 'intelligenti'.
In quel momento sentii una fitta allo stomaco che nemmeno una donna incinta sarebbe in grado di riconoscere.
Sentii un brivido percorrermi tutta la schiena e il cuore iniziarmi a martellare in petto.
'Ti prego, cambia canale'ripetevo nella mia mente, sperando che quel desiderio si avverasse.
Ma niente.
Dopo aver giocherellato con il telecomando sul ginocchio, lo riposò esattamente dove era mezzo minuto prima e si rimise in posizione per una 'buona visione'.
Infilai il mento tra una gamba e l'altra, e strinsi ancora di più le mie ginocchia.
Guardavo le testimonianze di ragazze innocenti, e mi rispecchiavo in quelle.
Le loro lacrime scendevano a fiumi e ogni loro singola parola, mi trafiggeva il cuore.
'Era come un uragano nel mio stomaco'
'Mi sentivo come se nessun altro vivesse più sulla terra. Sola'
'Nei suoi occhi non vedevo altro che foga'
Dio, era tutto quello che avevo provato quella mattina.
Come potevo essere così sfortunata?
Tutte le cose peggiori, mi si ritorcevano contro.
Eravamo fermi, su quel divano, incantati dalle parole e dalle lacrime di quelle ragazze ormai donne.
Sentii gli occhi gonfiarsi e poi d'un tratto scoppiare, insieme ad un singhiozzo.
Avevo provato qualunque modo per non cedere, ma non ce l'avevo fatta.
Lo stress di quei giorni, mi aveva riempita fino all'orlo e sapevo di non poter resistere un attimo in più.
Iniziai a singhiozzare come una bambina che ha appena perso la sua bambola preferita, asciugandomi continuamente le lacrime, per poi tornare nella mia posizione.
Asciuga le lacrime.
Mento tra le gambe.
Asciuga le lacrime.
Mento tra le gambe.
Questi erano i miei movimenti.
Vidi ad un certo punto, mio fratello girarsi verso di me e togliere il volume alla televisione.
Asciugai l'ennesima goccia che mi rigava il viso e tirai giù le gambe dal divano.
-che c'è?- gli domandai interrotta da un singhiozzo.
-che hai?-mi chiese di rimando.
Presi un respiro e non risposi.
-senti, so già la risposta, ma ti va di parlarne?- mi chiese poi avvicinandosi a me.
Lo guardai dritto negli occhi.
Desideravo dirgli tutto, davvero tutto.
Quello che non avevo potuto dirgli fino a quel momento.
'Ok ora te lo dico. Lui ieri mi ha baciata, ma io mi sono allontanata dicendogli che non potevo. Stamattina mi ha accarezzata, io ho rifiutato la sua mano e lui infuriato mi ha portata nell'ala G della scuola, mi ha fatto entrare in uno stanzino e mi stava per stuprare. Ho iniziato a piangere, e dopo nemmeno un minuto mi ha lasciata andare. Oggi a pranzo quando mi ha chiamata mi ha chiesto scusa, e mi ha detto che con me provava una sensazione diversa da quella che provava con tutte le altre, per questo mi aveva lasciata andare nello stanzino. Che devo fare Liam, ci devo credere? Ci sto cadendo Liam, non avrei mai creduto di doverlo ammettere, ma sto cadendo nella sua trappola. Non faccio altro che pensare a quei pochi minuti nello stanzino. Dopo avergli implorato di lasciarmi andare avrei voluto tagliarmi la lingua. Non a altro che piacere nel sentire il suo respiro che si mischiava al mio e le sue labbra che accarezzavano la mia pelle. Ti prego, aiutami Liam'
Esattamente questo volevo dirgli.
Ma come potevo?
Scossi la testa per fargli capire che non volevo parlare di nulla, mi alzai dal divano e mi rinchiusi in camera.
 
*LIAM*
Dopo qualche minuto che mia sorella aveva lasciato il salone, decisi di andarmene anche io in camera.
La mattina dopo mi svegliai con il solito suono della sveglia e decisi di andare a svegliare Isabel.
Non mi sembrava il caso di fare l'arrabbiato per sempre, aveva bisogno del mio aiuto per qualche assurdo motivo e io mi sentivo in dovere di esserci per lei.
Aprii la mia porta e dopo due passi mi ritrovai davanti alla sua.
Presi un respiro e l'aprii, rimanendo abbagliato dalla luce che entrava dalle due finestre.
'Ma come fa a dormire con questa luce?'borbottai tra me e me stropicciandomi gli occhi.
Arrivai accanto al letto e notai con sorpresa che era vuoto.
'Che cazz..'
Spalancai gli occhi e mi fiondai giù per le scale, per poi buttarmi sulla porta della cucina.
-ah, sei qui-dissi.
Devo ammettere che con quello spavento, avevo perso cinque anni di vita (?)
Avevo paura, davvero paura che potesse fare un gesto impossibile; era troppo strana, e non riuscivo a capire perchè.
La vidi fare spallucce e continuare a sorseggiare il latte caldo guardando fuori dalla finestra.
Ci preparammo e in meno di venti minuti eravamo fuori di casa.
Facemmo la solita strada che percorrevamo ogni giorno, ma sembrò lunga chilometri e chilometri.
Il tempo non passava più e ogni volta che dovevamo avere un avvicinamento forzato, ci tenevamo a debita distanza.
Cosa stava succedendo?
Ci stavamo soltanto facendo del male, ma sembrava che questo non toccasse minimamente nessuno dei due.
Arrivammo a scuola e come ogni santo giorno, parlammo con gli altri della giornata che ci stava per presentare davanti.
Notai però, che quella mattina il gruppetto dei 'fighetti e fighette' non era al completo.
Mancava Louis.
 
 

************************************
Salve belle :3
Come avete già letto sopra sono una cretina e mi sono dimenticata di dirvi che prima della scena dolce, ci sarà another colpo di scena u.u
SCUSATE ç_ç
Secondo voi cosa succederà? :)
Il prossimo capitolo arriverà non appena questo avrà otto recensioni :3
*YEEEEEP* (?)
 
 
p.s. Graaaazie a tutte le ragazze che hanno messo la mia storia tra le seguite o preferite :D
GRAZIE DAVVERO :’)
Ricambierò in qualche modo e se mi dimentico (sarà così’ di sicuro u.u) RICORDATEMELO :D

 
SCIAO BELE <3

  
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