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Autore: Elisir86    09/10/2006    4 recensioni
L’orologio spostò una lancetta sulla parola Viaggio. Sopra vi stava la fotografia di un giovane ragazzo, il sorriso allegro, gli occhi di un azzurro cupo striati di verde. Il figlio maschio più giovane era uscito silenziosamente dalla casa, e probabilmente non sarebbe più tornato.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi ricordate la mia fanfic su Noelene? Ecco in questa mia nuova storia spiego cos'è realmente successo ai nostri eroi, e non eroi...

Spero che sia di vostro gradimento!

Greazie in anticipo Elisir86!

Grandi, piccoli Eroi

 

Prologo

 

Penelope Light stava tra le braccia del suo fidanzato Percival Weasley. L’abito azzurro risaltava sulla sua pelle abbronzata. I capelli lunghi e marroni ricoprivano il suo volto.

Era sporca di terra e chissà cos’altro. Ma restava sempre bellissima.

Il suo cuore non batteva più.

E anche il piccolo che stava crescendo nel suo ventre si era fermato.

Percival però la cullava tra le sue esili braccia. Gli occhi di un verde scuro erano pieni di lacrime, e la sua voce urlava a gran nome la sua amata.

Aveva scavato come un disperato sotto le macerie.

Aveva sperato che Penelope si fosse smaterializzata in tempo.

Aveva sperato...Ma la speranza era morta.

Morta quando aveva trovato la giovane...

Ed ora la sua vita era morta...

...Morta come la sua bella Penelope.

Era questo che Arthur Weasley stava osservando da lontano. Era arrivato con alcuni dell’Ordine pronto a dare una mano ai sopravvissuti. Pronto a sistemare ciò che i mangiamorte avevano distrutto.

Lentamente, con passi lunghi che tentavano di non calcare le macerie, s’avvicinò al figlio.

Il pianto disperato che gli impediva di restare tranquillo...che gli strinse il cuore fino a farlo sanguinare...Quel pianto lo convinse a inginocchiarsi accanto a Percival.

Gli occhi scuri e spenti di quest’ultimo che fissavano il vuoto.

E gli occhi blu dell’uomo che osservavano le lacrime che scendevano rapide sulle guance.

Allungò una mano ruvida fino a sfiorare la pelle pallida del figlio. Riuscendo così ad attirare la sua attenzione.

“Papà...” mormorò mentre nuove lacrime uscirono, e dalle labbra altre singhiozzi malamente trattenuti dalle labbra serrate.

E fu in quel momento che Arthur Weasley riabbracciò il figlio che aveva perso anni prima.

“Percy...” sussurrò, mentre accarezzava con frenesia i capelli spettinati del giovane, e fu in quel momento che la voce soffocata del figlio fece nascere la disperazione nell’uomo, “Voglio morire...”

Ad Arthur nulla gli sembrò peggiore di quelle due parole, e tremando posò le sue labbra sulla fronte di Percival.

Un bacio salato dalle lacrime.

Fu in quel momento che arrivò Remus Lupin. Con il viso scavato e stanco. I capelli ribelli e gli occhi neri, profondi come due pozzi, immensamente tristi.

“Dobbiamo tornare.”

Parlava sottovoce, attento a non farsi sentire da nessuno.

Poi si dissolveva come se non ci fosse mai stato vicino a loro e andava a chiamare altri membri dell’Ordine.

Il sole scendeva lento e illuminava di rosso il cielo sereno.

L’ultima immagine che Remus vide prima di smaterializzarsi fu quella di un padre e un figlio che camminavano silenziosamente.

Tra le braccia del più vecchio il corpo di una splendida fanciulla. E sul viso del ragazzo un’ombra che mai sarebbe scomparsa.

Questo era l’inizio della fine.

  
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