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Autore: Kamon    09/03/2012    1 recensioni
- Non mi toccare feccia… che cosa mi hai fatto? - quell’uomo, anzi no, quel MOSTRO, aveva reso un Mostro anche Darc che era disorientato e confuso, avrebbe potuto aspettarsi un giorno di fare un incidente in macchina, di mangiare una libellula o perfino di fare un Cosplay di Molly delle Superchicce ma non di poter diventare un Angelo Caduto capace di sparare buchi neri a casaccio e di uccidere persone.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Freddo pungente sfiorava la sua guancia facendolo rabbrividire, una sensazione calda avvolgeva le sue membra come a volerlo rassicurare ma in qualche modo, nell'oscurità che avvolgeva la sua mente sentiva come uno sprazzo di luminosità che in qualche modo attirava la sua mente, una sorta di laccio invisibile che possente lo trascinava verso quella luce dolorosa < Non voglio le Ali!!! > .
Palpebre aperte e l'ambiente familiare della sua stanza si stagliò davanti alle sue smeraldine iridi, incasinata come non mai di fronte a lui, un guazzabuglio di oggetti vari gettati a casaccio sul pavimento o addossatoti l'un sull'altro sui vari mobili della stanza.
Dita delle mani che corsero leste dietro alle scapole alla ricerca di plausibili arti piumati ma, le sue dita sfiorarono l'aria e la tela della canottiera nera che metteva in evidenza il suo fisico scolpito, forse fin troppo per un diciannovenne < Ma cos..> un madido strato di sudore sulla fronte gli faceva in qualche modo comprendere che aveva trascorso una serata difficile, ma in qualche modo aveva solo vaghi ricordi di una cella, di una Chiesa e di strani individui ambigui < Che sia stato solo un sogno...? > un poster di MewTwo si stagliava sulla parete di fronte al letto e quale modo migliore di iniziare la giornata se non emulare una citazione di quell'essere?
Spogliandosi dunque ed alzatosi dal letto lo sguardo gli cadde sulla sveglia sul comodino il cui orario segnato implicava l'avvicinarsi dell'inizio della scuola dunque, preparato a fare una bella doccia fredda per riprendere l'uso del buon senso ed iniziare un ennesima, noiosa giornata a scuola: la casa come sempre vuota ed eccezione di lui, genitori oltre oceano impegnati in chissà quali assurdi impegni di lavoro e lui li nella Grande Mela a fare sogni da psicopatico.
Solo un lieve prurito all'altezza delle costole, probabilmente segno che le zanzare quell'anno erano arrivate prima del previsto e solo una piuma, sul davanzale della finestra che lentamente trasportata dal vento, si allontanava da casa sua ovviamente lui, non potrà sapere di quella delicata piuma trasportata dalla frizzantina brezza del mattino, una presenza talmente delicata da risultare invisibile ai suoi occhi concentrati ormai a focalizzare sul nulla per fare mente locale su cosa avrebbe dovuto fare quell'oggi...


Un vociare confuso lo circondava, una campanella poco lontana spaccava i timpani degli studenti della sua scuola ma come sempre Darc era tutt'altro che interessato alla normale vita scolastica in quanto come sempre, non serbava sorprese degne delle sue prospettive, d'altronde se era stato accettato in quella scuola con un voto che rasentava il massimo avendo studiato solamente una settimana prima dei corsi non doveva certo essere un ragazzo nell'ordinario colui che se ne stava seduto sulla sedia con lo sguardo fisso nel vuoto fuori dalla finestra, attraverso cui era percepibile il segno di un afa pre-estiva, un periodo che se molti agognavano per le vacanze ormai vicine a lui faceva anche abbastanza schifo in quanto odiava il sudore sulla pelle, che lo faceva assomigliare per appiccicume e odore ad un Molliccio.
< Hei bello addormentato! > il filo dei suoi pensieri venne interrotto da una voce femminile a lui orrendamente familiare in quanto come sempre, la sua compagna di banco Susan aveva fatto la sua entrata in classe e si era seduta affianco a lui o perlomeno aspettava di farlo < Che cosa aspetti a levare la tua cartella dalla mia sedia? > in effetti aveva dimenticato di metterla sul banco e l'aveva posata lì ma poco gli importava, senza rispondergli prese la sua cartella e la posò sul banco intercettando solo per un istante i grandi occhioni color miele della ragazza, la cui treccia di cavallo bruna era come sempre adagiata sulla mancina spalla < Ciao Sus...> neanche il tempo di finire il suo nome che la ragazza si era avvicinata pericolosamente con la faccia al suo volto fissandolo con i dolci occhioni da fata dritto nei suoi, i due visi talmente vicini che Darc poteva perfino sentire il profumo della ragazza, un sapore buono e dolciastro di qualcosa di simile al pino misto al miele < Dico ma sei impazzita?! > dopo un attimo di sbalordimento per quella mossa effettuata dalla ragazza, tornò alla sua posizione precedente con la guancia appoggiata al pugno chiuso e lo sguardo fuori dalla finestra nonostante l'insegnate fosse già in classe da qualche minuto e avesse già iniziato a tirare fuori i libri, poco gli importava non le seguiva mai le lezioni < Senti un po' angelo..hai passato una nottata interessante? > nonostante quelle parole fossero state dette quasi con gentilezza dalla ragazza al solo sentire la parola “ Angelo “ il prurito che quella mattina aveva avvertito alle scapole si rifece vivo ed un intenso brivido di freddo gli accarezzò la schiena quasi con dolore < E a te che ti frega? > nonostante avesse cercato di darsi subito un contegno non aveva potuto evitare che la sua voce tremasse leggermente.
Una dolce alzata di spalle, delicata in modo che i seni piccoli ma sodi rimbalzassero lievemente sul petto < Boh sai...dicono che sei sempre in giro a fare risse per i bar o a vedere le maratone notturne di My Little Pony > dunque sedendosi con una disinvoltura impressionante iniziò a seguire la lezione di Storia dell'Arte mentre Darc dal canto suo, in preda a continui attacchi di freddo inspiegabili, posava la testa sul banco e, come un un fulmine a ciel sereno rivisse tutto il sogno fatto quella notte in meno di un secondo visualizzando ottimamente anche i volti dei due tipi strani, Feitan, l'individuo chiamato Gray e quello che nel sogno era stato ucciso da lui con l'utilizzo di un potere stranissimo.
Tirò dunque fuori dalla cartella un numero di Gintama, ormai sua unica forma di svago all'interno della scuola e mentre cercava di non pensare a strane appendici piumate, buchi neri e chiese sataniche varie si concentrava dunque sulle avventure del Samurai Maionese che discute contro il Samurai Pop Corn....

Lente e al contempo frenetiche passarono dunque le otto ore di scuola, i corsi pomeridiani erano una noia mortale per lui ma perlomeno si svagava quando di tanto in tanto, qualche stupida ragazzina arrivava ancora a porgergli rose e lettere profumate come segno di infatuazione nei suoi confronti, ormai cinque anni erano passati e poche avevano capito che la sua anaffettività era tale da allontanare tutte le persone attorno a lui: i primi anni di scuola erano stati infatti un delirio, nonostante Darc continuasse a comportarsi in modo arrogante e presuntuoso a causa del suo bel faccino le ragazze continuavano a venire da lui parlandogli delle poche cose che gli interessavano come i manga oppure la musica o le poche capaci di parlare di teatro parlavano sporadicamente con lui dei classici come l'Otello, le Tartarughe Ninja o i drammi vittoriani ma dopo un po aveva avuto la pace che si meritava rimanendo solo, nel suo guscio di freddezza ed arroganza.
Quella sera però alla fine delle lezioni sembrava che Susan si fosse di botto interessata a lui in quanto, gli aveva proposto di tornare a casa assieme e dopo una risposta abbastanza schietta e disinteressata < Va ben dai > degna di un Mosconi a caso, aveva accettato seppur tacendo in silenzio religioso.
< Allora Angelo, non mi hai ancora detto che hai fatto di interessante ieri sera...> nonostante fosse quasi la fine della primavera quella sera il cielo aveva deciso di imbrunire prima e, sebbene la sera fosse a malapena iniziata il sole era già parzialmente sceso dietro l'orizzonte gettando una luce arancione sul sentiero percorso da loro sfumato di un colore non dissimile al sangue, un percorso stranamente solitario ad eccezion fatta di loro due che fianco a fianco ma ad una dignitosa distanza, camminavano lentamente accompagnati solo dalle lunghe ombre scure gettate sull'erba mezza bruciata dal sole, con vaghi aloni giallastri in mezzo al verde scuro di Central Park, ove solitamente qualche folle correva per allenarsi o vecchiette portavano a spasso cani, oppure cani che portavano a spasso delle vecchiette, a volte era difficile distinguere i casi ma quella sera no, solamente loro due accompagnati dalla leggera brezza tiepida che accarezzava i loro capelli, spettinandoli.
< Non chiamarmi Angelo...> ogni volta che sentiva quella parola sentiva brividi freddi pervadere il suo corpo e come sempre per nascondere il disagio le mani correvano a giocherellare con il collare al collo, distanziandolo dalla pelle per farla rinfrescare ma non aveva potuto evitare di arrestare la sua avanzata, mentre freneticamente pensava a come mai potesse aver così paura di quella semplice parola, oltretutto carina e che apparentemente innocua < ...e poi al contrario di quanto te hai detto non guardo i My Little Pony...> socchiudendo gli occhioni verdi e cercando di darsi un contegno, riprese a camminare tentando di assumere il solito broncio in volto < Io sono un grande Fan delle Mermoid Melody, ancora non è chiaro? Stupida che sei! > se avesse cercato di offenderla magari lei se ne sarebbe andata lasciandolo libero di andare da qualsiasi altra parte, come in un negozio di dischi, ma invece parve ottenere l'effetto inverso dato che Susan si mise a sorridere dolcemente, scoprendo i denti candidi e regolari, che così tanto contrastavano con le labbra rosse e perfette, probabilmente pure senza rossetto, che si stagliavano fra le altrettante perfette gote, pucciose e morbidose al punto giusto < Te non me la racconti giusta angelo... sai penso di aver notato qualche differenza in te > la mano destra della ragazza si mosse lenta verso la sua spalla, posandosi sulla divisa nera che Darc portava, < Ancora con questo nome? Ti ho detto di piantarla e se proprio vuoi saperlo, mi sono arrivate dunque potrebbe essere questo il motivo del mio cambiamento > un seccato tentativo di scostare quel peso dalla propria spalla forse era la sua intenzione ma non appena mosse il braccio, un dolore potente allo sterno lo colse e quasi se fosse stato colpito da un camion in corsa il suo corpo venne scagliato qualche metro più in la e avrebbe continuato la sua avanzata se non fosse stato che la schiena dolorosamente impattava contro il tronco di una quercia posta in mezzo al prato.
Nonostante fosse un tipo da rissa di strada il colpo era stato troppo forte, troppo inaspettato per poter reagire e poteva giurare di sentire perfino il sapore di sangue in bocca nonostante non avesse ferite visibili < Ma che cosa cazzo?! > riaprì gli occhi smeraldini in cui si rifletteva l'ambiente del parco come se fosse uno specchio color verde ma oltre a qualche solitaria foglia verde che cadeva dai rami e oscillava dolcemente sospesa dall'aria all'altezza del suo viso, la figura della ragazza si stagliava contro il cielo terso colmo di sfumature arancioni, le forme snelle e aggraziate della ragazza nere contro quel cielo quasi spaventoso, come se fosse un essere proveniente da un universo distante e sebbene i suoi lineamenti non fossero visibili per il contrasto della luce grazie alla sua vista, inspiegabilmente migliorata da quella mattina riusciva a percepire le iridi color del miele posate sul suo viso: un ombra minacciosa ormai navigava in quel dolce oceano, una minaccia letale totalmente rivolta verso di lui sebbene Susan si rivelasse quanto attraente quasi pericolosa < Mi aspettavo che tu lo parassi sai? > entrambe le braccia della ragazza si alzarono ponendo i polsi verso il cielo e quasi come se l'aria attorno alle mani della ragazza si condensasse cambiando colore dal pulviscolo invisibile dell'atmosfera al colore del metallo, due bracciali prima si stagliarono sulla divisa nera della ragazza, bianchi come il latte e poi due lame su ogni polso comparvero inspiegabilmente, riflettendo la luce del crepuscolo tutt'attorno creando quasi un atmosfera romantica se non fosse che, gli artigli appena sbucati erano inequivocabilmente letali < Si vede che il Padre non ti ha addestrato a dovere, tanto meglio vorrà dire che sarà un lavoro semplice da fare!!! >.
< Ma te sei tutta matta!!! > barcollando sulle gambe e appoggiando la schiena contro la dura corteccia, Darc tentò di rimettersi in piedi ponendo le mani in avanti e piegando le braccia davanti al petto dolorante in una sorta di difesa < Chi sarebbe questo Padre? > ma l'immagine di una specie di prete vestito di nero e viola, con sgargianti capelli blu si stagliò davanti ai suoi occhi quasi tangibile e la luce di quei due occhi viola lo fissavano ambiguamente quasi a volergli parlare < Feitan!!! > sputando quasi quel nome dalla gola, le labbra si aprirono lentamente scoprendo i canini come faceva di solito, braccia troppo intente a volersi difendere per correre al collare ma non appena finì di dire quel nome la figura del prete scomparve in una sorta di fascio luminoso e subito, un secondo spostamento d'aria schiacciò la sua schiena contro la corteccia dell'albero, un dolore lancinante ancor più di prima seguì l'urto.
< Im-impossibile! > sebbene quasi cinque o sei metri lo distanziassero da Susan, essa si era mossa ed era arrivata a porgli il braccio sinistro, con le rispettive due lame affilate alla gola ed il destro, con il palmo della mano dolorosamente spinta verso il suo petto soffocandogli il respiro.
< Darc Deepgate...rispondimi...> il viso della ragazza era pericolosamente vicino al suo come quella mattina, ma se a scuola il volto di Susan aveva assunto un espressione curiosa e maliziosa, ora era pervaso da un ghigno quasi malefico e della dolcezza caratteristica dei suoi occhi traccia alcuna vi era rimasta <...quale potere il Sommo Dio ti ha conferito? Quale scheggia di potere sto dunque per privare all'Ordine? > .
Darc tentò di muovere le mani per cercare di afferrare il braccio della ragazza alla sua gola e spostarlo ma una presa ferrea gli bloccava il respiro ed i movimenti, dunque le braccia ricadero lungo i fianchi mentre un rivolo appena di sangue cominciava ad uscire debolmente dal collo, tinteggiando la lama dell'artiglio di rosso e gocciolandogli sulla divisa nera < Hurgh...>, la ragazza sembrava comunque quasi avvilita dalla sua debolezza e, soffiando su una ciocca di capelli castani scesi davanti alla sua fronte pronunciò delle parole tropo terrificanti e spaventose per essere pronunciate da una ragazza così bella < Non ha importanza, preparati a morire ed andare di fronte al tuo Padrone: Death Penality!!! > chiuse gli occhi dunque il ragazzo pur di non assistere alla sua dolorosa morte ma non appena sentì le lame dell'artiglio, ora vagamente scintillanti, calcare sulla sua carne, un disgustoso odore di decomposizione permeò l'aria facendogli venire un conato di vomito assurdo e quasi per miracoloso, si sentì scivolare all'indietro mentre perdeva i sensi e il suo collo, sanguinante si spostava incredibilmente dalla portata della lama, ed osservando al rallentatore il proprio corpo che si allontanava dall'attacco mortale perse i sensi, l'ombra di un sorriso tirato gli si dipinse in volto.

Un nuovo dolore questa volta lo colse, facendogli recuperare immediatamente i sensi non appena le sue reni si schiantarono contro il suolo duro e appiccicoso ed una imprecazione scaturita dalla bocca della ragazza fu la prima cosa che udì, seguita immediatamente dopo dall'odore nauseabondo avvertito poco prima < Maledetta cagna...> dolorosamente riuscì a proferire quelle parole ma si accorse che la ragazza non sembrava più interessata a lui, bensì ad un ombra nera appollaiata sulla cima di un albero poco distante, un ombra a lui immediatamente riconoscibile < Gray! > il volto scarno e rugoso celato sotto il cupo cappuccio gli era stato subito e terribilmente familiare e d'un tratto, assieme al dolore proveniente dalle sue mani, i ricordi della notte precedente si accavallarono nella sua mente, facendogli ricordare ogni cosa: la chiesa, la stanza triangolare, Feitan e le sue saette, le sue ali ma sopratutto la morte del terzo individuo a causa di inspiegabili buchi neri da lui evocati, furono il motivo per cui una furia cieca mista a dolore si impossessarono di lui.
Scattò dunque in piedi sentendo però il terreno sotto il suo peso cedere in modo strano non aveva mai udito la voce dello scagnozzo di Feitan, ma essa era raccapricciante e stridula come se avesse le corde vocali malandate e corrose, ma il volto dell'uomo era ben visibile sotto il cappuccio grazie alla formidabile vista ora ancor più accentuata e inequivocabilmente esso sorrideva maligno, scoprendo denti marci, di una colorazione giallastra vagamente familiare < Merda! > in effetti ora che ci aveva fatto caso, l'albero su qui si era schiantato non esisteva più al suo posto, vi esisteva una vaga nuvoletta giallognola che aleggiava sul terreno corrodendo esso, le sue mani dato che mi era appoggiato per rialzarsi che ora esibivano vaghe pustole suppurative di sangue e pus e le sue scarpe, sfrigolanti e mezze bucherellate. Un lieve balzo eseguito dolorosamente lo portò quasi affianco a Susan che con frenesia si mordeva il labbro inferiore da cui una gocciolina di sangue faceva capolino, gli artigli che armeggiava posti a X davanti al petto e rilucevano di un inspiegabile luce azzurrognola, che viaggiava lungo tutto il filo delle lame. Dietro di loro dove una volta c'era l'albero solo una pozza di materiali organici in disfacimento, bolle probabilmente causate dall'evaporazione della terra e della sabbia risalivano verso il terreno, tralicci bruciati delle radici che si ergevano come arti distrutti, verso il cielo.
< Avevo avuto ordine di inseguire e catturare l'Angelo Caduto Darc DeepGate, ma a quanto pare ha una scorta abbastanza fastidiosa...> la voce dell'uomo era insopportabile, quasi stridente per il suo udito, stranamente sviluppato al momento ma non era quello il problema dato che la ragazza lo osservava con un misto di incredulità e sospetto e Gray aveva alzato la mano sinistra, dalla colorazione vagamente simile ad una pergamena vecchia, vene verdognole evidenti lungo la pelle rinsecchita dalle cui dita aperte in una sorta di artigli rapace, si alzava una nube verdognola e terrificante, attorno a cui la luce stessa sembrava distorcersi tale era il probabile tasso di acidità della foschia venefica che col passare dei secondi si espandeva fino al punto che ora aveva più o meno le dimensiondi un elefante <...il Sommo Padre Feitan sarà contento quando scoprirà che assieme alla Cattura del fuggitivo, ho estirpato anche una delle poche Nemesi rimanenti > l'attenzione di Susan e Darc era completamente incentrata sulla figura del vecchio, decrepita sicuramente ma da cui si alzava un atmosfera di malignità pari forse a quella di Lord Voldemort.
< Susan ti aiuto io...poi però mi devi spiegare intesi? > chiudendo dolorosamente le mani a pugno e notando con disgusto che le piaghe esplodevano avvolgendo le sue carni con pus misto a sangue che scivolava verso l'orlo della camicia della divisa, lo stupido e vanitoso pensiero che avrebbe dovuto fare la manicure attraversò la sua mente ma se voleva osservare la reazione della ragazza, ebbe a malapena modo di notare che essa non era più al suo fianco ed anzi, la pianta su cui Gray era appollaiato aveva appena subito un netto cambiamento: il possente tronco era stato letteralmente tranciato e ciò che restava del fusto stava crollando rovinosamente verso terra la punta dell'albero abbattuta al suolo con un fragore sordo ma a malapena era riuscito a coprire il vago rumore acuto che aveva accompagnato l'incredibile spostamento di Susan, ora in piedi affianco al cadavere del pino, gli artigli che rilucevano una eterea luce ai suoi fianchi, le braccia ben distese come a sottolineare il fatto che aveva appena tranciato lei stessa quel possente albero < Angelo Caduto Darc DeepGate da quel che ho capito dicevo il vero...non eri al corrente di nulla...> essendo lei di spalle poteva solo udire la sua voce vagamente preoccupata e carica di tensione, la sua figura che si ergeva quasi maestosamente nonostante fosse aggraziata, formosa e alta poco più di un metro e sessanta, una figura la cui coda di cavallo sbattacchiava sulla schiena perfettamente diritta, che dunque di maestoso ed imponente non aveva praticamente nulla ma quella figura trasudava autorità al punto che perfino l'arroganza di Darc si era spenta al confronto un po' come si sarebbe spenta la vita di Pinky Winky contro Bear Grylls < ...ma se vuoi essermi d'aiuto in questa battaglia trasformati, o scappa altrimenti morirai > una gran bella fiducia nei confronti delle sue abilità da rissaiolo < E te Gray, infido esponente del Sommo! > l'armato braccio sinistro si era spostato in direzione del vecchio inginocchiato a terra dalla cui manii continuava ad espandersi quella nube verde sicuramente tossica che ora si alzava per almeno due metri da terra e si allungava per almeno dieci < Sono il braccio sinistro della Nemesi, colei che detiene lo strumento diabolico denominato Palmo di Adonai e che questa sera ti sottoporrà al giudizio Divino! > con un ennesimo fragore ed una distorsione del suono maggiore a quelle precedenti a ragazza scomparve nel nulla lasciandosi dietro solo il vago alone celeste delle lame, nel momento stesso in cui la nube tossica si staccò dalla mano rachitica del loro nemico dividendosi in numerosi frammenti che odoravano di acido e decomposizione, alcuni frammenti rivolti verso Darc stesso che era rimasto con i pugni stretti ai fianchi, un espressione sbalordita dipinta in volto mentre osservava l'avanzare lento degli aloni di acido verde dirigersi verso di lui, la figura di Susan dispersa chissà dove mentre letali, ammassi verdi si lasciavano dietro erba e terra bruciata come se fossero i figli di Attila Flagello Di Dio, un erba che crepitava lieve mentre si scioglieva e presto Darc avrebbe fatto la fine dell'erba stessa se non si sarebbe fatto venire in mente qualcosa!!!

   
 
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