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Autore: Nikyblack    10/03/2012    5 recensioni
Questa storia è ambientata otto anni dopo la fine di Hogwarts. Voldemort è stato sconfitto e tutti i Mangiamorte arrestati. Hermione si ritroverà da sola a crescere il frutto del suo amore per Draco, aspettando che lui venga rilasciato.
Nota: i personaggi possono risultare leggermente OOC.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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madre bambina 1


Giocarsi il tutto per tutto

 
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Entrai a piccoli passi, avevo paura, oltre che una voglia matta di vederlo e poterlo abbracciare. Una volta dentro la stanza rimasi a fissarlo. Era cresciuto, ovviamente. Il suo viso aveva perso i tratti da ragazzino, era molto più duro e provato, quasi sciupato. I capelli erano lunghi, ma raccolti in maniera ordinata in un’elegante coda dietro le spalle, i suoi occhi erano spenti, non sembrava nemmeno lui. Per un attimo ebbi paura che non mi riconoscesse, che la vita non fosse più dentro di lui, così mi avvicinai e lo chiamai piano.
 
-Draco.- La mia voce tremava, ma il mio sguardo era deciso.
 
Era davvero lei, era davvero davanti a me, stavolta non stavo sognando, se avessi allungato una mano avrei potuto toccarla, ma avevo lo stesso paura. Il fatto che fosse qui poteva voler dire qualsiasi cosa. Sentire il mio nome pronunciato da lei mi provocò dei brividi e mi costrinsi a chiudere gli occhi per nasconderle il mio turbamento. Poi aspettai che palesasse le sue intenzioni. Dio com’era bella, lo era molto più di come la ricordassi io, era proprio cresciuta bene adesso, aveva qualcosa di molto più femminile”
 
Ero titubante, non sapevo esattamente cosa dirgli, avevo paura di scegliere le parole sbagliate, paura di vedermi rifiutata. Presi coraggio pensando a mia figlia e parlai per prima:
 
- Finalmente posso rivederti, sono sei anni che immagino questo momento e non aspettavo altro. – Chiuse gli occhi mentre parlavo ed ebbi paura che non volesse vedermi.
 
-Non aspettavi altro?-  Draco aprì gli occhi all’improvviso e li fisso nei miei, potei così vedere un guizzo attraversarli, ma non lo seppi decifrare. Sembrava attendere la mia risposta molto impazientemente.
 
- Si -
 
- Perché sei qui Hermione? – “Fu la paura a farmi porre quella domanda a fil di voce, quasi sussurrata per paura che scoppiasse a ridere dicendomi che era solo venuta a prendermi per il culo, che era tutto uno stupido scherzo ideato da Potter e che a lei di me non gliene fregava nulla perché ormai aveva una famiglia, un marito, ed io ero solo stato uno sbaglio.”
 
- Sono venuta per portarti a casa con me. -
 
“Quella frase così decisa mi arrivò dritta al cuore, in un attimo mi ridiede la speranza di una vita diversa da quella che mi aveva prospettato Potter solo un’ora prima e alla quale avevo profondamente creduto. La guardai e il suo sorriso sciolse immediatamente il gelo che in quei sei anni si era riformato attorno al mio cuore. Fu uno scatto e l’afferrai stretta a me, la stringevo con tutte le forze, come se da un momento all’altro potesse andarsene via e farmi ripiombare nel buio, lei è la mia luce.”
 
Mi ritrovai fra le sue braccia in pochissimo tempo, mi stringeva così forte che sentivo le mie ossa scricchiolare, ma non me ne importava nulla, ero felice e avrei voluto che quel momento non finisse mai.
 
- Mi sei mancato- 
“Potevo sentire il suo profumo, il suo cuore che batteva all’impazzata come il mio, e sentii anche le lacrime che piano stavano bagnando il mio maglione.”
 
Mi sollevò il mento con due dita e mi persi in quei due laghi di metallo fuso. I suoi occhi avevano ritrovato quello scintillio di vita che tanto amavo. Avvicinò il suo viso al mio tanto che i nostri nasi si stavano quasi sfiorando.
- Posso?-  Non gli risposi, ma unì le mie labbra alle sue in un contatto agognato per lunghi anni. Fu un bacio dolce e casto, un bacio di ritrovo, che sapeva di mille promesse.
 
“Dopo quelli che a me parvero millenni, Hermione si staccò da me e mi guardò negli occhi. Era così bella, con quegli occhi lucidi e così brillanti. Mi sorrise, e dopo un minuto tornò seria e… preoccupata, forse.”
 
- Draco, ero così in ansia per te. Tutti questi anni senza poter avere nessuna notizia, senza sapere se stavi bene, se ti avessero fatto qualcosa, sono stati una tortura. Ho mandato moltissime lettere al Ministro, al Direttore, per fare in modo che…. -  Le sue labbra tornarono a coprire le mie, mentre le sue mani mi avvicinavano sempre di più e si perdevano nei miei capelli.
 
- Non sei cambiata per niente, Hermione. Continui a straparlare sempre, eh? -
 
Io ebbi la decenza di arrossire, ma gli sorrisi comunque. Ora che lo avevo ritrovato sentivo dentro di me di essere completa, di essere in pace con me stessa. Avevo ritrovato Draco, e tutto il resto del mondo scompariva davanti a lui. Ma ancora avevo una questione da risolvere. Dovevo dirgli che era diventato padre, che aveva una figlia. E che figlia!! La paura tornò a impossessarsi di me e mi feci forza per continuare a parlare senza lasciare trapelare le mille emozioni dentro di me. Ma prima che io potessi aprire bocca, fui preceduta dalle sue parole:
 
- Hermione. Sono passati sei anni da quando mi hanno chiuso qui dentro, credevo che ormai ti fossi rifatta una vita, che ti fossi sposata e formato una famiglia. Non osavo sperare di trovarti ad attendermi alla mia scarcerazione. Potter mi aveva fatto capire che non ci sarebbe stato nessuno per me, e gli ho creduto, era normale che io lo facessi. In fondo ho sempre pensato che tu meritassi di meglio che un reietto umano. -
 
- Lascia perdere tutto quello che ti ha detto Potter e tutte queste cretinate. Sono qui Draco, sono qui solo per te. -
 
- Lo so, e tu sei fantastica, sei così perfetta, potresti avere tutti gli uomini ai tuoi piedi, chi te lo ha fatto fare di aspettare me? Cos’ho io da offrirti Hermione? Ormai non possiedo più nulla, il mio nome è ricoperto di fango, ti trascinerei giù nel baratro con me. Nessuno vorrà mai dare un lavoro, una possibilità ad un Malfoy, come farò a darti tutto quello che ti meriti?-
 
-Oh Draco!-  e mi buttai fra le sue braccia venendo subito ricambiata dalle sue forti braccia che si stringevano attorno a me. – Io ho già tutto quello che mi serve, ho te e …- Ma mi bloccai, come glielo dovevo dire? Mi guardava perplesso, si aspettava che continuassi la frase, e così mi decisi a dirgli tutto.
 
- Draco, io c’è una cosa che ti dovrei dire. Possiamo sederci un attimo sul letto? –
 
“Hermione all’improvviso è diventata più distaccata, riesco a leggere nel suo sguardo esitazione e paura. Cosa la turba? Che centri Potter? Prima ha pronunciato il suo nome con tanto astio. Cosa diamine è successo in questi sei anni? Che sia colpa mia? Che sia stata allontanata da tutti a causa mia? Ma nessuno sapeva di noi, non mi torna qualcosa.”
 
Una volta seduti sul letto poggio il foglio che tengo fra le mani e mi giro a guardare Draco negli occhi. Lui mi incoraggia con gli occhi a continuare, è in attesa e sembra parecchio nervoso. Come me, dopotutto.
 
- In questi sei anni che siamo stati separati, non sono stata del tutto da sola. Ho avuto vicino a me una persona che mi ha aiutato ad andare avanti, che mi ha dato forza nel momento della nostra separazione, mi ha spinta a reagire e a non buttarmi giù, perché non me lo potevo permettere, perché dovevo pensare a lei prima che a me.-
 
Fui bruscamente interrotta dalla voce, alquanto irritata, di Draco: - Chi è lui? –
 
Stavo ribollendo di rabbia. C’era stato un altro accanto a lei. Sentivo il mio stomaco contorcersi, la rabbia montare dentro di me. Me lo dovevo aspettare. Devo sapere il nome, in modo da potermi occupare di lui appena uscito di qui, Hermione è solo mia, come si è permesso??  E cos’è che ha detto Hermione? “Dovevo pensare a lui prima che a me” Io gli spezzo la bacchetta a questo mago da strapazzo…
I miei pensieri furono interrotti dalla sua voce
 
- Alya -
 
- Alya? – il mio sguardo perplesso la fece sorridere. Ma Alya non è un nome femminile? Che Hermione avesse preferenze di cui io non ero a conoscenza?
 
- Si, Draco, Alya…… nostra figlia- Il mio cuore si fermò per la sorpresa, ha veramente detto quello che io penso di aver sentito?
 
- nostra… cosa?? - Ero troppo scioccato per poter formulare una frase di senso compiuto. Il mio cuore aveva perso qualche battito, sentivo dei brividi per tutto il corpo, ma non era freddo. Ero raggelato da quella notizia così... inaspettata? inattesa?”
 
- Abbiamo una figlia, Draco. Ho scoperto di essere incinta dopo la tua incarcerazione, ho provato a fartelo sapere ma non mi hanno permesso di dirtelo. Non me la sono sentita di dover rinunciare anche a lei, così ho portato avanti la gravidanza. Mi ha dato forza sapere che almeno così una piccola parte di te mi è sempre stata vicina in questi anni. -
 
Mentre parlavo lui si era alzato dal letto, e ora mi dava le spalle, guardando fisso il muro di fronte a noi. Vedevo le sue mani strette a pugno, segno che era arrabbiato, molto arrabbiato e decisi di continuare a parlare di Alya per fargli accettare l’idea.
 
- È uguale a te, gli stessi capelli biondi ma con i miei boccoli, gli stessi tuoi meravigliosi occhi. È una bambina molto vivace, non sta mai ferma e… - A quel punto mi sono bloccata, l’ho visto scagliare un pugno contro il muro e poi rimanere immobile, fermo in quella posizione, con la testa piegata e il pugno ancora appoggiato contro il muro. Avevo paura, ma mi feci forza e mi alzai anche io. Allungai la mano per poggiarla sopra il suo braccio teso, sentendo tutti i muscoli in tensione. Lo chiamai piano, talmente piano che se non fossimo stati a meno di dieci centimetri di distanza, non mi avrebbe mai sentito.
 
- Draco…. – Avevo paura, ma non di lui, ma di quello che poteva dire, paura per Alya che aveva il diritto di conoscere suo padre e di crescere al suo fianco.
 
- Cosa ti aspetti che dica Hermione? Non ho una casa, non ho un lavoro, non ho un galeone, cosa avrei da offrirle, cosa avrei da offrirvi? Non ho nulla, nulla per cui vale la pena avermi tra i piedi. - La sua voce fredda e tagliente mi fece per un attimo tornare alla mente il vecchio Draco, quello che per i corridoi di Hogwarts mi insultava. Ma sapevo che la sua era solo una maschera per non soffrire, per non farsi ferire dal mondo.    
 
-Smettila Draco. Non me ne frega niente di tutto questo. L’unica cosa di cui Alya ha bisogno è di un padre, ha bisogno di te, di conoscerti, di avere il tuo affetto, di avere il padre che merita. -
 
- Il padre che merita. Bhe, mi sa che non sarò io. Io non so nemmeno come si fa il padre. E’ ridicolo pensare che lo possa addirittura essere, così da un giorno all’altro. -
 
- Che vuol dire questo Draco? – La mia voce tremava, lottavo con le lacrime per non farle scendere e per mantenere un briciolo di orgoglio. Non volevo pensare che mi stesse dicendo che non ne voleva sapere nulla di noi, che non voleva conoscere sua figlia.
 
“Ero confuso, non sapevo cosa dire. Avevo una figlia. Io, Draco Malfoy, ero padre. Come mi sento? Non lo so. Paura. Sono paralizzato dalla paura. Cosa si aspetta Hermione ora? Crede davvero che io possa farcela? Che possa di punto in bianco mettermi a fare il padre? Sono davanti a lei e le do le spalle, ho appena tirato un pugno contro il muro. Cosa ho io da offrire a loro? non ho soldi, non ho proprietà, non ho nemmeno un dannato lavoro e nemmeno la possibilità di trovarlo, nessuno assumerà mai un ex Mangiamorte. Mi sento confuso, non so cosa dirle, cosa pensare. Come si fa il padre? nessuno me lo ha mai insegnato, non ho avuto un esempio da seguire. La paura mi paralizza, e poco a poco sento anche arrivare la rabbia
 
- Che io non posso farle da padre. Come puoi pensare che sarò in grado di farle da padre con la reputazione che mi porto dietro? Vuoi che cresca additata da tutti come la figlia di un Mangiamorte? Di un essere che rappresenta il male? Non mi sembra una cosa saggia. - Ero arrabbiato, amareggiato, la mia vita non sarebbe mai stata normale, non potevo permettere che anche la loro lo fosse, loro meritavano il meglio. Non certo vivere al fianco di un Mangiamorte.
 
- So che puoi farlo, sarai un padre esemplare. - Queste parole mi arrivarono dritte al cuore, mi riscaldarono dal profondo, dandomi un senso di passeggero benessere. Abbassai il braccio ancora appoggiato contro il muro e mi girai a guardarla. Aveva gli occhi rossi, si mordeva un labbro per trattenere le lacrime, ma il suo sguardo era determinato, sincero. Lei pensava sul serio che io potessi essere un buon padre, ci credeva veramente. Per la prima volta in vita mia qualcuno aveva fiducia in me, e non un qualcuno a caso, ma Lei, la mia Hermione, la madre di mia figlia. Istintivamente alzai una mano e le accarezzai una guancia, e lei si appoggiò alla mia mano. "
 
- Ho paura di non esserne in grado Hermione, paura che nostra figlia possa crescere odiandomi per essere la figlia di un mangiamorte, la causa che la farà crescere sola e senza amici. -
 
- Alya sa chi sei, sa cosa hai fatto e perchè. Certo ora è piccola e potrebbe non capirlo del tutto, ma appena sarà un poco più grande glielo rispiegheremo e lei capirà. E' molto sveglia per essere una bambina della sua età, secondo me ha già capito ora. Lei ti vuole bene Draco, non le importa di quello che sei stato, lei vuole solo il suo papà. E anche io ti rivoglio a casa. - Capisco la sua paura, scoprire di avere una figlia è una cosa importante, anche la paura di non essere all'altezza di fare il genitore. Io ho avuto nove mesi per abituarmi, lui invece ha solo qualche minuto, qualche ora. Lo osservo che cammina per la stanza e si guarda attorno. Si avvicina al suo letto e prende in mano qualcosa. Io sgranai gli occhi, era il disegno di Alya, me ne ero totalmente dimenticata. Lo avevo appoggiato lì mentre parlavamo.
 
"Presi in mano quel foglio poggiato sul mio letto e lo girai. Rimasi di sasso. Era un disegno. Due figure bionde che si abbracciavano, una grande e una più piccola, attorno tanti cuoricini e una scritta con la matita verde 'al mio papà'. Sentì un dolore al cuore, come una fitta. Lo aveva fatto per me, per il suo papà. Mi voleva bene anche senza conoscermi. E io che avevo anche pensato di abbandonarla. Mi sentii invadere dalla tenerezza e dalla voglia di fare avverare quel semplice disegno che mi stava commuovendo. Sento le braccia di Hermione che mi stringono da dietro e tutte le mie resistenza cadono."
 
 Lo abbraccio forte, lo stringo e gli do un piccolo bacio sulla spalla. Si gira e le sue braccia si stringono a me, un suo bacio fra i miei capelli, lo sento sospirare e poi di nuovo parlare:
 
- Mi sono perso così tante cose in questi sei anni, tutta la tua vita, quella di nostra figlia, la sua nascita, i primi passi, le prime parole, tutte le notti insonni per farla mangiare. Ma se me lo permetterai, Hermione, da ora in poi ci sarò per voi. Non voglio perderti, voglio vederti felice. Appena uscito da qui avrò tutto il mondo contro, mi additeranno, mi guarderanno con odio, mi insulteranno. Ma se voi due sarete al mio fianco supereremo tutto e cercherò di riabilitare il mio nome per voi due. - A sentire queste parole così cariche di significato, sussurate al mio orecchio dalla sua calda voce, mi sentii invadere da una incredibile felicità. Sollevai il viso e lo baciai. Lui rispose al mio bacio, che da dolce iniziò a diventare sempre più appassionato, fino a che lui non si staccò da me.
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E' passato un bel pò di tempo da quando Hermy ci ha lasciato ad aspettarla qui. Per non fare annoiare Alya le ho raccontato il mio ultimo viaggio in America. Di come ho lasciato quell'allocco di Nicholas, anche se non le ho mica detto il vero motivo, è ancora troppo piccola per queste cose! Ora è seduta in braccio a me che mi racconta della scuola e di un suo compagnetto che le fa sempre i dispetti. Sembra tranquilla anche se sta stritolando il suo peluches preferito. E' stato il primo regalo che le ho fatto, un piccolo serpentello bianco. Quando l'ho visto in quel negozio babbano, il giorno della nascita di Alya, non ho potuto fare a meno di pensare che assomigliasse un pochettino a Draco Malfoy, in fondo lui è un Serpeverde biondo! E quel geniaccio di Hermy gli ha anche fatto diventare gli occhi grigi. Mi viene sempre da ridere a pensare a Malfoy come un piccolo serpentello albino stritolato dalle mani pacioccone di una bambina!!!

- Zia Gin, ma il mio disegno piacerà al mio papà, vero? - La guardo e vedo che il suo visino si è rattristato.

- Certo Amore mio che gli piacerà, sei stata davvero brava. - Le sorrido incoraggiante, ma lei è ancora turbata.

- E se non vuole venire a casa con me e la mamma perchè non so disegnare? - Una fitta al cuore mi attraversa, povera piccina, come può pensare che il fatto che non sappia disegnare possa fare allontanare qualcuno da lei. In questo è proprio uguale a sua madre, due insicure croniche:

- Alya, guardami e ascoltami bene. Il tuo papà non deciderà certo solo sul fatto che tu hai fatto un bel disegno o uno brutto. Non conta il saper disegnare per farsi volere bene da una persona, ma il riuscire a far trasparire attraverso il disegno l'affetto che si prova per quella persona. Anche se poi il disegno può non essere bellissimo. E tu, piccola mia, ci sei riuscita. Hai realizzato un disegno dove si capisce tutto l'amore che provi per il tuo papà, e lui sicuramente lo capirà. - Il sorriso che mi fa la mia nipotina mi riscalda il cuore. Ora spero solo che Malfoy si spicci a venire qui a conoscere sua figlia, e non le spezzi il cuoricino... se non sono io che spacco qualche cosa a lui, e non solo la bacchetta! Guardo Alya che corre girando per la stanza facendo volare il serpentello e rido. Sembra che si sia rassicurata un poco.

Ad un tratto la porta dalla quale circa un'oretta fa è sparita Hermy si apre. Alya si ferma al centro della stanza e guarda da quel lato. Mi giro anche io e faccio automaticamente una smorfia. Harry Potter è appena entrato nella stanza, si gira a guardarmi e mi saluta:

- Ginny, quanto tempo! Non sapevo fossi tornata dall'America. - Automaticamente allungo una mano verso Alya, che è rimasta ferma a guardare la scena.

- Sono giusto tornata questa mattina, Harry. Ma non pensavo di doverti informare dei miei spostamenti. Alya, vieni qui! - Quando sento la sua piccola mano nella mia la sollevo e la prendo in braccio. La sento accoccolarsi a me e guardare verso quello che per lei è uno sconosciuto.

- Oh vero,  sei qui per accompagnare la traditrice Granger dal suo Mangiamorte, vero? - Sento salire dentro di me una rabbia enorme, prenderei la bacchetta e lo schianterei se non avessi in braccia la bambina. E credo sia solo un bene che sia andata così. Guardo quel sorriso ironico e quella faccia da schiaffi e mi chiedi come io abbia un tempo potuto amarlo.  Del ragazzo che amavo io ormai non è rimasto più niente, solo quella cicatrice che fa bella mostra di se sulla fronte.

- Zitto! Non ti permettere di insultare così  Hermione e Draco. Abbi almeno la decenza di non farlo davanti ad una bambina. - Stento a controllarmi, nessuno deve insultare Hermione davanti a me, nessuno! Lei è la persona più coraggiosa e forte che io abbia mai conosciuto e  non merita di essere trattata così ingiustamente.

- Bambina Ginny? Quale bambina? Io qui vedo soltanto te e una sporca figlia di Mangiamorte, ma nessuna bambi.... -

SCHIAFF

Questo rumore continua a riecheggiare nella stanza. Non ho resisto, mi sono avvicinata e gli ho tirato uno schiaffo con  la mia piccola mano che a stento ho liberato dal peso di Alya. I miei occhi lanciano lampi di ira. Metto a terra la bambina e mi avvicino di nuovo a lui, che ancora si tiene una mano sulla guancia e mi guarda con odio.

- Non osare alzare le mani su di me Ginevra. -

- Eh no, caro mio. - E qui ho sfoderato la mia bacchetta, al diavolo che siamo ad Azkaban, al diavolo che ci sono miliarde di guardie qui dentro, Harry Potter ha osato passare il segno. - Sei tu quello che non si deve azzardare a fiatare. Non hai nessuno diritto per venire ad insultare gli altri, non hai nessun diritto di prendertela con una bambina che non si piò nemmeno difendere, mi fai schifo Potter. E' una bambina, la vedi?? E' solo una bambina, e non mi sembra che sia tanto diversa da come eri tu alla sua età. Non ha fatto nulla di male, è nata da un amore puro, cosa che tu e tutti gli altri non avete mai voluto vedere, non avete capito. E ora non puoi venire qui a insultare tutta la sua famiglia. Sparisci, prima che decida di fare il bis sulla tua faccia. - e gli punto la bacchetta all'altezza del viso. Ci guardiamo e poi lui mi da le spalle,e si dirigge verso l'uscita.

- Un giorno capirai Ginny che lei per tutti sarà solo e sempre la figlia di uno sporco Mangiamorte e di una traditrice. -

Se ne è andato. E io mi sento svuotata, a pezzi. Abbasso la bacchetta e sospiro, un singhiozzo attira la mia attenzione. Mi giro e vedo Alya rannicchiata su una sedia che piange, le piccole spalle che si alzano e si abbassano  convulsamente, la testolina nascosta in mezzo alle gambe e il fido serpente stretto in mano. Guardandola sento invadermi dalla tristezza.  Mi avvicino e mi siedo accanto a lei, le accarezzo la testolina boccolosa e le do un bacio. Appena alza il visino verso di me vedo i suo occhi colmi di tristezza e lacrime. La prendo in braccio e la stringo forte, cercando di calmarla.

- Piccola mia, devi stare tranquilla andrà tutto bene, non piangere, fra poco tornerà la tua mamma. -

- Quel tipo... sniff... è cattivo... ha insultato il mio papà.. sigh.. e anche la mia mammaaa... sniff... e non mi piace... - Sorrido intenerita e le do un altro bacio.

- Alya, non importa se lui ha insultato i tuoi genitori, non conta nulla quello che dice lui, conta solo quello che pensi tu di loro. Non fare caso alle parole della gente, spesso parlano così solo per egoismo. Sei ancora troppo piccola per capire, ma fidati di me. Non farti impensierire da quello che Harry ha detto. I tuoi genitori sono fantastiche persone, e anche tu. - So che non avrà capito molto di quello che le ho detto, ma si asciuga gli occhietti e mi fa un cenno con la testa, come a dire "si ho capito".
La rimetto seduta e le pulisco per bene il viso.  Dopo di che prendo dalla mia borsa una barretta di cioccolato e un libro di fiabe. Ne porgo un pezzetto ad Alya, e apro il libro. Meglio leggerle una storia mentre aspettiamo. 


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Angolo dell'autrice:

Eccomi qui con il terzo capitolo! Spero di non aver deluso le vostre aspettative e di non aver reso Draco troppo banale.
Mi hanno fatto piacere i vostri commenti e quindi questo capitolo è dedicato a voi!
Per chi volesse torturare "dolcemente" Harry, prego si faccia avanti :) Qui è proprio odioso!
Un bacio e al prossimo capitolo
Nikyblack

  
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