L’orologio Weasley
L’orologio era situato nella sala da pranzo, sopra ad una mensola ripiena di oggetti babbani.
Al
posto delle ore, vi erano scritte. A posto delle solite tre lancette ve ne erano
ben nove con incollate sopra delle fotografie di visi sorridenti.
Era
l’orologio che Molly Weasley continuava a fissare ogni momento della giornata.
Preoccupata per i figli e il marito.
Quel
giorno però non lo degnò di uno sguardo, anche se sorseggiava insicura il suo
tea alla fragola con la sedia rivolta proprio verso quell’oggetto.
I
suoi occhi però osservavano stanchi le scale che portavano ai piani superiori,
dove vi erano le camere.
Dove
c’era Percy che dormiva.
Molly
non sapeva cosa aspettasse, sapeva solo che doveva stare ferma lì, ad attendere
che suo marito scendesse.
Ma
prima di lui scese un stanchissimo George. Uno dei suoi scatenati gemelli. I
capelli spettinati, il viso arrossato, e un livido su uno zigomo. Gli occhi di
un verde acqua pieni di smarrimento e un sorriso dolcemente salato.
Poi
con passi veloci, calcolati, come se dovesse fare qualcosa d’importante, la
superò.
In
mano una piccola fiala con un denso fumo argenteo.
Non
parlarono.
Lei
non gli parlò quando lui uscì dalla casa diretto verso il salice piangente.
Arthur
scese proprio mentre la porta si richiudeva.
Il
viso stanco, bagnato dalle lacrime, rovinato...Sembrava più vecchio di quanto
fosse in realtà.
“L’ho
dovuto fare...” mormorò alzando gli occhi blu sulla donna che tremante posava
la tazzina da tea sul tavolo.
“Non
riuscivo più a vedere mio figlio così...”
Velocemente,
nonostante fosse grassa, Molly lo raggiunse, cingendo la magra vita dell’uomo
in un tenero e rassicurante abbraccio.
“Non
dire altro, ti prego.”
E
il silenzio riempì ancora la casa.
L’orologio
spostò una lancetta sulla parola Viaggio.
Sopra
vi stava la fotografia di un giovane ragazzo, il sorriso allegro, gli occhi di
un azzurro cupo striati di verde.
Il
figlio maschio più giovane era uscito silenziosamente dalla casa, e
probabilmente non sarebbe più tornato.
Altre
lancette si spostarono verso Casa.
Lancette
che mai più si sarebbero mosse così lentamente.
Lancette
che Molly Weasley non avrebbe smesso di guardare.
Lancette
che prima o poi si sarebbero bloccate.